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Rapporto “La digitalizzazione delle relazioni con i clienti nei settori retail, largo consumo e fashion in Italia- 2024”

Retail, largo consumo e fashion: le aziende non conoscono i propri clienti, secondo minsait

•Il 28% afferma di non avere una conoscenza sufficiente e solo l’11% ritiene che sia ottima, secondo il rapporto di Minsait, realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

•Basso livello di maturità del settore anche in termini di omnicanalità, fondamentale per riconoscere il cliente e per creare un’esperienza integrata

•Dal punto di vista delle misure di sicurezza adottate nei processi di sviluppo o integrazione di piattaforme dati, il settore denota una situazione di forte ritardo

Roma, 7 maggio 2024.- Le aziende retail, largo consumo e fashion italiane ritengono di avere una conoscenza poco profonda dei propri clienti. Il 28% afferma di non avere una conoscenza sufficiente e solo l’11% ritiene che sia ottima. Sono dati del rapporto di Minsait, realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, sulla digitalizzazione delle relazioni con i clienti nei settori Retail, largo consumo e fashion.

Le aziende di questi settori riscontrano difficoltà nella raccolta dei dati: solo il 44% delle aziende ritiene di avere un’alta capacità di raccolta di dati anagrafici basici dei clienti, valore che scende rispettivamente a 17% e 10% per i dati di interazione e quelli comportamentali. Problemi anche nella fase successiva di integrazione: solo il 36% delle aziende ritiene di avere un’alta capacità di integrazione dei dati anagrafici, mentre circa la metà delle aziende ha capacità di integrazione addirittura nulla per quanto riguarda i dati di interazione e comportamentali.

Secondo il rapporto, questa limitata capacità di integrazione dei dati deriva anche dalla presenza di un’infrastruttura tecnologica non adeguata. In quest’ambito, Il CRM è la tecnologia più diffusa, nello specifico nel 71% delle aziende del settore. Meno diffuse invece le tecnologie più avanzate come la Customer Data Platform (35%) e i software di Voice of the Customer (24%).

“Le aziende italiane del retail, largo consumo e fashion sono in ritardo nella costruzione di una relazione digitale di qualità con i propri clienti. È urgente sviluppare una vera e propria data strategy che garantisca la corretta raccolta, integrazione e gestione dei dati. Solo in questo modo sarà possibile offrire il servizio coerente, personalizzato ed eccellente che i clienti richiedono, indipendentemente dai canali di contatto con il brand”, ha affermato Sergio Scornavacca, direttore del mercato Industry & Consumer di Minsait in Italia.

L’importanza del punto vendita fisico

Nel settore retail, largo consumo e fashion i canali maggiormente presidiati sono il negozio, il sito web proprietario e i social network. Se i primi due però risultano essere prioritari per condurre le attività di vendita, i social network sono invece utilizzati più per attività di brand awareness e promozionali.

Nonostante l’avvento del digitale, infatti, i consumatori danno ancora molta importanza alla dimensione offline, soprattutto in un settore come quello dell’abbigliamento in cui in negozio è possibile toccare con mano e provare

i prodotti. A seguire si trova il sito di eCommerce, sfruttato dall’87% delle realtà per attivare il canale di vendita online.

Secondo Minsait, la centralità del punto vendita fisico può spiegare il basso livello di maturità del settore in termini di omnicanalità, fondamentale per riconoscere il cliente e seguirlo attraverso i diversi touchpoint per creare un’esperienza integrata. Stando al rapporto, solo poco più di un terzo delle aziende sono in grado di seguire il cliente nel suo percorso almeno su alcuni dei canali presidiati.

Un processo di vendita ancora a silos

Meno della metà delle aziende nel settore retail, largo consumo e fashion ha iniziato una riorganizzazione interna per ottimizzare il processo di vendita: il 23% ha introdotto un responsabile cross-funzionale con una squadra ad hoc a supporto, mentre il 19% ha introdotto una funzione aziendale completamente dedicata. Rimane quindi il 58% delle aziende che lavora ancora a silos.

“La situazione di scarsa maturità riscontata nell’ambito della data strategy e delle tecnologie a supporto è quindi probabilmente influenzata da una situazione organizzativa in cui non si è ancora in grado di lavorare per una strategia di vendita unica e omnicanale e che vada oltre le logiche di competizione tra canali”, spiega Scornavacca.

