Economia
Bonus prima casa under 36: requisiti, scadenza e novità per...
Bonus prima casa under 36: requisiti, scadenza e novità per il 2024
Il bonus prima casa per gli under 36 prevede l’azzeramento delle imposte di registro, ipotecarie e catastali in caso di acquisto dell’abitazione principale. Oltre al requisito anagrafico, l’accesso alle agevolazioni è subordinato al possesso di un ISEE di valore non superiore a 40.000 euro
I giovani di età non superiore ai 36 anni che acquistano l’abitazione principale hanno la possibilità di accedere ad agevolazioni fiscali potenziate rispetto a quanto previsto per la generalità dei contribuenti.
Il bonus prima casa, che prevede la riduzione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali e dell’IVA ove dovuta, è ancor più vantaggioso per i più giovani.
Fino al compimento dei 36 anni è infatti riconosciuto l’azzeramento delle imposte, a patto però che il rogito avvenga entro il 31 dicembre 2023. Questa la scadenza dell’agevolazione che, salvo proroghe dell’ultim’ora, terminerà alla fine dell’anno.
Bonus prima casa under 36: i requisiti per l’azzeramento delle imposte
Introdotto dal decreto Sostegni bis dal 26 maggio 2021 e prorogato ad ultimo dalla Legge di Bilancio 2023 fino al 31 dicembre dell’anno in corso, il bonus prima casa per gli under 36 consente di beneficiare dell’azzeramento delle imposte di registro, ipotecarie e catastali.
L’agevolazione si applica anche alle compravendite per le quali è dovuta l’IVA e, in tal caso, è riconosciuto un credito d’imposta pari all’importo versato al venditore, da utilizzare per il versamento delle imposte dovute in caso di successioni o donazioni, per l’IRPEF o in via generale per la compensazione delle somme dovute mediante il modello F24.
Non si applica inoltre l’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati sia in caso di acquisto che nelle ipotesi di costruzione o ristrutturazione di immobili ad uso abitativo.
Al bonus prima casa potenziato possono accedere i giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni nell’anno di stipula dell’atto di compravendita, a patto però di rispettare il limite ISEE di 40.000 euro.
Queste le condizioni soggettive da rispettare, alle quali si affiancano i requisiti previsti in via generale per l’accesso al bonus prima casa.
Bonus prima casa under 36, non solo requisiti di età e ISEE: le condizioni d’accesso
La possibilità di beneficiare del bonus per gli under 36 è subordinata al rispetto dei requisiti previsti in via generale per l’accesso alle agevolazioni per l’acquisto dell’abitazione principale.
Sarà quindi necessario trasferire entro 18 mesi la residenza nel Comune in cui è situato l’immobile acquistato, così come non essere titolari di un’altra casa di abitazione all’interno dello stesso territorio.
Il bonus prima casa spetta inoltre una sola volta e, in caso di un acquisto precedente effettuato accedendo ai benefici fiscali, è necessario impegnarsi alla rivendita dello stesso entro un anno.
Requisiti da monitorare anche in relazione all’immobile che si intende acquistare, che dovrà rientrare nelle categorie catastali A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7, A/11. In presenza di tutte le condizioni richieste, è agevolato anche l’acquisto delle pertinenze, rientranti nelle categorie catastali C2, C6 e C7.
Bonus prima casa under 36 solo con rogito entro il 31 dicembre 2023
L’esperienza del bonus potenziato per gli under 36 sembra essere vicina al capolinea. Nella Legge di Bilancio 2024 non c’è infatti traccia della proroga delle agevolazioni fiscali finalizzate a favorire l’acquisto di abitazioni da parte dei più giovani e, pertanto, l’accesso sarà consentito esclusivamente in caso di rogito entro il 31 dicembre 2023.
Dal 1° gennaio 2024 si tornerà quindi (salvo proroghe) sotto l’ombrello delle agevolazioni ordinarie che, in caso di acquisto della prima casa, prevedono la riduzione dell’imposta di registro al 2% e delle imposte ipotecarie e catastali dovute in misura fissa pari a 50 euro cadauna.
Per gli acquisti da imprese che applicano l’IVA, l’aliquota scende dal 10% al 4%, mentre le imposte di registro, ipotecarie e catastali sono pari a 200 euro cadauna.
Il bonus prima casa per gli under 36 in versione ridotta dal 2024: confermate le agevolazioni sui mutui
Venuta meno dal prossimo 1° gennaio la possibilità di accedere ad agevolazioni fiscali potenziate, per i giovani che intendono acquistare casa resterà possibile accedere in via prioritaria alle garanzie pubbliche sui mutui.
