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Politica

Schlein: “Meloni come Wanna Marchi, regina delle...

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Schlein: “Meloni come Wanna Marchi, regina delle televendite”

L'attacco della segretaria Dem: "La tv pubblica non può essere Telemeloni"

Elly Schlein (Fotogramma/Ipa)

"Guardando la televisione pubblica Giorgia Meloni sembra diventata la regina delle televendite, ispirandosi a Wanna Marchi. Ma la tv pubblica non può essere Telemeloni". E' quanto ha detto Elly Schlein all'evento del Pd sull'Europa a Cassino. "Dobbiamo difendere la libertà di stampa. Mi hanno segnalato un titolo di ieri nella televisione pubblica: mille euro in più per gli anziani, si vota l'8 e il 9 giugno. Una propaganda nella forma più becera, fatta sulla pelle degli anziani". "Organizzeremo un sit per difendere la libertà di stampa" aggiunge la leader Dem. "Non dobbiamo permettere alla destra di tornare indietro, non esiste una destra sociale, questa destra è letale su tutti diritti" attacca. "Il Pd si mobilita per difendere la libertà di stampa e il valore di un sevizio pubblico che sia davvero libero e plurale e che non può essere a servizio del governo di turno e della sua propaganda. Faremo un sit in alla Rai per difendere il pluralismo dell'informazione e la qualità dell'informazione che è un diritto inalienabile di ogni cittadino. Si è oltrepassato il segno".

Shoah

"Non possiamo tollerare il rigurgito di antisemitismo feroce in Italia e in Europa" dice la segretaria del Pd. "Dobbiamo contrastare ogni forma di razzismo, di islamofobia. L'esercizio della memoria no deve essere retorico, questo è l'impegno che dobbiamo portare avanti giorno per giorno". "Il ricordo va alle vittime della Shoah, la pagina più cupa della storia dell'umanità. Le parole di Mattarella hanno rinsaldato il patrimonio collettivo. Quando dice che è stato il male assoluto. Ci sono dei chiari responsabili, questa parte non va dimenticata di fronte al tentativo pericoloso si riscrivere le pagine della nostra storia".

Autonomia

"Ci mobiliteremo in tutto il Paese contro l'autonomia differenziata, un disegno pericoloso frutto di un baratto cinico che rischia di scardinare l'impianto istituzionale e la tenuta del Paese" promette Schlein, aggiungendo tra l'altro: "Dietro il decidete voi di Giorgia Meloni c'è un decido io per voi e potete andare ogni 5 anni giusto ad acclamare un capo".

Guerra Israele-Hamas

"La mozione parlamentare del Pd vorremo si trasformasse in un Odg nei territori per il cessate il fuoco umanitario immediato per far ripartire il processo di pace verso l'unica soluzione possibile, due popoli e due Stati che possano vivere in pace e sicurezza" dice, parlando del conflitto in Medio oriente.

Famiglia

"Dopo il salario minimo c'è un'altra misura che ci da speranza che si possa lavorare insieme con le altre opposizioni, il congedo paritario al per entrambi i genitori, non trasferibile, una misura concreta che aiuta l'occupazione femminile e le famiglie. Si vive meglio, è importante. Dopo la pandemia torna a contare la qualità della vita".

"Questa destra di sociale non ha niente - attacca ancora Schlein -, in questo anno e mezzo di governo abbiamo visto tutte scelte per aumentare le disuguaglianza, tagliare la sanità, scuola questa sconosciuta, hanno cancellato il fondo affitti che aiutava le famiglie, hanno cancellato il sostegno contro la povertà".

Europa

"Il Next generation Eu è un inizio di piano industriale europeo, siamo noi che l'abbiamo voluto - dice Schlein -. Facciamo in modo che quella parentesi non si chiuda, è questo il rischio che corriamo. Servono più risorse europee, serve che il Next generation Eu sia attuato, non sta facendo così questo governo. Non hanno mai creduto realmente in quel piano, la forza politica di Giorgia Meloni non ha votato a favore". "Servono risorse, questo chiederemo. Noi non andremo in Europa a piagnucolare ma a pretendere risorse per una politica industriale europea che abbia l'Italia protagonista. Senza quelle risorse rischiamo di non riuscire a tirare su la testa e prendere un treno che non passa più, perché gli altri si stanno già muovendo".

