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Meloni: “Candidarmi alle europee? E’ una...

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Meloni: “Candidarmi alle europee? E’ una decisione che non ho ancora preso”

La premier in conferenza stampa: "Pozzolo? Ho chiesto che venga deferito a probiviri Fdi, intanto sospeso". Sul premierato: "Non tocca i poteri del Capo dello Stato". Sulla norma per la stampa: "Non vedo bavaglio"

Giorgia Meloni (Fotogramma)

"Mi scuso perché la conferenza stampa di fine anno è stata rinviata per due volte per ragioni di salute, mi spiace che anche questo abbia creato fraintendimenti, ma come vedete non mi sottraggo alle domande". La premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa di fine anno alla Camera, spiega che il 2024 "sarà un anno molto complesso per tutti, un anno che vede molte scadenze importanti, penso alla presidenza italiana del G7, per la quale siamo tutti molto impegnati".

Il momento più complicato del 2023? "E' difficile da selezionare, politicamente parlando. Probabilmente Cutro è stato il momento più difficile. 94 persone che muoiono, l'accusa che è colpa tua, è una cosa che pesa", risponde la premier a una domanda dell'Adnkronos. Nel 2023 "ce ne sono stati diversi di momenti complessi, così come belli ed entusiasmanti. Quando riesco a stare veramente in mezzo alla gente, lì si vive una realtà molto diversa. Per chi come me ha bisogno del consenso dei cittadini vedere quel supporto, la gente che ti incita, che capisce, che ce la stai mettendo tutta... l'unica benzina possibile è quando riesco a stare in mezzo alla gente. Questo mi rende contenta".

Europee

"Il tema della candidatura alle europee è una decisione che non ho ancora preso - spiega rispondendo a una domanda in merito - Sono una persona per la quale niente conta di più di sapere di avere il consenso dei cittadini, tutte le volte che ho avuto l'occasione di misurarmi con il consenso l'ho fatto, anche misurarsi da presidente del Consiglio sarebbe utile e interessante". "Una mia eventuale candidatura potrebbe portare altri leader a fare una scelta, penso all'opposizione, e diventare un test di altissimo livello, interessante - prosegue - Ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro da presidente del Consiglio e penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader di maggioranza, abbiamo stabilito che va presa insieme".

Mes

Sul tema del Mes, la premier sottolinea che "la mancata ratifica non va messa in rapporto con l'accordo sul Patto di stabilità, io mi sono rimessa all'Aula e la modifica del trattato è stata bocciata, perché in Parlamento non c'è mai stata una maggioranza su questo. Bisogna capire perché Conte ha dato il via libera senza che ci fosse la maggioranza, quindi penso sia stato un errore sottoscrivere la modifica del trattato, sapendo che non c'era una maggioranza in Parlamento".

"Penso che il Mes sia uno strumento obsoleto e penso che la reazione dei mercati sia una conferma di questo, i mercati sono stati consapevoli di questo, penso pure che possa essere un'occasione per modificarlo, per pensare come spendere meglio delle risorse che teniamo ferme. Va reso più efficace", aggiunge Meloni.

Guardando all'accordo raggiunto nell'Ue sulla revisione del Patto di stabilità "sono soddisfatta, a condizioni date". Meloni precisa: "Chiaramente non è il Patto che avrei voluto io. Quello che emerge è che in Europa non c'è questo superiore interesse comune ma si cerca una sintesi".

Premierato

Sul tema del premierato "la prima cosa che ho detto è che abbiamo scelto di non toccare i poteri del Capo dello Stato e lo facciamo. Sappiamo che il Capo dello Stato è una figura di garanzia, non vedo in cosa l'elezione del premier significhi togliere poteri al Capo dello Stato, per me si crea un buon equilibrio e si rafforza la stabilità del governo", afferma la presidente del Consiglio, rispondendo a una domanda sulla riforma costituzionale.

Ddl concorrenza

Poi il ddl concorrenza: "Ho letto con grande attenzione la lettera di Mattarella, sugli ambulanti l'intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento che alcuni avevano avuto con il rinnovo di 12 anni del 2020 con altri che non ne avevano potuto beneficiare. E' ovvio che l'appello del presidente non rimarrà inascoltato".

