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Israele-Hamas, si lavora per estendere tregua: pronta lista...

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Israele-Hamas, si lavora per estendere tregua: pronta lista ostaggi da liberare oggi

Si lavora per estendere la tregua, ma Israele non sarebbe disposto ad andare oltre domenica 3 dicembre. Idf approvano nuova fase della guerra a Gaza: "Pronti dopo tregua". Media: "Morto il neonato rapito Kfir, aveva 10 mesi". Ma Stato ebraico non conferma

Cartelli per gli ostaggi di Hamas - Afp

Altri 14 ostaggi, 10 israeliani e 4 thailandesi, sono stati consegnati da Hamas alla Croce rossa nella Striscia di Gaza, prima di essere trasferiti in Israele. Lo comunica l'Idf, secondo quanto riporta The times of Israel. Tra gli ostaggi rilasciati c'è anche Liat Atzili, la donna è il secondo ostaggio con cittadinanza americana ad essere liberato durante la tregua in corso. La donna "è al sicuro in Egitto. Ha attraversato il confine. Ho parlato con sua madre e suo padre, sono molto riconoscenti", ha commentato il presidente Usa Joe Biden. La donna "presto tornerà a casa con i suoi tre figli".

In precedenza, Hamas aveva rilasciato due cittadini con doppia cittadinanza russo-israeliana, Yelena Trupanov e sua madre Irena Tati. I 10 israeliani rilasciati questa sera sono: Raz Ben Ami, Yarden Roman, Liat Atzili, Moran Stela Yanai, Liam Or, Itay Regev, Ofir Engel, Amit Shani, Gali Tarshansky e Raaya Rotem.

Si tratta del sesto gruppo di ostaggi liberato durante la tregua prolungata lunedì scorso e che nelle prossime ore dovrebbe terminare.

Il rilascio è avvenuto in ritardo, un ritardo dovuto a 'problemi tecnici' che dovrebbero essere risolti hanno riferito fonti israeliane a conoscenza dei negoziati, secondo quanto riferisce Haaretz.

Sono intanto in corso sforzi diplomatici per estendere i giorni di cessate il fuoco: secondo i termini dell'accordo, infatti, lo stop potrebbe allungarsi fino a un totale di 10 giorni, compresi i primi quattro, se Hamas rilascerà almeno altri 10 ostaggi al giorno, mentre Israele libererà altri detenuti della sicurezza in un rapporto di tre prigionieri per ogni ostaggio.

Lo Stato ebraico - che non sarebbe disposto ad andare oltre il 3 dicembre - starebbe cercando intanto di valutare "se esista una possibilità" di prorogare la pausa nelle ostilità con Hamas. Ad affermarlo un funzionario israeliano di alto livello citato dalla Cnn, dopo che il Qatar si è detto "molto ottimista" sulle possibilità che venga annunciata nelle prossime ore una proroga. La fonte ha ripetuto che Israele ritiene che non tutti gli ostaggi a Gaza siano attualmente nelle mani di Hamas. "Sappiamo che qualunque cosa decida (il capo di Hamas Yahya) Sinwar, poi accade - ha detto - Può toglierli dalle mani di altre fazioni e assicurare che l'accordo sia attuato interamente".

Secondo una fonte diplomatica citata lunedì dalla Cnn, più di 40 delle persone prese in ostaggio in Israele durante il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas non sono nelle mani del gruppo.

Israele respinge intanto davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite gli appelli a un cessate il fuoco permanente a quasi due mesi dall'inizio delle ostilità. "Chiunque sostenga un cessate il fuoco di fondo sostiene di fondo il continuo regno del terrore di Hamas a Gaza", ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu, Gilad Erdan, secondo il quale con un cessate il fuoco Israele non potrebbe proteggere i suoi cittadini.

