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In Africa opportunità per aziende anche grazie alle...

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In Africa opportunità per aziende anche grazie alle capacità del temporary management

Con l'utilizzo di manager locali a supporto di aziende italiane che vogliano insediarsi in Africa, di manager europei per supportare aziende africane (grandi e pmi) nel paese di origine e di manager europei

In Africa opportunità per aziende anche grazie alle capacità del temporary management

Si parla molto di Africa, di flussi migratori, implicazioni socio-demografiche e di 'aiuti a casa loro'. Per molti paesi l’ottica reale è di business: a fine secolo la popolazione africana, sarà di 4 miliardi - circa il 40% di quella mondiale, molto giovane e con una dimensione media delle famiglie nelle città già oggi di 4-5 persone. A dare alcune indicazioni sulle prospettive del grande mercato africano, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Momar Tall – African partner di SMW – Senior Management Worldwide con focus sull’area Subsahariana e Tunisia e a Maurizio Quarta – Managing Partner di Temporary Management & Capital Advisors (che di SMW è stato uno dei fondatori 20 anni fa) di

Secondo Tall e Quarta, "un primo fatto rilevante è la recente è entrata in vigore dell’AfCFTA (African Continental Free Trade Area), area africana di libero scambio, mercato unico con libera circolazione di merci e servizi, con più di 1,2 miliardi di consumatori e un Pil più di 2,5 trilioni di dollari. E’ un deep agrement, che regola anche altri settori dell’economia (es. concorrenza, investimenti, commercio elettronico). Il 2023 era stato dichiarato come anno di accelerazione dell’AfCFTA e ad oggi sono 47 gli stati partecipanti".

"A livello macroeconomico - osservano - sono i cinesi a farla da padrone, finanziando grandi opere infrastrutturali, e in forze sono presenti indiani, brasiliani e alcuni paesi arabi. La Russia nel 2019 ha varato l’International agency of sovereign development (Iasd), con il dichiarato obiettivo di aiutare le riforme economiche nei paesi che cerchino di svincolarsi dall’Occidente. L’Europa si muove a macchia di leopardo (UK e Francia, forti della presenza coloniale, il sistema imprenditoriale tedesco) senza una presenza unitaria e strategicamente coerente".

"Dal quadro macroeconomico - sottolineano - è possibile delineare una via microeconomicamente fattibile per creare opportunità per le imprese europee e italiane. In gran parte dei paesi africani l’economia è fortemente bipolare, con pochi grandi enti e gruppi da un lato e una miriade di pmi, che coprono il 70% dei posti di lavoro, dall’altro : in questo scenario si può pensare ad una cooperazione win win che nasca dalle pmi, con il supporto sinergico delle diverse istituzioni (esempio Ice, Sace). L'obiettivo è creare business tra pmi italiane ed africane, spesso costituite da giovani per combattere la disoccupazione, parte dei quali ha studiato in università occidentali".

"Italia ed Europa - spiegano Tall e Quarta - hanno una grande risorsa distintiva: le competenze manageriali per gestire le risorse finanziarie che confluiranno nei sistemi economici e produttivi africani. Affinché il sistema funzioni, è necessario che esse vengano canalizzate in maniera organica e strutturata attraverso un Piano Marshall delle competenze manageriali, come auspicato nel volume 'Africa&Gulf – Atlante dei paesi in crescita nell’era del coronavirus' a cura di Maurizio Guandalini".

"In questo quadro - precisano - si innesta il tema del temporary management (TM) e della sua capacità di far crescere persone e strutture ed essere facilitatore e acceleratore del processo di cambiamento. Non solo: in questi contesti il Tm è portatore di più generali competenze di governance, sapendo entrare in sintonia con la cultura imprenditoriale e con i suoi limiti".

Secondo Tall e Quarta il temporary management è capace di apportare diversi effetti nell'azienda. 1) Visione strategica: sa operare sui mercati locali, capirne le dinamiche regionali, e padroneggiare tematiche settoriali. La visione strategica mira ad assicurare una crescita sostenibile dell’azienda attraverso la definizione di strategie mirate, l’identificazione di opportunità di crescita e l’anticipazione di possibili ostacoli. La visione comanda l’azione, allineando obiettivi di breve termine con un percorso coerente e orientato al futuro.

