Esteri
Iran, fonti Usa: “improbabile” attacco Israele...
Iran, fonti Usa: “improbabile” attacco Israele prima di fine Pasqua ebraica
Fonti Usa: "Improbabile" attacco Tev Aviv prima di fine Pasqua ebraica. New York Times: 'Israele ha sottovalutato la gravità della risposta iraniana". Sanzioni Usa e Ue contro Teheran
L'Iran minaccia di attaccare i siti nucleari di Israele se lo Stato ebraico risponderà al recente attacco di missili e droni da Teheran. Lo riferisce la Tass citando il corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica, i Pasdaran. ''Una revisione della nostra dottrina e politica nucleare, nonché delle considerazioni precedentemente comunicate, è del tutto possibile'', ha detto il comandante della divisione di difesa e sicurezza nucleare Ahmad Haghtalab, secondo il quale Teheran ha determinato l'ubicazione dei "centri nucleari" israeliani ed è pronta a distruggerli in caso di aggressione.
Fonti Usa: "improbabile" attacco Israele prima di fine Pasqua ebraica
È improbabile che Israele effettui un attacco contro l'Iran prima della fine delle celebrazioni della Pasqua ebraica, che iniziano nella serata di lunedì 22 aprile e si concluderanno nella serata del 30. A riportare la notizia, attribuendola ad un alto funzionario statunitense, è AbcNews. La stessa fonte citata dall'emittente parla di uno stato di massima allerta in Iran per il rischio di un attacco.
Preparativi risposta israeliana avviati e sospesi due volte
Sempre secondo quanto riferito ad AbcNews da tre fonti israeliane, Tel Aviv ha avviato, quindi interrotto i preparativi per l'attacco di rappresaglia contro l'Iran in almeno due occasioni nelle notti della scorsa settimana. Il gabinetto di guerra israeliano ha valutato una serie di risposte, dall'attacco ai 'proxy' iraniani nella regione, ma non sul suolo iraniano, a un potenziale attacco informatico, hanno riferito le stesse fonti ad Abc.
Netanyahu: "Da Iran minaccia esistenziale, appello a unità del Paese"
Appello all'unità di Israele dal premier Benjamin Netanyahu dinanzi alla "minaccia esistenziale" rappresentata dall'Iran. In visita nella sede del Mossad, Netanyahu ha detto: "Le divisioni interne devono scomparire ora perché siamo sotto una minaccia esistenziale, e di fronte a una minaccia esistenziale uniamo le forze". Poi il premier ha ribadito l'impegno "a sconfiggere l'asse terroristico a Gaza, a liberare gli ostaggi e respingere la minaccia totale che arriva dall'Iran".
Il ruolo degli Usa
Intanto secondo quanto scrive la pubblicazione qatarina Al-Araby Al-Jadeed, citato dal Times of Israel, attribuendo la dichiarazione ad un funzionario del Cairo, gli Stati Uniti avrebbero accettato il piano israeliano per un'operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in cambio della rinuncia da parte dello stato ebraico a sferrare un attacco di ampia portata in Iran per rappresaglia contro l'attacco iraniano a Israele.
"L'amministrazione americana ha mostrato di accettare il piano precedentemente presentato dal governo di occupazione per quanto riguarda l'operazione militare a Rafah, in cambio della rinuncia a un attacco su larga scala contro l'Iran", scrive Al-Araby Al-Jadeed, citato dal Times of Israel, attribuendo la dichiarazione ad un funzionario del Cairo, secondo il quale sarebbero in corso i preparativi per consentire all'Egitto di far fronte a qualsiasi possibile impatto della prevista operazione.
Sanzioni Usa e Ue contro Iran
Joe Biden ha annunciato "nuove sanzioni e misure di controllo dell'export" contro l'Iran dopo l'attacco contro Israele, misure che andranno a colpire in modo particolare i programmi di produzione di missili e droni. "Le sanzioni prendono di mira leader e entità collegate alle Guardie rivoluzionarie iraniane, il ministero della Difesa iraniano e il programma del governo per i droni e i missili che ha permesso lo spudorato attacco", si legge in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. "I nostri alleati e partner hanno già annunciato o annunceranno sanzioni aggiuntive e misure per limitare i programmi militari destabilizzanti dell'Iran", ha aggiunto il presidente americano ricordando la discussione avuta "con gli altri leader del G7 la mattina dopo l'attacco, siamo impegnati ad agire in modo collettivo per aumentare la pressione economica sull'Iran".
"Durante la mia amministrazione - ha aggiunto Biden - gli Stati Uniti hanno sanzionato oltre 600 individui ed entità, compreso l'Iran, i suoi proxies, Hamas, Hezbollah, gli Houthis e Kataib Hezbollah. E continueremo. Ho dato indicazioni al mio team, compreso il dipartimento del Tesoro, di continuare ad imporre sanzioni per degradare ulteriormente le industrie militari iraniane". "Voglio essere chiaro con chi aiuta o sostiene gli attacchi dell'Iran - conclude Biden - gli Stati Uniti sono impegnati per la sicurezza di Israele e del nostro personale e partner nella regione. E non esiteremo ad adottare tutte le misure necessarie per mettervi davanti alle vostre responsabilità".
Anche nel Consiglio Europeo è stato deciso di "mettere in atto sanzioni contro l'Iran" per l'attacco lanciato contro Israele. "E' un segnale chiaro che vogliamo lanciare". , ha detto il presidente Charles Michel, a Bruxelles al termine della prima giornata di lavori del summit. "Riteniamo che sia molto importante interagire con i Paesi della regione per isolare l'Iran - continua - in modo da tentare di sostenere un processo di pace. Sosteniamo la sicurezza di Israele". Per Michel "l'idea è quella di prendere di mira le aziende che producono droni e missili", ma sono idee che verranno sviluppate "dal Consiglio" Ue, a livello quindi di ministri degli Esteri.
