Cultura
Spazio, l’astrofisica Di Pippo pubblica ‘Luna...
Spazio, l’astrofisica Di Pippo pubblica ‘Luna laboratorio di pace’
Per l'autrice "serve una soluzione globale". La presentazione del saggio al Circolo degli Esteri a Roma, in collegamento da Houston anche l'astronauta Luca Parmitano
La 'corsa alla Luna' è rientrata nel vivo dopo decenni e questa volta i blocchi, in apparenza 'contrapposti', sono gli Usa e la Cina. Ma tornare sul nostro satellite naturale è una sfida globale e a delineare il perimetro di questa nuova pagina spaziale è l'astrofisica Simonetta Di Pippo nel suo nuovo libro "Luna laboratorio di pace" (Egea 2024). Il volume viene presentato, oggi a Roma (ore 18,30), al Circolo degli Esteri, nel corso di un evento organizzato dalla Sioi - Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale. A partire dal contenuto suo nuovo libro, l’astrofisica Simonetta Di Pippo - professoressa di Practice di Space Economy presso SDA Bocconi School of Management -dove dirige lo Space Economy Evolution Lab (See Lab) - durante l'incontro dialoga con il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, con l'ad di Thales Alenia Space Italia, Massimo Comparini, con l'astrofisica Patrizia Caraveo, e con l'ambasciatore Riccardo Sessa, presidente della Sioi. A prendere la parola è anche l’astronauta Luca Parmitano, in collegamento da Houston.
Nel suo saggio, l'astrofisica Simonetta Di Pippo ci invita a guardare la Luna non come risorsa da sfruttare ma come il terreno ideale su cui tentare nuovi esercizi di diplomazia alla ricerca della pace. "L’esplorazione lunare - osserva Di Pippo - dovrà essere il risultato di uno sforzo congiunto internazionale dell’umanità intera. Certamente, occorre lavorare affinché questo obiettivo venga raggiunto: cementerebbe i rapporti e farebbe sfumare le divergenze". Si tratterebbe, spiega l'astrofisica, "di accordarsi a livello generale su alcuni principi guida, condivisi e validi per l’intera umanità".
"Tra questi - prosegue l'autrice - assicurare l’interoperabilità tra sistemi che oggi e sempre di più saranno sia pubblici sia privati; standardizzare i sistemi di acquisizione e soprattutto di utilizzo dei dati ottenuti da strumentazioni e infrastrutture spaziali; affrontare il futuro dell’esplorazione e la creazione dei mercati associati con riferimento alla Luna, all’internet del sistema solare, a Marte e oltre, con un approccio cooperativo e inclusivo". Perché Simonetta Di Pippo ritiene che "quando si è di fronte a una sfida globale, bisogna rispondere con una soluzione globale".
Intenso lo scenario che si muove introno alla nuova corsa alla Luna. L’India diventa la quarta nazione al mondo ad approdare sul suolo lunare; la Federazione Russa fallisce di un soffio l’atterraggio con Luna-25; la Cina con Chang’e 5 riporta a Terra campioni rocciosi alla ricerca di preziosi minerali sconosciuti; gli Stati Uniti ripartono con successo con la prima delle missioni Artemis: la Luna, e più in generale lo spazio, si affolla di attori, divenendo di fatto nuovo terreno di confronto geopolitico ed economico per le potenze del pianeta Terra. Eppure basterebbe cambiare prospettiva per capire come il nostro satellite possa diventare la palestra ideale per tentare nuovi esercizi di diplomazia, che ci impediscano di replicare tra le stelle i meccanismi terrestri.
Così, a partire dal suo ultimo libro "Luna laboratorio di pace", l'astrofisica Simonetta Di Pippo ci invita ad affrontare il futuro dell’esplorazione spaziale - e la creazione dei mercati ad essa associati - con un approccio cooperativo e inclusivo.
"Il ritorno alla Luna prosegue a ritmo serrato ma la Luna continua a ricordarci che andarla ad esplorare non è una passeggiata" scandisce l'astrofisica Patrizia Caraveo tra gli ospiti del dibattito organizzato dalla Sioi. "Tutto vogliono la Luna" ma avverte Caraveo, a sua volta autrice di un saggio sulla Luna, "vista la situazione non certo rassicurante della geopolitica terrestre, bisogna evitare che si venga a creare un far West Lunare, per questo è importante che le potenze spaziali cerchino di collaborare per fare della Luna un Laboratorio di pace come auspicato da Simonetta di Pippo nel suo nuovo libro".
Nel suo libro Simonetta Di Pippo ripercorre la storia della corsa alla Luna dagli albori degli anni Cinquanta al nuovo fermento odierno. Dalla possibilità di costruire colonie che permettano all’uomo di addestrarsi a un ipotetico futuro lontano dal pianeta Terra all’abbondanza di risorse strategiche, sono diverse le motivazioni che hanno rimesso la Luna al centro dei piani delle potenze terrestri. Quella che si va configurando, tuttavia, non è un’esplorazione coordinata nei solchi dei grandi trattati internazionali ma una corsa tra due blocchi contrapposti, regolati da accordi multilateriali facenti capo a Usa e Cina. Secondo l’autrice, però, la posta in gioco è troppo grande per prescindere dal ruolo chiave della diplomazia.
Nel corso degli anni, d’altronde, dallo spazio sono già giunti segnali incoraggianti: dalla collaborazione (stra)ordinaria dietro alla Stazione Spaziale Internazionale alla cooperazione tra Usa e Russia per il salvataggio di astronauti in pericolo, nei momenti peggiori della Guerra Fredda e, tornando all’oggi, del conflitto in Ucraina. In tempi incerti come gli attuali, l’approntamento di strumenti di governo delle risorse spaziali dotati di valore universale si trasformerebbe in un asset di valore inestimabile per l'esercizio della diplomazia.