Basso livello di sicurezza

Le aziende che lavorano in ambito retail, largo consumo e fashion offrono generalmente ai propri utenti servizi con un basso livello di criticità, che non richiedono quindi procedure di identificazione e autenticazione particolarmente stringenti. Per la fase di onboarding, il 53% delle aziende permette di effettuare il primo riconoscimento completamente in digitale. Tra queste, l’11% prevede unicamente il canale online. Solo il 24% delle aziende in questo ambito prevede la verifica dei dati inseriti dall’utente durante la prima registrazione al servizio.

Dal punto di vista delle misure di sicurezza adottate nei processi di sviluppo o integrazione di piattaforme dati, il settore denota una situazione di forte ritardo. Solo il 31% delle imprese, infatti, applica principi di privacy-by-design e/o privacy-by-default, percentuale abbondantemente sotto la media (pari al 54%). A destare ulteriore preoccupazione, vi è un 49% di aziende che non ne sta nemmeno prendendo in considerazione l’introduzione futura.

A ulteriore conferma della poca attenzione alla materia, il 26% delle realtà dell’ambito non ha individuato una funzione che si occupa formalmente della protezione dei dati identificativi degli utenti. Il 29% affida la responsabilità all’IT, il 21% alla Security e il 13% al dipartimento Legal/Compliance.

Il rapporto è disponibile a questo link: https://www.minsait.com/en/news/insights/digitization-customer-relationships-retail-fmcg-and-fashion-sectors-italy

Minsait

Minsait, società di Indra (www.minsait.com), è l'azienda leader negli ambiti della Digital Transformation e delle Information Technologies. Possiede un alto grado di specializzazione e conoscenza del settore, grazie alle sue capacità di integrare il mondo core con il mondo digitale, alla sua leadership nell'innovazione e nella trasformazione digitale e alla propria flessibilità. In questo modo la società focalizza l’offerta su proposte di valore ad alto impatto, basate su soluzioni end-to-end, con un notevole grado di segmentazione, che le consente di raggiungere risultati tangibili per i propri clienti in ogni settore con un focus sulla trasformazione. Le proprie capacità e leadership si riflettono nella suite di prodotti proprietari, sotto il marchio Onesait, e nella vasta gamma di servizi offerti.

In Italia Minsait conta più di 3.000 professionisti che lavorano presso tutto il territorio nazionale. La società ha sviluppato competenze avanzate in ambiti innovativi come Content & Process Technologies, Customer Experience Technologies, Solutions Architects e Data & Analytics, che consentono di offrire soluzioni e servizi ad alto valore aggiunto nei mercati in cui opera. Minsait ha localizzato in Italia il proprio centro di eccellenza globale per le tecnologie Customer Experience, completando la sua vasta presenza geografica con una consolidata capacità locale di produzione e delivery grazie ai centri di Napoli, Matera e Bari.

Indra

Indra (www.indracompany.com) è una delle principali società globali di consulenza e tecnologia ed è il partner tecnologico per le operazioni chiave dei propri clienti in tutto il mondo. È un fornitore leader a livello mondiale di soluzioni proprietarie in specifici segmenti dei mercati del Trasporto e della Difesa ed è la società leader nella trasformazione digitale e nell’Information Technology in Spagna e America Latina attraverso la sua filiale Minsait. Il suo modello di business si basa su un'offerta completa di prodotti proprietari, con un approccio end-to-end, ad alto valore e con una elevata componente di innovazione. Nel 2023, Indra ha registrato ricavi per 4.343 milioni di euro, circa 57.000 dipendenti, presenza locale in 46 paesi e operazioni commerciali in oltre 140 paesi.

Ufficio Stampa - Minsait in Italia

Luis Luján

lelujan@minsait.com

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Nuovi LEA, nuovi modelli di finanziamento del SSN e...

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Senato

A Roma la presentazione dei risultati di NET- HEALTH, il policy enabler di LS CUBE in collaborazione con Altems Advisory, l’Osservatorio sul Welfare della LUISS Business e l‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma

Roma, 7 maggio 2024 - Individuare un nuovo modello di LEA, identificare sistemi di finanziamento alternativi che garantiscano la sostenibilità del nostro sistema sanitario e mettere in luce gli aspetti normativi necessari per adeguare il nostro Paese alla governance europea del dato. Questi i temi al centro delle proposte presentate oggi a Roma durante l’evento NET-HEALTH – Sanità in rete 2030, il progetto di policy research ideato nel 2021 da LS CUBE e giunto quest’anno alla sua seconda edizione.

