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Covid-19: Amazzonia, il popolo indigeno è sull’orlo...
Covid-19: Amazzonia, il popolo indigeno è sull’orlo dell’estinzione
L’ultimo rappresentante maschio della terra indigena Juma è morto a causa della pandemia da COVID-19. Una morte che evidenzia le drammatiche conseguenze del coronavirus per le popolazioni indigene.
Amoim Aruká è stato l’ultimo rappresentante maschile degli Juma, gli indigeni dell’Amazzonia brasiliana. È morto esattamente il mese scorso, mercoledì 17 febbraio, all’età stimata di 86 anni (non aveva lo stato civile ufficiale). È morto per Covid-19. Durante la sua vita, ha assistito a una serie di massacri, che ha sfortunatamente ridotto il suo popolo a 15.000 individui all’inizio del XX secolo e ad un numero ridottissimo oggi. Solo le sue tre figlie potranno continuare a portare avanti la cultura della loro gente. In quanto fervente difensore dei diritti del suo popolo e della conservazione della foresta pluviale amazzonica, Amoim Aruká ha combattuto nel 2004 per il territorio di Juma per ottenere lo status ufficiale di “Terra indigena” (TI), protezione riconosciuta dalla Costituzione.
La sua scomparsa è un evento tragico, per i rappresentanti del Coordinamento delle Organizzazioni Indigene dell’Amazzonia brasiliana (COIAB), che denuncia l’abbandono di queste popolazioni al loro destino. Secondo il COIAB, da luglio 2020, il popolo Juma avrebbe dovuto far parte dei popoli protetti da barriere sanitarie, ovvero da controlli della polizia federale o da agenti della National Indian Foundation per impedire l’ingresso di stranieri in questi territori.
I popoli indigeni avevano fatto questa richiesta per proteggersi dalla pandemia, perché se le terre indigene sono protette dalla Costituzione brasiliana del 1988 e sono proprietà del popolo, i loro confini rimangono vulnerabili.
“Accesso limitato all’assistenza sanitaria”
Quante comunità hanno rapidamente preso la decisione di bloccare l’accesso al loro territorio ancor prima che lo Stato decidesse di chiudere i confini. Ma nonostante questi tentativi, la pandemia li ha colpiti duramente. Con 250.000 morti e più di 10 milioni di infezioni, il Brasile è il secondo Paese più colpito da un lutto per coronavirus, subito dopo gli Stati Uniti. Se oggi le popolazioni indigene rappresentano solo lo 0,4% della popolazione brasiliana, il Joint of the Indigenous Peoples of Brazil ha contato, dall’inizio della crisi sanitaria, 973 morti e 50.000 casi di contagio tra di loro.
Queste cifre possono essere spiegate da diversi fattori. Da un lato, le comunità indigene vengono decimate perché hanno un accesso limitato all’assistenza sanitaria. D’altra parte, soffrono della mancanza di protezione da parte del Governo. Il Presidente, Jair Bolsonaro, ha scelto di sostenere l’agrobusiness. L’Amazzonia è vista come un’enorme riserva di terra che dovrebbe essere convertita al progresso.
Inoltre, data la priorità allo sviluppo economico, nell’ultimo anno sono emersi molti progetti minerari, petroliferi e agroindustriali autorizzati dal Governo brasiliano, senza previa consultazione delle popolazioni interessate. I lavoratori e i trafficanti che traggono profitto da queste attività agricole e di disboscamento possono essere portatori del virus e così portalo nelle persone che ne sono più sensibili.
Negligenza criminale
Questa tesi è ampiamente difesa dalle associazioni per la difesa delle popolazioni indigene brasiliane. Nel comunicato stampa relativo alla scomparsa di Amoim Aruká, il COIAB sottolinea la “negligenza criminale” e “l’incompetenza” del Governo nella protezione di questi antichi popoli sottoposti ad immensa vulnerabilità e minaccia di scomparsa.
