Bingo in Italia: storia e origini

Se oggi durante le festività natalizie molte famiglie si ritrovano al tavolo per giocare al bingo, non è certo per tradizione. Stiamo parlando infatti di un gioco diverso dalla tombola, ma che condivide con essa molti tratti e dunque può essere visto come una sorta di variante alternativa. Rispetto alla tombola il bingo può essere considerato perlopiù un gioco d’azzardo, anche perché è consigliato giocarci in apposite sale, sebbene ne esistano pure delle versioni in scatola. Il bingo si è diffuso in altri Paesi prima di farsi conoscere in Italia. Oggi il termine “bingo” è presente persino nei dizionari della nostra lingua. Proprio come nella tombola, per giocare bisogna seguire l’estrazione di determinati numeri su delle cartelle e su un tabellone.

Origini del bingo

Le origini del bingo possono essere individuate nel 1929, cioè quando il giocattolaio Edwin Lowe si ritrovò nel bel mezzo di una partita di beano in Georgia. Invece di gridare “beano”, quando si accorse di aver vinto il signore esclamò ad alta voce “bingo”, termine che risultò orecchiabile alle orecchie dei presenti, tanto da essere utilizzato anche successivamente. Già, il bingo è nato praticamente per sbaglio, ma ha conosciuto una diffusione talmente rapida che in alcuni Paesi sono state create diverse varianti del gioco originale. Di base, i numeri sulle cartelle sono 15 e quelli sul tabellone principale 90, mentre nelle altre versioni si gioca con molti meno numeri. Il bingo può essere visto come un gioco d’azzardo in quanto i premi finali possono incrementarsi finché qualche giocatore non riesce ad ottenerli.

Storia del bingo: dalle sale alle piattaforme digitali

Il bingo è ormai conosciuto in tutto il globo, nonostante vanti meno di un secolo di storia. Tale diffusione si deve anche alle piattaforme di gioco online o in formato app, che spopolano da diversi anni a questa parte. Chi è alle prime armi è solito cercare una lista completa di bonus benvenuto senza deposito proprio per testare giochi come il bingo o altri senza attingere effettivamente al portafogli, per confrontare offerte di diversi provider. Il bingo può essere comunque giocato live, ovvero tramite un collegamento con una sala vera e propria, ma a distanza. Invece che dal vivo, l’estrazione viene seguita attraverso lo schermo, ma la sostanza e le regole del gioco non cambiano.

Il bingo in Italia: dal 1999 ad oggi

Quando è arrivato esattamente il bingo in Italia? La prima sala aperta nello Stivale ha visto la luce nel lontano 1999, in un periodo in cui anche Spagna e Inghilterra iniziarono a conoscere il gioco. La differenza con la tombola è apparsa da subito evidente: il bingo è costantemente sotto la lente di ingrandimento del fisco e i set di palline numerate impiegate per compilare il tabellone vengono sostituiti ogni 5.000 partite. Sebbene proprio negli ultimi anni la passione per il gioco sembri essere scemata, in Italia sono presenti almeno 200 sale di bingo. Il fatto che il bingo non richieda particolari abilità non smette di attirare ancora oggi giocatori. Le sale italiane sono collegate a dei server AAMS che garantiscono il gioco legale e prevengono tentativi di truffe. Al giocatore non rimane dunque che aspettare le numerose estrazioni e sperare di ritrovare i numeri enunciati su una delle proprie cartelle, per poi segnare i numeri usciti. Insomma, alla fin fine il bingo è un gioco tutt’altro che sofisticato e forse proprio l’impossibilità di evolversi ulteriormente ne ha frenato l’ascesa in tempi più recenti, in cui le sale da bingo italiane hanno dimostrato di non poter sostenere chiusure troppo prolungate. Il futuro del bingo non si prospetta troppo roseo, soprattutto in Italia. Tuttavia, l’impressione generale è che ne sentiremo ancora a parlare a lungo. Chissà che a questo punto non assisteremo alla creazione di qualche altra versione alternativa del gioco…