Lavoro
Professioni, Commercialisti: “Crescono iscritti e...
Professioni, Commercialisti: “Crescono iscritti e redditi, quasi 2.000 nuovi professionisti in 2023”
A fine 2023, la quota di donne è salita al 33,8%, mentre la quota di giovani, invece, si è portata al 14,7%
Nel corso del 2023 l’Albo dei commercialisti fa registrare l’ingresso di 1.864 nuovi iscritti e 161 nuove Società tra professionisti. Rispetto al 2007, anno di formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri partito ufficialmente il 1° gennaio 2008, gli iscritti sono aumentati del 12% raggiungendo la cifra di 120.424. In sedici anni, l’Albo è cresciuto di quasi 13 mila unità, mentre gli iscritti alle casse di previdenza della categoria sono aumentati di oltre 21 mila unità, ad un ritmo di quasi il 27% rispetto al 2007. Negli ultimi due anni, cioè nel biennio post-pandemico, il reddito medio dei commercialisti è cresciuto di quasi il 18% in termini nominali (+9,3% nel 2022 e +7,6% nel 2023) e del 2,2% in termini reali, cioè al netto dell’inflazione. Si tratta di un importante recupero rispetto al periodo pre-pandemico anche se il confronto con il 2008, al netto dell’inflazione, è ancora negativo (-8,4%). La dinamica complessiva degli iscritti all’Albo è contraddistinta da una crescita al Nord (+0,8%) e un calo di iscritti a Sud (-0,6%), mentre nel Centro si registra un andamento quasi stazionario (+0,1%). Sono i principali dati che emergono dalla nuova edizione del Rapporto annuale sull’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, pubblicato dalla Fondazione Nazionale di Ricerca della categoria.
Il reddito professionale netto medio dei commercialisti nel 2023 è aumentato del 7,6%, un po’ meno rispetto al +9,3% dell’anno precedente. Il valore medio si è portato a 73.277 euro, mentre il reddito mediano è cresciuto del 6,9% portandosi a 41.974 euro pari al 57,3% di quello medio, in leggero calo rispetto al 57,6% dell’anno prima. Rispetto al 2008, il reddito professionale netto medio è aumentato del 22,4%, mentre lo stesso espresso in termini reali, cioè al netto dell’inflazione, è diminuito dell’8,4%.
La maggior parte dell’incremento del reddito medio è avvenuta negli ultimi due anni (+18%), cioè nel periodo post-pandemico, favorito sia dal rimbalzo economico sia dall’aumento del tasso di inflazione. Infatti, a fronte di una crescita nominale del 18%, si è verificata una crescita reale, cioè al netto del tasso di inflazione, del 2,2%. Il reddito professionale medio dei Commercialisti viene elaborato dalla Fondazione Nazionale di ricerca dei commercialisti (fnc) come media ponderata dei redditi dichiarati alle due casse di previdenza della categoria, la Cassa dottori (Cnpadc) e la Cassa ragionieri (Cnpr). Nel 2023, il reddito medio professionale degli iscritti alla Cassa Dottori è pari a 80.318 euro (+8,1% sul 2022), mentre il reddito medio professionale degli iscritti alla Cassa ragionieri è pari a 55.917 euro (+5,4% sul 2022).
Nel corso del 2023, gli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, nonostante il trend negativo del mondo delle libere professioni in generale, sono aumentati di 143 unità pari ad una crescita percentuale dello 0,1% sul 2022. In sedici anni, gli iscritti all’Albo sono aumentati di 12.925 unità, +12% sul 2007. Nello stesso periodo, la popolazione italiana è aumentata dello 0,8%, mentre le imprese attive sono diminuite dell’1,5%. Ciò ha determinato un calo significativo del rapporto tra la popolazione e gli iscritti, passato in sedici anni da 555 a 490 e del rapporto tra le imprese attive e gli iscritti che nello stesso periodo è passato da 48 a 45. A fine 2023, la quota di donne è salita al 33,8%, mentre la quota di giovani, invece, si è portata al 14,7%.
Come già accaduto nel 2022, gli iscritti al Registro dei praticanti sono ancora diminuiti (-9,9% rispetto al -8,4% del 2022), portandosi a 11.522. Il calo in valore assoluto è stato di 1.259 iscritti. La diminuzione è stata particolarmente elevata nel Sud (-13,1%) rispetto al Nord (-5,2%) e al Centro (-9,6%). In controtendenza solo il dato delle Isole (+1,3%), mentre nelle regioni meridionali si è registrato un forte calo (-15%).
Nel corso del 2023, la crescita in valore assoluto degli iscritti nella sezione B dell’Albo è stata di 58 unità pari al +2,7% rispetto al +9,5% di un anno prima. Particolarmente marcato risulta il rallentamento nelle regioni settentrionali (+2,5% contro il +12,7% di un anno prima), ma anche nelle regioni centrali (+4,8% rispetto al 13,1% del 2022). Buono l’andamento degli iscritti in Lombardia (+4,8%) e nel Lazio (+9,7%). Da segnalare, comunque, un’inversione di segno nelle regioni meridionali (+0,7%) contro il -12,6% del 2022).