L'ambasciatore ritiene non si possa chiedere un cessate il fuoco e al contempo affermare di cercare una soluzione al conflitto. "Hamas ha dichiarato pubblicamente, lo avete visto tutti, che ripeterà il 7 ottobre fin quando Israele non esisterà più - ha affermato l'ambasciatore - Come rispondereste e difendereste i vostri cittadini da una così chiara minaccia con un cessate il fuoco?". Per Erdan tutto potrebbe finire solo se Hamas consegnasse tutti gli ostaggi e tutte le persone coinvolte nell'attacco del 7 ottobre.

Idf approvano nuova fase guerra a Gaza: "Pronti dopo tregua"

Il capo di stato maggiore delle Idf (le Forze di difesa israeliane), il tenente generale Herzi Halevi, ha approvato intanto la fase successiva della guerra nella Striscia di Gaza, che riprenderà dopo la tregua. In particolare, come si legge in una nota dell'Idf, durante un incontro nel quartier generale del comando meridionale a Beersheba Halevi ha dato il suo via libera alla ripresa dell'operazione di tregua al termine della tregua. ''Sappiamo cosa è necessario fare e siamo pronti alla fase successiva'', ha dichiarato Halevi.

Blinken: "Faremo possibile per estendere tregua"

"Faremo il possibile per estendere la tregua a Gaza", in modo da permettere che gli ostaggi vengano liberati e gli aiuti umanitari arrivino alla popolazione della Striscia. All stesso tempo "dobbiamo essere sicuri che il 7 ottobre non accada mai più", ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken al termine della ministeriale Nato a Bruxelles. Fin da quando si è insediata, l'amministrazione Biden è stata a favore di una soluzione di pace con due stati, ma si tratta di un processo da portare avanti, ha detto Blinken rispondendo alle domande dei giornalisti. Ora bisogna occuparsi anche "del giorno dopo" a Gaza, della "governance, la sicurezza e la ricostruzione" dopo il conflitto. E poi del giorno "ancora dopo", con una pace globale e durevole.

Qatar: "Molto ottimisti su proroga tregua"

Il Qatar è "molto ottimista" sulle possibilità che venga annunciata nelle prossime ore una proroga della tregua tra Israele e Hamas, dopo l'atteso rilascio di un sesto gruppo di ostaggi. Lo ha detto alla Cnn un portavoce del ministero degli Esteri, confermando negoziati in corso. "Speriamo che nell'arco di poche ore avremo il rilascio dell'ultimo gruppo (di ostaggi) e anche che riusciremo ad annunciare una proroga - ha detto alla rete americana il portavoce Majed Al-Ansari - Siamo molto ottimisti sul fatto che oggi avremo buone notizie da condividere".

Secondo Al-Ansari, che ha riferito di negoziati in un "clima positivo" anche se "parliamo di una zona di guerra con molte complicazioni sul campo", un'eventuale proroga sarebbe con gli stessi criteri dei precedenti accordi. Il portavoce ha aggiunto che la questione del rilascio degli uomini adulti e dei soldati delle Idf in ostaggio è oggetto delle trattative e che potrebbero essere rilasciati nel prossimo futuro.

"Abbiamo dato priorità a coloro che tra gli ostaggi sono più a rischio, ovvero donne e bambini - ha aggiunto - Andiamo verso il rilascio di civili di sesso maschile e poi verso colloqui più lunghi riguardo i soldati".

Media: "Morto neonato Kfir con fratellino e mamma". Israele non conferma

Ma secondo quanto reso noto dalle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, in comunicato, 3 ostaggi israeliani sono morti in un precedente raid israeliano sulla Striscia di Gaza.

Secondo i media palestinesi i tre israeliani morti sarebbero il neonato di 10 mesi Kfir Bibas, suo fratello di 4 anni, Ariel, e la madre dei due, Shiri Silverman Bibas. Lo riportano i media palestinesi, citando un comunicato delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. I parenti di Shiri Bibas attendono tuttavia "che le notizie vengano verificate o auspicabilmente smentite dai militari al più presto". E' quanto affermano in una dichiarazione riportata da Haaretz. Jimmy Miller, cugino di Shiri Bibas, ha detto intanto a Channel 12 che i familiari non sono a conoscenza di altre informazioni sulla situazione, oltre all'annuncio di Hamas. Secondo Miller, "non c'è ombra di dubbio che siano arrivati vivi nella Striscia di Gaza" e Hamas "è l'unico responsabile per la loro salute" e per farli tornare a casa "vivi".