Il progetto. NET-HEALTH – Sanità in rete 2030 nasce come un policy enabler finalizzato a mettere a sistema idee, competenze tecniche, punti di vista prospettici a servizio del «sistema salute» per fornire un concreto contributo nel disegno delle politiche sanitarie del futuro. Fare rete, creare un ecosistema per il confronto dei diversi player coinvolti nel processo sanitario, raccogliere le prospettive ed elaborare proposte e linee di indirizzo per una sanità capace di migliorare la qualità di vita dei pazienti in un percorso di presa in carico e cura, innovativo, personalizzato e sostenibile: questi gli obiettivi di NET-HEALTH, Sanità in rete 2030.

I temi. NET-HEALT ha preso il via con un’indagine campionaria quantitativa e qualitativa, condotta da YouTrend/Quorum in collaborazione con LS CUBE rivolta a parlamentari, consiglieri regionali e cittadini che ha avuto lo scopo di far emergere e confrontare diverse visioni prospettiche sulla sanità del futuro, individuando le grandi sfide del settore. Il sondaggio, inoltre, è stato l’occasione per sviluppare un dibattito sulle questioni emerse, individuando gli argomenti ritenuti particolarmente rilevanti su cui strutturare il lavoro di tre diversi gruppi per la formulazione di analisi e proposte. Il nuovo concetto di LEA organizzativi; nuovi modelli di finanziamento per la sostenibilità del SSN; linee di indirizzo per la corretta implementazione della digitalizzazione e della governance dei dati: questi i temi su cui hanno lavorato gruppi multidisciplinari in un confronto aperto con un advocacy platform, costituita da stakeholder istituzionali, esperti, associazioni pazienti e società scientifiche, in occasione di momenti di condivisione ospitati al Senato dall’Intergruppo Innovazione sostenibile in Sanità co-presieduto dal Sen. Francesco Zaffini e il Sen. Daniele Manca.

Nuovi modelli per nuovi bisogni. “La garanzia di un’equa accessibilità alle prestazioni sanitarie, lo sviluppo della medicina di prossimità e della prevenzione nonché una migliore gestione delle risorse pubbliche sono solo alcune delle sfide della sanità di oggi e a cui questo Governo sta lavorando. E, naturalmente, sono anche i temi su cui si è concentrato il progetto NET-HEALTH, i cui lavori sono stati ospitati in diversi momenti dall’Intergruppo “Innovazione Sostenibile in Sanità”, co-presieduto dal Sen. Manca e da me, che sin dalla sua costituzione si è posto come obiettivo quello di essere un luogo di dialogo aperto e trasversale per tutti gli stakeholders della sanità, oltre che per tutte le forze politiche. In particolare, il gruppo di lavoro del progetto NET-HEALTH dedito ai “modelli innovativi di Partnership Pubblico Privato per la sostenibilità del SSN” trova un importante punto di convergenza con l’indagine conoscitiva, su cui sia io che la Commissione da me presieduta stiamo lavorando dal primo giorno dall’insediamento, sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria nel quadro dell'efficacia complessiva dei sistemi di Welfare e di tutela della salute, che porterà alla presentazione di una proposta legislativa organica su questo tema. Perché l’obiettivo resta sempre quello di creare una sanità accessibile e più vicina ai cittadini.” Lo ha detto il Senatore Franco Zaffini, presidente Commissione Affari Sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale di Palazzo Madama.

Soluzioni concrete e trasversali. “L’impegno, che la politica può e deve assumersi, è sicuramente quello di partire da risultati come questi, che derivano da ampi e sinergici confronti tra tutti gli stakeholders del settore sanitario e farsi promotrice di iniziative puntuali e trasversali, che possano rispondere in maniera concreta alle esigenze di salute dei cittadini italiani. La sanità deve essere vista come un investimento sulla salute dei cittadini e le iniziative che dobbiamo portare avanti sono quelle volte a garantire, da una parte, la promozione dell’accesso dei pazienti alle innovazioni tecnologiche in modo equo e universalistico e, dall’altro, una migliore e più efficiente gestione delle risorse economiche del sistema sanitario” ha aggiunto il senatore Daniele Manca.

