Economia
Arriva la soluzione E-Commerce di GoDaddy, la nuova vetrina...
Arriva la soluzione E-Commerce di GoDaddy, la nuova vetrina virtuale delle piccole imprese
Come intercettare i 32,4 miliardi di euro (dati Netcom) di acquisti online solo in Italia? Nel 2020 l’e-commerce B2C ha registrato una crescita del +45%, nel 2021 la crescita prevista è del 19%, come ricorda l’Osservatorio Piccole Imprese di GoDaddy. Sono numeri col segno + che sembrano destinati a migliorare, per questo GoDaddy lancia la sua soluzione E-Commerce, sviluppata per aiutare le PMI a creare e gestire un negozio online, in modo rapido e semplice, senza competenze avanzate di programmazione.
“GoDaddy è da sempre accanto ai piccoli imprenditori per aiutarli a valorizzare il proprio business online, e proprio per questo, di fronte ad un rilevante aumento nell’utilizzo dell’e-commerce da parte dei consumatori, abbiamo deciso di realizzare una soluzione su misura per questa esigenza.” Spiega Gianluca Stamerra, Senior Director, Southern Europe di GoDaddy. “Grazie a E-Commerce di GoDaddy gli imprenditori possono facilmente costruire un sito web professionale dotato di un negozio virtuale con strumenti di gestione dell’inventario e che si integra facilmente con le app di messaggistica, contribuendo a rafforzare la loro presenza digitale e a rispondere alle esigenze di un ormai mutato panorama commerciale. Inoltre GoDaddy E-Commerce si combina anche con strumenti di smart pos, come GoDaddy Poynt (https://www.poynt.com/), distribuito in Italia da Nexi, che permette di accettare molteplici metodi di pagamento, come carte di credito e strumenti di pagamento Contactless come Apple Pay e Google Pay.”
Secondo l’Osservatorio Piccole Imprese di GoDaddy, nell’ultimo anno le piccole imprese italiane utilizzano sempre di più gli strumenti digitali per promuovere il proprio business: l’83% delle PMI italiane intervistate afferma che con la digitalizzazione migliora il proprio livello di competitività.
GoDaddy E-Commerce permette proprio ai piccoli imprenditori di essere online in modo efficace con un’esperienza di acquisto più semplice grazie ad una serie di caratteristiche decisive:
- Layout del negozio online, pagamento e opzioni di spedizione flessibili
Sull’E-Commerce di GoDaddy sono presenti modelli completamente personalizzabili che si adattano a una varietà di settori commerciali, dai prodotti ai servizi, con opzioni di spedizione flessibili e più di 40 metodi di pagamento diversi.
- Gestione efficiente e automatizzata dell’inventario
Si può gestire con facilità un catalogo con un numero illimitato di prodotti, con gestione di strumenti dell’inventario e monitoraggio in tempo reale delle vendite.
- Ottimizzazione degli strumenti di marketing, messaggistica e integrazione dei social media
Il GoDaddy E-Commerce permette di ottenere maggiore visibilità su Facebook e Instagram, oltre a prevedere l’integrazione di strumenti SEO per ottimizzare il posizionamento in SERP.
- Sicurezza del sito web
La proposta di GoDaddy include il certificato Secure Socket Layer (SSL) che protegge efficacemente la trasmissione dei dati personali dal sito web al server.
La E-Commerce di GoDaddy permette inoltre di creare un sito multilingue (a partire dal piano Premium in su), e di vendere direttamente su Facebook e Instagram senza alcuna necessità di ulteriori integrazioni o speciali plug-in.
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Bonus verde, come funziona
La detrazione Irpef va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo
Il bonus verde è una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi: sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo, comprensivo delle eventuali spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi.
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Barbano si insedia al ‘Messaggero’: “Il...
