Politica
Respinta alla Camera la mozione di sfiducia a Salvini. Oggi...
Respinta alla Camera la mozione di sfiducia a Salvini. Oggi il voto su Santanchè
213 i no e 121 sì. La ministra: "Nessuno mi ha chiesto di dimettermi, Parlamento è sovrano". Contrari alla sfiducia anche i parlamentari di Italia Viva
L'Aula della Camera ha respinto anche la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, con 213 no e 121 sì. Contrari alla sfiducia anche i parlamentari di Italia Viva.
“Mai, non me l'hanno mai chiesto, fatevene una ragione”, ha detto Santanchè a un evento sul turismo sostenibile al Museo di Pietrarsa (Napoli), alla richiesta dei giornalisti se qualcuno all'interno della maggioranza le avesse chiesto di dimettersi. “Il mio stato d'animo è uguale a quello di ieri, a quello di una settimana e di un mese fa. Assolutamente tranquilla, quindi a fare il mio lavoro anche qua oggi, come ieri e come farò domani. Il Parlamento credo che in una democrazia è sovrano, il voto mi sembra molto chiaro, per cui assolutamente sono non direi serena ma molto tranquilla”, ha aggiunto la ministra del Turismo.
"Non sono andata alla Camera stamattina perché ho da fare. Perché per il turismo c'è da fare molto in Italia", ha poi affermato sulla sua assenza a Montecitorio per le votazioni. "Dovrebbero pensare loro quando potevano fare molto per il turismo, invece in questa nazione poco si è fatto - ha aggiunto la ministra - questo governo sta lavorando e stiamo lavorando per il turismo che per quanto mi riguarda deve diventare la prima industria di questa nazione, il lavoro è da fare tanto e bisogna assolutamente lavorare. Poi se c'è chi vuole perdere tempo".
M5S
"Meloni e soci votano per salvare la Ministra Santanché dalla mozione di sfiducia nonostante pesanti contestazioni, fra cui quella per truffa sui fondi Covid che abbiamo stanziato per aiutare imprese e lavoratori in pandemia, mentre Meloni batteva i pugni in Aula", ha scritto il leader del M5S Giuseppe Conte, in un lungo post sui social. "La Ministra non si è nemmeno presentata in Parlamento durante la discussione. Poteva quantomeno presenziare, se mai nascondendo la testa sotto la giacca come fa Meloni - ha scritto ancora - Domani i giornali aedi del Governo canteranno della ritrovata 'compattezza' della maggioranza a difesa di Santanchè. Mi chiedo: ma si può essere orgogliosi di ritrovarsi 'compatti' a difendere gli amichetti di partito, disonorando le Istituzioni dello Stato?" "Meloni e Santanchè non erano le più tenaci questuanti che dall'opposizione chiedevano dimissioni di qualsiasi ministro, anche per le più banali sciocchezze?", ha proseguito.
"Si dimostrano "compatti" - incalza ancora Conte - solo quando si tratta di difendere parenti, amichetti e sodali; scappano invece quando si tratta di aiutare con una semplice tassa sugli extraprofitti delle banche centinaia di migliaia di famiglie con il mutuo alle stelle che rischiano di perdere casa. Come pure scappano di fronte al record storico di 5,7 milioni di cittadini in povertà assoluta. Non ci meravigliamo se i cittadini si ritrovano delusi dalla politica, se fanno di tutta l'erba un fascio. La politica non è stata concepita per risolvere i problemi dei politici ma per tutelare i cittadini".
Bocciata mozione di sfiducia a Salvini, la reazione
Ieri la bocciatura - con 211 no, 129 sì e 3 astenuti - della mozione di sfiducia nei confronti del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, finito nel mirino delle opposizioni per i rapporti di collaborazione con Russia Unita. L'aula aveva votato nel primo pomeriggio di ieri a favore della richiesta della maggioranza di inversione dell'ordine del giorno, con le dichiarazioni di voto e il voto sulla mozione di sfiducia nei confronti di Salvini già nella serata di ieri.
"Grazie. Ennesima figuraccia della sinistra, andiamo avanti col nostro lavoro", è stato il commento via social del ministro al voto dell'aula. "Ho una riunione sulle concessioni autostradali, vado a fare il mio lavoro di ministro", aveva detto Salvini nel primo pomeriggio rispondendo al termine del question time a chi gli chiedeva se sarebbe tornato nell'Aula di Montecitorio per la discussione sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dalle opposizioni.