In tal caso è l’articolo 3 del disegno di Legge di Bilancio 2024 a prevedere la possibilità di fruire della garanzia dell’80% prevista dal Fondo per l’acquisto della prima casa, in luogo del valore standard del 50%.
L’agevolazione sui mutui viene quindi prorogata di un anno in favore delle categorie prioritarie già individuate dalla normativa di riferimento, tra cui i giovani under 36 con ISEE non superiore a 40.000 euro annui, ma anche le giovani coppie, i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori e i conduttori di alloggi IACP.
L’accesso alla garanzia pubblica potenziata sarà ammesso nel rispetto delle condizioni già ad oggi previste, tra cui l’acquisto di immobili di valore non superiore a 250.000 euro.
Economia
Clima, Confindustria e Deloitte: costo emissioni gas serra...
l’evento B7 “G7 Industry Stakeholders Conference”in programma a Torino il 28 aprile
Sulle sfide per la competitività B7 pesano il costo dell’energia e delle emissioni di gas serra. Nello specifico i costi elevati dell'energia elettrica costituiscono un ulteriore onere, in particolare per le aziende e i consumatori europei che sostengono prezzi tra i più alti a livello internazionale, doppi rispetto al mercato cinese. Tra gli svantaggi competitivi vi è l’elevato costo delle emissioni di gas serra nel G7 rispetto ai Paesi che non hanno ancora adottato efficaci politiche di sostenibilità, con il prezzo Europeo delle quote diemissione di gas serra nel 2023 pari a 90,26 $/tCO2e, dieci volte superiore al prezzo cinese. A evidenziarlo è il B7 Flash, la nota di Confindustria e Deloitte elaborata in occasione dell’evento B7 “G7 Industry Stakeholders Conference” in programma a Torino il 28 aprile e della riunione ministeriale G7 su “Energia, ambiente e clima” in agenda il 28, 29 e 30 aprile nel capoluogo piemontese. Il B7 Italy 2024, di cui Deloitte Italia è l'unico Knowledge Partner, è guidato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia.
Un altro costo da considerare è quello dei cosiddetti “stranded assets”, ovvero di tutti quegli investimenti che, in ragione del loro legame con le fonti fossili, sono destinati a perdere valore nei prossimi anni. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), includendo le risorse finanziarie, le infrastrutture, le attrezzature, i contratti e i posti di lavoro, le stime globali degli asset legati ai combustibili fossili non recuperabili al 2035 ammontano cumulativamente ad almeno mille miliardi di dollari. Questa cifra aumenterà fino a superare i 4 mila miliardi di dollari nel momento in cui saranno applicate politiche climatiche in grado di raggiungere l’obiettivo dei 1,5°C. A questi numeri andranno aggiunti i potenziali costi dovuti alla dismissione anticipata di parte delle reti di trasporto e distribuzione elettrica non compatibili con il mix di generazione rinnovabile e degli apparati industriali e civili basati sull’utilizzo di combustibili fossili. I beni e le risorse non recuperabili per obsolescenza anticipata nel contesto della transizione verde diventeranno quindi un onere economico per le imprese e per i consumatori.
Economia
Lavoro, ecco 6 consigli per affrontare al meglio un...
La lista di Edusogno, la startup di English learning online fondata da 3 giovani under 30
L'inglese si conferma una delle lingue più utilizzate nel mondo del lavoro, tanto che la sua conoscenza è ormai richiesta in quasi tutti gli annunci. È quanto emerge da uno studio recente di EF su più di 10.000 annunci di lavoro, che ha identificato i settori in cui la padronanza dell'inglese è più ricercata, in quanto competenza diventata quasi implicita in alcune aree di mercato (come le vendite e l'accoglienza), e le professioni innovative (per esempio: supporto all’amministrazione, sviluppatore, tecnico, addetti vendita) che ne richiedono una solida padronanza. Ed Edusogno, la startup di English learning online fondata da 3 giovani under 30, ha messo a punto una lista di 6 consigli per affrontare al meglio un colloquio in inglese.
Primo - essere trasparenti. Onestà e precisione circa la propria capacità di esprimersi in lingua inglese sono fondamentali per affrontare il colloquio serenamente. Per questo è importante riportare correttamente il proprio livello sul curriculum in base al Quadro comune europeo di riferimento per le lingue, e non mentire su eventuali certificazioni e soggiorni all’estero durante il colloquio: sono in gioco la nostra serietà e senso di responsabilità. Inoltre, condividere con il recruiter la volontà di intraprendere un percorso volto al miglioramento della lingua, può essere un gesto molto apprezzato.
