Europee, Salvini lancia Vannacci: “Sintonia umana e culturale, da voto arriverà sorpresa”
Il segretario della Lega durante la presentazione di 'Controvento, l'Italia che non si arrende': "Mi piace avere un generale in lista per parlare di pace"
Il generale Roberto Vannacci si candida alle elezioni europee "per andare a cambiare questa Europa, abbiamo un obiettivo in comune". Lo dice Matteo Salvini, nel corso della presentazione del libro 'Controvento' al tempio di Adriano a Roma, rivolgendosi al generale, presente con lui sul palco. "Con un uomo di esperienza che non ha avuto paura ci siamo travati in sintonia, secondo me gli italiani ci daranno una grande sorpresa" avverte il leader della Lega.
Salvini spiega che "quando ho letto le pagine di astio verso il libro di Vannacci, ho voluto conoscere questo mostro che aveva osato da generale pensare e combattere, ho condiviso una gran parte dei suoi passaggi nel libro". "Io sono libero di non condividere qualche idea di Roberto -racconta- e lui lo stesso". Quindi, riferendosi alle parole di Emmanuel Macron, sul conflitto in Ucraina, aggiunge: "Mai nel nostro nome un solo soldato italiano a combattere e morire fuori dai nostri confini, mi piace avere in lista un generale come Vannacci per parlare di pace".
Sul tavolo del Tempio di Adriano, a due passi dalla Camera, a sorpresa c'è anche il libro di Vannacci 'Il coraggio vince'. E le domande che arrivano sono non solo per il segretario della Lega, ma anche per il generale 'prestato' alla politica. I due seduti vicino, spesso si scambiano segnali di intesa, in una sorta di intervista doppia, che prende il posto della presentazione del volume del leghista. "Ci sono 108 giornalisti accreditati, tanta roba Roberto...", dice il leader della Lega rivolto al generale, iniziando il dibattito.
Entrambi con vestito blu e camicia bianca, anche se il generale vanta una cravatta in più. "Grazie Matteo -ricambia il militare- , grazie per avermi candidato. Ho scelto la Lega perché i nostri valori sono patria, confini, sicurezza e sovranità nazionale".
I temi nella discussione di oltre un'ora sono quelli di sempre e sono condivisi dal duo Salvini-Vannacci. Sui migranti il segretario federale ricorda il suo processo per il caso Open Arms: "L’aula bunker del tribunale di Palermo la conoscevo dai telegiornali da ragazzo per i grandi processi antimafia -dice preoccupato- . Io tutto nella vita pensavo fuorché rischiare il carcere per aver fatto quello che avevo promesso di fare a milioni di italiani".
Vannacci: "E' un mondo al contrario, senza identità"
Ci va giù pesante Vannacci. "Perché le società multiculturali sarebbero migliori delle altre?", si domanda rispondendosi di no, perché per lui "quel modello si scontra con il concetto di patria, dove tutti si stringono intorno a un medesimo principio e sono pronti a combattere per questo. Nella società multiculturale il concetto di nazione sovrana viene messo in dubbio".
Altra domanda del generale: "Quanti immigrati potrà ancora accettare l'Europa? A un certo punto si raggiungerà il limite fisico e dovranno essere presi dei provvedimenti volti a limitare questo flusso incontrollato", aggiunge applaudito.
Quanto all'Europa, "non c'è dubbio che un mondo senza identità è un modo al contrario, quello che ci sta offrendo nell'ultimo tempo, stanno togliendo tutti i simboli identitari. Per le olimpiadi hanno tolto pure il crocifisso dai manifesti olimpici di Parigi", dice Vannacci. "Hanno tolto pure le campane, hanno annacquato tutto, l'Europa deve sembrare una paccottiglia dove tutti vengono inclusi". "Mi aspetto grande condivisione in Europa", dice con riferimento ai valori che porterà in Europa, a partire dalla cristianità.
