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Diabete di tipo 2 in Lombardia: sfide e soluzioni per una...

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Diabete di tipo 2 in Lombardia: sfide e soluzioni per una pandemia silenziosa

Il diabete è una malattia molto diffusa: nel mondo si stima che mezzo miliardo di persone abbia problemi di controllo della glicemia. In Italia ne soffrono circa 4 milioni di persone e sono poco più di 700.000 i residenti in Lombardia affetti da diabete.

Milano, 24 Gennaio 2024 –Esperti del settore sanitario hanno recentemente delineato le criticità e le soluzioni legate al diffondersi del diabete di tipo 2 durante l'evento “LA PANDEMIA DIABETE T2 - DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA - LOMBARDIA”. Il dibattito, organizzato da Motore Sanità con il contributo di Menarini Group e la collaborazione scientifica di AMD, ha offerto una panoramica approfondita sulla complessità della situazione e proposte concrete per affrontare questa emergenza sanitaria.

Sfide emergenti

Il Coordinatore Operativo Gruppo Annali AMD Consiglio Direttivo AMD Lombardia, Alberto Rocca, ha sottolineato la necessità di azioni su vasta scala per modificare abitudini e contrastare l'obesità, strettamente collegata allo sviluppo del diabete di tipo 2. “Serve però un impegno ad ampio raggio – continua Rocca–, che aiuti a superare le barriere che ancora adesso rendono più complessa la prevenzione e la cura del diabete: l'assenza di un registro di malattia, lo scarso coordinamento delle cure fra la Medicina generale e le Strutture specialistiche, la necessità di avviare azioni sistemiche che coinvolgano il Governo centrale, le Regioni e le grandi città.Abbiamo strumenti legislativi e di orientamento ad hoc (la Legge 115/87, la Legge 8/92 in Lombardia, il Piano sulla malattia diabetica 12/2012...), che ancora adesso sono solo parzialmente applicati. Occorre rivalutare le modalità di attuazione dell'impegno dei Diabetologi all'interno delle Case di Comunità, attivare concretamente la Rete Diabetologica, tenendo presenti anche le indicazioni ed i suggerimenti proposti dalle Società Scientifiche (in particolare FeSDI - Alleanza per il Diabete, che raccoglie gli specialisti AMD e SID). C'è ancora molta strada da fare per ottenere i risultati attesi nel miglioramento dell'accesso alle cure, della razionalizzazione dei percorsi assistenziali, dell'appropriatezza terapeutica, mantenendo quella formidabile garanzia di equità, garantita dalla nostra Costituzione e rappresentata dall'impostazione "universalistica" del nostro Sistema Sanitario Nazionale”.

Prospettive innovative

Il Professore Ordinario di Endocrinologia presso l'Università degli Studi di Milano, Livio Luzi, ha evidenziato l'esistenza di nuovi farmaci efficaci per la riduzione dei livelli glicemici e la prevenzione di complicanze cardiache e renali. “Le nuove classi di farmaci sono efficaci e scevre da importanti effetti collaterali – prosegue Luzi –,però hanno un costo medio maggiore dei farmaci già in uso. È perciò cruciale una corretta fenotipizzazione del paziente diabetico per permettere la scelta più appropriata farmaco, scelta che deve essere costruita per il singolo paziente e non in generale per la malattia”.

Coinvolgimento chiave

Il Consigliere Regionale Commissione Sanità Regione Lombardia, Davide Casati, ha enfatizzato l'importanza del coinvolgimento di diversi "stakeholders" per una presa in carico efficace dei bisogni delle persone e delle cronicità. “Dopo la pandemia è necessario invertire la rotta sul fronte della prevenzione – chiosa Casati -, unica soluzione nel medio lungo termine per aumentare la qualità della vita e ridurre la spesa pubblica. Più prevenzione primaria e secondaria, aumento dell’accessibilità alle cure e assistenza, miglioramento dell’appropriatezza, valorizzazione del territorio e integrazione sociosanitaria devono essere i pilastri del presente e del futuro”.

