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‘Il giovane Berlusconi’ da oggi su Netflix, ecco la docuserie in tre episodi
Regia di Simone Manetti per il racconto con materiali d'archivio della storia dell’impresa culturale che ha portato alla costruzione della prima tv commerciale privata in Italia e in Europa: l'ascesa dell'imprenditore fino alle elezioni del 1994
La docuserie 'Il giovane Berlusconi', per la regia di Simone Manetti, scritto da Matteo Billi e Piergiorgio Curzi e prodotto da B&B Film, disponibile da oggi in Italia su Netflix. I tre episodi raccontano - con materiali d’archivio anche inedito - la storia dell’impresa culturale che ha portato alla costruzione della prima tv commerciale privata in Italia e in Europa, con le testimonianze dei più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi - personaggi noti, ma anche tecnici, autori, pubblicitari, figure chiave che hanno contribuito al suo successo personale e a quello della sua televisione – e di coloro che lo hanno avversato e criticato.
La docuserie arriva prima in Italia solo su Netflix, a seguire in molti altri paesi partendo da Francia, Germania e Austria dove verrà trasmesso da Zdf Arte e ORF. Il progetto è una produzione B&B Film in coproduzione con la società di produzione tedesca Gebreuder Beetz Filmproduktion e con l’emittente franco tedesca ZDF Arte, co-finanziata dalla Regione Lazio (Lazio Cinema International), dal programma Media di Europa Creativa, realizzata anche grazie al Tax Credit del MiC.
Il racconto tratta del successo di Silvio Berlusconi dai suoi esordi come imprenditore dalla metà degli anni ’70 con la creazione di Milano 2 all’ideazione della tv concorrente ai canali di Stato, fino alle elezioni politiche del ’94. Nella docuserie, si alternano le testimonianze di Giovanni Minoli, Pino Corrias, Iva Zanicchi, Marcello Dell'Utri, Fedele Confalonieri, Carlo Freccero, Adriano Galliani, Achille Occhetto, Stefania Craxi, Jack Lang, Gigi Moncalvo, Vittorio Dotti, Anne Sinclair, Carlo Momigliano e Fatma Ruffini.
Nel primo episodio i protagonisti ricostruiscono da dietro le quinte gli esordi della televisione commerciale di Silvio Berlusconi, i colpi di genio e i colpi bassi, le visioni lungimiranti e le trame segrete che hanno contribuito a sbaragliare la concorrenza privata e il monopolio della Rai. Berlusconi diventa un volto noto in Italia.
Nel secondo episodio assistiamo al consolidamento di un impero mediatico che esporta la televisione commerciale in Europa. Un impero che crescerà a dismisura inglobando tutto quello che era possibile comprare sul mercato, anche una squadra di calcio. Berlusconi diventa famoso in tutto il mondo. Ma iniziano i primi problemi. Nel terzo episodio viviamo dal quartier generale di Berlusconi l’inchiesta giudiziaria che fa saltare una generazione di politici italiani. Il gruppo Fininvest è fortemente indebitato. Tutte le tv messe in piedi all’estero vengono spente o vendute, tranne quella spagnola. In gran segreto e dividendo a metà il gruppo dirigente, prende corpo l’Operazione Botticelli, che porterà alla nascita di Forza Italia. Temendo di perdere tutto, Berlusconi annuncia sugli schermi delle sue tv il suo ingresso in politica.
Economia
1 maggio, Luzzi (Feder.Agri): “Tanti morti sul lavoro...
Il segretario generale della Feder.Agri ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli
"I morti sul lavoro non sono solo quei mille all’anno registrati dalle statistiche, ad esempio ce ne sono 500 che perdono la vita nel tragitto casa-lavoro e 60 membri delle forze ordine che ogni anno si suicidano per motivi di lavoro”. Così Alfonso Luzzi, segretario generale della Feder.Agri, ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli.
“Oltre ai morti ‘sul’ lavoro - ha precisato Luzzi - sono da conteggiare anche i morti ‘per’ lavoro, quei 7.000 all’anno deceduti per le conseguenze della propria attività lavorativa, poi ci sono le malattie professionali, le aggressioni sui luoghi di lavoro e anche questioni ancora non evidenti come i rischi dello smart working”.
“Sono numeri grossi, anche se in linea con quelli della maggior parte dei paesi europei, ma che ci spingono a fare qualcosa, come lo sta facendo Confsal con più risorse alla sicurezza e qualità alle proposte”, ha concluso il segretario di Feder.Agri.
Ultima ora
1 maggio, Luzzi (Feder.Agri): “Tanti morti sul lavoro...
Il segretario generale della Feder.Agri ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli
"I morti sul lavoro non sono solo quei mille all’anno registrati dalle statistiche, ad esempio ce ne sono 500 che perdono la vita nel tragitto casa-lavoro e 60 membri delle forze ordine che ogni anno si suicidano per motivi di lavoro”. Così Alfonso Luzzi, segretario generale della Feder.Agri, ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli.
“Oltre ai morti ‘sul’ lavoro - ha precisato Luzzi - sono da conteggiare anche i morti ‘per’ lavoro, quei 7.000 all’anno deceduti per le conseguenze della propria attività lavorativa, poi ci sono le malattie professionali, le aggressioni sui luoghi di lavoro e anche questioni ancora non evidenti come i rischi dello smart working”.
“Sono numeri grossi, anche se in linea con quelli della maggior parte dei paesi europei, ma che ci spingono a fare qualcosa, come lo sta facendo Confsal con più risorse alla sicurezza e qualità alle proposte”, ha concluso il segretario di Feder.Agri.
Politica
1 maggio, Conte: “Firmerò per il referendum Cgil sul...
Il leader M5S oggi a Portella della Ginestra: "Tutti devono avere opportunità di lavoro, dobbiamo pensare a chi non ha lavoro e vorrebbe averlo"
"Portella della Ginestra ha una valenza importante ma non solo di portata storica, ci porta anche all'attualità: è il segno di un cammino storico, rivendicare la dignità del lavoro contro ogni forma di oppressione della libertà, di oppressione della dignità della persona ". Così il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte in occasione del 1 maggio.
Firmerà per il referendum della Cgil sul Jobs Act? "Assolutamente sì. Noi riteniamo che oggi che è il 1 maggio debba essere la festa dei lavoratori ma non dei lavoratori sottopagati, poveri e precari. Dignità del lavoro vuole dire - ha sottolineato - avere un lavoro che dà soddisfazione, che consenta di poter curare gli interessi personali, la vita personale, e consenta la giusta retribuzione. Lavoro che non sia nero, sottopagato. Tutti devono avere opportunità di lavoro, dobbiamo pensare a chi non ha lavoro e vorrebbe averlo".