Sport
Milan-Inter, Inzaghi: “Scudetto nel derby non è...
Milan-Inter, Inzaghi: “Scudetto nel derby non è un’ossessione”
Il tecnico nerazzurro: "La salita sta finendo"
"Con i ragazzi abbiamo parlato di quello che stiamo facendo, del nostro percorso. Sappiamo che domani può essere un giorno importante, ma non è un'ossessione vincere il campionato domani, se arriva domani tanto meglio. Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto dal 13 luglio. La salita sta finendo, vogliamo vedere il panorama". Così l'allenatore dell'Inter Simone Inzaghi in conferenza stampa alla vigilia del derby di Milano che, in caso di vittoria contro il Milan, potrebbe regalare ai nerazzurri lo scudetto della seconda stella. "La posta in palio è altissima, sappiamo di aver vinto gli ultimi cinque derby, ma questa cosa non conterà nulla domani. Abbiamo di fronte la seconda in classifica che avrà la maggior parte del pubblico dalla sua parte", aggiunge Inzaghi.
"Io mi limito a ringraziare i giocatori e i miei collaboratori, è stato un percorso lungo. Ringrazio la società forte che abbiamo, tutte persone che amano l'Inter e sono pronte ad aiutare per superare qualsiasi problematica tutti insieme, senza che nessuno decida per conto suo. Ringrazio anche i tifosi che ci sono sempre stati vicino, penso alla finale di Istanbul, a San Siro contro la Sampdoria nell'ultima giornata di due anni fa quando perdemmo lo scudetto. Anche oggi ci sono tanti tifosi qua e poi li andremo a salutare perché se lo meritano", dice ancora l'allenatore nerazzurro. "Le vittorie e i trofei contano molto nel calcio, ma io sono contento soprattutto della sinergia che si è creata", aggiunge Inzaghi.
"Il ciclo dell'Inter deve continuare. Tutte le stagioni non sono uguali, ma la dirigenza si sta già muovendo. La squadra però è focalizzata sul 2023/2024, non sul 2024/2025", dice pensando al futuro. "Qui all'Inter si è sempre lavorato bene e siamo sempre andati in un'unica direzione anche nei momenti difficili. Sono tre anni da ricordare, dobbiamo ora fare il meglio possibile nelle ultime partite", aggiunge Inzaghi.
Sport
Allegri, Giletti: “Era solo in una Juve...
"In finale di Coppa Italia ho visto una ferocia inaudita"
"Io ero lì mercoledì, a pochissimi metri, c'è un primo cortocircuito che chiamo di feroce inaudita di Allegri nei confronti di un arbitraggio secondo me assurdo. Ed è un peccato perché se tu guardi quelle immagini, c'è un Allegri come non abbiamo mai visto. Dentro di lui c'era qualcosa che covava da almeno un anno e mezzo. Si chiama solitudine". Ad affermarlo è Massimo Giletti intervenendo a 'Tutto Campo' su Rai 2 commentando l'esonero dell'allenatore della Juventus Massimiliano Allegri e la fine della finale di Coppa Italia tra Juve e Atalanta vinta dai bianconeri. Giletti ricorda anche i successi dell'allenatore ("Allegri ha vinto 12 trofei con la Juventus") e che Andrea Agnelli "ha scelto Allegri, gli ha fatto certamente un investimento anche molto oneroso per una società, un contratto molto lungo, pesante".
All'interno della Juventus, spiega Giletti, "c'è una spaccatura" e "non c'è solo il tema Allegri".
Sport
Allegri, dopo l’esonero il messaggio di Andrea...
"Un mix straordinariamente unico: superbia e umanità che si fondono continuamente durante un viaggio decennale"
Un tweet dell'ex presidente all'ex allenatore. Massimiliano Allegri, esonerato dalla Juventus, riceve il messaggio di conforto e ringraziamento da Andrea Agnelli, ex presidente bianconero. "Un mix straordinariamente unico: superbia e umanità che si fondono continuamente durante un viaggio decennale. Grazie Max, grazie a te che hai rappresentato essere Juventus con ogni tua cellula. Fino alla fine…", scrive Agnelli su X. L'ex presidente, che ha lasciato il vertice del club alla fine del 2022, ha riportato Allegri alla Juventus nell'estate 2021. E sempre Agnelli aveva scelto il tecnico livornese nel 2014 per sostituire Antonio Conte. "Prendere in mano la squadra il 15 luglio e riportarla alla vittoria, è per fare questo che ci vogliono le palle! Grazie Max, #finoallafine", scriveva Agnelli nel 2015, dopo il primo scudetto targato Allegri.
Sport
Allegri, l’esonero e il comunicato: Juve chiude con...
Una nota gelida per liquidare l'allenatore. Giuntoli prepara l'era di Thiago Motta
Dieci righe durissime. La Juventus ufficializza l'esonero di Massimiliano Allegri con un comunicato pesante: toni gelidi, nessuna menzione per la vittoria della Coppa Italia, conquistata solo 2 giorni fa, e per i 12 trofei complessivi nei due cicli bianconeri. Al contrario, la nota fa riferimento esplicito ai comportamenti tenuti dall'allenatore durante e dopo la finale con l'Atalanta. Una sentenza, con tanto di motivazioni extracampo.
"La Juventus comunica di avere sollevato Massimiliano Allegri dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile. L'esonero fa seguito a taluni comportamenti tenuti durante e dopo la finale di Coppa Italia che la società ha ritenuto non compatibili con i valori della Juventus e con il comportamento che deve tenere chi la rappresenta", si legge nel comunicato. Le proteste plateali e 'cinematografiche' nel finale della sfida con l'Atalanta, con espulsione e scenata, non sono passate inosservate.
Le telecamere hanno evidenziato la freddezza nei confronti dei dirigenti, in primis Cristiano Giuntoli, 'ospiti' poco graditi nei festeggiamenti con la squadra. Quindi, le scintille con il direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, nel dopopartita. Una serie di tasselli che hanno portato la Juve a chiudere il discorso oggi, con una freddezza sorprendente considerando il ruolo che Allegri ha avuto nell'ultimo decennio del club. Nessun riferimento ai 5 scudetti del 2014-2019 o ai 12 titoli complessivi. Nulla. "Si conclude un periodo di collaborazione, iniziato nel 2014, ripartito nel 2021 e terminato dopo le ultime 3 stagioni insieme con la Finale di Coppa Italia. La società augura a Massimiliano Allegri buona fortuna per i suoi progetti futuri", il congedo glaciale, sintomi di una rottura ben più profonda rispetto a banali motivi calcistici.
Ora la Juve volta pagina. Per le ultime 2 partite del campionato, in panchina andrà Paolo Montero, tecnico della Next Gen. Poi, toccherà a Thiago Motta. Non ci sono più dubbi sull'arrivo dell'allenatore che ha portato il Bologna dei miracoli in Champions League e che lunedì, in un incrocio a dir poco curioso, ospiterà proprio la prima Juve del post-Allegri. All'ex centrocampista italo-brasiliano toccherà il compito di rigenerare una squadra e un ambiente che non sono riusciti nemmeno a godersi in pieno la prima vittoria dopo 3 anni di digiuno.