Nel corso del 2023, le STP passano da 1.607 a 1.768 con un incremento in valore assoluto di 161 unità e in termini relativi del 10%, comunque meno rispetto al +13,6% di un anno prima. Bene la crescita delle STP nelle regioni centrali (+13%) spinta dal Lazio (+18,5%) e dalla Toscana (+14,1%). Bene anche la Lombardia (+14,6%), che contribuisce per quasi il 40% (62 su 161) all’incremento complessivo.
“In un momento nel quale il mondo dei liberi professionisti sperimenta una crisi di iscrizioni - afferma Elbano de Nuccio, presidente Consiglio nazionale commercialisti - la professione di commercialista, come emerge dai dati del Rapporto, mostra una particolare resilienza. Non solo continua a crescere come numero, ma è particolarmente dinamica, soprattutto negli ultimi due anni, come si vede dal netto recupero del reddito medio. Possiamo guardare con fiducia al futuro e giocare un ruolo da protagonisti nei processi di cambiamento economici e sociali che ci attendono. Pensiamo alla grande opportunità di sfruttare il potenziale delle pmi per far fronte efficacemente a tutte le sfide europee in atto. Come commercialisti giochiamo una partita decisiva”.
“Questo Consiglio nazionale - aggiunge - è determinato nell’impegno per il rilancio della figura e del ruolo del commercialista. Siamo consapevoli che, per essere protagonisti del nostro futuro, dovremmo essere in grado di essere centrali nella definizione, nell’implementazione e nell’attuazione delle nuove politiche pubbliche. Questo richiede il massimo impegno di tutti gli organi di categoria, la presenza costante e la partecipazione a tutti i tavoli istituzionali, da quelli internazionali a quelli nazionali e locali, proprio come stiamo facendo a livello di Consiglio nazionale”.
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Infortuni, Pennesi (Inl): “In Sicilia da anni non ci...
Il direttore dell'Ispettorato nazionale dopo la tragedia di Casteldaccia, noi presenti nell'Isola solo con ispettori amministrativi. A livello nazionale in arrivo bando per 750 nuovi ispettori
"I nostri ispettori tecnici dell'Ispettorato nazionale del lavoro non sono intervenuti a Casteldaccia perché, la Sicilia, essendo a statuto autonomo, ha la competenza in materia. Ma, non saprei per quale decisione, da tanti anni praticamente non la Regione non ha più ispettori. Noi siamo presenti, in virtù di una convenzione richiesta dalla Regione, con una trentina di ispettori amministrativi, non tecnici". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Paolo Pennesi, direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro sulla tragedia sul lavoro di Casteldaccia e sull'assenza di ispettori tecnici per i controlli nelle aziende sull'Isola.
"La nostra -spiega ancora Pennesi- è una presenza, con questi ispettori amministrativi, che abbiamo assicurato a livello di supplenza, nelle more che la regione Siciliana decida di attivarsi. Si tratta di ispettori di origine siciliana, 30 unità, che hanno risposto a un interpello per trasferirsi nell'Isola e si stanno occupando di questioni lavoristiche e previdenziali, esclusivamente quelle, con risultati strabilianti visto che lì la vigilanza non la fanno praticamente da dieci anni, quindi..", sottolinea Pennesi.
E il Capo dell'Ispettorato nazionale del lavoro sottolinea che "non abbiamo notizie però sul fatto che l'assessorato si stia organizzando per assumere i suoi ispettori, come era storicamente. A me non risulta, non so se pensano di stare permanentemente con questo nucleo o con altri, diciamo così, che suppliscano questa funzione", sottolinea. Naturalmente, sottolinea Pennesi, in Sicilia, ci sono anche i "Carabinieri del nucleo tutela che ovviamente essendo carabinieri, come noi quindi organismi statali, hanno un presidio su questo territorio. Poi certo ci sono le Asl che immagino siano presenti sul territorio con ispettori come succede nel resto d'Italia", aggiunge ancora.
E su quanto avvenuto a Casteldaccia sottolinea: "quanto accaduto mi ha ricordato un altro drammatico episodio assolutamente analogo avvenuto sempre in Sicilia, a Mineo. L'ingresso di un lavoratore in luoghi confinati o in luoghi dove c'è possibilità di esalazione, gli altri che cercano di soccorrerlo e fanno la stessa brutta fine. E' chiaro che manca la prevenzione. Quando si entra in posti dove ci sono delle esalazioni è necessario indossare le maschere protettive. Sentivo che stavano cercando di vedere se almeno le avessero in dotazione ma al momento non sono venute fuori. Io non ho aggiornamenti però è chiaro che se fai l'intervento in un posto dove sai che ci sono delle esalazioni nocive, addirittura mortali, l'azienda avrebbe dovuto provvedere a munire i lavoratori di maschere protettive. Solo l'indagine ci potrà dire di più", sottolinea.