Privatizzazioni

"Il governo sta svendendo gli asset strategici, non accetteremo 20mld privatizzazioni, non c'è una visione, c'è il rischio di non aver capito la lezione della pandemia" ha detto Schlein a Cassino, aggiungendo: "Ora si parla di Poste, tutti ricordano un volantino di una giovane Giorgia Meloni che dice no alla privatizzazione di Poste. Ora stanno svendendo i gioielli di Stato".

Limiti di velocità

"Il ministro dei Trasporti invece di mettersi a stabilire la velocità delle città, metta i fondi per il trasporto pubblico locale" attacca, infine, Schlein facendo riferimento alla polemica nata sulla scia della decisione di Bologna di vietare di superare i 30 chilometri all'ora su gran parte del suo territorio e il successivo intervento del ministero.

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Politica

Jobs Act, la firma ‘coerente’ di Schlein...

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La segretaria: "Non è una sorpresa, già nel 2015 ero in piazza contro l'abolizione dell'art.18. Molti nel Pd firmeranno" e spinge su salario minimo e proposta su sanità

Elly Schlein - Fotogramma

La firma al referendum Cgil contro il Jobs Act? "Non è una sorpresa", dice Elly Schlein ricordando che "già nel 2015 ero in piazza con la Cgil contro l'abolizione dell'articolo 18". Una firma 'coerente' con la storia politica della segretaria, come le riconosce Giorgio Gori, e in linea con la piattaforma con cui Schlein ha vinto il congresso Pd.

"Era un punto fondamentale della campagna che abbiamo fatto alle primarie l'anno scorso, un punto anche di ricucitura -rimarca la segretaria- rispetto ad alcune scelte sbagliate del passato su cui evidentemente anche alcuni nostri elettori ci hanno premiato". Schlein è convinta che molti nel Pd firmeranno (da ultimo oggi anche l'ex-sindaco di Bologna, Virginio Merola) e che la questione non sia divisiva: "Il Pd fa i congressi come altri non fanno... Io non vedo oggi un partito diviso e frammentato come tanti che spingono a raccontarlo".

Eppure, come era scontato, la mossa di Schlein ha infastidito l'area riformista dem. Molti di quelli che siedono in Parlamento votarono a favore della riforma ai tempi di Matteo Renzi e diversi non la rinnegano. Qualcuno lo ha detto in chiaro mettendo anche agli atti che non firmerà i referendum ma, complice anche la campagna elettorale per le europee, i malumori restano sottotraccia.

Dall'area riformista gli umori vengono riferiti off the records così: "La firma ha infastidito molti. Come la libertà di voto e la mancanza di una linea. E anche il fatto che non se ne discute nelle sedi opportune e che le cose vengono apprese dalle agenzie. In più il merito: bisognerebbe concentrarsi sul futuro e invece si affronta il passato facendo opposizione alle stesse scelte del Pd in un mondo che è completamente cambiato". A calmare le acque il presidente Stefano Bonaccini per cui "ciascuno è libero di firmare o meno" i referendum Cgil invitando piuttosto a concentrarsi sulle battaglie che il Pd sta portando avanti, a partire dal salario minimo. "Evitiamo di schiacciare il dibattito su una iniziativa referendaria da parte della Cgil: come ha chiarito la segretaria Elly Schlein, il partito non si schiera su autonome iniziative di altri, ma si unisce sulle nostre battaglie da portare in Parlamento e davanti ai cittadini".