2) Partnership strategiche e rete di influenze: sa creare partnership strategiche, a livello locale e internazionale e reti di influenza, facilitando collaborazioni di successo per massimizzarne l’impatto nel mercato africano, aderendo a standard internazionali e adattandoli alle dinamiche locali.

3) Responsabilità sociale e ambientale: è capace di integrare pratiche di business socialmente e ambientalmente responsabili, promuovendo comportamenti etici e orientati allo sviluppo sostenibile, anche attraverso una positiva accettazione tra le comunità locali.

4) Innovazione e trasformazione digitale: Tm significa innovazione e trasformazione digitale come un unico motore per la crescita. Agendo come catalizzatore del cambiamento, sa integrare approcci innovativi e soluzioni digitali per promuovere l’efficienza operativa. Questa capacità di abbracciare l’innovazione contribuisce direttamente alla crescita e alla competitività del business in Africa, attraverso la creazione di una cultura dell’innovazione e dell’adattamento a rapidi cambiamenti tecnologici.

5) Gestione dei talenti e del cambiamento: la gestione efficace dei talenti si focalizza sullo sviluppo di competenze locali, trasferimento di competenze e creazione di team diversi, facilitando l’adattamento del team a nuove realtà, massimizzando la capacità operative e minimizzando la resistenza al cambiamento.

6) Reattività operativa, che significa interventi rapidi ed efficaci, per creare reattività operativa a cambiamenti inattesi. Significa gestione del cambiamento, minimizzando la resistenza nei team di lavoro; implementazione di soluzioni pratiche e concrete che assicurino una effettiva messa a terra delle strategie attraverso specifici progetti. Significa trasferimento di competenze e mentorship con i team locali, per un impatto duraturo al termine del progetto, attraverso una comunicazione trasparente e partecipativa, per rafforzare fiducia, confidenza e ingaggio delle persone.

“Ci sono settori - ricordano - che più di altri potrebbero beneficiare di interventi di temporary management. Infrastrutture (porti, ferrovie, strade, centrali elettriche, ospedali e tlc): oltre la metà della recente crescita è legata a questi investimenti con uno sviluppo atteso per i prossimi 20-30 anni. Energia: troviamo oggi reti insufficienti e inaffidabili a fronte di consumi in continua crescita. Sono previsti progetti per infrastrutture di trasporto ed elettrificazione, espansione della capacità di generazione e delle reti di trasmissione. Grandi opportunità nelle rinnovabili (il più alto potenziale di energia solare al mondo), e negli investimenti in tecnologie verdi".

E ancora: "Medicale (forte carenza di operatori sanitari e infrastrutture inadeguate) e farmaceutico (esempio per progetti di produzione e logistica privata). Trasporti e logistica, favoriti dall’AfCFTA e dalla crescita del commercio con i partner stranieri. Turismo e hospitality - alcune zone saranno tra gli hotspot turistici in più rapida crescita al mondo. Ict legato alla trasformazione digitale di imprese e governi e investimenti diretti di aziende internazionali. Un caso Italia-Tunisia: il progetto Lab Innova che punta a individuare startup ad alto potenziale a cui offrire un soft landing in Italia, favorendo il rapporto con investitori, partner industriali e potenziali utilizzatori”.

Secondo Quarta e Tall, un discorso a parte merita l’agroalimentare: "Un comparto in grande crescita da qui al 2030: l’Africa ha più del 60% della terra arabile non utilizzata nel mondo (solo il 25% coltivato), con un tasso di meccanizzazione molto basso e importazioni di prodotti agricoli che saliranno a breve a 100 miliardi di dollari. L'obiettivo è progettare una filiera agro-alimentare integrata dalla materia prima alla produzione di alimenti pronti al consumo. Il comparto dell’agri-business in senso lato (inclusi macchinari, reti logistiche, sistemi di irrigazione, fertilizzanti, ecc.), ben rappresenta l’ambivalenza che ancora caratterizza le pmi italiane nei confronti del continente africano".

