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Elezioni Sardegna, tra Todde e Truzzu è duello all’ultimo voto

La candidata del campo largo sul palco del comitato elettorale con Conte e Schlein. Due comuni non concludono lo spoglio, FdI: "Lo farà il tribunale"

Alessandra Todde - Fotogramma

Quando sono state scrutinate 1.818 sezioni su 1.844, si profila la vittoria al fotofinish alle elezioni regionali 2024 in Sardegna della candidata del campo largo Alessandra Todde - al 45,4% - sul candidato del centrodestra Paolo Truzzu, al 45%. Renato Soru (Coalizione sarda) è all'8,6% mentre Lucia Chessa (Sardigna R-esiste) è all'1%.

La candidata del centrosinistra surclassa intanto la coalizione che l'appoggia, ferma al 42,6%. La coalizione di centrodestra invece guadagna più voti del candidato che sostiene, attestandosi al 48,8%.

Il Pd è intanto il primo partito in Sardegna al 13,8%, segue a poca distanza FdI con il 13,6%. Quindi il M5s con il 7,8%, Fi con il 6,3% e la Lega con il 3,8.

"Io prima presidente nella storia della Sardegna"

"Sono molto contenta, molto orgogliosa. Dai dati si profila una vittoria. Oggi si può scrivere una pagina importante per la Sardegna". Questo l'annuncio di Alessandra Todde, che conferma così la vittoria al comitato elettorale di Cagliari a notte inoltrata. "Io non mi sono mai sentita una capopopolo. C'è una squadra forte e coesa. Voglio ringraziare lo staff e tutti quelli che hanno lavorato con noi", dice. Con Todde il leader del M5s Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein. "Sono molto contenta, visti i dati che abbiamo a disposizione, di quello che si profila, della storicità di questo risultato, della prima donna presidente nella storia della Sardegna", continua Todde, che aggiunge: "Sono contenta di essere qui con Giuseppe Conte e con Elly Schlein per questo risultato perché è un risultato dei sardi ma anche di una coalizione che ci ha creduto e ha investito su questo risultato".

"Sono date storiche. Prima donna presidente della Regione Sardegna e anche, devo dire con orgoglio, la prima volta che il M5s esprime un presidente di Regione. E' stato fatto un gran lavoro dalle forze politiche e da quelle civiche, che hanno lavorato qui territorialmente per elaborare un progetto serio e credibile per i cittadini sardi", ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte davanti ai cronisti. "Sono felicissimo per i cittadini che hanno creduto in questo rinnovamento", continua il leader M5S, aggiungendo che "in prospettiva futura ci fa ben pensare che quando c'è un progetto serio, un lavoro con le comunità di riferimento e raccogliendo le loro istanze ed esigenze si possono ottenere risultati così sorprendenti rispetto alle aspettative". Ha vinto il campo largo? "Ha vinto il campo giusto", ha replicato.

"Sono molto emozionata perché come dice Alessandra questa è una vittoria dei sardi, di questa straordinaria candidata che ha fatto una campagna splendida e che ridà speranza a questa terra. E' la vittoria di una coalizione e di un progetto convincente e credibile. Siamo molto felici di questo", le parole di Elly Schlein, che continua: "Aspettiamo gli ultimi dati, ma c'era chi non scommetteva che saremmo arrivati fino a qui. Questo risultato conferma la scelta che è nata sul territorio, ci credevo da subito e il rapporto di stima con Alessandra nasceva da prima di questa candidatura".

Per Schlein "è il modo migliore per festeggiare" l'anniversario della vittoria alle primarie per la segreteria del Pd che si sono svolte esattamente un anno fa. "Cambia il vento? Sì, cambia il vento", dice la leader dem.

Due comuni non concludono spoglio, Fdi: "Lo farà il tribunale"

I comuni di Luras e Narcao "non hanno terminato lo spoglio di alcune sezioni e dovrà essere il tribunale a concludere le operazioni di scrutinio", sottolinea all'Adnkronos il deputato sardo di Fdi Gianni Lampis.

Ritardi nello spoglio, è polemica

E' intanto polemica sui ritardi nello spoglio, con la Regione Sardegna che dopo 11 ore aveva comunicato solo la metà dei dati in arrivo dalle 1.844 sezioni. Mentre i Comuni indicavano dati in stato avanzato, questi ritardi nella presentazione dei dati ufficiali dalla Regione hanno creato malumori nello staff di Alessandra Todde. “Questi ritardi della Regione - spiegavano all'Adnkronos - non sono solo un problema tecnico, qua c'è un problema di informazione e mancanza di rispetto per gli elettori che aspettano i risultati".