Le forze israeliane (Idf) hanno già fatto sapere di essere al lavoro per "valutare l'attendibilità" della notizia, diffusa dal braccio armato di Hamas.

Ancora 159 ostaggi a Gaza

Sono 159 gli israeliani tenuti ancora in ostaggio da Hamas e da altri gruppi a Gaza. Lo ha riferito un portavoce delle Forze di difesa israeliane.

Finora, invece, sono stati rilasciati 96 ostaggi. Sessanta israeliani (alcuni con doppia cittadinanza) sono stati liberati nel quadro dell'accordo on Hamas insieme a 20 sono stranieri. Inoltre sono stati rilasciati quattro donne un cittadino russo-israeliano al di fuori dell'accordo con Israele, mentre una soldatessa è stata tratta in salvo dalle Idf.

L'esercito israeliano ha confermato che la famiglia Bibas è stata rapita dal kibbutz Nir Oz durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Scontro in Cisgiordania

Il Ministero della Sanità palestinese ha reso noto che due bambini palestinesi sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco israeliani a Jenin, in Cisgiordania. Fonti locali hanno riferito all'agenzia di stampa palestinese Wafa che le forze israeliane hanno costretto i residenti del quartiere di Damj a lasciare le loro abitazioni sotto la minaccia delle armi dopo aver distrutto case e strade nel quartiere. L'agenzia di stampa aggiunge che l'esercito ha anche bombardato una casa con un drone e che le forze israeliane hanno fermato uno dei feriti da un'ambulanza, mentre veniva trasportato in ospedale.

L'asssociazione dei Prigionieri Palestinesi (Pps) e l'Autorità per gli Affari dei Prigionieri affermano che le forze israeliane hanno arrestato 35 palestinesi in Cisgiordania nelle ultime 24 ore, compreso un bambino di 12 anni. Il numero totale delle persone arrestate dal 7 ottobre è ora superiore a 3.325, si legge in un post sulla pagina Facebook del Pps.

Erdogan: "Netanyahu passerà alla storia come il macellaio di Gaza"

Con quasi 15mila palestinesi morti nella Striscia di Gaza, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, "ha commesso una delle più grandi atrocità del secolo e passerà alla storia come il macellaio di Gaza". Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, intervendo a una riunione del suo partito, l'Akp. Il leader turco, riporta l'agenzia Anadolu, ha anche annunciato che oggi salperà verso Gaza una seconda nave turca con un carico di 1.500 tonnellate di aiuti umanitari. La Turchia, ghaa ggiunto, "intensificherà gli sforzi diplomatici per il rilascio degli ostaggi" e per un "cessate il fuoco permanente a Gaza". Parola di Recep Tayyip Erdogan.

Oms: "A Gaza si rischiano più morti per malattie che per bombe"

Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, teme il rischio di epidemie a Gaza, dove "1,3 milioni di persone vivono attualmente in rifugi". "Alla luce delle condizioni di vita e della mancanza di assistenza sanitaria, le malattie potrebbero fare più vittime dei bombardamenti", ha avvertito in un post su X in cui chiede un "cessate il fuoco duraturo" a partire da "adesso" perché "per i civili è questione di vita o di morte". "Il sovraffollamento e la mancanza di generi alimentari, acqua, servizi igienico-sanitari di base, gestione dei rifiuti e accesso ai medicinali stanno portando a un numero elevato di casi di infezioni respiratorie acute (111.000), scabbia (12.000), pidocchi (11.000)", ha messo in guardia, elencando una serie di criticità dal punto di vista sanitario e avvertendo per "un aumento del rischio di epidemie".

