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Economia

Farmaceutica, Valducci (Valpharma): “Per 2024 segnali...

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Farmaceutica, Valducci (Valpharma): “Per 2024 segnali in crescita con nuovi prodotti”

E' stata la prima industria farmaceutica di San Marino e oggi è una realtà solida, proiettata all'export e guidata da una presidente con idee chiare, Alessia Valducci. Da Cerasolo di Rimini, l'azienda si è fatta largo e oggi ha creato da sola un distretto del farmaco e della nutraceutica

Farmaceutica, Valducci (Valpharma):

Valpharma è stata la prima industria farmaceutica di San Marino e oggi è una realtà solida, proiettata all'export e guidata da una presidente con idee chiare, Alessia Valducci. Da Cerasolo di Rimini, l'azienda si è fatta largo e oggi ha creato da sola un distretto del farmaco. "Per il 2024 i segnali sono positivi e di crescita, per il fatturato del 2023 siamo in linea con quello del 2022, 70 mln di euro", spiega all'Adnkronos Salute Valducci. Ma la sfida "sarà la linea di confezionamento per i nostri clienti, daremo un pacchetto 'full service' dalla produzione all'confezionamento". E poi ci sarà il trasloco per il nuovo 'Polo della salute'. "Ogni anno aggiungiamo valore, con coraggio", prosegue la presidente e per il 2024 la parola chiave "è rispetto, delle persone e per se stessi". Valpharma Group comprende tre realtà: Valpharma Spa, Valpharma International Spa ed Erba Vita Spa. Realtà che operano in 70 paesi e 5 continenti dai farmaci, ai nutraceutici (integratori), ai dispositivi medici e servizi.

Altra novità per il 2024 è la Cina, una inversione di tendenza rispetto al settore visto che tanta produzione fa il percorso contrario dall'Oriente in Italia. "Produrremmo per il mercato cinese un miorilassante - racconta - è stato un percorso lungo e complesso. Nel mercato della nutraceutica già eravamo presenti mentre non c'eravamo nel pharma". Valpharma ha nel suo Dna guardare e costruire ponti con l'estero visto che il primo cliente dell'azienda fondata da Roberto Valducci, papà di Alessia, fu nel 1977 il Sud Africa. Valducci senior è stato un pioniere, da perito chimico a fondatore della prima industria farmaceutica di San Marino. "In Usa abbiamo aperto i nostri uffici e presto partiremo con la vendita online per la nutraceutica. Andrò in Giappone per rinforzare la nostra posizione e per incontrare due nostri grossi clienti", aggiunge la chairwoman.

Nel 2022 il fatturato complessivo di Valpharma Group è stato di oltre 70 milioni di euro (con una crescita del 3,4% sui 67,7 milioni nel 2021). L’Ebitda corrisponde a 6,9 milioni di euro, mentre l’utile post imposte è di 1,2 milioni di euro. Sono oltre 430 i dipendenti sui 3 stabilimenti, ai quali si aggiungono i 45 agenti che lavorano su tutto il territorio nazionale. La produzione del gruppo è di circa 2 miliardi di compresse prodotte ogni anno. Valpharma è un’azienda farmaceutica specializzata nello sviluppo di prodotti a rilascio modificato e controllato. Produce: antiipertensivi, antireflusso, antinfiammatori non steroidei, anticostipazione, antidiabetici, anti-aggreganti, ipnoinducenti.

"Sono figlia di un romagnolo che negli anni '50 ha avuto il coraggio di andare a lavorare a Milano. Poi ha deciso di mettersi in proprio e grazie all'aiuto di mia madre, medico, ha aperto la sua azienda. A Milano aveva lavorato per un'azienda americana che produceva farmaci retard", ricorda la figlia parlando del padre scomparso a 85 anni. E' stato lui a spingere per l'acquisizione di Erba Vita: "Io non ero proprio contenta, visto che seguivo già tre aziende, ma mio padre si era innamorato di quella realtà e ci credeva molto", aggiunge la Valducci. La famiglia ha creato dal nulla un distretto del farmaco a pochi passi da una altra realtà molto importante come San Patrignano.

Nel 2017 l'acquisto di Erba Vita. "Il settore nutraceutico un mondo affascinante - sottolinea Alessia Valducci - con tempi molto più veloci rispetto alla farmaceutica dove impieghiamo anni per una registrazione. Ma vive anche di mode e di momenti. Stiamo puntando, ad esempio, sulla menopausa, e cerchiamo di aiutare le persone con i nostri prodotti naturali. Lo stesso con la melatonina che ha visto un grande successo".

Secondo l'associazione Integratori & Salute, che rappresenta il comparto in Italia all'interno dell'Unione italiana food, il consumo degli integratori alimentari nel nostro Paese è passato dai 125 milioni di confezioni vendute nel 2013 ai 200 milioni del 2023, con una crescita di circa il 60% delle vendite a volume.