Da oggi alla direzione del quotidiano, dove succede a Massimo Martinelli
"Con emozione torno nel gruppo editoriale in cui ho lavorato per ventidue anni, a dirigere il giornale in cui ne ho trascorsi tredici, cinque dei quali da vicedirettore. Rientrare nello storico palazzo di via del Tritone e ritrovare la redazione appassionata e competente che ho lasciato dodici anni fa, irrobustita da tanti giovani talenti, è un'emozione che mette i brividi e, insieme, dà l'energia necessaria a una sfida tanto grande". Comincia così il fondo di Alessandro Barbano, da oggi alla direzione del 'Messaggero', dove succede a Massimo Martinelli.
"La mia nuova avventura inizia in un tempo di transizione - scrive Barbano - L'Italia si rimette in moto dopo un decennio che ha visto per due volte la lesione della fisiologia parlamentare, surrogata da governi tecnici. Ma è ancora un Paese dove si parla più di quanto si fa. L'eccesso di parola ha due forme: la politicizzazione, per cui tutto si declina in politica; e la polarizzazione, per cui il reale, e da tempo anche il virtuale, si raccontano in bianco o in nero". "Dietro l'illusione di una libertà di pensiero aperta a tutti, il virus dell'opinione fa una democrazia senza qualità", sottolinea il direttore del Messaggero, spiegando che se "l'Italia è un Paese dove il discorso pubblico è malato", ciò nonostante "da due anni quello stesso Paese incattivito e sostanzialmente immobile (...) è tornato a muoversi".
"Nell'attuale assetto bipolare della politica non ci sono alternative al governo in carica", scrive Barbano, secondo cui "per l'inconciliabilità di programmi e linguaggi, l'opposizione è ancora lontana dal rappresentare un'opzione competitiva". Tuttavia "questa non è, da sola, una ragione sufficiente per considerare già vinta la sfida di Giorgia Meloni". "Noi - assicura Barbano - valuteremo ciò che accadrà con lo spirito critico e l'indipendenza che il Messaggero coltiva da sempre" e lo faremo "dal cuore della Capitale, in un punto di osservazione straordinario". "Un giornale critico, immedesimato ma indipendente, che non sta pregiudizialmente con nessuno", e che racconterà le notizie "nella loro complessità, con il rispetto e l'amore che si devono alle parole" con "il metodo del dubbio e della verifica". "Il lessico della verità è ragionevole misura delle cose. Sta qui il senso più profondo dell'impegno che assumo", conclude Barbano.
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Libertà di stampa, classifica 2024: Italia 46esima, perde 5...
World Press Freedom Index 2024, la classifica stilata da Rsf
Norvegia, Danimarca e Svezia sul podio del World Press Freedom Index 2024, la classifica della libertà di stampa stilata da Rsf. Ma bisogna scorrere la classifica e scendere fino al 46esimo posto per trovare l'Italia. Meglio fanno Tonga, Fiji, Slovenia. A chiudere la classifica, Afghanistan, Siria ed Eritrea, fanalini di coda rispettivamente ai posti numero 178, 179 e 180. Oggi, 3 maggio, si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa.
"Alcuni gruppi politici alimentano l’odio e la sfiducia nei confronti dei giornalisti insultandoli, screditandoli e minacciandoli - si legge nel report che accompagna la classifica di quest'anno - Altri stanno orchestrando un’acquisizione dell’ecosistema mediatico, sia attraverso media di proprietà statale sotto il loro controllo, sia attraverso media di proprietà privata attraverso acquisizioni da parte di uomini d’affari alleati. L’Italia di Giorgia Meloni (46esima) – dove un membro della coalizione parlamentare al potere sta cercando di acquisire la seconda più grande agenzia di stampa (Agi) – è scesa di cinque posizioni quest’anno".
In generale, però, Italia a parte, la situazione internazionale desta qualche preoccupazione perché "un numero crescente di governi e autorità politiche non stanno assolvendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico ad avere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate. RSF - si legge ancora nello studio - vede un preoccupante calo del sostegno e del rispetto per l’autonomia dei media e un aumento della pressione da parte dello Stato o di altri attori politici".