Cronaca
Matteo Cozzani, per capo gabinetto di Toti aggravante...
Matteo Cozzani, per capo gabinetto di Toti aggravante agevolazione mafiosa
E' accusato nell'inchiesta della procura di Genova di aver agevolato l'attività di Cosa Nostra. Ai domiciliari per gare truccate anche nell'ambito di un'indagine della Procura di La Spezia
Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, è accusato nell’inchiesta della procura di Genova di aver agevolato l’attività di Cosa Nostra. Cozzani, come coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, insieme con Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, è accusato in concorso con Toti, finito ai domiciliari, di corruzione elettorale. In particolare, in occasione delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020 avrebbero promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e dei siciliani verso la lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, e verso l’indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della lista.
A Cozzani, Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa è contestata l’aggravante del 416 bis per aver commesso il reato di corruzione elettorale al fine di agevolare Cosa Nostra, e in particolare il clan Cammarata del Mandamento di Riesi. Lo stesso reato di corruzione elettorale è contestato a Italo Maurizio Testa, Arturo Angelo Testa, in concorso con Stefano Anzalone, quale candidato al Consiglio regionale per la Lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’. Secondo l’accusa, in occasione delle regionali liguri del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro a più persone per far convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente” e verso il candidato Stefano Anzalone. Quest’ultimo, ‘’offriva ai fratelli Testa il sostenimento delle spese di vitto e soggiorno in Genova dei fratelli nel periodo compreso tra il 10 ed il 19 settembre 2020’’, spiega una nota firmata dal procuratore di Genova Nicola Piacente. Anche qui il reato è aggravato dall’agevolazione mafiosa.
Stessa accusa per Venanzio Maurici, che come elettore e referente ‘genovese’ del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, in occasione delle regionali, per dare il proprio voto alla lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, avrebbe accettato la promessa di un posto di lavoro in favore del compagno convivente della figlia.
Capo Gabinetto Toti ai domiciliari anche a La Spezia per gare truccate
Altre accuse di corruzione per Matteo Cozzani, finito ai domiciliari per presunte gare truccate nell’ambito di un’indagine della Procura di La Spezia da cui è nata poi l’inchiesta di Genova che ha portato agli arresti domiciliari anche Toti. Le indagini condotte dalla Gdf hanno portato i pm a ipotizzare i reati di corruzione e di turbata libertà degli incanti. Ai domiciliari sono finiti Cozzani, che è anche ex sindaco di Portovenere, il fratello Filippo, imprenditore attivo nel settore della segnaletica stradale e della vendita di bevande all'ingrosso, e i fratelli Raffaele e Mirko Paletti, noti imprenditori milanesi, amministratori di società che operano anche nel Comune di Portovenere.
In particolare, l'indagine riguarda fatti avvenuti nel periodo compreso tra il 2022 ed il 2024, quando l'ex sindaco, forte della sua carica a Portovenere e del suo ruolo in Regione Liguria, avrebbe agevolato in vario modo gli imprenditori coinvolti in cambio di favori quali gli affidamenti di lavori o forniture alle imprese della sua famiglia, rappresentate legalmente dal fratello Filippo Cozzani ma gestite, di fatto, anche da lui. Alcuni degli imprenditori coinvolti, in cambio dei suoi favori, avrebbero inoltre effettuato finanziamenti per il partito politico di cui Matteo Cozzani era esponente e offerto in numerose occasioni ospitalità alberghiera gratuita a lui e ad altre persone da lui indicate.
Tra gli episodi contestati all'ex sindaco di Portovenere a titolo di ‘favori’ agli imprenditori coinvolti si segnala il bando di gara per la valorizzazione, mediante concessione, dell'immobile sede della ex scuola dell'infanzia "Michela Ravecca" di Portovenere, adiacente al Grand Hotel di proprietà della famiglia Paletti, fatto redigere dall'allora sindaco in modo da avvantaggiare i Paletti attraverso l'inserimento nel bando di un requisito restrittivo che solo loro potevano soddisfare, ovvero la disponibilità di un ampio locale ad uso palestra ubicato nel centro di Portovenere. ‘’Sono state contestate anche varie condotte dell'ex sindaco – si legge in una nota della Procura della Spezia - volte ad agevolare la realizzazione di uno stabilimento balneare sull'isola Palmaria da parte dei medesimi imprenditori milanesi, mediante forte interessamento personale e attività amministrativa ad hoc, per esempio la delibera di Giunta di rinuncia alla prelazione sull'area da parte del Parco, delibera di Giunta che, facendo ricorso ai cosiddetti ‘margini di flessibilità’ permette la realizzazione dei lavori, ivi incluse piscine, con semplice permesso di costruire convenzionato, evitando procedure più complesse e partecipate’’.
I pm contestano anche episodi di abuso d'ufficio e falsi. Contestualmente all'esecuzione dell'ordinanza di misure cautelari, la Guardia di Finanza sta dando esecuzione a perquisizioni delegate a Genova, Milano, La Spezia e Portovenere e al sequestro preventivo di circa 215.000 euro, considerati profitto dei reati commessi. Colpiti dalla misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare altri sei imprenditori, tra i quali Francesco Fiorino, legale rappresentante della Europa Park S.r.., società interamente partecipata dalla Camera di Commercio di La Spezia, e nuovo membro del Cda di ATC, Giovanni Olcese e Ivan Pitto, imprenditori attivi nel settore pubblicitario, Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica a Genova e legale rappresentante della società | Saloni Nautici S.r.l., Alessandro Campagna, direttore commerciale del Salone Nautico, e Massimo Gianello, legale rappresentante del Comitato delle Borgate del Palio del Golfo della Spezia e della società partecipata dal Comune di Lerici denominata Sviluppo Turistico Lerici S.r.I.