Nuovi LEA organizzativi e valore dei team multidisciplinari. Il primo gruppo di lavoro dedicato all’individuazione di nuovi modelli di LEA, i LEA organizzativi, è stato coordinato dal prof. Dario Sacchini, Professore ordinario di Bioetica presso l’Università Cattolica di Roma, CEO e Partner di Altems Advisory. Ritenendo i centri di senologia quali best case di organizzazione efficiente, il gruppo si è focalizzato sull’analisi delle Breast Unit del Lazio, alle quali è stato sottoposto un questionario finalizzato a individuare gli elementi qualificanti dell’organizzazione e le eventuali criticità. Tra i dati più rilevanti: il 66,6% reputa il mancato riconoscimento della complessità di alcune funzioni operative oggi indispensabili tra le principali criticità dell’attuale organizzazione delle BU, insieme alla mancanza di un riconoscimento di adeguate tariffazioni per le prestazioni svolte, espresso dal 60% delle BU; il 40% delle BU si dice assolutamente favorevole a un DRG di percorso, che preveda una tariffazione unica al Centro di Senologia che ha in carico la paziente e ben il 53% reputa importante una tariffazione collegata alla qualità del percorso e all’impegno della BU a raggiungere determinati obiettivi; così come ben l’80% individua tra le principali criticità tariffarie sia il mancato rimborso del meeting multidisciplinare che la mancata compensazione tra unità diverse in caso di un approccio multidisciplinare. Partendo da questi risultati, il gruppo coordinato dal professor Sacchini, di cui ha fatto parte anche Senonetwork, ha sviluppato un modello di misurazione dei costi del processo di presa in carico delle pazienti da parte del team multidisciplinare, parte organizzativa più rilevante delle BU, per porre le basi a una futura tariffa di rimborsabilità, che possa incentivare il lavoro in team come approccio virtuoso – sia in termini di esiti clinici sia di risparmi per il SSN – in tutte le aree terapeutiche. “Il nostro studio – commenta Sacchini - vuole porre le basi per quello che è un ragionamento in termini di valore complessivo della tecnologia, il quale dovrebbe però essere implementato tenendo conto degli esiti di salute e dell’efficientamento delle risorse economiche del SSN prodotti dalle risorse investite, attraverso una loro corretta misurazione. Pazienti curati adeguatamente «costano» meno in termini di costi diretti al SSN, grazie a una migliore riorganizzazione della presa in carico”. “Il concetto di rimborsabilità del team – ha concluso Sacchini – si presenta, dunque, come un primo tassello che si inserisce in un quadro più ampio di sfide future in ambito sanitario, che riguardano il superamento della logica dei silos e una sapiente revisione complessiva della governance”.

Modelli innovativi di finanziamento del SSN. Il secondo gruppo di lavoro sul tema di “Innovativi modelli di finanziamento del SSN", coordinato da Mauro Marè, Professore Ordinario di Scienze delle Finanze presso l‘Università della Tuscia e direttore dell’Osservatorio sul Welfare della Luiss Business School, ha elaborato una proposta di ridefinizione delle modalità̀ di finanziamento del SSN nella logica del partenariato pubblico-privato, al fine di garantirne la sostenibilità, l’equità e l’universalità, nell’ottica di una finanza al servizio della salute di tutti i cittadini. Al centro dell’analisi la distinzione dei servizi offerti per target di popolazione diversa ( popolazione generale e popolazione più anziana, persone con patologie croniche o con disabilità) fra i “CORE” (assistenza sanitaria per cura e riabilitazione, prodotti farmaceutici e apparecchiature terapeutiche, prevenzione, servizi ausiliari e di governance) e i servizi “LTC” (ossia servizi di assistenza di lungo termine o “Long Term Care": cure personalizzate, servizi domiciliari, strutture residenziali specializzate, programmi di supporto psicologico e sociale).

“Le previsioni dell'OCSE indicano un aumento della spesa per la salute, che si prevede raggiungerà il 10,2% del PIL entro il 2030, rispetto all'8,8% registrato nel 2015. Questa tendenza è stata ulteriormente accentuata dall'invecchiamento della popolazione, un fattore che avrà un impatto significativo sui modelli di morbilità e, di conseguenza, sulle dimensioni della spesa sanitaria. Inoltre, il processo di invecchiamento della popolazione contribuisce a un aumento del rapporto di dipendenza degli anziani e a una diminuzione del numero di individui che contribuiscono e pagano per i sistemi di assistenza sociale.