Commesse Anas

"Sul caso Tommaso Verdini ho trovato virgolettate dichiarazioni mai fatte, neanche in privato, è una cosa che mi preoccupa. Non ho avuto cose da dire perché non ho gli elementi per commentare il fatto, sulla questione bisogna attendere il lavoro della magistratura e commentare quelli, quanto letto è che le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in causa e penso che non debba riferire in Aula su questa materia - dice Meloni - Non mi pare che Salvini sia stato chiamato in causa nei documenti che ho". "Da quanto so l'unica tessera di partito di Tommaso Verdini mi risulta fosse quella del Pd, con questo governo affaristi e lobbisti non passano un bel momento, penso che diversi attacchi scomposti siano figli di questo".

Pozzolo

A una domanda su quanto successo nel biellese a Capodanno, Meloni risponde: "Ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla Commissione di garanzia e dei probiviri di FdI, indipendentemente dal lavoro delle autorità competenti, e che nelle more del giudizio venga sospeso da FdI, che è quello che posso fare sul piano statutario".

"La questione è che chiunque detenga un'arma ha il dovere legale e morale di custodire con responsabilità e serietà l'arma. Per questo c'è un problema con quello che è accaduto che racconta - non conosco la vicenda, solo quello che ho letto - che qualcuno non è stato responsabile: chi ha quel porto d'armi e chi detiene quell'arma. Non è un bene per un italiano, figuriamoci per un parlamentare di FdI".

FdI

"Di sicuro non sono disposta a fare questa vita, a portare le responsabilità che porto, se le persone che ho attorno a me non capiscono quella responsabilità. Per la responsabilità che abbiamo, per come io sto cercando di affrontare quella responsabilità, penso sia bene ricordare che non c'è uno che si assume quella responsabilità e altri a non doverlo fare. Su questo sono rigida", scandisce.

Quanto all'"accusa di familismo a FdI comincia a stufarmi. Nella attuale legislatura ci sono due famiglie, due coniugi, sono a sinistra, nel Pd e in Sinistra Italiana. Non ho mai sentito questa accusa e sarebbe stato sbagliato. Chi conosce la politica sa che spesso diventa anche altro, i tuoi amici, i tuoi fidanzati, tua moglie, questo non vuol dire togliere valore alle politiche". "Come vale per le persone di cui sto parlando, mia sorella è una militante da 30 anni, è dirigente di Fratelli d'Italia, forse potevo metterla in una partecipata statale come fanno altri ma non me la sono sentita", dice la premier.

Rapporto con alleati

Parlando del rapporto con gli alleati "è un ottimo rapporto, a livello di Cdm, di maggioranza - sottolinea - Non che non abbiamo i nostri dibattiti interni, lo vedete. Il punto è che quando abbiamo un problema ci mettiamo seduti fino a quando non lo abbiamo risolto. La compattezza della maggioranza si vede dalla velocità con cui opera. Anche la manovra approvata senza fiducia è un segno di compattezza del governo".

E a una domanda sulle possibili candidature dei ministri del suo governo alle prossime europee e su un possibile rimpasto di governo, Meloni risponde: "Non auspico e non voglio un rimpasto, sono contenta della mia squadra, sono contenta del lavoro che stiamo facendo, per ora abbiamo parlato di candidare i tre leader dei partiti della maggioranza, una scelta che è corretto fare insieme, non lavoro per ottenere un rimpasto".

"Penso che qualcuno abbia pensato di poter dare le carte, penso che non debbano esserci questi condizionamenti - dice la presidente del Consiglio in conferenza stampa - L'ho visto accadere, vedo degli attacchi, ma non sono una persona che si spaventa facilmente. Credo lo stiano capendo in parecchi. Penso sia cento volte meglio andare a casa. Hanno a che fare con la persona sbagliata. Probabilmente accadrà ovunque, ci sono persone che pensano di poter indirizzare le scelte. Ma le scelte, se io faccio il presidente del Consiglio, le faccio io", mette in chiaro.

