Economia
Imprese estere in Italia puntano su innovazione con 5...
Imprese estere in Italia puntano su innovazione con 5 miliardi nel 2021
Le imprese estere in Italia rappresentano il 34% dell’export, quasi il 33% della spesa in ricerca e sviluppo con 5 miliardi nel 2021 e oltre il 12% delle domande di brevetti. Sono i numeri del V Rapporto sullo stato delle imprese a controllo estero in Italia, condotto dall’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Università Luiss. "Il Rapporto conferma il contributo e l’impatto positivo che le imprese estere sono in grado di generare in Italia. Sono imprese che si distinguono per una significativa propensione a investire e innovare, dando grande impulso a settori strategici, come la Ricerca e Sviluppo e l’Export, decisivi per affrontare le numerose sfide e cogliere nuove opportunità”, afferma Marco Travaglia, Presidente e AD del Gruppo Nestlé in Italia, Coordinatore dell’Osservatorio e componente dell’ABIE. "Abbiamo razionalizzato e rinforzato le risorse sul piano Transizione 5.0 con 13 miliardi di euro su digitale, tecnologico e green. Il 10% che si può riservare per la formazione professionale", afferma Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. Nel mercato del lavoro italiano, sempre più condizionato da un moto di cambiamento per la transizione ecologica e digitale, non mancano, però, difficoltà di reperimento di personale qualificato e scogli burocratici. “Siamo qui alla Luiss perché proprio qui ci sono gli studenti e i lavoratori del futuro che devono raggiungere le competenze di cui le aziende hanno bisogno - afferma Barbara Beltrame Giacomelli, vicepresidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e presidente dell’Advisory Board Investitori Esteri -. Questo mondo sta evolvendo molto velocemente, lo abbiamo visto ed è stato detto oggi da tutti gli amministratori delegati delle aziende, anche l’istruzione deve fare un piccolo cambiamento perché senza quello non possiamo avere i nostri lavoratori del futuro".
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G7, Poggi (Deloitte): “Ia rappresenta volano di...
"Solo allineando l'agenda delle priorità della transizione energetica e delle sfide ambientali con l'agenda delle priorità sull'intelligenza artificiale e sull'innovazione possiamo avere un beneficio per entrambe le transizioni e quindi per la competitività e la risoluzione delle sfide globali". E’ la considerazione di Andrea Poggi, Innovation Leader DCM e capo delegazione Deloitte del B7, a margine del B7 Italy 2024, di cui Deloitte Italia è l'unico Knowledge Partner, è guidato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia e ha un ruolo chiave nell’identificare e indirizzare le priorità dell’agenda economica globale, guidando i Paesi G7 nelle grandi sfide di oggi.
"L'innovazione – sottolinea Poggi - ha un ruolo chiave nella gestione della transizione energetica e nella gestione delle sfide che riguardano il G7. La gestione di tutti i temi climatici, può essere risolta esclusivamente ricorrendo all'innovazione in maniera molto più strutturata. Per Poggi ci sono almeno tre motivi per ricorrere alle innovazioni: “il primo è che può consentire senz'altro di ottimizzare l'efficienza energetica. Pensiamo – ricorda - a quanto l'intelligenza artificiale può essere usata per affinare i modelli predittivi nella manutenzione, nell'utilizzo delle risorse dell'energia e quindi nel garantire il giusto utilizzo delle risorse; allo stesso tempo l'intelligenza artificiale e l'innovazione può accelerare i processi di ricerca di nuove fonti di energia sana e rinnovabili e può accelerare anche la risoluzione dei temi connessi all'economia circolare”.
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G7, Pareglio: “Rinnovare cooperazione per consentire...
“Le imprese possono operare secondo due, quello di modificare il proprio modello di business per rispondere alle esigenze dei clienti e dei mercati e quella di sviluppare all'interno dell'azienda una cultura più responsabile, più attenta all'uso delle risorse naturali, delle risorse sociali e di quelle energetiche. A dirlo, il presidente di Deloitte Climate & Sustainability, Stefano Pareglio a margine del B7 Italy 2024, di cui Deloitte Italia è l’unico Knowledge Partner, è guidato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia e ha un ruolo chiave nell’identificare e indirizzare le priorità dell’agenda economica globale, guidando i Paesi G7 nelle grandi sfide di oggi.
“Nel nostro B7 Flash – ha rimarcato Pareglio - abbiamo anche portato l'attenzione sul fatto che è necessario che questa cosa avvenga attraverso una rinnovata cooperazione a livello internazionale che consente alle imprese di fare delle scelte in condizioni di pari competitività”.
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G7, Pompei: “C’è bisogno di politiche...
"Negli accordi di Parigi sono stati presi degli impegni importanti, quello di triplicare la produzione delle rinnovabili entro il 2030 e raddoppiare l'indice di efficienza energetica sempre entro 2030 dal 2 al 4%”. Così il Ceo di Deloitte Italia, Fabio Pompei che da Torino, all’interno del B7 Italy 2024, di cui Deloitte Italia è l’unico Knowledge Partner, è guidato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia e ha un ruolo chiave nell’identificare e indirizzare le priorità dell’agenda economica globale, guidando i Paesi G7 nelle grandi sfide di oggi, ha ricordato l’importanza di far leva su tutte le tecnologie, nucleare compreso o altre che sono in fase di studio e di analisi.
“E’ ormai chiaro – prosegue Pompei – che senza le nuove tecnologie, non saremo in grado di rispettare i target che abbiamo posto con gli accordi di Parigi. Per far questo – conclude - c'è la necessità di investimenti straordinari, investimenti incomparabili con quelli fatti fino ad oggi e c'è bisogno di politiche industriali che siano quanto più possibile concordi all'interno dei paesi del G7 e per farlo serve una leadership quanto più possibile coesa e con una visione di lungo periodo”.