"Ringraziamo l’opposizione per aver rafforzato con questo voto il Governo e la maggioranza che lo sostiene. In molti in Italia avevano il dubbio che non fossero attrezzati per uno scontro con il centrodestra, per togliere ogni dubbio ci hanno fatto il primo assist e domani arriverà il resto", sono state le parole del vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia, a proposito della bocciatura della mozione di sfiducia.
Renzi e Italia Viva
"Votiamo sì alla sfiducia a Salvini perché contesta il posizionamento politico di Salvini sulla Russia", scriveva ieri Matteo Renzi, leader di Italia Viva, sui social. "Ci scappa da ridere a pensare che questa mozione sia firmata anche dal Movimento Cinque Stelle - che era ospite dei congressi del partito di Putin esattamente come la Lega - e da Giuseppe Conte, che ha fatto entrare i soldati russi in Italia senza alcuna logica. Ma noi facciamo politica e dunque l'ipocrisia grillina non ci interessa. Votiamo sì alla sfiducia basata sulla politica". "Votiamo no alla sfiducia a Santanchè perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari", ha proseguito Renzi.
"Daniela Santanché ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla. A differenza di quello che ha sempre fatto la stessa Santanché che ha chiesto in carriera le dimissioni di 18 ministri, tra cui tutti i nostri amici. Noi siamo profondamente diversi dalla Santanchè e da chi vive con la doppia morale. O da chi si professa custode autonominato di uno stato etico. Votiamo no alla sfiducia basata sul giustizialismo", ha concluso.
Calenda e Azione
"Su Salvini e Santanché non si tratta di garantismo, ma di argomenti politici. Non possiamo avere un viceministro che ha un accordo in essere con Putin e una Ministra del Turismo che imbarazza il Paese. E su questo bisogna essere chiari", ha scritto sui social Carlo Calenda, leader di Azione. "Sono tre giorni che vediamo Salvini arrampicarsi sugli specchi cercando di spiegare che l'accordo con Putin non è attuale ma contemporaneamente non riuscendo ad esibire una conferma della disdetta. A cosa serve la mozione di sfiducia? A questo, e a dimostrare che l'Italia non passa sotto silenzio lo sconcio di un Vice Presidente del Consiglio formalmente alleato con un dittatore sanguinario", ha affermato ancora.
La Svp si è astenuta sulla mozione di sfiducia nei confronti di Salvini, anche se "non abbiamo apprezzato e non apprezziamo" le sue "affermazioni ambigue sulla Russia". Lo ha annunciato alla Camera la deputata Renate Gebhard.
Politica
Mentana: “Offeso da Lilli Gruber, La7 dica qualcosa o...
Il direttore del Tg: "Dall'azienda mutismo da 24 ore, io non ho mai offeso nessuno"
Enrico Mentana chiede un segnale a La7 dopo le parole "molto sgradevoli e offensive" pronunciate da Lilli Gruber nei confronti del direttore del telegiornale, 'reo' di aver sforato con i tempi ritardando l'inizio della puntata di Otto e mezzo andata in onda il 6 maggio.
"Ieri sera siamo andati un po' lunghi con il telegiornale, era una giornata cruciale, importantissima: la prospettiva di pace in Medioriente, la tragedia di Casteldaccia, vicino a Palermo, In più come ogni lunedì c'erano i nostri sondaggi e l'appuntamento con il Data Room di Milena Gabanelli. Come ogni lunedì siamo andati un po' lunghi, me ne scuso con i telespettatori. Un po' lunghi, come era prestabilito e concordato con chi dirige questa rete", dice Mentana chiudendo il tg di oggi.
"Chi ci ha seguito, Lilli Gruber, perché non mi piace di far finta di non sapere nomi e cognomi, ha avuto parole molto sgradevoli e offensive nei confronti del sottoscritto. Io mi siedo qui da 14 anni per fare questo tg, non ho mai offeso volontariamente nessuno e tantomeno i colleghi che lavorano su questa rete. Gradirei reciprocità a questo riguardo e gradirei da parte dell'azienda per cui lavoro che non ci fosse il mutismo che accompagna questa vicenda da 24 ore. Domani sera vedremo se c'è stato qualcosa, altrimenti trarrò conclusioni e dirette conseguenze", conclude.
Gruber, Mentana e il ritardo: non è la prima volta, quando Vespa e Mannoni...
Politica
Corruzione, Toti ai domiciliari. L’ordinanza:...
L'ordinanza del Gip, 650 pagine sul 'sistema' che avrebbe funzionato in 4 elezioni. Barca o caviale le parole in codice per i soldi
Un sistema di corruzione che in Liguria è scattato in 4 elezioni e che potrebbe entrare ancora in funzione. Ecco perché sono scattati gli arresti domiciliari per Giovanni Toti, presidente della regione, nell'inchiesta della procura di Genova.