Ruolo cruciale delle farmacie

La Vicepresidente dell'Associazione Chimica Farmaceutica Lombarda, Manuela Bandi, ha sottolineato il ruolo fondamentale delle farmacie nella gestione del diabete, fornendo supporto all'aderenza alla terapia e promuovendo stili di vita sani. “In particolare - aggiunge Bandi -, la rete delle farmacie lombarde permette di informare in modo adeguato il cittadino, ma anche garantire un accesso ai dispositivi più semplice e capillare e, in definitiva, rendere il sistema di cura del diabete più sostenibile”.

Punto di vista globale

“Il diabete è una malattia molto diffusa – conferma il Presidente SID, Alessandro Roberto Dodesini –, nel mondo si stima che mezzo miliardo di persone abbia problemi di controllo della glicemia. In Italia ne soffrono circa 4 milioni di persone e sono poco più di 700.000 i residenti in Lombardia affetti da diabete. Il diabete è anche una malattia molto complessa: se non adeguatamente curato, può causare complicanze molto gravi a vari organi che incidono negativamente sul benessere della persona, condizionandone pesantemente la qualità e la quantità di vita (accorciandola in media di oltre 6 anni ma di quasi 16 se diagnosticato in età pediatrica). Il diabete pertanto, per il suo forte impatto socio-sanitario, necessita di grande attenzione da parte di tante figure (non solo sanitarie) che gravitano intorno al paziente diabetico I dati epidemiologici ci indicano quanto sia urgente investire dedicare risorse sufficienti alla prevenzione, all'educazione e alla cura del diabete”.

Appello per l'azione

Gianluca Perseghin, Professore Ordinario di Endocrinologia, ha sottolineato la gestione complessa del diabete, richiedendo un approccio differenziato in base alle fasi della vita del paziente.

La voce delle Associazioni Diabetici

Nel corso della tavola rotonda è intervenuta anche Maria Luigia Mottes, rappresentante del Coordinamento Lombardia Associazioni Diabetici, con queste parole: “Il diabete Tipo 2 è una spina nel fianco della nostra società sia per i costi diretti al SSN/R sia per i costo indiretti, sia per le condizioni di vita alquanto critiche dovute alle complicanze per le persone affette e i loro famigliari, inoltre colpisce per lo più anziani e fragili. In Lombardia su 560.000 diabetici gli over 65 sono 364.000! Certo non è la malattia diabetica che limita la qualità di vita, ma certamente le complicanze che essa porta per una prevenzione non fatta e una gestione non adeguata. La prima causa del proliferare del diabete tipo 2 è sicuramente la scarsa prevenzione ed oggi abbiamo disponibilità di presidi in grado di rilevare, sui soggetti a rischio, il controllo metabolico in continuo per più giorni e conseguentemente rilevare la probabilità di sviluppo del diabete; è un impegno importante ma altrettanto importante sarebbero le possibilità di diagnosi precoce e di prevenzione, uno screening tipo quello per la diagnosi del tumore al colon retto. Alla diagnosi di diabete Tipo 2 è fondamentale il coinvolgimento del malato e/o dei suoi caregiver nella gestione della malattia, il malato deve saper monitorare i parametri che incideranno sul buon esito della cura: glicemia, pressione etc. Al malato non vanno solo prescritti dei farmaci, ma deve essere portato al saper essere diabetico, per fare questo sono necessari tempi di visite più lunghi sia da parte dei MMG che degli specialisti. In un quarto d’ora non si può convincere nessuno a cambiare stile di vita! Il controllo annuale, quando c’è, non è sufficiente a garantire una buona gestione della malattia! L’erogazione periodica di ricette e il controllo del Farmacista sull’adesione alla terapia sono parametri non assolutamente garanti di un buon controllo metabolico e di una malattia non in evoluzione. Ricordiamo i piedi che nessuno controlla. Considerazioni: la malattia diabetica è curata e vissuta in modo diverso a seconda dei momenti della vita: il bambino riceve ogni attenzione e cura sia da parte dei genitori che dalle strutture socio sanitarie; il giovane adulto ha a disposizione ogni possibilità di cura e può interagire facilmente con le istituzioni sanitarie e non; il diabetico anziano o vecchio invece è molto spesso isolato e dipendente da altri e spesso con complicanze pesanti, difficili da gestire e, per i più anziani e fragili a volte si spalancano le porte delle RSA. Un accesso più intensivo ai farmaci che prevengono complicanze cardiache, che annullano il rischio di ipoglicemia, che migliorano il controllo metabolico, che semplificano la terapia, che pure riducono il sovrappeso devono poter essere utilizzati da tutti i diabetici che ne potrebbero avere benefici. Una maggiore spesa oggi non deve essere vista come una spesa/un costo, ma un investimento per il futuro e un dovere verso il malato che ha diritto alle cure più appropriate. Anche i rinchiusi nelle RSA hanno diritto ad accedere a questi farmaci ed ai presidi di controllo glicemico in continuo. È importante che geriatri e responsabili dei servizi per anziani fragili si facciano carico di curare i diabetici con strumenti più efficaci possibili onde limitare le conseguenze drammatiche di amputazioni, dialisi, infarti e via… La cura del diabete e delle complicanze va migliorata e la stesura di PDTA, condivisi anche dall’Associazione dei Pazienti, con un’adeguata applicazione controllata e valutata attraverso il raggiungimento di obiettivi a breve e lungo termine migliorerà la qualità e quantità di vita dei pazienti, porterà un risparmio di risorse economiche, eviterà di essere diagnosticati diabetici a seguito di infarto o amputazione. Il tutto è possibile se c’è: conoscenza della malattia e dei fattori di rischio nella società, conoscenza e partecipazione da parte del personale sanitario, implementazione delle risorse umane per l’assistenza, compartecipazione attiva di tutti gli stakeholders al percorso di cura, coinvolgimento consapevole del paziente nella gestione della malattia, costi per l’innovazione accessibili e congruenti con la numerosità dei pazienti coinvolti, risorse economiche pubbliche adeguate. Noi Associazioni Diabetici ci siamo al fianco di tutti per un diabete che non faccia più danni oltre alla malattia stessa. Preveniamo, preveniamo, preveniamo in tutte le fasi della non malattia sino all’impossibile. Autorizziamo e utilizziamo ogni mezzo possibile per ridurre il problema diabete!”.