Battaglia sul salario minimo che Schlein tiene alta: "La riportiamo in Parlamento. Meloni non può voltare ancora le spalle". Insieme alla sicurezza sul lavoro che "non è una priorità ma la priorità", dice di fronte all'ennesima strage oggi in Sicilia. E alla proposta sulla sanità a sua prima firma. Il Pd ha chiesto di calendarizzarla con urgenza e la segretaria sfida la destra a votarla: "Abbiamo presentato in Parlamento una legge, a mia prima firma, che chiede di aumentare le risorse per la sanità pubblica che la destra sta smantellando. Questa legge chiede di destinare il 7,5% del Pil alla sanità pubblica: è una media europea, non stiamo parlando di una rivoluzione. Sento Schillaci e Meloni ma le loro parole cozzano con la realtà perché da quando sono al governo la spesa per la sanità è diminuita. Se vogliono affrontare davvero il tema delle liste di attesa, lo facciano votando con noi questa legge in Parlamento".

Sulla questione del Jobs Act, Dario Nardella mette in guardia dal "lacerarsi" su "una riforma di 10 anni fa" perché "il nostro compito è quello di trovare una sintesi e guardare al futuro con una proposta di riforma complessiva del mondo del lavoro". Per Andrea Orlando i referendum Cgil possono essere uno stimolo al Parlamento ad affrontare la questione. Visto che è lì che la politica deve agire: "Le firme possono servire ad aiutare il Parlamento, come è avvenuto in altre occasioni, ad affrontare questo tema. Credo che a questo punto firmare o no per il referendum, almeno nel mio caso,sia irrilevante perché ho presentato un disegno di legge in questa legislatura per modificare in larga parte, proprio in coincidenza con i punti affrontati ora dal referendum, la normativa". Giorgio Gori non la pensa così e rivendica la bontà del Jobs Act ma non è stupito dalla scelta di Schlein di firmare: "Mi sembra una cosa coerente con la sua storia politica" ma "siccome firmare sarebbe totalmente incoerente con la mia storia politica, io sicuramente non firmerò".

Intanto tutta Italia Viva, con Matteo Renzi in testa, va all'attacco frontale. "Paradossalmente, almeno i Cinque Stelle sono sempre stati coerenti. E' il Pd che ha perso la faccia". Renzi provoca soprattutto i riformisti dem: "Mi domando come può uno che era riformista del Pd votare per il Pd che abolisce le leggi fatte quando c'eravamo noi. Noi abbiamo lasciato il Pd perché volevamo continuare a essere riformisti. La differenza è tra chi vuole sussidi, M5s e Pd, e chi vuole lavoro, Stati Uiniti d'Europa". A Renzi è Bonaccini a ribattere: "Il Pd perde la faccia? No, noi non ci schiacciamo su proposte che vengono da altri, liberamente chi vuole nel Pd può firmare i referendum della Cgil ma noi dobbiamo stare sulle battaglie in Parlamento e le opposizioni, lo dico anche a Renzi, dovrebbero portarle avanti insieme".

Schlein, oggi in Umbria per la campagna elettorale, interviene anche su un altro caso del giorno, quello dello sciopero boicottato in Rai: "Dopo le notizie false, le campagne denigratorie sugli avversari politici e le censure, Telemeloni nega anche il diritto allo sciopero, un principio costituzionale con la complicità dei vertici aziendali su precisi input politici. La Rai così non è più servizio pubblico, diventa appendice e megafono del governo. Solidarietà ai giornalisti Rai in sciopero".

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Politica

Vannacci a Zan: “Lei gay non rappresenta...

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Scontro tra il generale e l'esponente del Pd: "Hitler parlava così"

Roberto Vannacci e Alessandro Zan

"Come gay, non rappresenta la normalità". Il generale Roberto Vannacci, candidato con la Lega alle elezioni europee 2024, si rivolge così a Alessandro Zan, esponente del Pd, durante Quarta Repubblica su Rete4. "Lei sta dicendo cose che sono fuori dalla Costituzione", la replica di Zan. Controribatte Vannacci: "Non c'è nessuna differenza di diritti tra chi è omosessuale e chi non lo è. Dico solo che ciò che non è normale non rientra nella norma. Se avessi detto voi siete eccezionali, avrei detto la stessa cosa. Non ho mai ritrattato nulla di ciò che ha scritto. Lei Zan che è un omosessuale non rappresenta la normalità per un fatto statistico". Parole da "nazista", commenta Zan: "Hitler diceva che gli omosessuali non sono normali".