Tregua Israele-Hamas

L'accordo tra Israele e Hamas è stato esteso lunedì per altri due giorni. Ora Hamas sta "cercando di estendere la tregua", ha dichiarato un membro dell'ufficio politico del gruppo militante si legge sulla Cnn. Ghazi Hamad ha detto che Hamas sta usando tutte le carte che ha nei negoziati. Hamas ha rilasciato ieri altri 12 ostaggi - 10 israeliani e due cittadini thailandesi, secondo quanto riferito dalle Forze di Difesa israeliane e dall'ufficio del primo ministro israeliano. Non sono stati rilasciati americani, anche se la Casa Bianca aveva detto in precedenza che si prevedeva la liberazione di due donne. La Casa Bianca ha dichiarato di sperare che alcuni americani possano essere rilasciati oggi.

I 12 sono stati trasferiti dalla Croce rossa in Egitto, attraverso il valico di Rafah. Quindi, hanno fatto rientro in patria e hanno incontrato i familiari in diversi ospedali. Con la loro liberazione sale a 85 (61 i civili israeliani) il numero degli ostaggi rilasciati negli ultimi cinque giorni nell'ambito dell'accordo tra Hamas e Israele. Gli ostaggi israeliani liberati nelle ultime ore sono Gabriela Leimberg (59 anni) Mia Leimberg (17 anni) Clara Marman (63 anni) Tamar Metzger (78 anni) Ditza Hayman (84 anni) Norlin Babdila (60 anni) Ada Sagi (75 anni) Ophelia Edith Roitman (77 anni) Rimon Kirsht (36 anni) e Merav Tal (53 anni).

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Russia: “Macron vuole la guerra”: cosa ha detto...

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Mosca: "Le dichiarazioni rivelano l'intenzione di entrare in uno scontro armato diretto con la Russia"

Emmanuel Macron - Afp

Emmanuel Macron, i soldati occidentali, l'Ucraina e la Russia. Il copione si ripete, con effetto immediato sui rapporti tra Parigi e Mosca in una fase cruciale della guerra tra Ucraina e Russia. Il presidente lo scorso 26 febbraio aveva superato la linea rossa non tracciata della geopolitica.

"Diversi Paesi membri della Nato e dell'Unione europea considerano l'invio di soldati in territorio ucraino su base bilaterale", aveva dichiarato all'Eliseo, in occasione della conferenza in sostegno dell'Ucraina a cui avevano preso parte 21 capi di Stato e di governo.

Poi, il 3 maggio, il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, aveva a parole rotto un altro tabù, dicendosi favorevole all'uso delle armi fornite da Londra a Kiev per attaccare obiettivi all'interno della Russia.

L'Ucraina, aveva detto, ''ha assolutamente il diritto'' di reagire all'aggressione russa. "Spetta agli ucraini decidere come utilizzare queste armi. Stanno difendendo il loro Paese, sono stati invasi illegalmente da Putin e devono reagire. Vogliamo essere assolutamente chiari: la Russia ha lanciato un attacco contro l'Ucraina e l'Ucraina ha assolutamente il diritto di contrattaccare la Russia''.

Poi, in una intervista all'Economist pubblicata all'inizio di questo mese, Macron aveva ribadito che l'invio di forze militari in Ucraina non era escluso se Mosca "rompeva le linee del fronte" e se Kiev lo chiedeva, ma "non è il caso oggi". "Scartarlo a priori, significherebbe non aver tratto insegnamenti dagli ultimi due anni".

Macron ha ribadito le sue dichiarazioni di febbraio. "Assolutamente", aveva risposto alla domanda se confermava la possibilità di inviare forze francesi in territorio ucraino. "Oggi non c'è consenso fra i Paesi della Nato e dell'Unione europea, per inviare in modo ufficiale, assumere e approvare i loro soldati sul territorio ucraino su base bilaterale". "Come ho avuto modo di dire, non escludo nulla perché abbiamo a che fare con una persona che non esclude nulla. Siamo stati troppo esitanti formulando dei limiti della nostra azione nei confronti di qualcuno che non ne ha e che è l'aggressore", aveva detto.