"Sintonia umana e culturale"
A conti fatti la convergenza è quasi su tutto ("magari su qualcosa potremmo essere anche in disaccordo, ma è normale", chiosa Salvini). "Abbiamo delle caratteristiche che sono comuni e nessuno ce le può togliere", assicura il generale. "Vorrei che un domani i nostri figli lo possano dire con grande libertà, senza avere la paura di essere accusati di aver violato chissà quale principio di farlocca inclusione che nella realtà non esiste". Quella che Vannacci vuole combattere è la woke culture: "Non dobbiamo vergognarci di quello che hanno fatto i nostri nonni, e i padri dei nostri nonni", sottolinea.
"Ho parlato di patria, di confini, di identità, di sicurezza e ritengo che questi valori siano sovrapponibili con quelli della Lega: è per quello che mi presento come candidato indipendente nell'ambito della Lega di Salvini", spiega applaudito il generale, ironizzando dopo le critiche ricevute: "Il grande Satana che ha deciso di scendere in politica pensando alle proprie figlie". "Con Vannacci ho trovato sintonia umana e culturale e ora non vedo l'ora che arrivi domenica 9 giugno perché gli italiani so che ci riserveranno una grande sorpresa", conclude Salvini.
In sala, tra gli altri, il ministro dell'istruzione, Giuseppe Valditara, l'eurodeputato del partito Antonio Rinaldi, il senatore dell'antimafia, Gianluca Cantalamessa, il sottosegratario al Lavoro, Claudio Durigon, il senatore Claudio Borghi, candidato a Bruxelles. Molti intanto quelli che comprano il libro, in attesa della firma e dedica di Salvini. In platea arrivano anche il deputato leghista Antonio Angelucci, l’ex governatore del Lazio Francesco Storace, il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Tra i giornalisti e le troupe televisive anche una inviata della tv svedese.
Politica
Milei ad Atreju: “Difendiamo causa...
Il presidente argentino ospite della kermesse di Fratelli d'Italia:
"Sono molto contenta" di avere Milei "qui stasera. Dobbiamo ringraziare questo ospite che ha fatto un viaggio lungo per partecipare a questa edizione di Atreju. Lui sta portando una vera rivoluzione culturale in una nazione sorella dell'Italia". Così la premier Giorgia Meloni, presentando sul palco di Atreju il presidente argentino Javier Milei.
"Come noi, condivide l'idea che una politica fatta solo di sussidi è una politica che porta i Paesi verso il baratro e come noi sa che il lavoro è l'unico antidoto vero per la povertà", ha proseguito la presidente del Consiglio, chiamando l'applauso per l'ospite d'onore della kermesse. E la platea ha risposto al grido di "libertà, libertà".
Cosa ha detto Milei
"Il sistema delle caste privilegiate sta collassando, l'infermità dell'anima woke incontra sempre più resistenza dentro una società che cerca nuovi rappresentanti, leader che segnino il cammino", ha scandito Milei dal palco di Atreju. "Noi difendiamo una causa giusta e nobile, molto più grande di ognuno di noi. Noi persone siamo meri strumenti per questa causa e dobbiamo essere disposti a dare la vita per questa. Parlo della linea storica dell'Occidente, una causa intergenerazionale, un filo che scorre lungo millenni".
"Si tratta di una causa giusta, che ci supera come persone, per cui non c'è posto per ambizioni personali - ha detto Milei, che poi ha citato Lenin - Senza teoria rivoluzionaria non ci può essere un movimento rivoluzionario".
"Ho le mie ricette che non sono né politicamente corrette, né professionali, ma non si può nascondere che finora ci abbiano dato risultati, almeno funzionano. Sono come il catenaccio - ha spiegato con un parallelo calcistico - però in politica".
"Il nostro governo ha appena compiuto un anno, contro il pronostico di analisti e politici di professione, che credevano saremmo durati solo un paio di mesi e che eravamo incapaci di governare, oggi questi stessi si sorprendono dei nostri risultati - ha rivendicato Milei - Non sono un politico, ho sempre disprezzato i politici per i danni profondi che hanno fatto al mio Paese. Sono entrato in politica a 51 anni, e a chi mi voleva insegnare come fare politica, come comportarsi, come negoziare, come parlare in camera... diciamo che non li ho mai studiati e tantomeno li ho applicati".