Ufficio stampa Motore Sanità

Laura Avalle - 320 098 1950

Liliana Carbone - 347 264 2114

comunicazione@motoresanita.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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SNAI – Serie A: Inter-Lazio, il 30° successo nerazzurro a...

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Nel weekend il penultimo turno di campionato, con la lotta per non retrocedere che infiamma la 37a giornata. Atalanta a Lecce per blindare un posto in Champions, il Bologna a 2,45 avanti sulla Juventus a 3,15

Milano, 17 maggio – Archiviato il discorso scudetto già da diverse settimane, l’Inter è pronta a salutare i suoi tifosi dopo un campionato trionfale: domenica alle 18 a San Siro arriva una Lazio virtualmente fuori dalla lotta Champions ma che si gioca le sue chance di sorpasso alla Roma al sesto posto. La squadra di Simone Inzaghi va a caccia della sua 30a vittoria in campionato, e le quote Snai sono dalla parte dei nerazzurri, avanti a 1,65, con il pareggio a 4,00 e il «2» a 4,75. Si profila, almeno secondo la lavagna, una partita da Over (1,65) e Goal (1.63), con gli esiti opposti offerti a 2,10 (Under) e 2,15 (No Goal). Lautaro Martinez, già sicuro del titolo di capocannoniere, è il maggiore indiziato per un gol a 2,00; seguono Thuram a 2,25, Arnautovic a 2,75 e Sanchez a 3,00, con Immobile primo biancoceleste a 3,50.

