Salute e Benessere
8 marzo: torna il check up della fertilità, sabato visite...
8 marzo: torna il check up della fertilità, sabato visite gratuite
Torna ‘Ferty Check’, la campagna di sensibilizzazione e supporto per le coppie in cerca di una gravidanza, promossa nel 2021 dal gruppo Genera e giunta alla settima edizione, consentendo di effettuare oltre 500 visite gratuite in tutta Italia nelle 6 edizioni precedenti. In occasione della Festa della Donna, sabato 9 marzo i centri Genera di Roma, Milano, Torino, Napoli, Marostica (Vicenza), Umbertide (Perugia), oltre che Bologna (clinica 9.baby, che fa parte dello stesso network di Genera) aprono nuovamente le porte a chiunque voglia avere accesso a una visita gratuita con specialisti in medicina della riproduzione. Consisterà in un colloquio di coppia, visita ginecologica ed ecografia pelvica per la donna.
“Durante la scorsa edizione di Ferty Check – racconta Filippo Maria Ubaldi, ginecologo e direttore medico del gruppo Genera – abbiamo effettuato 123 visite gratuite e offerto supporto ad altrettanti pazienti con problemi di infertilità e che hanno il desiderio di realizzare il sogno di un figlio. Ricordo infatti che, dopo 6-12 mesi di rapporti intimi non protetti che non hanno portato a una gravidanza, ricercare un supporto specialistico rappresenta la prima cosa da fare, soprattutto se all’interno della coppia la donna ha superato i 35 anni - sottolinea - In questo caso non bisogna temporeggiare, essendo l’età materna avanzata la principale causa di infertilità, seguita naturalmente da tutta una serie di altre problematiche che possono essere diagnosticate e curate in un centro specializzato nella terapia dell’infertilità".
"Attraverso le campagne periodiche Ferty Check è possibile intraprendere questo primo passo, il primo accesso a una struttura specializzata che a volte può spaventare, in maniera gratuita e senza impegno, ottenendo una consulenza personalizzata - spiega Ubaldi - sulla situazione della coppia e sul percorso più adatto da intraprendere. La giornata è comunque aperta a tutti, anche a giovani ragazzi e ragazze per un check up della propria salute riproduttiva e per conoscere la possibilità di crioconservare i gameti, oltre a coppie in cerca di un figlio e coppie che hanno già alle spalle precedenti esperienze di procreazione medicalmente assistita (Pma)".
Salute e Benessere
‘Con cibi ultra-processati più rischi morte...
"Un maggiore consumo della maggior parte degli alimenti ultra-processati è collegato a un rischio di morte" prematura "leggermente più elevato". E' la conclusione a cui approda uno studio statunitense durato 30 anni e riportato sulla rivista 'Bmj'. Le associazioni più forti sono state osservate dagli autori per prodotti pronti a base di carne, pollame e frutti di mare, bevande zuccherate, dessert a base di latticini e cibi per la colazione altamente trasformati.
I ricercatori che firmano lo studio - esperti di varie università e centri dalla Harvard TH Chan School of Public Health di Boston ad atenei di Brasile, Cina, Paesi Bassi - puntualizzano che non tutti i prodotti alimentari ultra-processati dovrebbero essere universalmente limitati, ma che i risultati dello studio "forniscono un supporto" alla possibile scelta di "limitare il consumo di alcuni tipi di alimenti ultra-processati per la salute a lungo termine". Gli alimenti ultra-processati spesso contengono coloranti, emulsionanti, aromi e altri additivi e sono generalmente ricchi di energia, zuccheri aggiunti, grassi saturi e sale, ma mancano di vitamine e fibre. Prove crescenti li collegano a rischi più elevati di obesità, malattie cardiache, diabete e cancro all'intestino, ma pochi studi a lungo termine hanno esaminato i collegamenti con il rischio di morte per tutte le cause e per cause specifiche, soprattutto cancro.
Per colmare questo gap, i ricercatori hanno monitorato 74.563 infermiere registrate in 11 stati degli Stati Uniti nel Nurses' Health Study (1984-2018) e di 39.501 professionisti sanitari di sesso maschile provenienti da tutti i 50 Stati Usa nell'Health Professionals Follow-up Study (1986-2018) senza storia di cancro, malattie cardiovascolari o diabete al momento dell'arruolamento. Durante un periodo medio di follow-up di 34 anni, i ricercatori hanno identificato 48.193 decessi. Rispetto ai partecipanti collocati nella fascia più bassa di consumo di cibo ultra-processato (in media 3 porzioni al giorno), quelli nella fascia più alta (in media 7 porzioni al giorno) avevano un rischio maggiore del 4% di decessi totali e un rischio maggiore del 9% di altri decessi, compreso un rischio maggiore dell’8% di decessi neurodegenerativi. Non è stata trovata associazione per i decessi dovuti a malattie cardiovascolari, cancro o malattie respiratorie.
In numeri assoluti, il tasso di morte per qualsiasi causa tra i partecipanti nel gruppo che consumava meno cibi ultra-processati e in quello nella fascia più alta di consumo è stato rispettivamente di 1.472 e 1.536 per 100.000 anni-persona. L'associazione tra consumo di cibo ultra-processato e morte variava a seconda dei gruppi alimentari specifici considerati ed era meno pronunciata dopo aver preso in considerazione la qualità generale della dieta, suggerendo che la qualità della dieta ha un'influenza più forte sulla salute a lungo termine rispetto al consumo di alimenti ultra-processati, notano gli autori.
Si tratta di uno studio osservazionale, quindi non è possibile trarre conclusioni definitive su causa ed effetto. Ma "i risultati forniscono un supporto per limitare il consumo di alcuni tipi di alimenti ultra-processati per la salute a lungo termine. Sono necessari studi futuri per migliorare la classificazione degli alimenti ultra-processati e confermare i nostri risultati in altre popolazioni".