Obiettivi

Meloni indica gli obiettivi dei primi 6 mesi del 2024: "Mettere a terra il Pnrr, la riforma della giustizia e poi ho un piano sulle borse di studio per gli studenti per il merito".

Norma per la stampa

Con riferimento alla cosiddetta norma bavaglio per la stampa, al centro di un emendamento alla legge di delegazione europea approvato nei giorni scorsi alla Camera, Meloni spiega che "questa norma è frutto di un emendamento parlamentare, cha arriva da esponente dell'opposizione, non è una iniziativa del governo, anche se il governo l'ha approvata. Fare una manifestazione sotto palazzo Chigi come fatto dall'Fnsi? Penso sarebbe stato giusto farla di fronte al Parlamento. Non credo che venga tolto il diritto di informare i cittadini, è giusto dire che qualcuno è stato arrestato, ma io non ci vedo un bavaglio". "Mi pare una norma di equilibrio tra diritto di informare e non ritrovarsi sul giornale", aggiunge.

Meloni si dice "pienamente disponibile" riguardo al tema della "riforma dell'ordine dei giornalisti e in particolare il tema del sistema di voto per l'ordine del giornalisti". "So che in questa legislatura si è formato un intergruppo parlamentare attento alle questioni dei giornalisti e che, anche sulla base delle proposte formulate dal consiglio dell'ordine, sta elaborando una proposta - aggiunge - Sarebbe più bello se un'iniziativa di questo tipo arrivasse dal Parlamento ma se dovessimo ravvisare una eccessiva lungaggine da parte del Parlamento nel prendere una iniziativa di questo tipo, non ho problemi a ragionare di un intervento". Rispetto a quando risalgono le norme "il mondo è cambiato ed giusto anche che cambino le regole di funzionamento", osserva.

Intelligenza artificiale

"Sono particolarmente preoccupata dell'impatto dell'intelligenza artificiale su vari livelli, in particolare sul mercato del lavoro. Ci troviamo di fronte a una rivoluzione, l'intelletto rischia di essere sostituito e l'impatto riguarda anche lavori di alto profilo, rischiamo un impatto devastante", dice la premier. "Organizzeremo un focus preciso sull'intelligenza artificiale al G7, ma prima sto lavorando a una iniziativa specifica sull'impatto dell'Ia sul mercato del lavoro", spiega.

Fisco

Rispetto all'aumento delle tasse "preferisco tagliare la spesa pubblica", rimarca la presidente del Consiglio, aggiungendo che sul fisco "il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti e addirittura migliorarle, lo valuteremo in corso d'anno".

Tassa extraprofitti

''Sul tema della tassazione sugli extraprofitti alle banche, che noi abbiamo varato, ho sentito dire un po' di tutto''. ''Mi fa un po' sorridere che i primi a criticare il primo governo che ha avuto il coraggio di fare una tassazione sulle banche siano quelli che alle banche hanno preferito fare regali miliardari", afferma la premier. ''Noi abbiamo applicato una tassa su quello che consideriamo un margine ingiusto, non c'era un intento punitivo". I governi che in passato hanno favorito le banche sono quello del ''Pd con i famosi 'salva banche' e salvataggi diretti per miliardi di euro e del Movimento 5 Stelle, cintura nera di aiuti alle banche'', dice Meloni.

Confronto tv

Un confronto tv con la Schlein? "Volentieri, credo sia normale - risponde - E' giusto che il presidente del Consiglio si confronti con il leader dell'opposizione prima della campagna elettorale per le europee. Non mi sono mai sottratta, non lo farò stavolta. Anche se non credo dovrebbe essere solo sulla condizione delle donne, i leader politici si occupano di tutte le materie".

Migranti

Parlando del Patto su migrazione e asilo in Ue, Meloni osserva: "Considero le nuove regole migliori di quelle precedenti. C'è un meccanismo serio che impegna gli altri Paesi, un meccanismo che per noi è più di garanzia. Ma non è una soluzione. Non risolveremo mai il problema se pensiamo solo a come gestire i migranti quando arrivano in Europa. C'è solo un modo per risolvere il problema, lavorare a monte, cosa che riguarda anche il piano Mattei. Ma è un lavoro che non può fare solo l'Italia. Un tema fondamentale del G7 sarà l'Africa".