Dietro e dentro Valpharma, "ci sono tantissimi giovani, c'è un ricambio generazionale in atto e puntiamo con la loro linfa ad essere sempre più innovativi", prosegue la presidente. Ogni anno le aziende del gruppo investono circa il 10% del fatturato in innovazione tecnologica per mantenere alti gli standard produttivi. A questo si aggiunge la lunga esperienza fitoterapica di Erba Vita, dove lavora anche un team di ricerca e sviluppo interno che studia e sviluppa le formulazioni dei prodotti con la massima attenzione per la qualità delle materie prime utilizzate.

Il settore farmaceutico da anni batte ogni record quando si parla di occupazione femminile. E Valpharma conferma il trend. "Le spingo e stimolo sempre - conclude la presidente - abbiamo bisogno della loro forza e visione, sono donne metà del vertice azienda e nelle tre direzioni di produzione abbiamo tre donne".

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Economia

Dichiarazione dei redditi 2024, da oggi è scaricabile online

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Si ha tempo fino al 20 maggio per apportare variazioni o accettare il modello

E' pronta la dichiarazione dei redditi semplificata 2024. Da oggi è già possibile accedere nell'area riservata del sito dell'Agenzia delle Entrate per consultare i dati messi a disposizione dal fisco. Si ha tempo fino al 20 maggio per apportare variazioni o accettare il modello.

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Economia

Fisco, Leo: “Bonus 100 euro dipendenti primo...

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Le parole del viceministro dell'Economia dopo il Cdm che ha dato il via libera al tredicesimo decreto fiscale: "Per superbonus assunzioni aspettiamo decreto ministeriale"

Maurizio Leo - Fotogramma

Bonus da 100 euro nel 2025 e non a dicembre 2024 perché "c'era la necessità assoluta di trovare le coperture che non avevano per il 2024". Lo ha detto in conferenza stampa il viceministro al Mef Maurizio Leo dopo il Cdm che ha dato il via libera al tredicesimo decreto fiscale, spiegando che la misura è destinata a redditi da lavoro dipendente entro i 28mila euro con almeno un figlio a carico. Il bonus 100 euro "è il primo tassello di quello che intendiamo fare trovando le risorse per le tredicesime", ha sottolineato il viceministro dell’Economia.

“Dobbiamo trovare l’equilibrio per le coperture, la nostra stella polare è muoversi in questa direzione”, ha aggiunto. "Con questo tredicesimo decreto abbiamo fatto gran parte della riforma fiscale, attesa dagli anni Settanta, che fissa regole certe e alleggerisce il carico per le imprese ed i cittadini", con "rispetto quasi maniacale per i conti pubblici", ha detto, ribadendo come tutto sia "stato fatto con una attenzione rigorosa ai conti pubblici".

Nel 2025 puntiamo a "consolidare le tre aliquote Irpef e a spingerci ancora oltre", ha detto ancora Leo, sottolineando che a fine anno "vedremo il risultato del concordato preventivo e speriamo di avere le risorse per venire incontro al ceto medio".

Manca ancora il decreto ministeriale del Mef e del ministero del Lavoro per il superbonus assunzioni. "La misura è già prevista nel decreto legislativo già approvato" e "si sta procedendo ad un decreto interministeriale per fissare le regole di applicazione con effetto retroattivo sui contratti dal primo gennaio 2024", ha spiegato quindi il vice ministro al Mef Maurizio rispondendo ad una domanda sulla maxi deduzione al 120% (maggiorata al 130% per giovani, le donne ed ex Rdc) sulle assunzioni delle imprese, indipendentemente dalla forma societaria, e di lavoratori autonomi.

Stop contributi per 2 anni a chi assume giovani, disoccupati e donne

Chi assumerà giovani, donne e disoccupati da più di 24 mesi non pagherà i contributi, prevede quindi il decreto legge Coesione. Nel comunicato di Palazzo Chigi si spiega che l’esonero dal 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per i giovani, con età inferiore a 35 anni, avrà un limite massimo di 500 euro mensili per 2 anni, nelle regioni della Zona economica speciale unica del Mezzogiorno, anche degli over 35 disoccupati da almeno ventiquattro mesi.

Il decreto prevede inoltre un bonus donne in favore delle lavoratrici svantaggiate, con l’esonero dal 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per un massimo di 24 mesi, nel limite massimo di 650 euro su base mensile, per ciascuna lavoratrice assunta a tempo indeterminato. Il bonus si applica alle donne di qualsiasi età, con un trattamento di maggior favore per le donne residenti nel Mezzogiorno.

Bonus 100 euro, a chi è destinato: cosa ha detto Meloni

Oggi in Consiglio dei ministri, nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale, è arrivato il via libera al decreto legislativo che permetterà di erogare, nel mese di gennaio 2025, un’indennità di 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28.000 euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Secondo quanto si apprende lo avrebbe detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri sera nel corso dell'incontro con i sindacati. Questo provvedimento, avrebbe spiegato il premier, rientra nel più ampio lavoro che il Governo ha portato avanti finora per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, segnatamente quelli più esposti. In questi sedici mesi di governo, ha spiegato, si è scelto di concentrare le risorse a disposizione per interventi di carattere redistributivo.

