Politica
Luigi Di Maio: “Stop ai migranti irregolari”
A dirlo è stato Luigi Di Maio, Ministro degli affari esteri “In Italia non ci sarà più spazio per i migranti irregolari“. Il capo della Diplomazia è stato a Tunisi insieme al Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, il commissario Europeo per l’allargamento Oliver Varhelyi e Ylva Johansson, commissario Europeo per gli affari interni.
A seguito di un incontro con il Presidente tunisino, Kais Saied, Luigi Di Maio ha manifestato l’intenzione di non essere più disposto ad accogliere in Italia migranti irregolari e di essere a disposizione per prestare alla Tunisia tutti gli aiuti necessari per lottare contro il fenomeno dell’immigrazione clandestina.
Continueranno i negoziati tra Italia e Tunisia per trovare formule di cooperazione bilaterale, in modo da impedire l’accesso ad altri immigrati che entrano in Italia illegalmente.
La delegazione italiana ha espresso il suo sostegno politico ed economico alla Tunisia, per rafforzare gli sforzi nazionali, incoraggiando gli investimenti e la creazione di posti di lavoro, soprattutto nelle regioni interne. Da parte sua, il presidente dell Tunisia, Saied, ha ribadito che “le soluzioni di sicurezza da sole non consentono di combattere l’immigrazione non organizzata“.
“L’arrivo dei migranti in Italia è aumentato di quasi il 150% negli ultimi 12 mesi e la maggior parte arriva dalla Tunisia“, ha dichiarato la Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, che aveva già visitato la Tunisia a fine luglio per parlare del problema dell’immigrazione. Dal 1 agosto 2019 al 31 luglio 2020, 21.618 migranti sono arrivati sulle coste italiane, con un aumento del 148,7% rispetto agli 8.691 arrivi dell’anno precedente.
Circa il 41,6% dei migranti ha lasciato la Tunisia, dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 18%, secondo l’Istituto nazionale di statistica. Il 7 agosto, Luigi Di Maio ha comunicato che, dal 10 agosto, tutti i migranti irregolari provenienti dalla Tunisia dovranno tornare indietro.
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Liliana Segre e l’antisemitismo, una vita tra le...
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Europee 2024, Mentana lancia confronto tv con tutti i...
Il leader del Movimento 5 Stelle all'Adnkronos: "Sì alla proposta di La7, confronto a due lede il principio di parità, la Rai fa in tempo a ripensarci". Anche la Lega dice sì
Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana lancia il confronto tv per le elezioni Europee 2024 tra tutti i leader il 5 e 6 giugno. "D'intesa con i vertici di La7 - scrive Mentana sui suoi profili social - ufficializzo la proposta di due confronti televisivi tra i leader delle liste in lizza per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno. I confronti avranno luogo mercoledì 5 e giovedì 6 giugno alle 21.20: prendendo l'ultimo sondaggio Swg divulgabile, quello del 23 maggio, riserveremo la serata del 6 giugno ai rappresentanti delle liste maggiori. Questa la proposta, attendiamo le risposte".
La prima adesione è di Conte
E la prima adesione arriva a stretto giro dal leader del M5S Giuseppe Conte attraverso l'Adnkronos. "Accetto la proposta del direttore Enrico Mentana di partecipare a un confronto tra tutti i leader in vista del voto del 8 e 9 giugno. È una modalità - sottolinea Conte - che rispetta il principio di parità tra le forze politiche e non regala a nessuno indebiti vantaggi. Ringrazio lui e La7 per offrire alla politica un confronto plurale e coerente con lo schema delle elezioni europee, che prescindono come noto da ogni dinamica di coalizione e di maggioranza/opposizione".
"La proposta de La7 - va avanti l'ex premier - offre alle forze politiche la possibilità del confronto con la presidente del Consiglio, cosa che in un confronto solo a due e riservata unicamente a una singola forza politica lede il principio di parità. La Rai è ancora in tempo per fare altrettanto, ed anche in quel caso ovviamente il MoVimento 5 Stelle ci sarà. Non ci sottraiamo mai al confronto purché avvenga nel rispetto delle regole e dei cittadini".
Il sì della Lega
''Matteo Salvini è disponibile a fare confronti ovunque e con chiunque, con serietà e regole chiare'', fa sapere la Lega, dopo l'offerta di Enrico Mentana.
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Premierato, la bocciatura di Liliana Segre: “Aspetti...
L'allarme della senatrice: "Drastico declassamento a danno del Capo dello Stato, stravolti gli equilibri dei poteri"
Liliana Segre boccia il premierato. La senatrice a vita è intervenuta oggi in Aula durante la discussione generale sulla riforma costituzionale denunciando "vari aspetti allarmanti, non posso tacere", ha affermato.
Con il premierato avremmo "un drastico declassamento a danno del capo dello Stato, non solo privato di fondamentali prerogative, ma costretto a guardare dal basso all'alto un premier forte dell'investitura popolare", ha scandito.
Con il premierato, ha proseguito Segre, "il partito o la coalizione vincente sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia".
Insomma con questa riforma avviene uno "stravolgimento profondo che ci espone a problemi maggiori, non è facilmente comprensibile il motivo di questa scelta".
"Sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo - ha sottolineato la senatrice a vita - si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto 'premierato'".
"Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan 'scegliete voi il capo del governo'. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate", ha concluso Segre tra gli applausi dell'opposizione.