È previsto che l’indice di dipendenza degli anziani crescerà dal 34,4% nel 2019 al 59,2% nel 2070 (Eurostat, 2019). Di conseguenza, in futuro, ci sarà un numero significativamente inferiore di persone che contribuiranno al finanziamento dell'assistenza sanitaria pubblica, mentre una percentuale sempre maggiore di anziani potrebbe necessitare di ulteriori beni e servizi sanitari. Questa situazione solleva sfide significative per la sostenibilità dei sistemi sanitari e richiede una riflessione approfondita sulle politiche e sulle strategie da adottare per garantire un accesso equo e adeguato ai servizi sanitari per tutte le fasce della popolazione, compresi gli anziani.

Ed è in quest'ottica che lo studio affronta la distinzione logica tra i servizi sanitari “CORE” e quelli per il LTC, evidenziando significative divergenze in termini di struttura e finalità – spiega Maré – Queste differenze richiedono anche approcci finanziari distinti, poiché i due settori operano con orizzonti temporali e modalità di spesa notevolmente differenti.

In questa logica potrebbe avere senso scorporare il finanziamento del LTC dal Fondo Sanitario Nazionale, così consentendo di liberare risorse da poter investire in innovazione e servizi di cura “CORE” uniforme su tutto il territorio nazionale, prevedendo un modello di finanziamento “ad hoc” per la LTC che tenga conto dell’esigenza di una pianificazione finanziaria più a lungo termine per sostenere programmi di assistenza e di supporto continuativi. Tra le fonti di finanziamento specifiche dedicate alla LTC ci potrebbero essere: un nuovo tributo dedicato, l’utilizzo della fiscalità generale, nuove forme di detrazioni e/o deduzioni (parziali o totali), un’assicurazione sanitaria obbligatoria collettiva, un sistema più esteso di voucher, la creazione di un fondo nazionale di tipo assicurativo, una tassazione sui giochi effettuati sulle piattaforme online.”

Digitalizzazione e governance dei dati. Infine, il terzo gruppo di lavoro, coordinato da Fidelia Cascini, Professoressa di Igiene e Sanità Pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha affrontato il tema della governance dei dati e del riutilizzo del dato per fini di interesse pubblico.

Partendo dall’analisi del Regolamento UE “Data Governance Act” (DGA), ha elaborato linee di indirizzo volte a supportare l’adeguamento della normativa italiana all’applicazione del DGA con particolare riferimento alle finalità di ricerca scientifica e di programmazione sanitaria identificando aspetti critici ed elaborando proposte concrete. Il DGA rappresenta un’occasione da cogliere per produrre valore dalla condivisione del dato sanitario, nel rispetto dei diritti della persona e dei principi etici. I vantaggi di una regolamentazione della governance dei dati sono numerosi e notevoli: la Commissione Europea ha stimato, infatti, che avrebbe un impatto diretto sull'economia dei dati dell'UE compreso tra i 7,2 e i 10,9 miliardi di euro nel 2028 e genererebbe un risparmio di circa 120 miliardi di euro all'anno nel settore sanitario dell'UE. Inoltre, nel settore sanitario i dati possono contribuire a sviluppare cure migliori e più personalizzate, con un impatto positivo sulla qualità di vita delle persone. “Le proposte a supporto dell’attuazione nazionale del DGA, cui si è giunti in queste linee di indirizzo per migliorare la qualità di vita delle persone, riguardano sostanzialmente: la piena valorizzazione degli strumenti normativi già esistenti in Italia; l’individuazione di una strategia sistemica di riuso dei dati sanitari con relativa governance e piano d’azione; la comunicazione pubblica della strategia per il riuso dei dati sanitari e dei suoi potenziali rischi e benefici; l’individuazione di organismi nazionali per la condivisione dei dati; la promozione di partenariati cooperativi a rafforzamento del piano di azione; la promozione di attività di formazione culturale rivolte ai cittadini” - ha commentato la professoressa Cascini.