Nelle ultime ore, è arrivata la nuova risposta da Mosca. Le dichiarazioni del presidente francese "colpiscono per la loro irresponsabilità e sconsideratezza", secondo una nota del ministero degli Esteri russo in relazione alle esercitazioni nucleari tattiche che Mosca ha annunciato ieri.

E' "difficile" percepire le parole pronunciate da Macron, osserva il ministero degli Esteri, se non come "una manifestazione di disponibilità e intenzione di entrare in uno scontro armato diretto con la Russia, il che significherebbe uno scontro militare frontale tra le potenze nucleari".

 

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Russia annuncia esercitazioni nucleari, oggi il giorno di...

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Oggi l'insediamento del presidente per il quinto mandato mentre Mosca si prepara a esercitazioni delle forze nucleari tattiche

Vladimir Putin - Afp

L'annuncio di esercitazioni delle forze nucleari tattiche, il primo pubblico, "nel breve futuro", in una località non precisata della Russia, precede di qualche ora l'insediamento di Vladimir Putin per il quinto mandato da Presidente, a due giorni dalla giornata della Vittoria che celebra l'anniversario della sconfitta delle forze naziste nel 1945.

Le esercitazioni, su istruzione di Putin al ministero della Difesa, saranno dedicate "ai preparativi e al dispiegamento" delle forze nucleari non strategiche "a operare missioni di combattimento" e hanno come obiettivo quello di "garantire l'integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo", in risposta a "dichiarazioni provocatorie e minacce contro la Russia da parte di certe personalità occidentali", ha reso noto il ministero della Difesa.

Le accuse alla Nato

"Dispiegare soldati Nato per confrontare militari russi nell'escalation di tensioni è un passo senza precedenti. E richiede attenzione e misure speciali", ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti occidentali, fra cui Emmanuel Macron, ma anche di personalità Usa e Gb, spiegando di "non aver nulla da aggiungere". Prenderanno parte alle esercitazioni, ha precisato il ministero della Difesa, unità missilistiche del Distretto militare meridionale (Caucaso del Nord), sostenute dalle forze aeree e da quelle della marina. Le armi nucleari tattiche, su cui la Russia ha investito molto negli ultimi anni, sono da usare sul campo di battaglia, contrariamente a quelle strategiche, destinate a raggiungere obiettivi lontani dal fronte.

Chi sarà presente al Cremlino

Intanto, in vista dell'insediamento di oggi di Putin al Cremlino - dopo la rielezione a marzo con l'87,5% dei voti - l'Ue e i suoi Stati membri "stanno ancora discutendo sull'approccio" da tenere di fronte all'invito da parte del presidente russo a partecipare alla cerimonia e "non è stata ancora presa una decisione finale, ha affermato il portavoce dell'Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, precisando che l'Alto Rappresentante Josep Borrell è contrario alla partecipazione dell'Ue domani" alla cerimonia.

"Confermo che è stato mandato un invito ufficiale dal Cremlino - continua - agli Stati membri dell'Ue e alla delegazione dell'Ue a Mosca. Stiamo discutendo con i nostri Stati membri sulla forma della nostra risposta", perché "puntiamo sempre ad avere un approccio coordinato, quando è possibile, in politica estera", ha concluso.

Si sa che non saranno presenti alla parata diplomatici di Lituania, Estonia e Lettonia e della Repubblica Ceca: ieri il ministro degli Esteri, Jan Lipavský, ha annunciato che il governo ha richiamato l'ambasciatore a Mosca e che Praga non sarà rappresentata alla cerimonia di inaugurazione. La Francia sarà rappresentata dal proprio ambasciatore a Mosca, Pierre Levy, come ha indicato all'agenzia Tass una fonte diplomatica francese.

A Mosca, poi, nelle ultime ore si sono svolte le prove per la parata sulla Piazza Rossa di giovedì, quando sfileranno, oltre ai carri armati, anche missili tattici Iskander-M, S-400, e missili balistici intercontinentali Yars. Contrariamente al 2022, pochi mesi dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina, e al 2023, si leveranno in volo aerei da combattimento Su-30SM, Mig-29 e Su-25. E' stata invece cancellata, come lo scorso anno, la marcia degli immortali, sfilata di russi con le immagini di un familiare morto nella Grande guerra patriottica. Ufficialmente, per ragioni di sicurezza.

 

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Esteri

Gaza, ok di Hamas a proposta di tregua: Israele frena e...

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Per lo Stato ebraico, l'accordo approvato dall'organizzazione islamista sarebbe stato "modificato" e "lontano dalle nostre richieste fondamentali", mentre l'operazione a Rafah servirebbe ad "esercitare pressioni militari su Hamas per fare progressi nella liberazione degli ostaggi"

Fumo su Rafah dopo un raid israeliano - Afp

Dopo la frenata sui negoziati per la tregua a Gaza, con Israele che ha accusato Hamas di aver approvato una proposta "modificata" rispetto a quella concordata con i mediatori di Qatar ed Egitto e ritenuta "unilaterale" e "inaccettabile" da Tel Aviv, lo Stato ebraico ha lanciato nella tarda serata di ieri un attacco a Rafah. Il raid, che non è chiaro se sia da considerare l'inizio dell'operazione di terra, è stato annunciato subito dopo la nota dell'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, dove si spiegava come il gabinetto di guerra israeliano avesse deciso all'unanimità di andare avanti con l'operazione a Rafah "per esercitare pressioni militari su Hamas con l'obiettivo di fare progressi nella liberazione degli ostaggi e per altri obiettivi di guerra". Del resto, spiegava ancora la nota, la proposta di tregua approvata dall'organizzazione islamista sarebbe considerata "lontana dalle richieste ritenute fondamentali da Israele". Allo stesso tempo, però, lo Stato ebraico invierà comunque una delegazione al Cairo per tenere colloqui con i mediatori nel tentativo di trovare un accordo che soddisfi le sue richieste.

L'attacco a Rafah, cosa sta succedendo

Le forze delle Idf "stanno attaccando e operando in modo mirato contro obiettivi dell'organizzazione terroristica Hamas nella zona est di Rafah". Così sul social X il portavoce dell'esercito israeliano, Daniel Hagari, ha annunciato nella tarda serata di ieri l'inizio dell'operazione israeliana. A quanto riporta Times of Israele, fonti palestinesi riferiscono che carri armati e truppe israeliane stanno entrando nel valico di Kerem Shalom, bombardando l'area dall'alto e con il fuoco dell'artiglieria.

La televisione Al-Aqsa riferisce che i carri armati israeliani stanno sparando contro il valico da circa 200 metri di distanza, distruggendo il terminal che da novembre funge da uno dei principali canali di trasporto degli aiuti a Gaza. Il valico si trova a circa 3 chilometri dai confini orientali di Rafah, nell’estremo sud di Gaza.

Altri rapporti affermano che le forze di terra si stanno spostando nell'area del valico e che gli attacchi aerei stanno colpendo la parte orientale di Rafah. Non vi è alcun commento da parte dell'esercito israeliano sull'azione riportata.

Media palestinesi avevano parlano in precdenza di una serie di attacchi israeliani lanciati sui quartieri della zona orientale di Rafah, interessati da un ordine di evacuazione emesso dalle Idf.

Nella mattinata di ieri, volantini nella parte orientale della città, messaggi e telefonate con le istruzioni ai palestinesi erano serviti alle Idf ad allertare la popolazione nelle zone che dovevano essere evacuate a Rafah in vista della pianificata offensiva sulla parte meridionale della Striscia di Gaza, riportava il Times of Israel, citando l'ordine di evacuazione lanciato dall'esercito israeliano che stava inoltre dando indicazioni su quali percorsi prendere per raggiungere una zona umanitaria designata.