Per Glauber Sezerino, sociologo e co-presidente dell’associazione Autres Brésils, c’è una “politica deliberata di sterminio”: “Anche quando era deputato, il Presidente, Jair Bolsonaro, si è sempre opposto ai diritti delle popolazioni indigene. Per lui queste persone non producono nulla, quindi non dovremmo dare loro un centimetro quadrato di territorio.” Questo sfruttamento economico è visto come una pericolosa “invasione” da Glauber Sezerino: “Dobbiamo impedire a Jair Bolsonaro di portare avanti la sua politica anti-indigena, altrimenti tutte le popolazioni indigene rischiano di scomparire definitivamente.“
“I Bianchi parlano continuamente del pianeta, ma non pensano che esso abbia un cuore e che respiri. Eppure è così. Non l’hanno mai guardato veramente da vicino, con i loro occhi. Sanno solo studiare sui libri e parlare di politica. Anche noi studiamo… andiamo nella foresta e l’osserviamo con attenzione. Loro, no. Il loro sapere è tutto su carta. Gli Yanomami si sono sempre presi cura di questa terra, da molto prima che arrivassero i politici. Ma noi non usiamo carta. La nostra carta sono i nostri pensieri; quello che possediamo, sono i nostri credo… Ci piacerebbe tanto che gli uomini bianchi capissero perché la conservazione di questa foresta è così importante per noi. Vogliamo che ci aiutiate a difendere le nostre terre, che lavoriate al nostro fianco per difendere il nostro modo di vivere… Io, Davi Kopenawa Yanomami, voglio aiutare gli uomini bianchi a imparare come costruire un mondo migliore insieme a noi, a beneficio di entrambi”.
(Davi Kopenawa Yanomami)
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Vespa World Day a Pontedera: Nico Lopez Bruchi tra i...
Dal 18 al 21 aprile, Pontedera ha ospitato i Vespa World Days 2024, il raduno annuale che ha coinvolto Vespisti da 54 paesi ed oltre 8.000 partecipanti. L’evento, che ha celebrato la storia della Vespa, ha ospitato più di 100 attività culturali ed enogastronomiche.
I Vespa World Days 2024, per festeggire il 70° anniversario, hanno coinvolto un noto artista locale, Nico “Lopez” Bruchi, artista urbano, che ha realizzato due murales ed un’installazione dedicati al mito della Vespa ed al suo creatore, Corradino D’Ascanio.
Nato e cresciuto a Volterra, Bruchi è noto per la sua costante attenzione ai valori sociali ed ambientali, che si riflettono nelle sue opere attraverso una critica costruttiva della società contemporanea. La sua arte non si limita solo alle pareti delle città, ma si estende anche ad installazioni e progetti di riqualificazione urbana, come la recente riqualificazione della Casa Circondariale di Pistoia, realizzata con l’aiuto dei detenuti. Nico, considerato tra gli ideatori dell’arte sociale, ha guadagnato una notevole reputazione in ambito artistico, esponendo sia in Italia che all’estero.
Per i Vespa World Days, Bruchi ha voluto omaggiare il progettista della celebre Vespa Piaggio, Corradino D’Ascanio, con un murales presso lo Spazio Stella Azzurra-Magazzini Comunali. L’ingegnere celebre per le numerose innovazioni, come il prototipo del moderno elicottero, viene onorato da Nico “Lopez” Bruchi attraverso la raffigurazione di un rullino fotografico con impressi i tre momenti significativi nella sua vita.
“La prima diapositiva mostra D’Ascanio immerso in un pensiero profondo, con una Vespa posata sui suoi progetti a simboleggiare il suo genio ed intuizione” spiega Nico Bruchi “ mentre la seconda diapositiva celebra la realizzazione della Vespa, il successo di un’idea rivoluzionaria. La terza diapositiva ritrae il sogno di Corradino di diventare famoso per l’elicottero, anche se alla fine è stata l’iconica Vespa a trasformarlo in uno degli ingegneri più importanti del Novecento”.
Il secondo murales di Bruchi si trova presso il CREC, l’ex dopo lavoro all’interno del Villaggio Piaggio: qui ha scelto di rappresentare il lavoro degli operai della catena di montaggio della Piaggio in modo completamente metaforico.
“Al Crec ho scelto di rendere omaggio al lavoro degli operai della Piaggio con una metafora della loro laboriosa attività sulla catena di montaggio” aggiunge Bruchi “Li ho ritratti come api e vespe, due insetti solitamente distanti, ma che in questa rappresentazione collaborano per la creazione di un tipo di vita lavorativa ed un tessuto sociale comune o comunque comunitario”.
Infine, sempre nel Villaggio Piaggio è possibile ammirare una vespa di enormi dimensioni, decorata da Nico per l’occasione.
“Pontedera, dal mio punto di vista, rappresenta una città esemplare per l’accoglienza perché convivono persone provenienti da ogni angolo del globo e, personalmente, è stata la città che mi ha accolto nel 2003” conclude Nico Bruchi.
“Qui a Pontedera ho iniziato il mio percorso di graffitista. Nel 2003, i murales erano ancora considerati illegali ma il Comune di Pontedera già offriva spazi legali per permettere a molte persone di dipingere. Dopo di che, il Comune ha anche stanziato fondi per organizzare alcune delle convention più importanti della Toscana, che hanno attirato persone da tutto il mondo per otto anni consecutivi. Questi eventi hanno contribuito a far emergere le stelle del mondo dei graffiti. Pontedera è sempre stata avanguardista ed inclusiva. Nel mondo questa città è sempre stata conosciuta per la Vespa, quindi mi sembra una gran cosa vedere che oggi Pontedera attrae visitatori da ogni parte del mondo, contribuendo così a promuovere il turismo e a far conoscere la città”.
