Questo giudizio può portare a diverse sanzioni.
Martedì 10 novembre la Corte di giustizia dell’UE (CGUE) ha stabilito che l’Italia “ha violato il diritto dell’Unione sulla qualità dell’aria ambiente” superando “sistematicamente e persistentemente” il valore limite impostato per le particelle fini.
La Corte, adita dalla Commissione europea nel 2018, rileva che dall’anno 2008 al 2017 compreso, i valori limite giornalieri e annuali fissati per le particelle di PM10 sono stati superati regolarmente in un certo numero di aree del nostro Paese e che “l’ Italia chiaramente non ha adottato, in tempo, le misure per garantire il rispetto dei valori limite.“
Questo giudizio può portare a possibili sanzioni. La Corte di giustizia ha anche ricevuto un ricorso dall’esecutivo europeo contro l’Italia, riguardante un altro inquinante atmosferico, il biossido di azoto (NO2).
Diversi paesi europei sono nel mirino delle autorità europee per l’inquinamento atmosferico. La Francia, condannata nel 2019 dalla giustizia europea per l’inquinamento atmosferico legato al biossido di azoto, a fine ottobre è stata deferita alla Corte di Lussemburgo per quello dovuto alle polveri sottili. Anche la Polonia è stata condannata nel 2018 per aver superato le soglie per le polveri sottili.
Le polveri sottili PM10 sono presenti principalmente nelle emissioni dell’industria, del traffico automobilistico e del riscaldamento domestico, ma si trovano anche nelle emissioni del settore agricolo. A breve termine, questo inquinamento provoca irritazione agli occhi, gola e problemi respiratori. A lungo termine, può indurre malattie croniche, respiratorie o cardiovascolari o cancro ai polmoni.
L’inquinamento atmosferico è responsabile di 480.000 morti premature all’anno in Europa, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA).