Politica
2024, le 5 incognite: Ucraina, Israele, governo, elezioni...
2024, le 5 incognite: Ucraina, Israele, governo, elezioni Ue e Usa, economia
Dalle elezioni europee alle tensioni internazionale, tutte le incognite del nuovo anno
La fine dell'anno è da sempre tempo di bilanci, pubblici e privati. E' anche tempo per le speranze, le preoccupazioni e i buoni propositi rivolti all'anno nuovo che arriva. I fatti e le certezze del 2023 lasciano spazio ai dubbi e alle previsioni per il 2024. Dal primo anno pieno di Governo Meloni alle elezioni europee e a quelle americane; i due grandi conflitti in corso, in Ucraina e a Gaza; la lotta all'inflazione e ai prezzi troppo alti, il dilemma della crescita e l'invasione dell'intelligenza artificiale. La politica, lo scenario internazionale e l'economia cercano risposte a domande cui nessuno può dare una risposta certa.
Governo Meloni, anno della svolta o del ripiegamento?
Il 2023 è stato sicuramente l'anno di Giorgia Meloni. Un anno 'tosto' come l'ha definito lei stessa, tra le vicende personali con il 'caso Giambruno' e una navigazione di governo su cui hanno influito le poche risorse a disposizione, la necessità di preservare gli equilibri nella maggioranza e il difficile contesto internazionale. Un anno, il primo pieno a guida Meloni, che visto in una proiezione di legislatura può essere archiviato come un anno interlocutorio. Con una domanda sostanziale per il 2024: sarà l'anno della svolta, come auspica e promette il centrodestra, o l'anno del ripiegamento, con un'inversione di tendenza rispetto al consenso finora difeso? Le speranze dell'opposizione vanno in questa direzione, ovviamente, anche se le distanze fra le forze politiche che ne fanno parte lasciano molto lontana la prospettiva di una reale alternativa.
Elezioni europee, dove girerà il vento?
Un passaggio fondamentale, anche per le ricadute interne, saranno le prossime elezioni europee. Si vota con il sistema proporzionale e le urne, oltre a decidere l'assetto del prossimo Parlamento europeo, e quindi il peso delle diverse famiglie politiche europee, incideranno sulla forza che i singoli partiti avranno in Italia all'interno delle coalizioni. La conta dei voti sarà utilizzata per stabilire quanto peseranno FdI, Lega e Fi nel centrodestra, la partita al centro è una questione aperta tra Renzi (Iv) e Calenda (Azione), nel campo del centrosinistra si contendono la palma di primo partito Pd e Cinquestelle. La domanda è: dove girerà il vento?
Ucraina: finirà, e come, la guerra?
La guerra in Ucraina si trascina ormai da quasi due anni. L'invasione russa, che era stata progettata come un'operazione lampo, è diventata una usurante guerra di posizione. La controffensiva ucraina è tornata ad essere resistenza e le risorse per sostenere Kiev rischiano di finire prima di quelle con cui Mosca finanzia la sua industria bellica. Il fronte occidentale pensa a usare anche i beni confiscati per continuare a rifornire di armi Volodymyr Zelensky, mentre gli Stati Uniti progettano sanzioni anche per le banche che hanno continuato a garantire liquidità a Vladimir Putin. La domanda è: finirà, e come, la guerra nel 2024?
Israele e Gaza, la fine di Hamas a quale prezzo?
L'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre ha riacceso la polveriera mediorientale. La reazione israeliana e l'invasione di Gaza, con l'enorme quantità di morti civili, interroga da quasi tre mesi il mondo rispetto a due principali domande: se, e a quale prezzo, è possibile arrivare a eliminare Hamas e quanto sia concreto il rischio che il confitto possa allargarsi. Evidente, per quanto riguarda tutti e due i temi, quanto possano giocare un ruolo chiave gli interessi e le relazioni internazionali, a partire dal quelle degli Stati Uniti. Dove le elezioni presidenziali segneranno una svolta, in un senso o nell'altro.
Inflazione, pil e impatto dell'AI, dove va l'economia?