Per quanto riguarda invece la dotazione organica dell'Ispettorato a livello nazionale Pennesi annuncia novità. "Adesso -spiega- abbiamo una dotazione di 850 ispettori tecnici del lavoro. Erano rimasti 200, ne abbiamo assunto 650. E con il decreto legge appena convertito che ha introdotto la patente a punti ne assumeremo altri 750. Di questo cinquecento erano rimasti come posti vuoti dal precedente concorso, e ne aggiungiamo altri 250. Speriamo di bandire al più presto il concorso, e di fare le prove a giugno-luglio, se siamo fortunati, altrimenti al più tardi sarà settembre. Con questi altri 750 ispettori raggiungeremo quota circa 1500 totali", conclude
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Lavoro, Fava (Inps): “Smart working in forte crescita...
Così il presidente Inps, intervenuto al dibattito ‘Work-life balance, esperienze di Smart working in un confronto pubblico e privato’ organizzato dall'istituto a Milano
“Le sfide del futuro sono tutte da vincere e interessano vari settori. La drammatica esperienza della pandemia ha indotto una distruption”, una discontinuità “senza precedenti sull’organizzazione del lavoro favorendo una accelerazione del lavoro da remoto, il cosiddetto smart working, che è in forte crescita nelle imprese come nella pubblica amministrazione. L’Inps rappresenta una best practice a livello nazionale e internazionale avendo avviato una delle più ampie sperimentazioni che oggi consente a migliaia di dipendenti dell’istituto, soprattutto donne, una migliore e non scontata work-life balance”. Così Gabriele Fava, presidente Inps, intervenendo oggi al dibattito ‘Work-life balance, esperienze di Smart working in un confronto pubblico e privato’ organizzato da Inps a Milano.
“La diffusione di nuove modalità di lavoro - conclude Fava - comporta una riflessione sull’impatto organizzativo personale e sociale che è al centro del dibattito europeo sul futuro del lavoro, così come all’attenzione del nostro legislatore”.
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IA, Ocf: “Avvocatura e Magistratura vengano coinvolte...
Il segretario Accursio Gallo: "L’Europa deve esprimere una legislazione chiaramente unitaria, evitando il proliferare di tante differenti legislazioni locali"
Considerazioni su una legge italiana sull’intelligenza artificiale laddove già esiste un dispositivo comunitario - l’AI Act recentemente approvato dal Parlamento europeo - e, soprattutto, un forte richiamo affinché i portatori di interesse vengano coinvolti su un tema di tali implicazioni, ampiezza e ricadute. Su questi temi l’Organismo congressuale forense, l’organo politico dell’Avvocatura italiana, è intervenuto alla Talk to the Future Week, la 5 giorni organizzata dall’Ordine degli avvocati di Milano e dedicata al tema dell’Intelligenza artificiale che ha preso avvio ieri per concludersi il 10 maggio.
Accursio Gallo segretario dell’Ocf ha dichiarato: “L’attenzione del Governo all’intelligenza artificiale è senz’altro apprezzabile, tuttavia occorre evitare che la recente proposta governativa di ddl IA si riduca a una sorta di duplicato dell’AI Act europeo, oltre a intervenire sul merito della proposta negli aspetti che ancora appaiono troppo generici”. Sul primo punto Gallo ha sottolineato che “l’Europa deve esprimere una legislazione chiaramente unitaria, evitando il proliferare di tante differenti legislazioni locali, a meno che non si riesca a distinguere chiaramente tra aspetti ‘quadro’ a livello europeo e singole declinazioni a livello locali, come peraltro già ha fatto la Spagna nel 2021”.
Relativamente all’iter parlamentare che attende il ddl approvato Gallo ha aggiunto: “su un tema di tale portata, come Organismo congressuale forense chiediamo si dia avvio a un tavolo in sede istituzionale a cui accreditare componenti fondamentali della società civile quali l’Avvocatura e la Magistratura affinché possano apportare i propri fondamentali contributi sui fronti etico e giuridico”.
Per l’Ocf occorrono regole chiare in grado di abilitare l’innovazione e, al tempo stesso, tutelare i diritti delle persone e la stabilità della democrazia, in un quadro normativo italiano evoluto in materia di IA.
Serve inoltre superare alcuni profili di scarsa concretezza presenti nel ddl quali, per fare due esempi: l’art. 4 che riguarda i minori di 14 anni che non possono accedere a sistemi di intelligenza artificiale se non con il consenso dei genitori, non considerando che l’accesso a servizi diffusissimi quale Siri, Alexa o Google Home già rappresenta la regola per adolescenti e bambini; l’art 17 dove relativamente all’ambito sanitario si richiama il diritto a essere informati sui 'vantaggi' circa l’utilizzo di tecnologia di IA in termini diagnostici e terapeutici ma non si fa alcun accenno ai potenziali svantaggi e rischi.