"Quello che va fatto in Africa non è carità - scandisce - quello che va fatto è costruire rapporti di cooperazione seri, strategici, da pari a pari, non predatori. Quello che va fatto in Africa è difendere il diritto a non dover emigrare prima del diritto a poter emigrare. Questo si fa con investimenti e una strategia: il piano Mattei costruisce quest'idea e il mio obiettivo è che diventi un modello anche per altri Paesi europei, occidentali e che possano aggregarsi al Piano tanti altri che oggi lavorano in ordine sparso".

Medio Oriente

Parlando della situazione in Medio Oriente, la premier osserva: "Le immagini atroci degli attacchi di Hamas hanno prodotto una recrudescenza dell'antisemitismo, vuol dire che qualcosa covava sotto la cenere, che sono state sottovalutate forme mascherate di antisemitismo". "Quando fu votata la Commissione Segre abbiamo presentato degli emendamenti, per citare il diritto di Israele a esistere, ma per motivi politici non è stato fatto, ci siamo astenuti e poi siamo stati accusati noi di antisemitismo", aggiunge. Meloni rivolge poi "un nuovo appello a Israele a preservare l'incolumità della popolazione civile".

Ucraina

Per quanto riguarda l'Ucraina "differentemente da chi sostiene che non dovremmo mandare armi perché così si produce un'escalation del conflitto, io credo l'esatto contrario. L'unica possibilità per l'Ucraina di arrivare a un qualsiasi tavolo di trattativa e a una qualsiasi soluzione diplomatica è mantenere un equilibrio delle forze in campo. Se non avessimo sostenuto l'Ucraina non avremmo avuto nessuna pace ma un'invasione quindi una guerra più vicino a casa nostra".

Caso Degni

Sul caso Degni "non spetta a me dire cosa dovrebbe accadere, ma da premier mi spetta una valutazione sulla gravità di quanto accaduto. Non è il fatto in sé la cosa più grave, un giudice della Corte dei Conti che spera nell'esercizio provvisorio, ma la cosa più grave è la sfrontatezza. Mi colpisce molto che nessuno a sinistra ha detto qualcosa, due parole su questo tema, nemmeno Gentiloni che lo ha nominato, o Elly Schlein. Mi attendo una risposta da Elly Schlein".

Maternità

"Le parole di Mennuni? Non so se 'aspirazione' sia la parola giusta, io sono premier, considerata tra le donne più affermate in Italia, ma se mi chiedessero cosa scegliere tra mia figlia Ginevra e la presidenza non avrei dubbi, come madre non ho dubbi", dice Meloni. "La maternità ti regala qualcosa che nessun altra cosa ti può dare, ma non condivido che un traguardo possa togliertene un altro", aggiunge.

Caso Ferragni

Sul caso di Chiara Ferragni "c'è una questione che questa vicenda mi ha fatto balzare agli occhi, che è il tema della trasparenza sulla beneficenza. Forse quello è un tema sul quale bisogna lavorare perché altrimenti si rischia che magari il caso singolo possa poi impattare su invece una cosa fondamentale, che è la beneficenza", afferma la premier in conferenza stampa.

"Per quello che riguarda gli influencer e il ritorno di Chiara Ferragni non ho nulla da dire, figuriamoci, salvo che mi ha molto colpito la reazione scomposta della sinistra quando io ho ad Atreju espresso un concetto che credevo la sinistra dovesse condividere e cioè che ha più valore chi produce un pandoro per dire che chi lo griffa".

"Ho detto una cosa di una banalità totale - sottolinea - che tra l'altro insomma dovrebbe aver qualcosa a che fare col mondo operaio, invece loro se la sono presa ritenendo che io attaccassi Chiara Ferragni, che, pure se c'era evidentemente un riferimento, non ho mai citato personalmente. Sembrava che si fosse attaccato Che Guevara, e vabbè il mondo cambia e il caso è stato creato da questo... voglio dire che non c'è da parte mia volontà di attaccare alcuno", conclude Meloni.