Nessuno stop agli scrutini alle 19

A creare ulteriore suspence per lo spoglio in Sardegna c'era pure la tagliola dell'interruzione alle ore 19. Così prevede l'articolo 69 della legge regionale numero 7 del 6 marzo 1979: "Le operazioni (...) di scrutinio devono essere ultimate entro dodici ore dal loro inizio".

Quindi, con l'apertura delle urne alle 7, il limite massimo sarebbe dovuto essere alle 19. Ma c'è una precisazione del dirigente del Servizio elettorale della Regione Sardegna (datata 23 febbraio) e spiega che non si tratta di un limite perentorio. "Il termine finale delle operazioni di scrutinio, fissato entro 12 ore dal loro inizio ai sensi dell'art. 69 della L.R. n. 7/1979, deve considerarsi meramente indicativo - scrive il direttore Sergio Loddo -. Pertanto, salvo che intervengano cause di forza maggiore, gli Uffici elettorali di sezione sono tenuti a completare tutte le operazioni di competenza".

Todde in vantaggio a Sassari e Cagliari, vince a Nuoro. Olbia a Truzzu

Intanto nella città di Nuoro la candidata del campo largo Todde vince con oltre 20 punti percentuali di scarto su Truzzu. In base ai dati pubblicati sul sito del Comune (44 sezioni scrutinate su 44), Todde è al 53,84% mentre Truzzu si ferma al 32,78%.

Quando sono state scrutinate 135 sezioni su 140, nel Comune di Sassari la candidata del centrosinistra è al 53.31% mentre il candidato del centrodestra è al 36.66%.

A Cagliari, mentre lo scrutinio per le elezioni regionali è ancora in corso, è quindi sempre avanti Todde su Paolo Truzzu, proprio nella città dove l'esponente FdI è sindaco. In base ai dati pubblicati sul sito del Comune e relativi alla scrutinio di 170 sezioni su 173, Todde è al 53,09% e Truzzu è al 34,54%.

Nella città di Olbia Truzzu ha invece sconfitto con oltre dieci punti di stacco la candidata del campo largo. Secondo i dati definitivi del sito del Comune, Truzzu è al 52,42% mentre Todde 41,68%.

A Oristano il candidato del centrodestra va verso la vittoria con il 46,58% mentre Todde è al 40,12%.

A Baradili Todde batte Truzzu, è il paese più piccolo della Sardegna

I numeri a Baradili sono minuscoli, perché è il paese più piccolo della Sardegna, ma qui Alessandra Todde ha battuto Paolo Truzzu. Il sindaco di Cagliari aveva scelto simbolicamente di cominciare da qui la sua campagna elettorale, ma non è bastato per convincere quel corpo elettorale che ha le dimensioni di un condominio. Nel paesino dell'Oristanese hanno votato 48 dei 73 aventi diritto al voto e la candidata del Campo largo ha incassato il 48,9% (22 voti) mentre Paolo Truzzu si è fermato al 42,2% (19 preferenze). Solo tre voti per Renato Soru (6,7%) e uno solo per Lucia Chessa (2,2%).

Affluenza

Sono stati 758.252 i votanti (affluenza del 52,4%) che ieri si sono presentati ai seggi tra le 6.30 e le 22. Dopo la conta dei voti ricevuti dai quattro candidati a prendere il posto di Christian Solinas si passerà al conteggio dei voti di lista e infine le preferenze ricevute dai consiglieri. Non si escludono problemi durante gli scrutini perché la legge elettorale in vigore in Sardegna permette di esprimere la doppia preferenza di genere (due candidati di sesso diverso, ma della stessa lista) e c'è anche la possibilità del voto disgiunto (indicando un candidato consigliere di una lista e il presidente sostenuto da un'altra coalizione).

L'affluenza alle Regionali 2024 della Sardegna si è attestata dunque al 52,4%. Su 1.447.753 aventi diritto sono stati 758.252 i cittadini che si sono recati alle urne. Cinque anni fa il dato fu del 53,74%.