Lotta salvezza Con i primi quattro posti già assegnati e l’Atalanta che potrebbe blindare il quinto (e i nerazzurri hanno anche una partita da recuperare, quella contro la Fiorentina, si giocherà il 2 giugno), l’attenzione si sposta quindi sulla lotta per non retrocedere. Sassuolo-Cagliari e Udinese-Empoli sono due scontri diretti fondamentali e, in entrambe le partite, sono le squadre di casa a partire favorite: i neroverdi, penultimi a 29 punti, sono offerti a 2,35, con il Cagliari (33) a 3,05 e il pareggio a 3,30. A Udine, invece, il successo della formazione di Cannavaro vale 2,00, con il pareggio a 3,30 e il «2» dei toscani (attualmente terzultimi a pari punti con il Frosinone) a 3,90. Frosinone che domenica alle 15 sarà ospite del Monza: quote dalla parte di Di Francesco (2,35), con l’«1» dei brianzoli ormai senza obiettivi a 2,95. Lunedì alle 18.30 il Verona può invece blindare la permanenza in A vincendo sul campo di una Salernitana già retrocessa: lavagna inclinata dalla parte di Baroni, con il «2» a 1,65.

Le altre partite Se stasera la Fiorentina è avanti sul Napoli (2,30 a 3,05), sabato alle 20.45 il Milan va a Torino sul campo dei granata: rossoneri favoriti a 2,60. Domenica alle 20.45, stesso discorso per la Roma che si aggrappa alle residue speranze di andare in Champions: all’Olimpico c’è il Genoa di Gilardino, con De Rossi – campione del mondo come il collega allenatore rossoblù – favorito a 1,50. Lunedì sera, infine, il Bologna festeggerà la qualificazione alla Champions contro una Juventus reduce dalla vittoria in Coppa Italia: Thiago Motta in vantaggio a 2,45 su quella che potrebbe essere la sua squadra nella prossima stagione. Chi invece vorrà cancellare la sconfitta nella finale di Roma e proiettarsi su quella di Europa League è l’Atalanta, di scena sabato sera a Lecce: il «2» a 1,75 è l’esito più probabile, con i salentini già salvi a 4,50.

Ufficio stampa Snaitech

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Serie A – Inter-Lazio: i nerazzurri “chiudono” San Siro con...

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Roma, 17 maggio 2024 – L’Inter si prepara a salutare San Siro, con lo scudetto e la seconda stella cuciti sul petto, sfidando una Lazio che va a caccia in un posto nelle coppe del prossimo anno. I nerazzurri, guidati da Simone Inzaghi che alla Lazio ha lasciato dolcissimi ricordi, partono favoritissimi per salutare San Siro con altri tre punti: gli esperti Sisal vedono il successo interista a 1,67 contro il 4,75 dei capitolini mentre si scende a 3,75 per il pareggio. Molto più Over, a 1,65, che Under, offerto a 2,10, vista la predisposizione offensiva delle due squadre ma anche gli ultimi precedenti in campionato. Quattro dei sei incroci più recenti sono terminati 3-1: lo stesso risultato esatto in favore dell’Inter, domenica pomeriggio, si gioca a 13; quello per la Lazio pagherebbe 45 volte la posta. Un Ribaltone, in quota a 6,50, è nelle corde della sfida così come un goal dalla panchina, a 2,25, visto che sia Inzaghi che Tudor potrebbero dar fondo a tutta la loro rosa. Ventisette reti stagionali e una leadership assoluta: Lautaro Martínez è il cuore e l’anima dei campioni d’Italia e, particolare non da poco, va a segno contro i biancocelesti da tre gare consecutive. Il Toro primo marcatore è dato a 4,15. Sul versante opposto Ciro Immobile proverà a trascinare i suoi compagni a San Siro: la rete del capitano laziale è offerta a 4,00.

Non meno importante, ma sul versante opposto della classifica, la sfida che mette di fronte Sassuolo e Cagliari. Entrambe in piena lotta salvezza, al Mapei Stadium emiliani e rossoblù si giocano un pezzo di permanenza in Serie A. I padroni di casa, che potrebbero salutare la Serie A dopo 10 stagioni, partono favoriti a 2,40, per gli esperti Sisal, contro il 3,00 dei ragazzi di Claudio Ranieri mentre il pareggio è in quota a 3,25. Particolare curioso: in 19 precedenti ben 10 sfide sono terminate con la divisione della posta, un risultato che stavolta potrebbe non accontentare nessuna delle due. La posta in palio sarà altissima tanto che sia un intervento del VAR, a 3,25, che un’espulsione, offerta a 4,40, potrebbero fare la loro comparsa nel match. Inoltre, non essendo due difese impenetrabili, il Goal, a 1,60, si fa preferire di molto al No Goal, dato a 2,20. Si preannuncia anche una sfida tra bomber vecchio stampo, Gianluca Lapadula e Andrea Pinamonti, entrambi offerti a 2,75 per entrare nel tabellino dei marcatori.