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Rafah, Israele ammassa i tank al confine: ultime trattative...

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Decine di mezzi dell'Idf vicino al valico israeliano di Kerem Shalom. Fonti: Tel Aviv potrebbe riconsiderare l'operazione con un accordo sugli ostaggi, ma non metterebbe fine alla guerra

Carri armati di Israele a Gaza - (Afp)

Israele è pronto a entrare a Rafah, la città nel sud della Striscia di Gaza dove sono raccolti oltre 1,4 milioni di palestinesi. Secondo quanto riferisce il Times of Israel, l'esercito ha ammassato dozzine di tank e blindati lungo il confine con la Striscia di Gaza in quelli che sembrano essere i preparativi per un'invasione della città di confine. In particolare, mezzi sono stati avvistati in movimento vicino al valico israeliano di Kerem Shalom. Secondo la tv pubblica israeliana, il premier Benjamin Netanyahu ha approvato i piani per l'operazione ma non ha ancora dato il via libera che consentirebbe alle forze di difesa (Idf) di entrare in azione. Secondo le ultime news attribuite a fonti militari, fra 150mila e 200mila persone hanno lasciato Rafah dallo scorso 7 aprile in vista del possibile attacco da parte di Israele. Dall'inizio della guerra, 1,5 milioni di profughi, sui 2,2 milioni residenti nella Striscia, hanno cercato rifugio a nella città-

Nuovi colloqui

Continua intanto a muoversi la diplomazia per arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, rapiti da Hamas nell'attacco del 7 ottobre 2023. Secondo quanto riferisce Haaretz, una delegazione egiziana è attesa in Israele per continuare i negoziati. Mercoledì funzionari egiziani, israeliani e statunitensi hanno tenuto incontri di persona e a distanza per cercare di sbloccare lo stallo.

Una fonte ha detto al sito di notizie Ynet che Israele sarebbe disposto a riconsiderare l'operazione pianificata a Rafah se ci fosse "un'offerta reale" per un accordo di tregua con Hamas per gli ostaggi, ma non "scenderà a compromessi sulla fine della guerra". I commenti del funzionario arrivano mentre i media ebraici riferiscono che Tel Aviv avrebbe abbandonato la sua precedente richiesta che almeno 40 ostaggi fossero rilasciati come parte di un eventuale accordo.

In particolare un anonimo alto funzionario israeliano ha riferito che Israele sta attualmente valutando una proposta di accordo per il rilascio di 33 ostaggi detenuti da Hamas. Il funzionario aggiunge che la durata del cessate il fuoco che accompagnerà il rilascio degli ostaggi sarà determinata dal numero di prigionieri che Hamas libererà.

La proposta di Hamas

Hamas, dal canto suo, si sarebbe detta disposta a sciogliere la sua ala militare se venisse riconosciuto lo Stato palestinese. In un'intervista all'Ap rilanciata dai media israeliani, Khalil al-Hayya, membro dell'ufficio politico del gruppo residente a Doha, ha detto che l'organizzazione sarebbe pronta a deporre le armi se venisse creato "uno stato palestinese pienamente sovrano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza".

Usa e altri Paesi coinvolti in crisi sollecitano liberazione di tutti gli ostaggi

Gli Stati Uniti con altri 17 Paesi con cittadini fra gli ostaggi di Hamas (Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Thailandia e Gran Bretagna) sollecitano, in un comunicato congiunto diffuso dalla Casa Bianca, il rilascio "immediato" degli ostaggi sequestrati da Hamas a Gaza, in modo da consentire a tutti gli attori "di concentrarsi sulla fine di questa crisi e sforzi a riportare la pace e la stabilità nella regione". I Paesi esprimono "deciso sostegno per gli sforzi di mediazione in corso".