“Per assicurare nel prossimo futuro un’adeguata assistenza sanitaria ai cittadini italiani occorre investire in maniera efficiente in sanità, con un piano finanziario stabile e programmatico fondato su innovazione, assistenza sanitaria, sostenibilità e governance”, dichiara Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). “La spesa sanitaria del 2023 rispetto al 2022 ha visto un netto incremento. Un atto che manifesta la volontà di rimettere la sanità al centro degli obiettivi del nostro Paese. Occorre anche investire in modo mirato ed efficiente mediante una appropriata programmazione. Nei Sistemi Sanitari solidaristici avanzati, è ormai un obbligo morale, procedurale, economico e scientifico registrare, monitorare e misurare le attività caratterizzanti l’assistenza sanitaria e sociale, disinvestendo laddove serve farlo.

Programmare e prevedere sono la chiave di volta per la spesa sanitaria e per raggiungere tali obiettivi bisogna che il nostro Paese si doti, come sta facendo, sia di misure abilitanti la programmazione sanitaria, come la circolazione dei dati sanitari e metodologie di misurazione degli esiti di salute e dell’efficientamento delle risorse economiche del Ssn prodotti dalle risorse investite, che di innovativi approcci di finanziamento del Ssn. Il tutto studiando soluzioni a supporto che tengano conto, da un lato di una crescente spesa assistenziale dovuta all’invecchiamento della popolazione e dall’altro di un'altrettanta crescente offerta di innovazione, senza dover rinunciare a una delle due per ragioni di sostenibilità.

Necessitiamo di soluzioni in grado di connettere con rapidità i pazienti con gli operatori sanitari così da migliorare quel processo che porta a rendere disponibile in maniera tempestiva l’innovazione tecnologica, in relazione ai bisogni espressi dalla popolazione e alle capacità di assorbimento del sistema sanitario. I vantaggi di questo approccio sono riconosciuti a tutti i livelli anche in un’ottica di sostenibilità e sviluppo del sistema nella sua globalità e accessibilità.

Iniziative come NET-HEALTH possono rappresentare un supporto alle istituzioni al fine di acquisire informazioni e spunti utili su cui lavorare”.

I risultati. I risultati dell’analisi di YouTrend/Quorum in collaborazione con LS CUBE e i documenti elaborati dai tre gruppi di lavoro sono stati raccolti in un volume presentato oggi durante l’evento e disponibile online al sito che ha l’obiettivo di condividere suggerimenti di indirizzo con le istituzioni e fornire spunti di riflessione per tutti coloro che operano nel e per il nostro SSN.

I partner. Partner scientifici dell’edizione 2023-2024: l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Altems Advisory, spin-off universitario dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari – ALTEMS of the Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Osservatorio sul Welfare della LUISS Business school. NET-HEALTH – Sanità in rete 2030 è stato realizzato con il contributo non condizionante di Exact Sciences, Gilead Sciences, Roche e Sanofi.

LS CUBE

https://www.lscube.it/2024/04/05/net-health-sanita-in-rete-2030/

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Tennis – Djokovic è rimasto solo: Nole favoritissimo agli...

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Roma, 07 maggio 2024 – Il Re è solo. Nole Djokovic, ancora a corto di successi in questo 2024, un record (in negativo) per lui, arriva al Foro Italico per gli Internazionali d’Italia di tennis da favoritissimo visto il forfait sia di Jannik Sinner che di Carlitos Alcaraz. Il numero 1 del mondo, che a Roma ha trionfato in sei occasioni, è favoritissimo per calare il Settebello visto che, secondo gli esperti Sisal, il successo del tennista serbo è in quota a 2,50. Djokovic vuole cancellare una prima parte di stagione deficitaria per poi lanciarsi alla conquista del Roland Garros.

Il primo rivale del Djoker è Stefanos Tsitsipas, sconfitto due anni fa proprio dal fenomeno di Belgrado nella finale capitolina. Il tennista greco, vincente a 7,50, è reduce dal trionfo a Montecarlo e sogna l’accoppiata con Roma per continuare la scalata al vertice della classifica ATP.

Il podio dei favoriti è completato da Alexander Zverev che vorrebbe replicare il successo del 2017 quando, in due set, sconfisse proprio Djokovic. Il tennista tedesco sul trono di Roma si gioca a 9,00.