La medaglia d'oro per l'affluenza spetta a Torralba, in provincia di Sassari: qui ha votato il 75,5% degli elettori, 584 su 774. Sul podio delle preferenze al secondo posto c'è Buddusò che chiude con l'affluenza al 72,9%: su 3027 aventi diritto si sono presentati in 2.206 ai seggi. Il Nuorese porta a casa la medaglia di bronzo: a Lodine ha votato il 72,8%, solo in 75 su 276 hanno disertato i seggi.

Nuoro registra invece l'affluenza maggiore tra le principali città sarde: il 60%. Nel capoluogo barbaricino, città della candidata del Campo largo Alessandra Todde, alle Regionali del 2019 aveva votato il 57,20%. Il dato cittadino traina quello dell'intera circoscrizione: nel Nuorese ha votato il 56,4% degli elettori, cinque anni il dato si fa era fermato al 53,18.

A Cagliari città hanno votato 79mila elettori, che rappresentano il 55,32% degli aventi diritto. Nel capoluogo sardo di cui è sindaco Truzzu, nella tornata elettorale del 2019 aveva votato il 58,97%.

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Liliana Segre e l’antisemitismo, una vita tra le...

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Europee 2024, Mentana lancia confronto tv con tutti i...

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Il leader del Movimento 5 Stelle all'Adnkronos: "Sì alla proposta di La7, confronto a due lede il principio di parità, la Rai fa in tempo a ripensarci". Anche la Lega dice sì

Enrico Mentana

Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana lancia il confronto tv per le elezioni Europee 2024 tra tutti i leader il 5 e 6 giugno. "D'intesa con i vertici di La7 - scrive Mentana sui suoi profili social - ufficializzo la proposta di due confronti televisivi tra i leader delle liste in lizza per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno. I confronti avranno luogo mercoledì 5 e giovedì 6 giugno alle 21.20: prendendo l'ultimo sondaggio Swg divulgabile, quello del 23 maggio, riserveremo la serata del 6 giugno ai rappresentanti delle liste maggiori. Questa la proposta, attendiamo le risposte".

La prima adesione è di Conte

E la prima adesione arriva a stretto giro dal leader del M5S Giuseppe Conte attraverso l'Adnkronos. "Accetto la proposta del direttore Enrico Mentana di partecipare a un confronto tra tutti i leader in vista del voto del 8 e 9 giugno. È una modalità - sottolinea Conte - che rispetta il principio di parità tra le forze politiche e non regala a nessuno indebiti vantaggi. Ringrazio lui e La7 per offrire alla politica un confronto plurale e coerente con lo schema delle elezioni europee, che prescindono come noto da ogni dinamica di coalizione e di maggioranza/opposizione".

"La proposta de La7 - va avanti l'ex premier - offre alle forze politiche la possibilità del confronto con la presidente del Consiglio, cosa che in un confronto solo a due e riservata unicamente a una singola forza politica lede il principio di parità. La Rai è ancora in tempo per fare altrettanto, ed anche in quel caso ovviamente il MoVimento 5 Stelle ci sarà. Non ci sottraiamo mai al confronto purché avvenga nel rispetto delle regole e dei cittadini".

Il sì della Lega

''Matteo Salvini è disponibile a fare confronti ovunque e con chiunque, con serietà e regole chiare'', fa sapere la Lega, dopo l'offerta di Enrico Mentana.

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Premierato, la bocciatura di Liliana Segre: “Aspetti...

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L'allarme della senatrice: "Drastico declassamento a danno del Capo dello Stato, stravolti gli equilibri dei poteri"

Liliana Segre - Fotogramma

Liliana Segre boccia il premierato. La senatrice a vita è intervenuta oggi in Aula durante la discussione generale sulla riforma costituzionale denunciando "vari aspetti allarmanti, non posso tacere", ha affermato.

Con il premierato avremmo "un drastico declassamento a danno del capo dello Stato, non solo privato di fondamentali prerogative, ma costretto a guardare dal basso all'alto un premier forte dell'investitura popolare", ha scandito.

Con il premierato, ha proseguito Segre, "il partito o la coalizione vincente sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia".

Insomma con questa riforma avviene uno "stravolgimento profondo che ci espone a problemi maggiori, non è facilmente comprensibile il motivo di questa scelta".

"Sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo - ha sottolineato la senatrice a vita - si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto 'premierato'".

"Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan 'scegliete voi il capo del governo'. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate", ha concluso Segre tra gli applausi dell'opposizione.

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