"Lo stato degli ostaggi e della popolazione civile a Gaza, protetti dal diritto internazionale, è un tema al centro delle preoccupazioni internazionali", si legge nel comunicato. "L'accordo in discussione per la liberazione degli ostaggi porterebbe a un cessate il fuoco prolungato e immediato a Gaza, tregua che faciliterebbe l'aumento del trasferimento della necessaria assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza e a una fine credibile delle ostilità", si sottolinea. "I residenti di Gaza potrebbero tornare alle loro case e terre, dopo preparativi che assicurino loro un tetto e aiuti umanitari".

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Cronaca

25 aprile, cortei e tensioni da Roma a Milano

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Scontri in particolare fra filo palestinesi e Brigata Ebraica

Scontri a Milano - (Fotogramma)

Un 25 aprile con cortei e iniziative in diverse città italiane, per ricordare la Festa della Liberazione del Paese dall'occupazione nazista e dal regime fascista. La giornata, che da punto di vista istituzionale ha visto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella deporre una corona di alloro al Milite ignoto all'Altare della Patria con la premier Giorgia Meloni e i presidenti delle Camere, è stata scandita anche dalle manifestazioni di partigiani, sindacati e leader delle opposizioni che sono scesi in piazza a Milano con Antonio Scurati e a Roma con Roberto Salis. Non sono mancati momenti di tensione e scontri in particolare fra filo palestinesi e Brigata Ebraica.

Scontri a Roma

A Roma tensione tra grida, insulti e petardi a piazza di porta San Paolo. Da un lato i manifestanti pro Palestina, circa 300 persone tra movimento degli studenti palestinesi, antagonisti e collettivi universitari, dall'altro rappresentanti della Brigata ebraica e della comunità ebraica. I due schieramenti erano separati dai blindati della polizia e dagli agenti in tenuta anti sommossa. Poco prima delle 11 il presidio della Brigata ebraica si è sciolto. I manifestanti sono stati scortati dalle forze dell'ordine fino a piazza Vittorio Bottego dove si sono poi allontanati. Nel frattempo da Porta San Paolo è partito il corteo dei pro Palestina.

Alcuni manifestanti della Brigata Ebraica, mentre stavano lasciando il presidio, sono tornati indietro, tentando più volte di superare il cordone delle forze dell'ordine per raggiungere i manifestanti pro Palestina. "Fino a che loro non se ne vanno noi restiamo qui", il grido dei manifestanti pro Palestina. Dalle fila della Brigata ebraica sono stati inoltre lanciati alcuni sassi verso il gruppo di cronisti presenti. Colpiti un cronista di un sito di informazione online, raggiunto al naso, e un operatore della tv alla testa. Entrambi non hanno riportato conseguenze e hanno continuato a svolgere il loro lavoro.

"Fuori i genocidi dalla storia, con la resistenza sempre", è lo slogan sullo striscione esposto dai manifestanti pro Palestina in piazza. "Non tolleriamo che in questa giornata vengano sventolati i simboli di uno Stato oppressore", gridavano i manifestanti.

Tensioni a Milano

Dieci le persone accompagnate in questura "per gli opportuni provvedimenti", a causa dei disordini avvenuti in piazza Duomo in occasione della manifestazione per il 25 Aprile, alla quale hanno partecipato circa 100mila persone. Lo rende noto la questura di Milano.

Due i momenti di tensione: il primo davanti al Mc Donald's, dove un gruppo di giovani pro Palestina ha cercato di sfondare il cordone creato dai City Angels a protezione dello spezzone della Brigata ebraica, al grido di "fuori i sionisti dal corteo. Qui ci sono stati alcuni minuti di scontri fisici, in cui sono state scagliate sedie contro i baschi e contro i giornalisti. Tra i bersagli anche il cane di un passante, sollevato da terra per il collare e brandito contro la folla.

Altre tensioni sono avvenute intorno alle 16.30 nel cuore della piazza, dove un gruppo di giovani filo palestinesi, giunti in Duomo ore prima dell’arrivo del corteo ufficiale, ha tentato di sfondare la barriera con le transenne predisposta a protezione del palco. “Immediatamente intervenuti contingenti delle forze dell'ordine che hanno contenuto il gruppo”, riferisce la questura.