Politica
Conte ad Atreju: “Non saremo mai junior partner del...
Il presidente del M5S dalla kermesse di Fratelli d'Italia dice no anche a una nuova alleanza col centrodestra: "C'è deriva reazionaria. Noi lavoriamo per costruire un'alternativa"
Mai junior partner del Pd né di sinistra se questo significa "combattere solo nel nome dell’antifascismo". Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, parla oggi, 14 dicembre, dal palco di Atreju intervistato da Mario Sechi. Tuttavia esclude anche una nuova alleanza con il centrodestra.
"Il confronto è un dovere"
"Sentitevi liberi di manifestare anche il vostro dissenso", dice rivolto alla platea della kermesse di Fratelli d'Italia. “Io ci sono venuto” ad Atreju “anche dal presidente del Consiglio quando Fdi non era tra i partiti più consistenti per il consenso, anche in quell’occasione ho ricevuto un invito da Meloni e l’ho accettato - ricorda -. E’ un dovere confrontarsi anche con chi la pensa diversamente".
"Da elettore di Fdi sarei deluso"
Quindi su una possibile nuova alleanza del Movimento col centrodestra dice "no, io vengo da una manifestazione sul decreto Sicurezza, una cosa è una prospettiva conservatrice che rispetto, e quella di Meloni è neoconservatrice, e favorisce l’alternanza. Altra cosa sono le derive reazionarie".
Quindi l'affondo contro Fratelli d'Italia: "Rispetto agli impegni elettorali assunti da Fdi in campagna elettorale, io se fossi un elettore di Fdi rimarrei molto deluso per le tante piroette e tante giravolte", afferma l'ex premier. "Come leader di un'altra forza politica dico ci sono tante cose che non vanno, se giriamo il territorio c'è una situazione drammatica per le imprese e le famiglie su sanità, scuola. Far finta che va tutto bene non è possibile”, aggiunge.
"Sono di sinistra se..."
"Lei è di sinistra"? Chiede Sechi: "Se sinistra significa combattere il solo nel nome dell’antifascismo io non ci sto, se sinistra vuol dire che puoi accogliere indiscriminatamente tutti io non ci sto, se significa se ti preoccupi solo nei quartieri residenziali io non ci sto”, la risposta del leader pentastellato. "Sta per prendere la tessera di Fratelli d’Italia"? Incalza il giornalista e la risposta è netta: “Non credo”. “Noi siamo progressisti indipendenti vuol dire che abbiamo una visione diversa da quella della destra, e lavoriamo per costruire un’alternativa” rivendica.
"No ad alleanza organica col Pd"
"Non saremo mai il cespuglio e il junior partner di nessuna forza politica. Anche prima della Costituente l'ho sempre detto, noi non siamo per un'alleanza strutturale e organica ad esempio con il Pd o con altre forze - avverte Conte - perché questo snaturerebbe le nostre battaglie. Noi vogliamo fare nostro percorso e a tempo debito vedremo se ci sono i presupposti, come ci auguriamo, per costruire un'alternativa di governo seria, credibile e solida”, afferma.
"Io avvocato del popolo contro l'arroganza del potere"
"Io mi sento avvocato del popolo, per difenderlo dall'arroganza del potere. Noi” quando eravamo al governo, ricorda l'ex premier, "siamo stati attaccati da tutti i poteri”.
Quanto alla futura squadra del Movimento 5 stelle "ci sono quelli che non hanno mai abbandonato il Movimento e ci sono stati anche con la regola del doppio mandato", chiarisce Conte e dice sì al ritorno di Fico e Taverna.