In ottica salvezza, decisiva anche la sfida tra Udinese, in quota a 2,00, ed Empoli, dato a 4,00. Il Milan, offerto a 2,60, è leggermente favorito contro il Torino, dato a 2,75, mentre sia la Roma, successo a 1,45, con il Genoa, blitz all’Olimpico a 7,50, che l’Atalanta, a 1,67, opposta al Lecce, offerto a 5,00, vedono i tre punti.

Sisal ricorda sempre che il gioco è vietato ai minori e chebisognagiocare sempre con consapevolezza e moderazione.

Sisal è uno dei principali operatori internazionali nel settore del gioco regolamentato ed è attualmente attiva in Italia, Marocco e Turchia, con un’offerta che comprende lotterie, scommesse, giochi online e apparecchi da intrattenimento. La Società opera a livello internazionale nel canale retail attraverso una rete di oltre 49.000 punti vendita, e su quello online con 1 milioni di consumatori.

La strategia di Sisal poggia su tre pilastri: la sostenibilità, con un impegno costante sullo sviluppo del programma di Gioco Responsabile e attraverso l’offerta di un modello di intrattenimento sicuro e trasparente - l’innovazione digitale, grazie alla piattaforma di gioco all’avanguardia orientata all’omnicanalità e alle competenze per lo sviluppo in-house di software e applicazioni per cogliere le opportunità della transizione digitale - l’internazionalizzazione, con l’obiettivo di aggiudicarsi gare per nuove concessioni all’estero sulla base della solida expertise maturata.

Dal 4 agosto 2022 Sisal è parte di Flutter Entertainment plc, il più grande operatore online di giochi e scommesse al mondo, con un portafoglio di marchi riconosciuti a livello mondiale e quotato alla Borsa di Londra nell’indice FTSE.

Sisal Italia S.p.A.

Ufficio stampa:

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Amiloidosi cardiaca, triplicati i casi dal 2019. I clinici:...

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Amiloidosi cardiaca, triplicati i casi dal 2019. I clinici: «Non è una malattia così rara, garantire un accesso equo alle nuove terapie è fondamentale»

Padova, 17 maggio 2024 – Un accumulo scorretto di proteina amiloide all’interno di numerosi organi e tessuti può essere la causa dell’insorgenza di un gruppo eterogeneo di malattie chiamate amiloidosi.Uno degli organi principalmente coinvolti è il cuore, provocando una condizione nota come “amiloidosi cardiaca”. Questa malattia si manifesta con una varietà di quadri di presentazione che includono aritmie e scompenso cardiaco, ma che può celarsi anche dietro a condizioni comuni come la stenosi aortica e l’ipertensione arteriosa. Se non curata, l’amiloidosi cardiaca può essere mortale, anche in breve tempo. Le forme più frequenti e significative sono l’amiloidosi AL (a catene leggere) e l’amiloidosi ATTR (da transtiretina), quest’ultima presente in una forma ereditaria (hATTR) o acquisita (wild-type ATTR).Dal punto di vista epidemiologico, l’amiloidosi cardiaca wtATTR,che interessa soprattutto gli uomini sopra i 70 anni, non sembra essere “una malattia così rara”, avendo registrato una vera e propria esplosione di casi, non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Nonostante l’attenzione sulla patologia si sia recentemente accesa grazie alla disponibilità di terapie innovative efficaci in grado di prevenire, arrestare o riassorbire il deposito della sostanza amiloide, la sottodiagnosi e i costi elevati dei nuovi farmaci restano un problema aperto. Secondo gli esperti, considerando tutti i sottogruppi dell’amiloidosi cardiaca, il tempo medio tra il rilevamento dei sintomi e la diagnosi varia tra 6 e 30 mesi, per quanto riguarda la ATTR, meno del 50% dei pazienti riceve la diagnosi entro i 6 mesi dall’esordio, e visto il numero elevato dei casi l’accesso alle terapie deve essere garantito a tutti i pazienti.