Monologo Scurati

"Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana". Così lo scrittore Antonio Scurati, leggendo sul palco di Milano il monologo che la Rai ha deciso di non mandare in onda.

Anche a Firenze un lungo applauso ha salutato la lettura dell'attore e drammaturgo Stefano Massini del monologo di Scurati, in una piazza della Signoria gremita di migliaia di persone. Al termine della lettura, Massini ha commentato: "Vorrei aggiungere che nel frattempo sono successi alcuni fatti di cui è impossibile non tenere conto. Una profonda sensibilità democratica si è manifestata in risposta. Un sondaggio recentemente pubblicato dice che il 72% degli italiani si dichiara antifascista, è una maggioranza schiacciante. La Festa della Liberazione non ha senso se non parliamo al 28% che non si dichiara antifascista. Questa è la Festa della riappropriazione della vita e della fine della dittatura".

Si è aperta con la lettura del monologo di Scurati da parte del segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, l’iniziativa “Largo Alla Costituzione” promossa dal sindacato insieme al comitato provinciale dell’Anpi di Napoli a Largo Berlinguer. Un migliaio le persone in piazza per partecipare alla lettura collettiva degli articoli della Costituzione, che è stata distribuita in una copia ad edizione limitata stampata per celebrare i 130 anni della Camera del Lavoro Metropolitana.

Le parole di Ilaria Salis

"Sono orgogliosa che nel mio paese si ricordi tutti gli anni la cacciata dei nazifascisti grazie alla coraggiosa lotta di partigiani e partigiane. Dalla mia cella ardentemente desidero che il mio paese si mostri tutti i giorni all'altezza della propria storia, che oggi come in passato voglia opporsi all'ingiustizia nel mondo e schierarsi dalla parte giusta della storia. Buon 25 aprile", le parole scritte in un messaggio di Ilaria Salis lette dal padre Roberto, dal palco dell'Anpi Roma nel corso della manifestazione per la Festa della Liberazione.

Presidente Mattarella e premier Meloni all'Altare della Patria

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dai presidenti del Senato Ignazio La Russa, della Camera Lorenzo Fontana, del Consiglio Giorgia Meloni, della Corte costituzionale Augusto Barbera, dal ministro della Difesa Guido Crosetto e dalle alte cariche militari, ha reso omaggio all'Altare della Patria, deponendo una corona di alloro sulla tomba del Milite ignoto. Il capo dello Stato, che non rinunciò all'omaggio al Vittoriano neanche durante il lockdown, quando si recò da solo a piazza Venezia, si è quindi spostato a Civitella in Val di Chiana, in Toscana, scelta quest'anno per la celebrazione del 25 aprile, dove nel 1944 i nazisti trucidarono 244 persone.

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Politica

Europee, sondaggio: Fratelli d’Italia si conferma...

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Movimento 5 Stelle scende al 16,8% dopo aver perso lo 0,8% dall'ultima rilevazione

Giorgia Meloni - (Fotogramma)

Fratelli d'Italia si conferma saldamente primo partito nel Paese con il 27,2% dei consensi, in aumento dello 0,3% rispetto alla scorsa rilevazione dell'8 aprile. Lo dice un sondaggio del 24 aprile realizzato da Euromedia Research per Porta a Porta in vista delle prossime elezioni europee. Al secondo posto troviamo il Partito democratico con il 20,3% (+0,6%) seguito dal Movimento 5 Stelle che scende al 16,8% dopo aver perso lo 0,8% dall'ultimo sondaggio. Nelle successive posizioni Euromedia Research colloca gli altri due principali partiti dello schieramento di centrodestra: Forza Italia e Lega Salvini premier, rispettivamente all'8,7 e all'8,5%. La lista Stati uniti d'Europa viene data al 4,4%, mentre Alleanza Verdi Sinistra-Europa Verde-Sinistra italiana al 4%. Sotto la soglia di sbarramento del 4% necessaria per l'ingresso nell'Europarlamento ci sono Azione (3,8%), la lista Libertà di Cateno De Luca (2,5%), Pace terra dignità (2%), altri partiti (1,8%). Gli indecisi o astenuti sono il 38,5%.

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