"Italia sia protagonista di una svolta per l'Ucraina"
Quindi sul panorama internazionale l'ex presidente del Consiglio torna a battere sulla necessità di una svolta per la guerra in Ucraina. "Due mesi dopo l'aggressione russa contro l'Ucraina c'era possibilità di concludere un onorevole accordo di pace, rifiutato perché Boris Johnson si è precipitato a Kiev. Adesso la situazione è che, a meno che non si voglia la terza guerra mondiale, si andrà a concludere un accordo sicuramente a condizioni più deleterie per l’Ucraina".
"L'Italia - aggiunge - dovrebbe essere protagonista di una svolta. Non si può perseguire la vittoria militare sulla Russia. Non e' nel nostro interesse nazionale. Solo la Nato è rimasta a perseguire questo obiettivo, perché gli stessi ucraini sono renitenti".
Politica
Da Giorgia e Arianna Meloni ad atleta afghana Yousofi,...
L'edizione 2024 della manifestazione di Fratelli d'Italia al Circo Massimo si tinge di rosa con una massiccia partecipazione femminile
Da Giorgia e Arianna Meloni alle ministre del governo di centrodestra, passando per deputate e senatrici (di FdI ma non solo), giornaliste ed esponenti del mondo dello spettacolo. L'edizione 2024 di Atreju al Circo Massimo si tinge di rosa grazie al contributo delle donne, grandi protagoniste della manifestazione di Fratelli d'Italia, iniziata l'8 dicembre e che si concluderà domani con l'intervento della presidente del Consiglio.
Prima del gran finale, che vedrà la premier e leader di FdI salire sul palco della 'Sala Cristoforo Colombo' per la chiusura alle 12.15, le donne si sono prese la scena ad Atreju, durante i numerosi panel che hanno scandito il programma della kermesse. 'Il bullismo visto dalle donne' è stato per esempio il tema al centro di uno dei tavoli del 9 dicembre, con gli interventi di Maria Grazia Cucinotta (attrice e produttrice cinematografica), Elisa Di Francisca (schermitrice e campionessa olimpica), Anna Falchi (conduttrice), Martina Stella (attrice), Nina Zilli (cantautrice e conduttrice radiofonica), Sara Ciocca (attrice). A introdurre i lavori la produttrice cinematografica Tiziana Rocca.
Un altro parterre al femminile è stato protagonista del panel del 13 dicembre dal titolo 'Rompere il soffitto di cristallo - La via italiana per una vera parità di genere contro la violenza'. Al dibattito, introdotto da Ester Mieli (senatrice Fdi, responsabile del dipartimento Pari opportunità) e moderato dalla giornalista Safiria Leccese, hanno partecipato: Isabella Rauti (sottosegretario di Stato al Ministero della difesa), Arianna Meloni (responsabile della segreteria politica di Fdi), Anna Paola Concia (ex deputata del Pd e attivista Lgbt), Nunzia De Girolamo (giornalista ed ex ministro), Annalisa Imparato (magistrato), Claudia Gerini (attrice), Sara Manfuso (giornalista). "La cultura del merito - ha affermato Arianna Meloni - deve prevalere sulla cultura del piagnisteo: parità significa uguali opportunità per tutti, indipendentemente da genere o condizioni sociali, per valorizzare il talento di ciascuno. Serve un impegno concreto contro la violenza di genere, una piaga culturale e sociale che possiamo affrontare insieme".
Non sono mancati poi gli interventi delle ministre del governo Meloni: da Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia e le Pari opportunità, ad Elisabetta Casellati, ministro delle Riforme, che ha parlato di premierato e autonomia; dal ministro del Lavoro Elvira Calderone alla titolare del Turismo, Daniela Santanchè. Folta la presenza anche di parlamentari (tra queste la deputata Fdi e presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, e la senatrice del M5S Alessandra Maiorino) e sottosegretarie del governo, come Lucia Albano (Economia), Wanda Ferro (Interno), Paola Frassinetti (Istruzione), Fausta Bergamotto (Imprese e Made in Italy). Tra le personalità premiate ad Atreju Olivia Maurel, attivista contro l'utero in affitto nata da maternità surrogata, e l'atleta olimpica afghana Kimia Yousofi.