A Padova si è fatto il punto con gli esperti nell’incontro organizzato da Motore Sanità dal titolo “Amiloidosi cardiaca in Regione Veneto. Innovazione terapeutica che spinge all’innovazione organizzativa, come omogeneizzare i percorsi?”,con il patrocinio dell’Associazione Amiloidosi italiana (A.AM.I.).

“Dal 2019-2020 si è registrato un aumento significativo dei pazienti in termini di prevalenza e di incidenza di amiloidosi cardiaca - ha spiegato il professore Alberto Cipriani del Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari dell’AOU di Padova -:i casi sono triplicati, un fatto che mette in discussione che si tratti di una malattia rara. Presso il Centro di Riferimento dell’AOU di Padova prima del 2019 i pazienti in carico con amiloidosi cardiaca da transtiretina erano una ventina,attualmente sono oltre 200. Un aumento che va imputato all'avanzamento delle metodiche diagnostiche, molto più accessibili e non invasive, e alle nuove terapie che si sono rivelate efficaci nel rallentare la progressione della malattia e a ridurre la mortalità e le ospedalizzazioni.Il loro prezzo, però, è altissimo. Le cardiologie del Veneto sono in rete per assicurare il miglior percorso diagnostico; si auspica la nascita di una rete efficace anche tra le medicine interne, le geriatrie e la medicina generale, per combattere il sommerso, la sottodiagnosi e per sottolineare che l’amiloidosi cardiaca non è affatto una condizione rara”.

Snocciolando i numeri, Paola Facchin, Coordinatore Tavolo Interregionale delle Malattie rare, ha presentato l’epidemiologia dell’amiloidosi cardiaca senile tipo wild-type, spiegando che essa è, in modo impressionante, collegata alla disponibilità e diffusione dell’unico farmaco in indicazione finora esistente per trattare tale patologia. “La distribuzione dell’amiloidosi wild-type – ha spiegato la professoressa Facchin - ha un picco oltre i 75 anni e una distribuzione consistente di casi nel corso degli 80 anni e oltre. Le cardiopatie e gli scompensi cardiaci ad esso legati si sono confusi per molto tempo con una patologia multi-eziologica estremamente frequente nell’anziano e nel grande anziano. La patologia non era nota per molto tempo, è diagnosticabile con un percorso di conferma diagnostica complesso, indaginoso e invasivo. Per tutti questi motivi, la diagnosi di amiloidosi wild-type nell’anziano era del tutto episodica fino agli ultimi mesi del 2021 anche nella nostra Regione”.

In quell’anno, come ha spiegato la professoressa Facchin, si sono diagnosticati in tutto 8 nuovi casi. Al 31 dicembre 2023 i casi diagnosticati e certificati erano saliti a 227 con un picco di oltre 100 casi nuovamente diagnosticati nel primo semestre 2022, in concomitanza dell’immissione in commercio del farmaco specifico. Di contro, la forma di amiloidosi ereditaria da transtiretina, di gran lunga prevalente fino al 2021, è rimasta sostanzialmente stabile negli anni, nonostante la presenza di farmaci specifici in indicazione. I casi nel Veneto nel 2021 erano 21 e al dicembre 2023 sono 29. “Un andamento rilevante della diagnosi di forme wild-type sarebbe positivo se si aprissero realmente nuovi scenari terapeutici che possano migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita del paziente – ha proseguito Paola Facchin -. Il farmaco è utilizzabile in pazienti che non abbiano una compromissione già estremamente grave del cuore, quindi non in tutti i pazienti. Inoltre, la conoscenza dell’efficacia nel grande anziano è ancora molto labile. È quindi essenziale che ci sia, dopo la diagnosi, una corretta valutazione clinica complessiva del singolo paziente, per selezionare quelli in cui la terapia può costituire davvero una speranza di cambiamento rilevante dell’evoluzione della malattia. Valutando le percentuali dei pazienti che, una volta diagnosticati, sono stati immessi nella terapia, essi fluttuano da circa il 50% dei casi in alcuni Centri fino al 100% in altri. In linea di massima, più il Centro ha una casistica robusta, sia internamente alla Regione che esternamente ad essa, più la selezione dei pazienti da immettere nel trattamento è stretta. L’impatto nelle risorse del sistema sanitario che tale trattamento, molto costoso, induce, è già ora rilevante e tende naturalmente a crescere nel tempo, man mano che aumentano le nuove diagnosi e si stratificano i pazienti presenti. Si pone quindi un problema serio nel trovare un corretto bilanciamento tra il reale vantaggio clinico che l’utilizzo di questo farmaco dà nel grande anziano e le risorse che questo trattamento richiede, sottraendole ad altre necessità, anche espresse dallo stesso gruppo di popolazione. Monitoraggi di popolazione, come quelli in corso in Regione Veneto, potranno nel tempo aiutare a definire questo punto di equilibrio”.

Sui nuovi farmaci, la formazione degli specialisti e la creazione di team multidisciplinari, è intervenuto Giampaolo Pasquetto, Direttore dell’UOC di Cardiologia Cittadella (PD) e presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (ANMCO) del Veneto: “La recente disponibilità di farmaci per la terapia di questa cardiomiopatia, fino ad oggi considerata rara ed incurabile, ha modificato la storia naturale della malattia e migliorato la sopravvivenza dei pazienti affetti. È importante una linea guida regionale per evitare disparità e garantire un accesso equo ai trattamenti. Questo anche in considerazione del fatto che, ad inizio novembre 2024, l’unico farmaco che ad oggi ha l’indicazione per il trattamento dell’amiloidosi cardiaca wild-type, non sarà più rimborsato dal fondo nazionale farmaci innovativi. Inoltre, considerato l’ampio spettro di segni, sintomi ed alterazioni degli esami strumentali di primo livello che sono comuni ad altre numerose patologie, occorre che i cardiologi, gli internisti, i geriatri, in particolare quelli che agiscono sul territorio lontani dai centri di riferimento, siano adeguatamente formati per sospettare la presenza di questa condizione, a riconoscerne i segni ed i sintomi precocemente ed avviare gli opportuni processi diagnostici e di presa in carico. Oltre alla formazione ed alla costituzione di team multidisciplinari, ANMCO Veneto sta favorendo, come per altre cardiopatie rare, la collaborazione tra centri spoke e centri Hub per garantire un omogeneo trattamento per tutti i pazienti colpiti dalla malattia”.

Sul ruolo della diagnosi tempestiva è intervenuta Paola Martire, Dirigente medico della Cardiologia di Treviso dell’ULSS 2 Marca Trevigiana: “Per trattare il paziente adeguatamente è necessaria una diagnosi specifica, precisa, eppure ancora oggi capita che i pazienti arrivano in ambulatorio senza avere fatto esami cruciali. Servono più formazione e incontri fra cardiologi ambulatoriali del territorio e i medici di base che potranno aiutare a costruire attorno al paziente un iter diagnostico più specifico e precoce possibile, in modo da trattare il paziente nei tempi e nelle modalità più corrette”.

Nel disegnare il percorso diagnostico e di cura più appropriato per il paziente, il medico di medicina generale potrebbe avere il ruolo “sentinella” sul territorio. “Laddove fosse possibile – ha spiegato Fabiola Talato, Medico di Medicina Generale di Padova -, il medico di famiglia ha la possibilità di estrarre dal suo software i pazienti a rischio per poi proporre loro analisi di laboratorio di primo livello; qualora i risultati degli esami fossero suggestivi di sospetta amiloidosi cardiaca, inviarli nei centri dedicati”.

Si ringrazia Pfizer per il contributo incondizionato.

Ufficio stampa Motore Sanità

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