Vannacci si sofferma su un altro tema affrontato in passato con dichiarazioni che hanno scatenato polemiche: "Il pensiero unico ci ha portato a cambiare il significato delle parole. Io non dico che una persone di colore non è italiana, dico che i suoi tratti somatici rappresentano l'italianità". "Sono parole gravissime che infangano le forze armate" visto il ruolo del candidato leghista alle europee. "Lei fa una discriminazione, alimenta odio", dice Zan.

Per il generale, quindi, anche un botta e risposta social con il tenente colonnello Gianfranco Paglia, consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto. Nel corso del programma tv 'Zona Bianca' su Rete4, Paglia ha espresso disappunto per il libro di Vannacci sostenendo che il pensiero del generale non è quello della Difesa. La replica di Vannacci arriva via social: "Non ho visto la TV ma mi faccio una domanda: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell'Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l'associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo... si tratta di un fuoco di Paglia!".

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Politica

Strage di operai a Casteldaccia, il cordoglio della...

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Mattarella: "Necessità di un impegno comune". Schlein: "Cordoglio non basta, politica può e deve fare di più"

Il luogo della strage a Casteldaccia - Adnkronos

L'ennesima strage del lavoro di oggi a Casteldaccia in cui hanno perso la vita 5 operai e un sesto è ricoverato in gravi condizioni, non lascia indifferente la politica. "Sconvolge la notizia degli operai coinvolti nel tragico incidente avvenuto a Casteldaccia, nel palermitano", scrive su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Alle famiglie delle vittime il mio profondo cordoglio, unitamente al sentimento di vicinanza verso il lavoratore che si trova attualmente nel reparto di Rianimazione all'ospedale Policlinico di Palermo. Sia fatta piena luce su questa tragedia".

Richiesta analoga arriva dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che da New York esprime il suo cordoglio per la grave tragedia sul lavoro. "Auspico - afferma il Capo dello Stato - che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente. Ma l’ennesima inaccettabile strage sul lavoro - a pochi giorni dal 1 maggio - deve riproporre con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte”.

Anche il vicepremier Antonio Tajani esprime "le mie condoglianze a tutte le famiglie, bisogna fare di tutto perché si possa rinforzare la sicurezza" sui posti di lavoro, "aumentare il numero degli ispettori e aiutare le imprese detassando le attività che vanno nella direzione di rinforzare la sicurezza sul lavoro".

"Profondo dolore" viene espresso anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa per "la notizia del grave incidente sul lavoro avvenuto nel Palermitano e che ha portato alla morte di cinque operai. Ai loro familiari e alla comunità di Casteldaccia - afferma - giungano i sentimenti del mio più sincero cordoglio".

Dalla segretaria del Pd Elly Schlein arriva uno scossone alla politica: "Esprimiamo la nostra forte vicinanza ma non basta e non può bastare. Non possiamo trovarci ogni volta davanti a una morte sul lavoro a ribadire che la sicurezza è una priorità tra le altre: è la priorità. Perché se siamo una Repubblica fondata sul lavoro bisogna essere conseguenti e tutte le istituzioni devono mettere il massimo impegno per dire basta a questa strage quotidiana. Occorre investire di più in prevenzione, formazione, sull'assunzione di personale per i controlli. Insomma, la politica può e deve fare molto di più. Noi continueremo a batterci in questa direzione".

Di "un’immane tragedia che ci colpisce al cuore" parla via social anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. "A nome dell’intera comunità del Movimento 5 Stelle esprimo profonda vicinanza alle famiglie dei 5 operai che hanno perso la vita a Casteldaccia e ai feriti. La sicurezza sia l’ossessione di tutti. Basta morti sul lavoro".

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