In un editoriale collegato, ricercatori neozelandesi sottolineano che l'obiettivo da perseguire "dovrebbe essere quello di sostenere una maggiore adozione globale di interventi più ambiziosi e di aumentare le garanzie per evitare che le politiche messe in campo siano influenzate da aziende alimentari multinazionali con interessi acquisiti che non sono in linea con gli obiettivi di salute pubblica o ambientali".
Salute e Benessere
Festa della mamma, pap test gratuito nei centri Artemisia...
Mariastella Giorlandino: "Non rinunciare ai controlli, la prevenzione salva la vita"
Per la Festa della mamma, anche quest'anno Mariastella Giorlandino con la Fondazione Artemisia invita le donne dai 45 anni di età a eseguire il Pap Test gratuito in tutte le strutture della Rete Artemisia Lab, a tutela della salute, affinché "si ritorni a parlare di prevenzione, da troppo tempo dimenticata, per garantire il futuro delle nostre famiglie", sottolinea la Giorlandino.
"Sappiamo che talvolta le necessità economiche e le lungaggini delle liste di attesa portano a rinunciare ai fondamentali controlli per la nostra salute, dimenticando che la prevenzione salva la vita. Le donne costituiscono il baluardo delle nostre famiglie, un loro problema di salute ricade inevitabilmente su tutto il nucleo familiare". Per questo la Fondazione Artemisia, tramite la ReteArtemisiaLab, vuole fornire il proprio sostegno e la giusta comunicazione per la tutela della salute della popolazione italiana. Si può prenotare un appuntamento nel Centro più vicino, collegarsi al sito www.artemisialab.it
Salute e Benessere
‘Ho bisogno di una pillola?’: malattia mentale,...
Psicofarmaci, quando sono necessari e quando no? La psichiatra e psicoterapeuta spiega come e perché uscire dal buio è possibile
La malattia mentale è spesso accompagnata da stigma ed etichette. E l'argomento si fa ancor più delicato quando si parla di psicofarmaci, che nell’immaginario di molti rappresentano ancora una debolezza, una manifesta incapacità di controllare le proprie emozioni o addirittura un 'punto di non ritorno'. E allora, a spiegare come e perché uscire dal buio è possibile, ecco arrivare 'Ho bisogno di una pillola?', nuovo libro edito da Vallardi e firmato dalla psichiatra e psicoterapeuta Tiziana Corteccioni. Attraverso le 160 pagine del volume, l'autrice aiuta così a fare chiarezza sulle malattie mentali e sull’utilizzo degli psicofarmaci, quando è necessario assumerli e quando no, smantella i falsi miti (e i tabù) sull’argomento, mostrando anche i rischi connessi al fai-da-te nella diagnosi e nella cura di un disturbo.
Il libro
Chiedersi se si ha bisogno di un aiuto, di un terapeuta o di una pillola, non è un atto di debolezza, ma il primo gesto d’amore verso se stessi, il primo passo per uscire dal buio e tornare a vivere. Dalla depressione all’insonnia, al disturbo ossessivo-compulsivo, dall’ansia agli attacchi di panico fino ai disturbi del comportamento alimentare: nel corso della vita potrebbe capitare a chiunque (o quasi) di soffrire di questi problemi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che quasi un miliardo di persone nel mondo convive con un disturbo mentale e la situazione è peggiorata con il Covid: prima in Europa ne era afflitta una persona su sei, ora ne soffre una su due. Eppure, sono tantissimi coloro che faticano a rivolgersi a uno specialista temendo di essere considerati matti o di scoprirsi vulnerabili, incapaci di affrontare il disagio con le proprie forze. Tiziana Corteccioni sostiene che anche un problema psicologico tranquillamente gestibile, se non affrontato per tempo e in modo adeguato, può comprometterci l’esistenza: ci aiuta pertanto a orientarci nell’universo della salute mentale spiegando bene i ruoli delle figure che vi operano – psicologi, psichiatri, neurologi, coach, counselor – e ci spiega come funzionano gli psicofarmaci, come e perché si prescrivono, e quando possono essere affiancati da altre terapie. L’autrice dimostra l’infondatezza di molte credenze a loro connesse – fanno male ai reni, creano dipendenza, li assumono solo i matti o addirittura non servono a nulla –, evidenziando la pericolosità delle autodiagnosi e sottolineando l’importanza dell’alleanza terapeutica, quel legame tra medico e paziente che è alla base del successo di una terapia. Per quanti vorrebbero, ma non trovano il coraggio di chiedere aiuto a un professionista della salute mentale, questo libro è l’occasione: perché se usati nel modo giusto, gli psicofarmaci possono essere la strada verso una ritrovata serenità.
Tiziana Corteccioni, chi è l'autrice
Tiziana Corteccioni è psichiatra e psicoterapeuta. Laureata con lode in Medicina presso l’Università di Roma Tor Vergata, frequenta la scuola di specializzazione in Psichiatria e successivamente il corso di perfezionamento in psicoterapia cognitivo-comportamentale. Nel 2014 apre un blog in cui tratta argomenti legati alla sua professione che diviene ben presto uno spazio dove poter offrire una parola di conforto a chi sta attraversando un momento difficile: a oggi il blog è visitato da 45.000 persone ogni mese. Negli anni ha contribuito a realizzare inchieste sulla salute mentale, collaborando con diverse testate giornalistiche cartacee e online tra cui Corriere della Sera, La Stampa, Libero, Nuovo, Fanpage.it, Tpi.it. 'Ho bisogno di una pillola?' è il suo primo libro.