Cronaca
Covid fattore di rischio per Alzheimer, l’analisi
"Va ancora capito se può causarlo o solo accelerarlo", ma gli scienziati suggeriscono "antivirali anche nei casi moderati di infezione"
"L'infezione da Sars-CoV-2 dovrebbe essere considerata un fattore di rischio per l'Alzheimer, anche se la distinzione tra causalità e accelerazione della malattia non è chiara". Va ancora capito, in altre parole, se Covid può causare la demenza oppure velocizzarne la comparsa e l'evoluzione. E' la conclusione a cui sono giunti gli autori di un approfondimento sul virus 'Sars-CoV-2 come causa di neurodegenerazione', pubblicato su 'The Lancet Neurology'.
Gli scienziati partono dal presupposto che "le malattie infettive sono una" possibile "causa di neurodegenerazione" già "stabilita, "benché il pericolo neurologico legato alle infezioni virali sia difficile da quantificare". In generale, sottolineano gli esperti, "finora il rischio cumulativo stimato di demenza dovuta a un ricovero ospedaliero per qualsiasi infezione virale nel corso della vita è di 1,48 (intervallo di confidenza 95% 1,15-1,91)". Riguardo al Covid, "uno studio longitudinale sulle conseguenze dell'infezione da Sars-CoV-2 nei decenni" successivi "non è ovviamente disponibile", considerando che la malattia è 'nata' per quanto si sa nel 2019. Tuttavia, i ricercatori citano degli studi i cui risultati indicano che "Covid-19 può determinare un rischio di demenza superiore rispetto all'influenza" e che, "a breve termine, il rischio di danni neurologici gravi come sequela di Sars-CoV-2 è significativo, guidato da meccanismi vascolari e probabilmente da altri processi complessi" che possono coinvolgere la proteina amiloide. Quella che si accumula nelle placche cerebrali caratteristiche dei malati di Alzheimer.
"Una correlazione diretta tra precedente infezione Sars-CoV-2 e aumento del rischio Alzheimer è stata segnalata" e appare "robusta", proseguono gli autori, però "rimane difficile - puntualizzano - distinguere tra casi di demenza ipoteticamente scatenati o solamente accelerati" da Covid. Alcuni punti chiave dell'analisi vengono evidenziati via social dallo scienziato americano Eric Topol, vice presidente esecutivo Scripps Research, fondatore e direttore Scripps Research Translational Institute, che ne pubblica il testo in chiaro rimarcandone in particolare la chiusa: "La terapia antivirale - ritengono i firmatari dell'articolo - dovrebbe essere presa in considerazione anche per le infezioni da Sars-CoV-2 moderate, per ridurre la gravità dei sintomi e limitare la probabilità di sequele".
Cronaca
Chico Forti trasferito oggi da Rebibbia al carcere di Verona
Rientrato ieri in Italia dopo 24 anni di carcere negli Usa, il 65enne trentino ha lasciato il penitenziario romano
Chico Forti trasferito oggi nel carcere di Verona. Rientrato ieri in Italia dopo 24 anni di carcere negli Usa, il 65enne trentino ha lasciato, a quanto si apprende, il penitenziario romano di Rebibbia per raggiungere Verona su un mezzo della polizia penitenziaria.
Il detenuto è atterrato ieri mattina con volo dell’Aeronautica Militare all'aeroporto militare di Pratica di Mare, dove ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che lo scorso marzo, in occasione della sua missione negli Stati Uniti, aveva ottenuto il consenso al trasferimento del connazionale ai sensi della Convenzione di Strasburgo. "Chico Forti è tornato in Italia. Fiera del lavoro del Governo italiano. Ci tengo a ringraziare nuovamente la diplomazia italiana e le autorità degli Stati Uniti per la loro collaborazione", ha poi scritto la premier sui social allegando un'immagine dell'incontro.
"Ho sognato ogni giorno questo momento", ha commentato ieri Forti in un'intervista esclusiva al Tg1 al suo arrivo in Italia."Mi sono mantenuto così solo per mia madre, spero di vederla presto e darle un grande abbraccio" ha detto. "Rientrare in Italia per me è un passo positivo, cambia tutto, dal personale, la direttrice, le guardie, i vestiti che indosso, che sono italiani. Vorrei ringraziare tante persone, mio zio, Giorgia Meloni, che è stata fantastica, tutto il governo indipendentemente dalle ideologie politiche mi ha aiutato". Fra le persone che vuole ringraziare, ha sottolineato “non possono non menzionare Andrea, Veronica e Virginia Bocelli perché sono stati incredibili”.
“Per la prima volta non ho un numero, né le manette, è un’altra atmosfera” ha detto. Al conduttore che gli ricorda come si sia sempre dichiarato innocente, risponde: "Certo, è l’unico motivo per cui ho accettato l’estradizione ora, perché all’inizio per avere estradizione dovevo dichiararmi colpevole e non l’avrei mai fatto. E’ contro il mio principio. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, mai mezzo vuoto, sono positivo e sono convinto che il mio futuro a breve sia come io auspico. Accetto questo passo – conclude - so che è un passo obbligatorio”.
Cronaca
Valanga sulle Alpi svizzere, morti 2 scialpinisti lombardi
Le due vittime travolte sul Pigne d'Arolla, tra il Cervino e il Grand Combin
Tragedia sulle Alpi svizzere. Due scialpinisti italiani sono morti travolti da una valanga sul Pigne d'Arolla, tra il Cervino e il Grand Combin. Le due vittime abitavano nella provincia di Lecco.