C’è poi un terzetto formato da Daniil Medvedev, campione in carica agli Internazionali, Andrej Rublëv, fresco vincitore a Madrid, e Casper Ruud che partono tutti alla pari offerti a 12. A loro si affianca un “ragazzino” di quasi 38 anni che al Foro Italico si è imposto per 10 volte e sogna, per quella che potrebbe essere la sua ultima passerella a Roma, una chiusura da incorniciare. Rafa Nadal, da sempre beniamino dei supporter capitolini, proverà a centrare quella che sarebbe una vera e propria impresa tanto che il suo trionfo numero 11 pagherebbe 12 volte la posta.

Senza Jannik Sinner, le speranze azzurre sono racchiuse in Matteo Berrettini, idolo di casa, e Lorenzo Musetti che deve invertire un trend negativo che lo affligge da alcuni mesi. Il successo di uno dei due azzurri è in quota a 50.

Sisal ricorda sempre che il gioco è vietato ai minori e che bisogna giocare sempre con consapevolezza e moderazione.

Sisal è uno dei principali operatori internazionali nel settore del gioco regolamentato ed è attualmente attiva in Italia, Marocco e Turchia, con un’offerta che comprende lotterie, scommesse, giochi online e apparecchi da intrattenimento. La Società opera a livello internazionale nel canale retail attraverso una rete di oltre 49.000 punti vendita, e su quello online con 1 milioni di consumatori.

La strategia di Sisal poggia su tre pilastri: la sostenibilità, con un impegno costante sullo sviluppo del programma di Gioco Responsabile e attraverso l’offerta di un modello di intrattenimento sicuro e trasparente - l’innovazione digitale, grazie alla piattaforma di gioco all’avanguardia orientata all’omnicanalità e alle competenze per lo sviluppo in-house di software e applicazioni per cogliere le opportunità della transizione digitale - l’internazionalizzazione, con l’obiettivo di aggiudicarsi gare per nuove concessioni all’estero sulla base della solida expertise maturata.

Dal 4 agosto 2022 Sisal è parte di Flutter Entertainment plc, il più grande operatore online di giochi e scommesse al mondo, con un portafoglio di marchi riconosciuti a livello mondiale e quotato alla Borsa di Londra nell’indice FTSE.

Sisal Italia S.p.A.

Ufficio stampa

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Alla ricerca di nuovi talenti canori ecco la storia di...

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Alla ricerca di nuovi talenti canori ecco la storia di Daniela Torre, in arte Let go.Lavinia

Roma, 7 maggio 2024. Daniela Torre è il suo nome all'anagrafe, ma in arte è per tutti Let go.Lavinia: "Una decisione che è nata -spiega- dopo un colloquio online con Jesse Colburn, l'ex chitarrista di Avril Lavigne, il mio idolo indiscusso. Dopo quel faccia a faccia virtuale, abbiamo stabilito che il mio nome artistico dovesse onorare una delle più belle canzoni di Avril, Let go appunto. Sono ovviamente onorata di ciò e per me, che sono una giovane esordiente della provincia di Caserta, è una soddisfazione non da poco, un battesimo promettente. Di Avril, mi dicono in molti, racchiudo un mix di interpretazione e una vaga somiglianza, soprattutto nello stile punk rock".

Appassionata di calcio e di animali, Daniela ha la musica nelle vene: "I miei genitori -sottolinea- hanno sempre visto di buon occhio la mia passione e, quando avevo appena undici anni, mi hanno regalato la prima chitarra, lo strumento che mi accompagna da sempre. Anche loro amano la musica e sono fan di alcuni big della musica italiana come Gianni Morandi, Albano, Rita Pavone e i Pooh e mi hanno trasmesso questo amore incondizionato verso le note. Avril Lavigne è il mio punto di riferimento canoro e sono onorata di intepretare le sue hit, nella speranza è di poter essere all'altezza di un paragone così impegnativo".

Una carriera promettente quella di Daniela Torre che lo scorso anno ha pubblicato il singolo Mestiere del dovere: "É stato il coronamento di un sogno -afferma l'artista. Un disco, accompagnato da un video, che segna il mio debutto sul palcoscenico nazionale. Ma si tratta ovviamente solo di un punto di partenza, anche se sono ormai diverse le esperienze che ho accumulato. Ho partecipato a diversi festival che mi hanno fatto assaggiare palchi importanti e che mi hanno permesso di dimostrare le mie qualità. Il mio augurio è di poter proseguire nel mio percorso artistico e di poter emulare quanto più possibile il mio idolo. Con la speranza un giorno, chissà, di poterla incontrare insieme al mio cagnolino Lucky".

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