L'altra grande incognita di ogni anno che inizia riguarda i fondamentali dell'economia. Il 2024 non fa eccezione e, anzi, si apre all'insegna dell'incertezza. Pesa ovviamente lo scenario internazionale, con le tensioni che possono innescare ulteriori conseguenze negative. La domanda principale riguarda l'eterno dilemma tra inflazione e crescita, con le scelte della politica monetaria in primo piano: si è arrestata definitivamente la corsa dei prezzi? L'Italia e l'Europa saranno capaci di far crescere il pil a un ritmo sufficiente? Tema più lungo ma di sicuro impatto nel 2024, quello dello sviluppo dell'intelligenza artificiale. Anche perché potrebbe iniziare a incidere in maniera consistente sulle dinamiche del mondo del lavoro. (Di Fabio Insenga)
Politica
Liliana Segre e l’antisemitismo, una vita tra le...
Politica
Europee 2024, Mentana lancia confronto tv con tutti i...
Il leader del Movimento 5 Stelle all'Adnkronos: "Sì alla proposta di La7, confronto a due lede il principio di parità, la Rai fa in tempo a ripensarci". Anche la Lega dice sì
Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana lancia il confronto tv per le elezioni Europee 2024 tra tutti i leader il 5 e 6 giugno. "D'intesa con i vertici di La7 - scrive Mentana sui suoi profili social - ufficializzo la proposta di due confronti televisivi tra i leader delle liste in lizza per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno. I confronti avranno luogo mercoledì 5 e giovedì 6 giugno alle 21.20: prendendo l'ultimo sondaggio Swg divulgabile, quello del 23 maggio, riserveremo la serata del 6 giugno ai rappresentanti delle liste maggiori. Questa la proposta, attendiamo le risposte".
La prima adesione è di Conte
E la prima adesione arriva a stretto giro dal leader del M5S Giuseppe Conte attraverso l'Adnkronos. "Accetto la proposta del direttore Enrico Mentana di partecipare a un confronto tra tutti i leader in vista del voto del 8 e 9 giugno. È una modalità - sottolinea Conte - che rispetta il principio di parità tra le forze politiche e non regala a nessuno indebiti vantaggi. Ringrazio lui e La7 per offrire alla politica un confronto plurale e coerente con lo schema delle elezioni europee, che prescindono come noto da ogni dinamica di coalizione e di maggioranza/opposizione".
"La proposta de La7 - va avanti l'ex premier - offre alle forze politiche la possibilità del confronto con la presidente del Consiglio, cosa che in un confronto solo a due e riservata unicamente a una singola forza politica lede il principio di parità. La Rai è ancora in tempo per fare altrettanto, ed anche in quel caso ovviamente il MoVimento 5 Stelle ci sarà. Non ci sottraiamo mai al confronto purché avvenga nel rispetto delle regole e dei cittadini".
Il sì della Lega
''Matteo Salvini è disponibile a fare confronti ovunque e con chiunque, con serietà e regole chiare'', fa sapere la Lega, dopo l'offerta di Enrico Mentana.
Politica
Premierato, la bocciatura di Liliana Segre: “Aspetti...
L'allarme della senatrice: "Drastico declassamento a danno del Capo dello Stato, stravolti gli equilibri dei poteri"
Liliana Segre boccia il premierato. La senatrice a vita è intervenuta oggi in Aula durante la discussione generale sulla riforma costituzionale denunciando "vari aspetti allarmanti, non posso tacere", ha affermato.
Con il premierato avremmo "un drastico declassamento a danno del capo dello Stato, non solo privato di fondamentali prerogative, ma costretto a guardare dal basso all'alto un premier forte dell'investitura popolare", ha scandito.
Con il premierato, ha proseguito Segre, "il partito o la coalizione vincente sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia".
Insomma con questa riforma avviene uno "stravolgimento profondo che ci espone a problemi maggiori, non è facilmente comprensibile il motivo di questa scelta".
"Sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo - ha sottolineato la senatrice a vita - si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto 'premierato'".
"Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan 'scegliete voi il capo del governo'. Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate", ha concluso Segre tra gli applausi dell'opposizione.