Secondo - studiare l’interlocutore. Arrivare al colloquio dopo aver fatto una ricerca sulla realtà per cui ci si candida – in particolare guardando sito e pagine social – è importante perché permette di arrivare preparati ed essere più pronti nel discutere in inglese delle aspettative o dei dubbi legati alle prospettive di lavoro in quella posizione.
Terzo - il cv in inglese è importante. Anche se si sta cercando lavoro in Italia, avere una copia del proprio cv in lingua inglese è un plus irrinunciabile, tanto che molte aziende chiedono di ricevere esclusivamente questa versione, anche quelle con sede in Italia. È importante quindi essere in grado di esporlo parlando della propria istruzione e delle esperienze lavorative con la stessa fluidità con cui siamo in grado di farlo in Italiano.
Quarto - preparare le risposte. Stilare una lista di domande e risposte in inglese permette di non essere colti di sorpresa se posti di fronte ai tipici quesiti di un colloquio. Oltre alle domande sul proprio percorso di studi e background professionale, è bene prepararsi a rispondere anche in merito a passioni e attitudini personali, e alle domande più insidiose come 'Tre pregi e tre difetti?' o 'Dove vorresti essere tra 5 o 10 anni?'. Esercitarsi a essere fluenti nelle risposte può davvero fare la differenza.
Cinque - proattività. In genere, all’inizio del colloquio l’intervistatore pone al candidato qualche domanda più 'leggera' per rompere il ghiaccio. Preparare un breve argomento a piacere su un tema di natura personale (per esempio circa i propri interessi, il viaggio più recente, etc.) evita l’imbarazzo di non saper da dove cominciare e trasmette molta più sicurezza di sé.
Sei - fare una simulazione. Perché non chiedere a un amico madrelingua o particolarmente fluente di fare le veci del recruiter e darci un supporto in una breve sessione di allenamento? Simulare il colloquio in un ambiente protetto ci permetterà di analizzare i nostri punti deboli e intervenire tempestivamente. Questo esercizio è utile per chi ha un inglese particolarmente arrugginito.
“La maggior parte dei ruoli professionali richiede una competenza linguistica intermedia, situata tra il livello B1 e B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Per posizioni più specializzate e di livello più alto, come ingegneri e professionisti del marketing, è necessario un livello avanzato d’’inglese, almeno C1 o C2. Questi dati dimostrano l'importanza di investire nella formazione linguistica per tutti coloro che aspirano a carriere di successo", commenta Marco Daneri, director of education di Edusogno.
“È questo il motivo che ci ha spinto a condividere dei consigli per affrontare al meglio un colloquio di lavoro in lingua inglese. Crediamo fortemente che investire in corsi di lingua caratterizzati da metodologia e insegnanti altamente qualificati sia cruciale per rimanere competitivi sul mercato del lavoro e per sfruttare appieno le opportunità professionali, siano esse in Italia o all'estero", conclude.
Economia
Bce: “Inflazione Eurozona continua a decelerare,...
Nel Bollettino economico: "Aspettative a lungo termine al 2%"
Mentre l’inflazione complessiva nell'Eurozona "continua gradualmente il suo percorso disinflazionistico, di riflesso al calo dei tassi di crescita per beni alimentari e beni industriali non energetici", emergono "timidi segnali di una ripresa graduale della crescita nel prosieguo dell’anno". Lo rileva il Bollettino economico della Bce, pubblicato oggi.
Il minor tasso di crescita per i beni industriali non energetici, spiegano gli economisti della banca centrale, "è determinato dalla perdurante attenuazione delle pressioni inflazionistiche, nonostante il lieve aumento dell’inflazione dei beni energetici riconducibile in larga misura a effetti base". Nell'Eurozona le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine (per il 2028) si collocano per lo più "intorno al 2%", mentre quelle delle aspettative a più breve termine "sono diminuite".
Il ritmo di espansione del Pil in termini reali dovrebbe rimanere "modesto" nel primo trimestre del 2024, a causa del "perdurare di uno scostamento tra il settore manifatturiero, in difficoltà, e quello dei servizi, che mostra invece "maggiore capacità di tenuta". Emergono, tuttavia, "timidi segnali di una ripresa graduale della crescita nel prosieguo dell’anno".
Nei prossimi mesi, prevede ancora il Bollettino, ci si attende che l’inflazione oscilli "intorno ai livelli attuali", per poi diminuire "fino a raggiungere l’obiettivo del 2% il prossimo anno, "per effetto della più debole crescita del costo del lavoro, del dispiegarsi degli effetti della politica monetaria restrittiva perseguita dal Consiglio direttivo e del venir meno dell’impatto della crisi energetica e della pandemia".