Il gip di Genova Paola Faggiani, nell'ordinanza di 650 pagine, afferma che paiono ricorrere le esigenze cautelari per "il pericolo attuale e concreto che l'indagato commetta altri gravi reati della stessa specie di quelli per cui si procede e, in particolare, che possa reiterare, in occasione delle prossime elezioni, analoghe condotte corruttive, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilità per sé o per altri. Tali esigenze cautelari sono desumibili, essenzialmente, dalle modalità stesse della condotta dalle quali traspare una evidente sistematicità del meccanismo corruttivo".
In particolare, in occasione e in concomitanza delle quattro competizioni politiche che si sono susseguite nell'arco temporale dell'indagine (circa 18 mesi) - elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023) - "Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori (gli Spinelli e Moncada)".
In alcuni casi, si legge nell'ordinanza, "era lo stesso Toti, a chiedere esplicitamente il finanziamento, promettendo al privato comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli o addirittura ricordandogli 'di aver fatto la sua parte' e quindi di aspettarsi conseguentemente una "mano" in vista delle elezioni".
Toti: "Siamo tranquillissimi"
"Siamo tranquillissimi" ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Le immagini di Telenord.it lo mostrano mentre sta entrando nella sua abitazione di Genova e stringe tra le mani l'ordinanza cautelare di circa 650 pagine.
Il rischio di reiterazione del reato
I domiciliari per il gip si legano al pericolo di reiterazione del reato che emerge "dalla stessa sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento".
Particolarmente significativa ai fini cautelari, si sottolinea nel provvedimento, è anche "l'emersione, dalle indagini di ulteriori vicende (ancora oggetto di approfondimenti investigativi) che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti".
Ma il pericolo "traspare anche dalla stessa genesi delle condotte criminose contestate" nell'attuale indagine, "iniziate già verso la fine del 2020, in occasione delle consultazioni elettorali regionali del 20 e 21 settembre e proseguite in tutte quelle che si sono susseguite, mosse tutte evidentemente dal medesimo scopo di ottenere l'elezione o la rielezione, per il raggiungimento del quale è stata 'svenduta' la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali", sottolinea il gip Faggioni.
Toti e Spinelli, la telefonata sul Terminal Rinfuse
Nel provvedimento, ad esempio, si riporta la conversazione del 17 settembre 2021 tra Toti e l'imprenditore Aldo Spinelli in merito al rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse. Toti: "Il 29 va la tua roba... ricordati che io sto aspettando anche una mano...eh?" o nel dialogo del 15 febbraio 2023 in cui è lo stesso governatore a telefonare a Spinelli per comunicargli "di aver appena sbloccato in Regione una pratica di suo interesse e contestualmente gli chiedeva denaro in vista delle imminenti elezioni".
Toti dice "'Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle...... ora facciamo la pratica, si può costruire....l'abbiamo risolto stamattina quando mi inviti in barca? Che ti...che ti...ora... così parliamo un po' che ora ci sono le elezioni, c'abbiam bisogno di una mano". In altri casi, erano gli imprenditori stessi - sostiene la procura di Genova - a prendere l'iniziativa.
Parole in codice per i soldi
La parola barca o caviale come passepartout per ottenere finanziamenti. E' la tesi che si legge nell'ordinanza del gip di Genova che ha portato all'arresto (domiciliari) per corruzione del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Nel provvedimento si sottolinea l'"allarmante abitualità e sistematicità" di un meccanismo corruttivo collaudato, "ricavabile anche dalla terminologia sovente utilizzata dal governatore" con l'imprenditore Spinelli per alludere alla richiesta di finanziamento ("quando mi fai vedere la barca... quando ti posso venire a trovare..."), che veniva immediatamente compresa nel reale significato dallo stesso imprenditore, pronto a rispondere a tono richiamando le proprie richieste e interessi.
In un'intercettazione riportata nel provvedimento Toti dice "porta un po' di caviale da Monaco, che la settimana prossima veniamo a mangiare una patata col caviale in barca" e l'imprenditore, anche lui coinvolto nel provvedimento cautelare, replica "eh, va bè dai... vediamo il Piano regolatore, dai! Ok!". Non solo, nell'ordinanza il gip rileva come "particolarmente significativo" il comportamento tenuto da Toti nel corso delle indagini "in cui ha sempre cercato di scegliere luoghi 'riservati' (la barca degli Spinelli o la casa di abitazione di Aldo Spinelli) al fine di scambiarsi reciproche richieste di favori, evitando di affrontare certi argomenti in pubblico".