"Da una parte - commentano - esistono grandi opportunità anche a breve : importazione di materie prime, affiancamento a produttori locali per incrementare la produttività delle colture, fornitura di impianti, macchine agricole o fertilizzanti. Dall’altra, un approccio ancora molto timoroso e legato ai rischi tradizionalmente associati all’Africa: corruzione in primis, elevata instabilità politica, difficoltà di trovare referenti in affidabili e duraturi. Con in più un problema strutturale: si tratta di pmi italiane che devono dialogare e lavorare con pmi africane, che condividono quindi alcuni limiti comuni (limitate risorse manageriali, per quantità e per qualità, limitate risorse finanziarie, difficoltà di interazione culturale)".

E’ quindi necessario che le pmi acquisiscano nuove competenze. "Lavorando sulle competenze manageriali - suggeriscono - è possibile non solo aiutare le imprese italiane a superare gli oggettivi rischi citati, ma anche creare un circolo virtuoso attraverso cui far crescere le pmi africane. Lo strumento del temporary management potrà essere declinato in differenti modalità, attraverso l’utilizzo di manager locali a supporto di aziende italiane che vogliano insediarsi in Africa, di manager europei per supportare aziende africane (grandi e pmi) nel paese di origine e di manager europei, anche su base fractional, per aziende africane che vogliano internazionalizzarsi". In particolare sul primo punto, le pmi italiane potranno disporre di risorse senior di qualità per: pianificare e implementare piani di espansione (accordi, JV, start up); selezionare il partner locale più adeguato, inclusa la valutazione delle risorse umane; costruire il possibile accordo e interfacciare le parti fino alla sua chiusura. Rafforzando collateralmente le competenze di gestione locali”.

"I vantaggi per una pmi - elencano - sono la disponibilità di grandi esperienza e know how a costi variabili; velocità nella conclusione di un accordo; creazione di un’interfaccia positiva tra due culture; garanzia di un efficace e veloce adattamento a usi e regole locali. Inoltre, non è da trascurare l’impatto positivo che il temporary management può avere anche sulle oltre 350 grandi aziende con giro d’affari di oltre 1 miliardo di dollari, spesso in difficoltà ad operare con aziende occidentali, che tendono a vedere soprattutto grande complessità e corruzione. Inserire dei TMan in alcune funzioni chiave (esempio finanza, hr, international business) aiuta ad introdurre nuovi sistemi e modelli di gestione che potrebbero facilitare i rapporti con le aziende occidentali (esempio per creare JV locali)".

"Possiamo dire - affermano Quarta e Tall - che il Piano Marshall auspicato nel citato volume di Guandalini si sia concretizzato nel recente Piano Mattei lanciato dal governo italiano, cui va il merito di porre un impegno ai massimi livelli, non più lasciato all'azione di singoli ministeri e in occasione di emergenze umanitarie. Il Piano Mattei mira a rafforzare la collaborazione tra Italia e paesi africani, prevedendo fondi per 5,5 miliardi di euro nel prossimo quadriennio, con l’obiettivo di stimolare ulteriori investimenti privati e istituzionali”.

"Il piano - ammettono - è in fase di sviluppo e molto articolato: in questa sede, evidenziamo un aspetto legato a finanziamenti e supporti all’internazionalizzazione delle pmi. Come emerso anche al recente congresso di IABW a Roma, sono tante le pmi italiane che guardano con interesse ai paesi africani, senza però sapere bene come muoversi in contesti dove il privato ha una presenza limitata. Senza entrare in eccessivi tecnicismi: uno strumento 'abbinabile' a quelli dell’export tradizionale sono i tender delle cosiddette banche multilaterali (es. World Bank) per realizzare i progetti dalle stesse finanziati. Possono partecipare aziende singole o raggruppate in Ati, con il beneficio di minimizzare il rischio paese complessivo (affidabilità dei pagamenti, trasparenza dei processi operativi). Il Piano ha tra i suoi obiettivi anche quello di facilitare l’accesso a questo tipo di gare".

In sintesi, secondo Tall e Quarta, "i temporary manager operano quasi come mediatori culturali, in grado di comprendere appieno la cultura del singolo paese, sapendosi relazionare con la popolazione locale, senza trasmettere l’immagine di nuovi colonialisti, e con il mondo delle istituzioni sia locali che internazionali".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Inps: Valeria Vittimberga direttore generale, al via nuovo...