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Economia

Mantovani (Manageritalia), ‘favorire imprese più...

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Il presidente di Manageritalia ad Adnkronos/Labitalia: "Serve lavoro di qualità e ben remunerato. Superbonus per assunzioni? Non centra obiettivo"

Mantovani (Manageritalia), 'favorire imprese più competitive per avere salari adeguati

"Continuiamo a tenere in piedi un'economia basata su aziende marginali che hanno difficoltà a stare sul mercato ed evidentemente non possono poi pagare stipendi adeguati. Dovremmo avere il coraggio di favorire le aziende più competitive. Ieri il nostro rappresentante nell'incontro governo-sindacati, il presidente di Cida, Stefano Cuzzilla, ha portato con molta chiarezza il nostro messaggio: chiediamo che sia avviata una politica che chiaramente favorisce il lavoro di qualità, il lavoro ben remunerato. Questo certamente passa attraverso politiche fiscali che non lo penalizzino più come oggi". Così, con Adnkronos/Labitalia, Mario Mantovani, presidente di Manageritalia, l'organizzazione che rappresenta dirigenti, quadri ed executive professional di commercio, turismo, servizi e terziario avanzato, e conta 43mila manager associati.

"Sul fronte delle aziende -spiega Mantovani- occorre andare nella direzione della competitività e della libertà imprenditoriale. Quindi sicuramente favorire la concorrenza e consentire alle aziende che hanno maggiori risorse, anche umane e non soltanto economiche, di crescere più rapidamente. Purtroppo questo in Italia è ancora fortemente bloccato in molti settori", ribadisce Mantovani. Per Mantovani, serve un mercato più 'libero'. "Io credo che non ci sia un problema nelle aziende sane -sottolinea- nell'investire in innovazione o anche nell'intraprendere dei percorsi di crescita delle persone. Il problema è avere un mercato che poi consenta di ripagare questo tipo di investimenti. Se il mercato è troppo piccolo, non paga questi investimenti, è comunque fatto da attori marginali che lavorano a costi molto bassi, è chiaro che è difficile fare investimenti che poi vengono remunerati", continua.

"Io credo che serva un piano di libertà d'impresa -spiega- che consenta alle aziende migliori di fare le loro scelte. Certo, le aziende si possono indirizzare, per esempio, nella direzione della sostenibilità, e quello può servire per orientare determinate scelte sui temi energetici. Non serve un piano che dica quante fabbriche dobbiamo costruire, servono delle indicazioni chiare di quelli che sono gli obiettivi da raggiungere nel tempo e poi lasciare che le imprese effettivamente più strutturate, più capaci, operino anche con minori vincoli burocratici. Anche questa è una cosa che diciamo da anni, ma non sembra che ci siano grandi segni di cambiamento al riguardo", rimarca.

"In una parola, deve essere il Primo maggio del lavoro di qualità. Su questa parola credo che ci si trovi tutti d'accordo, anche con i sindacati con opinioni più negative nei confronti della linea del governo. Forse, però, intendiamo cose diverse noi dirigenti rispetto ad altri sindacati. A nostro parere, il lavoro di qualità non può essere banalizzato nel parlare di tempo determinato o tempo indeterminato. Il lavoro di qualità significa lavoro pagato bene, con competenze elevate e crescita qualitativa". Aggiunge Mantovani.

"Il nostro Paese -sottolinea - ha un dato sulle retribuzioni, molto negativo rispetto a Germania, Francia, Inghilterra, e anche Spagna ormai. Non abbiamo avuto, negli ultimi 25 anni, una crescita delle retribuzioni, rispetto a un aumento dal 20 al 30% di altri Paesi. Ma questo aspetto non è legato alle retribuzioni basse che sono in realtà in linea con quelle di questi paesi. È legato al fatto -spiega Mantovani- che ci sono troppo poche posizioni di livello medio e alto e queste sono fortemente penalizzate rispetto a quelle di altri Paesi".

Una penalizzazione che, in particolare, avviene a livello fiscale. "Abbiamo una tassazione per i redditi sopra i 50.000 euro che normalmente viene riservata a retribuzioni dai 150.000 euro in su. Quindi consideriamo stipendi alti quelli che sono stipendi medio-bassi in Paesi comparabili al nostro. E poi abbiamo sicuramente una tendenza a penalizzare il lavoro ben remunerato e il lavoro qualificato", conclude.

Infine, a proposito di lavoro: "Provvedimenti tipo il 'superbonus' per agevolare le assunzioni con degli sgravi fiscali contributivi non centrano l'obiettivo, perché il problema vero è che le aziende non trovano le persone con le competenze giuste. Quindi il problema non è dare sgravi alle aziende per assumere, ma qualificare le persone e far sì che le aziende trovino i profili giusti e che siano aziende capaci di remunerarle, di pagarle".

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