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I nuovi casting per Mister Talent of Italy a Milano e poi a...
È nato un nuovissimo concorso maschile: “Mister Talent of Italy“. Il concorso unisce bellezza e talento con l’obiettivo di scoprire personalità artistiche in grado di affermarsi nel mondo dello spettacolo, sia in Italia che a livello internazionale.
Questo progetto è un’iniziativa di GRSHOW, azienda specializzata nella produzione e organizzazione di grandi spettacoli ed eventi. Al cuore del concorso c’è l’idea di valorizzare e premiare la bellezza, non intesa come mero involucro, ma combinata con autentiche capacità attoriali. “Mister Talent of Italy” si caratterizza come un concorso itinerante, con casting organizzati in tutta Italia.
“Consapevoli di quanto il talento sia importante, ‘Mister Talent of Italy’ offrirà ai ragazzi che superano i casting e quindi, arrivano alla selezione finale, delle masterclass di specializzazione e formazione per esaltare il talento di ognuno”, sottolineano gli organizzatori .
Un particolare ringraziamento va a Matteo Leggieri, principale partner del concorso, che sostiene questa nuova e ambiziosa iniziativa. Il Sig. Leggieri ha espresso il suo entusiasmo per il progetto, motivato da una grande passione per l’arte e dalla convinzione di avere il dovere di promuovere e sostenere i giovani talenti, pilastri per la costruzione del futuro.
Con la preziosa consulenza nelle fasi finali del Dott. Rosario Porzio e il coinvolgimento di attori, modelli e sponsor nazionali, “Mister Talent of Italy” si preannuncia come un evento rivoluzionario, destinato a cambiare la vita dei partecipanti e a influenzare il futuro dell’arte in Italia.
Il Dott. Rosario Porzio, noto farmacista e manager nel campo dell’arte, sarà consulente alle finali nazionali e guiderà i candidati attraverso provini di recitazione, consigliando alla produzione i talenti più promettenti.
Per la prima edizione del concorso, il testimonial d’eccezione sarà Gennaro Lillio, top model internazionale e attore di successo, già impegnato in nuovi progetti cinematografici e televisivi. La sua figura rappresenta l’ideale di bellezza e talento per i partecipanti del concorso.
I prossimi casting si terranno a Milano il 4 e 5 maggio, e successivamente a Bologna l’11 e il 12 maggio. Le modalità di iscrizione sono disponibili sul sito ufficiale www.mistertalentofitaly.it, dove è possibile trovare anche ulteriori dettagli sui luoghi e orari delle selezioni.
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Claudia Conte di nuovo in libreria con un nuovo libro: La...
Ad annunciarlo la stessa conduttrice e opinionista tv, volto noto di Rai, Canale 5 e La7 nonché attivista per i diritti umani in un post sul suo seguitissimo canale Instagram (claudiaconte.it 318.000 follower).
“Vi presento LA VOCE DI ISIDE, la mia nuova creatura letteraria. Uno strumento per confrontarmi con le nuove generazioni sulle questioni sociali più pressanti e attuali: il disagio giovanile, la violenza, le disuguaglianze di genere, il rapporto genitori e figli e la bellezza del volontariato.”
Queste le parole che accompagnano la foto di Claudia con il libro tra le mani. Una copertina accattivante e simbolica che fa venire il desiderio di leggere il libro e la prefazione scritta da Maurizio De Giovanni (scrittore napoletano che ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi).
Dopo “La legge del cuore. Storia di assassini, vigliacchi ed eroi”, storia dedicata a Falcone e Borsellino e tutte le vittime di mafia, il quarto libro di Claudia Conte e’ dedicato e rivolto ai giovani e affronta temi di attualità che mettono in evidenza la sua attività a tutela dei diritti umani e delle donne.
Chi è la protagonista? E’ un romanzo autobiografico? La protagonista è Iside, una diciottenne che attraverso il volontariato presso casa-famiglie mamma-bambino, cura il proprio disagio esistenziale. Ricordiamo che Claudia conduce su Rai Isoradio “Cambiare si può. Storie di successo al femminile” ed è molto attiva nel campo della legalità. Figlia di poliziotto, non fa mancare mai il suo sostegno alla Polizia e alle forze dell’ordine.
Claudia Conte, come rivela la rivista americana Forbes, si conferma “tra le più giovani e visionarie rappresentanti del panorama culturale italiano”.
E’ possibile acquistare il libro qui
https://www.mondadoristore.it/La-voce-di-Iside-Claudia-Conte/eai979128084454/