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La Dg sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese

Valeria Vittimberga, direttore generale Inps

Con la nomina di Valeria Vittimberga a direttore generale prende il via definitivamente il nuovo corso dell’Inps presieduto da Gabriele Fava. Valeria Vittimberga, già direttore centrale risorse strumentali e centrale acquisti, fonda le basi della sua azione manageriale su un solido curriculum di studi e su una lunga carriera nei ruoli dirigenziali. La Dg sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del welfare del Paese, chiamata ad alimentare e sostenere una rete di protezione sociale fatta di più di 400 prestazioni erogate a 42milioni di cittadini-utenti. Questa nomina avviene in un momento importante, in una fase di ricambio generazionale dell'Istituto e di definizione di nuovi equilibri tra il centro e il territorio. E' quanto annuncia una nota dell'Inps.

“L’Inps è attivamente ingaggiato nell'attuazione del Pnrr ed è protagonista della digitalizzazione della Pa. In questo senso, tra gli indirizzi del mio mandato -ha affermato Valeria Vittimberga- ci saranno la trasparenza e il rigore morale come riferimento di una rinnovata azione amministrativa. Per ampliare ancor più il suo ruolo di presidio di legalità, l’Inps dovrà presentarsi come una casa di vetro, dove proprio la trasparenza nei confronti dei cittadini, degli stakeholder e dell’ecosistema comunicativo non deve essere solo uno slogan o un dettato normativo, ma una prassi interiorizzata”.

Commentando la nomina il presidente Gabriele Fava ha affermato: “La tempestività della decisione tra l’insediamento del nuovo Cda, la proposta del nome del nuovo Direttore generale e l'effettiva nomina rappresenta un segnale forte che vogliamo dare al Paese e di cui ringrazio il ministro Elvira Calderone e il Governo tutto. Ringrazio, inoltre, Antonio Pone (dg facente funzioni) e tutti i dirigenti e funzionari che con spirito di servizio hanno guidato questa delicata fase di passaggio. Con il nuovo assetto organizzativo prende il via quel progetto di Inps su cui il Parlamento mi ha dato fiducia e che ha l’obiettivo di supportare l'evoluzione del nostro sistema di welfare da difensivo a generativo, puntando sulla effettiva centralità delle persone, che sarà connotato da concretezza, efficienza e semplificazione su obiettivi definiti”.

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Lavoro

Criad, incontro su evoluzione dell’intelligenza...

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Sono sempre maggiori i casi in cui risulta difficile discernere tra scelte attribuibili alla volontà della persona-programmatore o ai sistemi di IA implementati

Criad, incontro su evoluzione dell'intelligenza artificiale nel settore legislativo

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale va di pari passo con il costante impegno del legislatore nel cercare di istituire norme adeguate. Sono sempre maggiori, infatti, i casi in cui risulta difficile discernere tra scelte attribuibili alla volontà della persona-programmatore o ai sistemi di IA implementati. Il prossimo 7 maggio Stefano Preziosi, ordinario di Diritto penale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’università degli Studi di Roma Tor Vergata e coordinatore scientifico del nuovo Centro di ricerca su intelligenza artificiale e diritto (Criad) https://giurisprudenza.uniroma2.it/criad/ dell’Università di Roma Tor Vergata, è tra i protagonisti del convegno intitolato 'Intelligenza artificiale e responsabilità umana. Uno spazio non libero dal diritto. Nuova disciplina europea e ordinamento interno', organizzato da Dipartimento di Giurisprudenza – Criad e Ordine degli Avvocati di Roma, presso la Cassa Forense a Roma in via Ennio Quirino Visconti 8, in cui si mette a fuoco il rapporto tra diritto e intelligenza artificiale.

I sistemi di IA sono quelli che per analogia possono definirsi organizzazioni complesse capaci di produrre decisioni autonome, cioè non completamente governate né governabili dall’uomo. Un aspetto cruciale in ambito di diritto è che più aumenta la capacità di auto apprendimento delle intelligenze artificiali – attraverso gli strumenti di machine learning – maggiori saranno in futuro le cautele necessarie nell’attribuire responsabilità ai programmatori del software originario.

