Bollettino Coronavirus del 23 Ottobre 2020
In data 23 ottobre l’incremento nazionale dei casi è +4,11% (ieri +3,57%) con 484.869 contagiati totali, 261.808 dimissioni/guarigioni (+2.352) e 37.059 deceduti (+91); 186.002 infezioni in corso (+16.700). Elaborati 182.032 tamponi (ieri 170.392); 19.143 positivi; rapporto positivi/tamponi 10,51% (ieri 9,43%). Ricoverati con sintomi +855 (10.549); terapie intensive +57 (1.049).
Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 4.916; Campania 2.280; Piemonte 2.032; Veneto 1.550; Lazio 1.389; Toscana 1.290; Emilia Romagna 888; Liguria 778; Sicilia 730; Puglia 590; Marche 453; Umbria 447; Sardegna 349; Friuli 340; P.A. Bolzano 269; Abruzzo 234.
In Lombardia curva +3,54% (ieri +3,06%) con 36.963 tamponi (ieri 35.715) e 4.916 positivi; rapporto positivi/tamponi 13,29% (ieri 11,54%); 143.645 contagiati totali; ricoverati +328 (2013); terapie intensive +28 (184); 7 decessi (17.159). Una domanda ci viene posta sempre più spesso: siamo ancora in tempo per frenare il contagio? La risposta è: sì, ma dobbiamo agire subito.
La linea di sviluppo dell’epidemia è molto chiara e basta guardare ad altri Paesi europei per capire cosa accadrà senza ulteriori interventi immediati e decisi. Nei prossimi giorni, per effetto delle infezioni cumulate nell’ultima settimana, i numeri saranno ancora in rialzo. I nostri parametri possono essere soprattutto i Paesi che destano meno l’attenzione a causa di valori assoluti minori. Ma che, rapportati alla popolazione come è corretto fare, ci dicono due cose: 1) abbiamo ancora margini di manovra. 2) Dobbiamo intervenire subito o la strada è tracciata.
Prendiamo come esempio Repubblica Ceca (l4.151 il 22 ottobre) e Belgio (10.454 nuovi casi il 22 ottobre). Numeri inferiori a quelli dell’Italia che però si riflettono in una popolazione, rispettivamente, di 10,6 e 11,4 milioni.
Riparametrati sulla popolazione italiana (60,3 milioni) è come se noi avessimo rispettivamente 79.245 e 54.360 casi giornalieri: è proprio questo divario a dirci che possiamo ancora intervenire (e che dobbiamo farlo) sapendo però dove arriveremo perdendo tempo. Dopo una dimostrazione empirica che privilegia la comprensibilità, vediamo i dati dell’Ecdc (European Centre for desease control and prevention) aggiornati alla sera del 22 ottobre: l’Italia, negli ultimi 14 giorni, ha registrato 210,9 nuovi casi per 100.000 abitanti. Considerando i 31 Paesi monitorati dall’Ecdc si trova in 19esima posizione, preceduta da Repubblica Ceca (1.148,5); Belgio (1.019,8); Olanda (616,1); Lussemburgo (507,3); Francia (488,6); Slovenia (487,3); Liechtenstein (396,1); Spagna (379,1); Uk (373,1); Slovacchia (359,7); Malta (330,5); Irlanda (293,4); Islanda (280,4); Polonia (271,5); Croazia (266,4); Portogallo (262,8); Romania (259,1) e Austria (234,1). Abbiamo spazio per agire, ma il tempo si sta esaurendo rapidamente.
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