Il sistema di sanzioni per fermare l'export verso l'Iran di componenti per la produzione di droni e missili esiste già dal luglio 2023. "Dobbiamo rivedere questo sistema in modo da allargarlo e renderlo più efficiente", ha dichiarato dal canto suo l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, nel corso di un punto stampa a Capri, dove è in corso il G7 Esteri.
Nyt, Israele ha calcolato male risposta Iran ad attacco Damasco
Israele ha calcolato male la risposta che l'Iran avrebbe dato all'attacco che ha distrutto il consolato di Teheran a Damasco. E questo errore di calcolo potrebbe causare la tanto temuta escalation nella regione. Lo scrive il New York Times citando diversi funzionari americani coinvolti in discussioni ad alto livello dopo l'attacco e un alto funzionario israeliano. ''Gli israeliani hanno commesso un grave errore di calcolo pensando che l'Iran non avrebbe reagito con forza'', afferma il quotidiano.
Il New York Times scrive che i funzionari statunitensi erano arrabbiati per essere stati informati solo pochi minuti prima dell’attacco israeliano a Damasco e per il fatto che non era stato comunicato loro il suo significato. Due funzionari israeliani hanno riferito al New York Times che i piani per l'attacco erano iniziati due mesi prima che fosse portato a termine e che è stato approvato dal gabinetto di guerra il 22 marzo.
Esteri
Ucraina, Shoigu: “Più armi per la guerra contro...
Così il ministro della Difesa russo dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov. Ancora missili su Odessa
"Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi". Così su Telegram il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
Ancora missili su Odessa
Nuovo attacco missilistico russo su Odessa, il secondo in tre giorni. Secondo quanto riferito dal governatore della città nel sud dell'Ucraina, almeno tre persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite nell'ultimo raid, che ha provocato anche danni alle infrastrutture civili.
Bimbi ucraini deportati in Russia, telefonata Yemark-Zuppi
"Ho avuto un colloquio telefonico con il presidente della Conferenza episcopale italiana , cardinale Matteo Zuppi. Ho sottolineato che nel quadro del dialogo diplomatico con tutti gli stati, l'Ucraina presta costantemente particolare attenzione alla questione del ritorno dei bambini deportati illegalmente dalla Russia". Lo ha scritto su X, Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente Volodymyr Zelensky.
Esteri
Covid, Zhang sfida ancora la Cina: la battaglia del...
Lo scienziato, cacciato dal laboratorio, torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico
Sfida ancora la Cina di Xi Jinping il virologo cinese che all'inizio della pandemia di coronavirus, nel gennaio 2020, pubblicò la prima sequenza del Sars-Cov-2 senza l'autorizzazione di Pechino. Zhang Yongzhen torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico. Lo scorso fine settimana, ricostruisce il Telegraph, gli è stato impedito l'ingresso nel suo laboratorio a Shanghai.
Nel frattempo sui social hanno iniziato a rimbalzare foto di un uomo che dorme sotto la pioggia davanti alla porta del centro. Domenica si è messo seduto fuori dallo Shanghai Public Health Clinical Center, che sostiene che il laboratorio di Zhang sia stato chiuso per "motivi di sicurezza", con la possibilità di spazi alternativi durante i lavori di ristrutturazione.
Eppure secondo una dichiarazione diffusa online da Zhang e poi sparita, ma visionata dall'Associated Press citata dalla stampa internazionale, allo scienziato sarebbe stato offerto un altro spazio, ma solo dopo lo 'sfratto' e senza gli standard necessari per le sue ricerche. E nel post su Weibo fatto sparire, Zhang assicura che non mollerà dopo le misure scattate per lui e per il suo team.
E' "sconfortante vedere queste continue vessazioni e punizioni nei confronti di Zhang", ha commentato con il Telegraph Stuart Neil, virologo del King’s College London coinvolto nel lavoro di ricerca per tracciare le origini del Covid e convinto che "senza il coraggio di Zhang" ci sarebbe voluto molto più tempo per "la diffusione del primo vaccino" contro il Covid.
Scienziati che lavorano con collaboratori in Cina hanno denunciato al giornale come dopo la pandemia le collaborazioni internazionali siano divenute sempre più difficili. Il Guardian scrive che oggi Zhang, raggiunto al telefono, ha sottolineato come per lui - già rimosso dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive - sarebbe "inopportuno" parlare.
Esteri
Usa verso svolta storica su marijuana, sarà ‘droga...
Di conseguenza sarà un reato meno grave il consumo di cannabis
Gli Stati Uniti stanno riconsiderando la pericolosità della marijuana, con l'intenzione di classificarla come droga meno pericolosa. Una svolta storica quella che sta valutando la Drug Enforcement Administration, come spiega l'emittente Abc citando proprie fonti. Di pari passo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si è mosso per rendere l'uso di marijuana un reato meno grave. Se andrà in porto si tratterà del più grande cambiamento nella politica federale sulla cannabis negli ultimi 40 anni.
Il Dipartimento di Giustizia, che sovrintende alla Drug Enforcement Administration, ha raccomandato che la cannabis venga classificata come una droga della cosiddetta tabella tre, con un potenziale di dipendenza fisica e psicologica da moderato a basso. Attualmente la cannabis è inserita nella tabella uno, riservata alle droghe con un elevato potenziale di abuso.