Dal via libera di Hamas alla frenata di Israele

A dare ufficialmente l'annuncio sul via libera alla proposta era stato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che ha informato il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, e il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamal, del sì del movimento palestinese alla proposta dei due Paesi arabi per un cessate il fuoco, ha riferito Hamas in una nota. "La palla è nel campo di Israele", aveva dichiarato un funzionario dell'organizzazione islamista, con Hamas che ha affermato di aver accettato la proposta dei due Paesi dopo aver "ricevuto garanzie dagli Stati Uniti per arrivare a un cessate il fuoco permanente e al ritiro di Israele da Gaza al termine della terza e ultima fase dell'accordo", ha detto una fonte del gruppo al canale saudita Asharq.

"I mediatori ci hanno detto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è chiaramente impegnato a garantire l'attuazione dell'accordo", ha poi detto ad al-Jazeera Khalil al-Hayya, vice del leader di Hamas. Secondo il numero due di Sinwar, l'accordo prevede che "il primo giorno della prima fase" ci sia "un chiaro impegno a sospendere temporaneamente le operazioni militari". Al-Hayya ha riferito che "la proposta include, nella sua seconda fase, l'annuncio della cessazione permanente delle operazioni militari" a Gaza. “Stiamo aspettando la risposta degli occupanti alla nostra approvazione della proposta di cessate il fuoco”, ha concluso.

Secondo quanto riportava tuttavia una fonte politica israeliana citata da Sky News Arabia, Hamas avrebbe dato l'ok a una proposta di cessate il fuoco 'modificata' dall'Egitto e, quindi, non alla versione su cui ci sarebbe un consenso generale da parte dello Stato ebraico. Fonti israeliane hanno detto a Ynet News che la proposta di Egitto e Qatar sul cessate il fuoco accettata da Hamas è unilaterale, non coinvolge Israele e non è accettabile. I negoziatori israeliani la stanno comunque esaminando.

"E' il solito trucco, non è vero che Hamas ha accettato" la proposta dei mediatori, ha intanto dichiarato il ministro dell'Economia israeliano Nir Barkat incontrando i giornalisti a Roma. La notizia arriva nel giorno in cui il governo israeliano ha approvato all'unanimità il lancio dell'offensiva militare su Rafah.

"C'è solo una risposta ai trucchetti di Hamas: un ordine immediato per conquistare Rafah, aumentare la pressione militare e continuare a schiacciare Hamas fino alla sua completa sconfitta", scrive quindi su X il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir. Poi, quindi, l'annuncio dell'attacco a Rafah.

Tregua e ostaggi, cosa prevede la proposta

Quella dei mediatori arabi è una nuova proposta a tutti gli effetti. Secondo quanto riportano i media arabi e israeliani, la prima fase vedrebbe un cessate il fuoco di sei settimane e il rilascio di 33 ostaggi in vita - donne, bambini, anziani e malati - in cambio della liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi. Fonti citate da al-Arabiya sostengono che l'accordo preveda anche il ritiro delle forze israeliane dal centro di Gaza nella prima fase e lo stop delle operazioni militari nei cieli di Gaza per 10 ore al giorno.

Il dirigente di Hamas, Khalil al-Hayya, ha spiegato ad al-Jazeera, che questa fase includerebbe anche il ritorno dei palestinesi sfollati nelle loro case e un incremento degli aiuti umanitari a Gaza, in particolare carburante e materiali di soccorso. Tuttavia, secondo al-Hayya, sarebbero 50 i prigionieri palestinesi liberata per ogni donna ancora nelle mani di Hamas che verrebbe rilasciata.

Nella seconda fase, ha aggiunto il dirigente di Hamas, il movimento palestinese rilascerebbe i prigionieri maschi per un numero indeterminato di prigionieri palestinesi. La terza fase dell'accordo prevederebbe l'avvio di un piano di ricostruzione di Gaza per un periodo dai tre ai cinque anni. Altre fonti citate da Sky News Arabia sostengono che nella seconda fase ci sarebbe l'interruzione permanente delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza.

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