“La premessa fondamentale - sostiene Preziosi - è che ormai qualunque regolamentazione della materia deve accettare che non è più possibile difendere l’esclusività del dominio dell’uomo sulla macchina. In quest’ottica, nulla esclude che si possa pensare ai sistemi di IA anche in chiave di centri di imputazione giuridica e di persone giuridiche. Fondamentale diventa per il futuro la definizione di ambiti di rischio permesso nel quadro di precisi limiti normativi. Diventa perciò necessaria la creazione di uno ‘Statuto dell’IA’ per definire un’area di rischio permesso, considerato che non è (sempre) possibile stabilire a priori la decisione finale che il sistema prenderà, dipendendo quest’ultima da un comportamento fortemente adattativo della macchina”.

Il Criad (Centro di ricerca su intelligenza artificiale e diritto) è il Centro di ricerca dipartimentale istituito all’inizio del 2024 su proposta di quattordici professori ordinari del Dipartimento di Giurisprudenza di Roma Tor Vergata. Attualmente i componenti del consiglio scientifico del Centro sono i docenti Carlo Bonzano, Maria Floriana Cursi, Roberto Fiori, Enrico Gabrielli,Giovanni Guzzetta, Raffaele Lener, Venerando Marano, Francesco Saverio Marini, Donatella Morana, Andrea Panzarola, Stefano Preziosi, Giuseppe Santoni, Adolfo Scalfati, Alberto Zito.

Preziosi ne è coordinatore scientifico: “L'ampiezza del Consiglio garantisce una competenza e una rappresentanza praticamente di tutte le branche del diritto che entra necessariamente in gioco con l'IA: in primo luogo perché i sistemi che se ne avvalgono generano inevitabilmente contenzioso; poi perché il contenzioso in questione non può facilmente risolversi sempre sulla base dei principi consolidati”.

“Vi è inoltre - precisa il giurista Preziosi - un problema regolativo: deve il diritto disciplinare i sistemi di IA? La questione è molto delicata perché ha a che fare con la possibilità di disciplinare lo sviluppo scientifico. Molti vedono i tentativi di stabilire regole giuridiche come lacci al progresso, altri invece auspicano l'intervento di un regolatore terzo, che non siano le grandi aziende di gestione dei dati e dei motori di ricerca (big data)”.

“Vi sono poi implicazioni politico-giuridiche: la tenuta dei sistemi democratici al cospetto della possibile costruzione/manipolazione del consenso con l'IA generativa così come il potenziale carattere sostitutivo dell'IA rispetto al decisore politico. I timori e le lodi a questo sistema di intelligenza artificiale penso che lascino il tempo che trovano”.

“E' più interessante - conclude il giurista - una riflessione filosofica, in cui ci si domandi quale può essere il destino dell'uomo nella nuova dimensione tecnologica: seguire il percorso della storia delle idee alla luce di questo orizzonte fenomenologico, esistenziale, scientifico, in cui la centralità dell'essere umano può entrare in crisi, nell'idea magari che ci sia qualcosa di migliore del pensiero e dell'agire umani, capace di evitarci (secondo questa idea) molti disagi, e perfino molte sciagure come carestie, guerre e altro”.

“Il momento è propizio - commenta Preziosi - da poco è stato approvato dal Parlamento europeo il regolamento sull'IA e nei prossimi mesi dovrebbe essere varato dopo l'ultimo passaggio formale dalla Commissione europea”.

Anche in una recente intervista il professore di Roma Tor Vergata ha approfondito il ragionamento sulle normative in studio a livello europeo riguardo questa tecnologia avanzata, sottolineando che “Il Consiglio dell’Ue dovrà terminare l’iter approvativo nei prossimi mesi, dopodiché il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale sarà diritto dell’Unione” e come tale applicabile, anche se ci vorranno provvedimenti normativi nazionali di attuazione di questo regolamento.

Le nuove regole imporranno dei sistemi di compliance che impegneranno le imprese e gli enti più in generale, ma anche gli operatori del diritto, che saranno chiamati a confrontarsi con tali regole in sede di loro applicazione o di consulenza. Verranno poste le basi di vari aspetti regolativi: gli usi vietati, i controlli, la valutazione prognostica dei rischi, la riserva di umanità nella programmazione algoritmica, il rapporto con la gestione dei dati e le relative garanzie individuali e molto altro ancora.