E la Sioi, in quanto istituzione che ha tra le sue finalità statutarie lo studio e l'addestramento all'esercizio pratico della politica estera, ne è convinta al punto di offrire tra i propri programmi di studio e formazione un "Corso di alta formazione in istituzioni e politiche spaziali".
Attualità
Claudia Conte di nuovo in libreria con un nuovo libro: La...
Ad annunciarlo la stessa conduttrice e opinionista tv, volto noto di Rai, Canale 5 e La7 nonché attivista per i diritti umani in un post sul suo seguitissimo canale Instagram (claudiaconte.it 318.000 follower).
“Vi presento LA VOCE DI ISIDE, la mia nuova creatura letteraria. Uno strumento per confrontarmi con le nuove generazioni sulle questioni sociali più pressanti e attuali: il disagio giovanile, la violenza, le disuguaglianze di genere, il rapporto genitori e figli e la bellezza del volontariato.”
Queste le parole che accompagnano la foto di Claudia con il libro tra le mani. Una copertina accattivante e simbolica che fa venire il desiderio di leggere il libro e la prefazione scritta da Maurizio De Giovanni (scrittore napoletano che ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi).
Dopo “La legge del cuore. Storia di assassini, vigliacchi ed eroi”, storia dedicata a Falcone e Borsellino e tutte le vittime di mafia, il quarto libro di Claudia Conte e’ dedicato e rivolto ai giovani e affronta temi di attualità che mettono in evidenza la sua attività a tutela dei diritti umani e delle donne.
Chi è la protagonista? E’ un romanzo autobiografico? La protagonista è Iside, una diciottenne che attraverso il volontariato presso casa-famiglie mamma-bambino, cura il proprio disagio esistenziale. Ricordiamo che Claudia conduce su Rai Isoradio “Cambiare si può. Storie di successo al femminile” ed è molto attiva nel campo della legalità. Figlia di poliziotto, non fa mancare mai il suo sostegno alla Polizia e alle forze dell’ordine.
Claudia Conte, come rivela la rivista americana Forbes, si conferma “tra le più giovani e visionarie rappresentanti del panorama culturale italiano”.
E’ possibile acquistare il libro qui
https://www.mondadoristore.it/La-voce-di-Iside-Claudia-Conte/eai979128084454/
Cultura
“Agdam delenda est”, in 150 foto di Fabrizio...
Presentato al Palazzo dell'Informazione Adnkronos il volume del direttore creativo di Artcloud Network International
"Agdam delenda est. Immagini dal Karabakh" è il titolo del libro fotografico di Fabrizio Conti che raccoglie oltre 150 scatti attraverso i quali l'autore racconta per immagini la lontana e martoriata regione del Caucaso meridionale. Una terra sconosciuta, situata nel territorio dell’Azerbaijan ai confini con l’Armenia, da sempre contesa e teatro di un lunghissimo conflitto tra i due stati. Il libro è stato presentato oggi a Roma, al Palazzo dell’Informazione AdnKronos.
Nel 2021 Fabrizio Conti, direttore creativo di Artcloud Network International, azienda italiana che opera nel settore dei Beni culturali, viene invitato dal Governo Azero a partecipare all’imponente opera di ricostruzione della regione del Karabakh, avviata appena dopo la fine del trentennale conflitto con l’Armenia. A Conti viene chiesto di concepire musei di ultimissima generazione, densi di tecnologia, per salvaguardare la memoria - e virtualmente ricostruire- ciò che era, un tempo, il Karabakh. "Agdam delenda est" - titolo che rimanda inequivocabilmente alla leggendaria e proverbiale frase 'Carthago delenda est' - raffigura e testimonia l’insensatezza dei popoli in guerra che per affermare la propria superiorità mirano ad annientare il nemico, cancellandone l’identità, la cultura, la storia. Una strategia di guerra - ancora oggi utilizzata – che trae origini dai tempi del dominio romano, quando Catone, con sole tre parole esplicitò lo scopo degli eserciti romani: cancellare definitivamente Cartagine affinché non potesse essere più abitata.
"Agdam delenda est" è un viaggio per immagini nell’anima del Karabakh. Un viaggio nel silenzio di un luogo fantasma fra le trincee abbandonate e i resti di ciò che un tempo fu un luogo abitato. Un viaggio nei ricordi della gente, alla ricerca di un passato che non c’è più. "E’ il mio viaggio, fra coprifuochi e ricoveri di fortuna, in un luogo surreale dove i cellulari funzionano a singhiozzo, l'acqua è gelida e a tavola si beve solo vodka", racconta Conti. "Agdam delenda est" - aggiunge l’autore - è la mia esperienza personale, in una terra che non conoscevo, che mi ha travolto, appassionato e arricchito. Senza questi scatti - sottolinea - non avrei potuto raccontare le emozioni provate, attraversando questo luogo, di cui è rimasto poco, ma in cui ancora ad ogni passo si respira il suo passato e una potente voglia di rinascita dimenticare. Ho voluto fermare il mio sguardo attraverso le immagini - conclude - per fissare la memoria di un luogo, di un conflitto dimenticato ma terribile e insensato come tutte le guerre".
Cultura
Musa tv n. 17 del 24 aprile 2024
Il regista e scrittore Antonio Centomani parla all’Adnkronos di ‘Il Mercante di Seta Nera’ Oscio ‘Il Santone’ torna in tv per la seconda stagione, e stavolta è una donna La fiction basata sul personaggio di Federico Palmaroli da venerdì 19 aprile su Raiplay