Non solo: "particolarmente significative sono altresì le cautele adottate in occasione degli incontri in barca, che avvenivano previo allontanamento di tutti i telefoni degli interlocutori, come osservato direttamente dalla Guardia di Finanza, modalità adottata anche in occasione dell'incontro con l'imprenditore Moncada all'interno dell'ufficio del Presidente della Regione".
Il gip: "Signorini a servizio degli imprenditori per lusso e soldi"
Ben 15mila euro per il matrimonio della figlia, 22 soggiorni in hotel di lusso a Montecarlo con tanto di giocate al Casinò e servizi extra. E' il lungo l'elenco di benefit, per un totale di circa 100mila euro, che Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, avrebbe ricevuto; oltre alla promessa di un prestigioso incarico a Roma. Un elenco in cambio di favori, quando era a capo dell'authority portuale, agli imprenditori Aldo Spinelli e Mauro Vianello. E' questa l'accusa che la procura di Genova sostiene nei suoi confronti e che il gip Paola Faggioni ha accolto mandandolo in carcere.
Signorini, per il giudice, potrebbe reiterare "altre condotte corruttive" vista la personalità "del tutto incurante dell'interesse pubblico e dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica funzione svolta, 'messa a disposizione' e 'servizio' di interessi di privati al fine di ottenere in cambio utilità personali (saldo delle spese per il matrimonio della figlia, soggiorni di lusso, promesse di incarichi lavorativi prestigiosi)". Per il gip è "allarmante" la "sistematicità del meccanismo corruttivo, posto in essere in un ampio arco temporale e con due diversi imprenditori portuali, dimostrando una scarsa consapevolezza dell'importantissimo ruolo pubblicistico ricoperto". Ha cessato la funzione di presidente dell'AdSP e ha assunto (dal 30 agosto 2023) la carica di amministratore delegato e direttore generale del gruppo Iren", gruppo a partecipazione pubblica che opera nel campo dell'energia" e nella nuova veste "ha designato Mauro Vianello come proprio consulente in Iren, con il compito di curare i rapporti con il territorio e lo sviluppo dei progetti in Liguria, come corrispettivo ricompensa delle utilità ricevute".
Non solo. Non ha interrotto i rapporti con l'imprenditore Spinelli "con il quale sono proseguiti fino all'epoca attuale i soggiorni a Montecarlo". Per il gip è "particolarmente significativo anche il comportamento tenuto da Signorini" a riguarda "della somma di 15mile per il saldo del catering per il matrimonio della figlia e della lunga discussione, tenuta con Spinelli per trovare delle modalità per non far trasparire la provenienza del pagamento - nella consapevolezza della sua palese illiceità - e nel corso della quale i due indagati prendevano in considerazione la possibilità di concordare una falsa versione del regalo di nozze", così come, nonostante avesse intuito il pericolo di essere intercettato, "abbia continuato a perseguire con assiduità le proprie finalità illecite".
Politica
Europee, Vannacci: “Se eletto non mi dimetterò...
"Valori di libertà e democrazia io li ho difesi sul campo di battaglia"
"Se verrò eletto, mi trasferirò con mia moglie e le nostre due figlie a Bruxelles, farò l’eurodeputato a tempo pieno e mi adopererò al massimo perché torni la pace. Non mi dimetterò dall’esercito: resto un soldato". Lo dice in un'intervista a 'Chi' in edicola da domani Roberto Vannacci, candidato per le prossime elezioni europee. "Mi danno del fascista?", dice il generale. "Quali sono i valori dell’antifascismo? Libertà e democrazia. Io li ho difesi sul campo di battaglia e nessuno di coloro che mi giudicano era al mio fianco a fare la stessa cosa, rischiando la vita".
Vannacci parla anche della polemica sui disabili: "Il mio amico d’infanzia Norberto De Angelis, ex campione di football americano ora disabile, si è subito detto d’accordo con me perché vive tutto sulla sua pelle e perché ha capito quello che intendevo dire riguardo il fatto che, essendo più fragili, hanno bisogno di maggiori attenzioni".
Di Vannacci oggi ha parlato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a Radio 1. "Nel momento in cui un militare si vuole candidare deve poterlo fare. Io non ho una enorme simpatia per un altro generale che si candida ... Camporini", ha detto La Russa. "Vannacci - ha aggiunto - secondo me ha il diritto di candidarsi, anche se prima di farlo non doveva entrare in polemica col suo Ministro".