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1 maggio, Andreani (Uiltucs): “Festa del lavoro,...

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Il segretario generale: "Su esercizi commerciali sempre aperti non ci arrendiamo, politica agisca"

1 maggio, Andreani (Uiltucs):

"Sarà per noi sicuramente un Primo Maggio di grande valore, la festa del lavoro, della dignità del lavoro. Noi proprio in questo periodo, dopo tanti anni di attesa, abbiamo creato la condizione per rinnovare gran parte dei nostri contratti collettivi di riferimento. Mi riferisco ai contratti del terziario, quindi del commercio, dei servizi. Siamo riusciti a rinnovare nell'ultimo mese quattro contratti collettivi nazionali di lavoro e a portare più reddito in più in busta paga per i lavoratori, diminuendo allo stesso tempo la quota di precarietà neri settori di riferimento. E' un risultato importante, che attiene alla capacità che le federazioni del terziario unitariamente hanno messo in campo". Così, con Adnkronos/Labitalia, Paolo Andreani, segretario generale della Uiltucs, sui temi al centro del Primo maggio per il sindacato.

"Il Primo maggio -insiste Andreani- ha anche questo significato, non c'è soltanto l'occasione confederale rispetto ai temi più generali dell'Europa sociale che ci vede impegnati rispetto alla confederalità ma c'è anche il tema della contrattazione collettiva, del salario, delle norme che attengono il lavoro. Questi sono elementi per noi importanti", sottolinea ancora.

Per Andreani il Primo maggio ricorda che il lavoro è al centro della nostra Costituzione. E il sindacato in questi mesi non si è tirato indietro. "È stato -spiega- un periodo molto complicato, con una grande mobilitazione avvenuta nel mese di dicembre a cavallo del Natale, poi replicata nella vertenza con Federdistribuzione recentemente. Abbiamo dimostrato che esistono i lavoratori del terziario e come sono in grado di farsi sentire. E mi riferisco anche a quelli del turismo ovviamente", aggiunge.

Mobilitazioni e lotte che hanno portato più salario nelle tasche dei lavoratori. "Siamo riusciti, abbiamo fatto già una stima rispetto al periodo di vigenza contrattuale, a spostare una cifra che sta sopra i 35 miliardi di euro dall'impresa al lavoro, cioè l'abbiamo trasformato in salario. I contratti collettivi sono una grande forma di redistribuzione della ricchezza nel Paese, che viene assicurata dalla Costituzione", aggiunge.

"Ricordiamoci sempre che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro e il contratto collettivo è uno strumento costituzionale che permette la distribuzione della ricchezza", sottolinea ancora.

E non è finita qui, i prossimi saranno mesi caldi per il sindacato. "Ora ne abbiamo altri sei di contratti collettivi da rinnovare e in questi mesi, proprio a cavallo del primo maggio, 'corrono' le trattative per il turismo, un settore che ha ripreso alla grande a correre e ad assicurare fatturato e prodotto interno lordo, e anche una quota di occupazione. Quindi anche qui adesso c'è bisogno di intervenire sui salari di due milioni di persone coinvolte in questi sei contratti collettivi", aggiunge.

E per Andreani "per il nostro sindacato il Primo maggio, ormai da anni, è anche doversi confrontare con il tema della liberalizzazione sfrenata degli orari commerciali. E con la condizione di decine, centinaia di migliaia di lavoratori, soprattutto nel terziario, che ne sono coinvolti, con domeniche e festivi al lavoro. E' ora che la politica agisca per riequilibrare questa situazione. Consentire alle imprese di lavorare e di tenere aperte le attività in tutte le festività e tutte le domeniche è un fatto a cui noi non intendiamo abituarci".

Un intervento della politica sulle liberalizzazioni degli esercizi commerciali non sarebbe un caso isolato in Europa. "In Germania -sottolinea- la politica è intervenuta e non ci sono le aperture domenicali. I fatturati si realizzano lo stesso, vengono spalmati lungo la settimana e c'è un modello di vita sociale differente", conclude.

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