Cronaca
Dengue, vernice anti-zanzare per stop epidemia
Gli scienziati hanno testato tre diverse miscele, dipingendo le case di due quartieri a rischio: una protegge per circa un anno
E' una vernice speciale anti-zanzare, si usa per dipingere le case e sprigiona il suo potere insetticida. Secondo gli scienziati che l'hanno testata può aiutare a frenare le epidemie di febbre Dengue e Zika, riducendo per circa un anno la popolazione di insetti vettori presente nell'ambiente. Oggi la malaria e altre malattie causate da parassiti, virus e batteri trasmessi da vettori, organismi che diffondono agenti patogeni infettivi, rappresentano oltre il 17% di tutte le malattie infettive nel mondo. Queste malattie, tipicamente portate da insetti come zanzare, mosche e zecche, colpiscono in modo sproporzionato le popolazioni più povere delle regioni tropicali e subtropicali. Anche se, come dimostra il caso della Dengue e dei focolai autoctoni rilevati anche in Italia, questi 'confini' si stanno un po' dissolvendo.
La sperimentazione di tre diverse vernici
Un team di ricercatori tra Spagna e Capo Verde ha sperimentato una strategia che si basa sull'utilizzo di questa vernice per capirne l'impatto. Nell'arcipelago al largo dell'Africa occidentale, le malattie trasmesse da vettori sono prevalenti da secoli, in parte a causa della posizione geografica e del clima. Nel dettaglio gli autori hanno testato l'efficacia di tre formulazioni di vernici insetticide per rafforzare il programma nazionale esistente volto a ridurre al minimo le epidemie. I risultati sono pubblicati su 'Frontiers in Tropical Diseases'. Teatro dell'esperimento: Praia. "Qui abbiamo dimostrato che la vernice insetticida Vesta è risultata efficace nell'uccidere l'Aedes Aegypti, la zanzara della febbre gialla, per almeno un anno", spiega l'autrice principale del lavoro, Lara Ferrero Gómez, che coordina un gruppo di ricerca sulle malattie tropicali alla Jean Piaget University di Capo Verde. "Abbiamo riscontrato inoltre una buona accettazione da parte della popolazione: il 98% conferma la diminuzione delle zanzare nelle proprie abitazioni dopo l’applicazione della vernice".
In una sperimentazione condotta sul campo su larga scala, i volontari formati hanno dipinto 228 case in due quartieri di Praia, particolarmente vulnerabili alle malattie trasmesse dalle zanzare, per via del drenaggio insufficiente che porta a inondazioni nella stagione delle piogge e a una cattiva gestione delle acque reflue. Molte residenze a Capo Verde, inoltre, immagazzinano acqua a causa di una fornitura idrica insufficiente o interrotta e lo stoccaggio dell'acqua è spesso pericoloso sul fronte zanzare.
Dopo uno, 3, 6 e 12 mesi, sono stati condotti test biologici in due case selezionate casualmente in ciascun quartiere. Questi test "registrano la mortalità delle zanzare A. aegypti dopo averle esposte per mezz'ora alla vernice insetticida. Questo ci permette di valutare direttamente l'efficacia", ha spiegato Ferrero Gómez. Tutte e tre le miscele di vernici insetticide portano alla completa mortalità delle zanzare in questione un mese dopo che le case sono state dipinte. Tre mesi dopo, tutte le formulazioni superavano ancora la soglia di efficienza fissata dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), pari all'80%. Al sesto mese, due formulazioni erano scese al di sotto di questa soglia. La formulazione Vesta, tuttavia, ha soddisfatto i requisiti Oms anche a 6 e 12 mesi. "Agisce rilasciando quantità molto piccole di insetticida per un lungo periodo, il che la rende più sostenibile ed ecologica", sottolinea Ferrero Gómez.
Nessun effetto grave su popolazione residente
Gli eventi avversi riportati da pochi abitanti includevano lieve irritazione agli occhi o al naso (10%) e mal di testa (4%). All'inizio dell'anno, Capo Verde è stato il terzo Paese africano ad essere dichiarato libero dalla malaria dall'Oms. La sfida ora è evitare un eventuale ritorno della malattia rimane. Secondo i ricercatori, la vernice insetticida è una strategia promettente anche per questo, non solo contro Zika e Dengue, ma anche per rafforzare la prevenzione e il controllo dei casi di malaria a livello domestico. Restano da affrontare alcune limitazioni di questa strategia, come la necessità di applicare meticolosamente la vernice in due strati per garantire che non perda la sua efficacia. E si prevede che il progetto battezzato Tintaedes si estenderà a più località in tutta Praia, così come in tutto lo Stato di Capo Verde.
Cronaca
Grandinata su Roma, chicchi come nocciole imbiancano le...
Intorno alle 21 strade coperte di ghiaccio nel quadrante sud
Grandinata oggi, 2 maggio, su Roma. Intorno alle 21 chicchi di ghiaccio grandi come nocciole hanno interrotto il silenzio della serata romana colpendo con violenza vetture in sosta e in transito e imbiancando in pochi minuti le strade della zona Sud-ovest della Capitale.
Un fuggi fuggi è stato innescato dalla grandinata tra i pedoni che, pur se muniti di ombrello, sono corsi a ripararsi sotto i cornicioni per evitare quelli che sembravano veri e propri 'prioettili' sparati all'impazzata dal cielo. Il fenomeno tuttavia si è esaurito in pochi minuti risolvendosi in un acquazzone che ha sciolto il ghiaccio ripulendo le strade.
Cronaca
Superenalotto, estrazione di oggi 2 maggio: i numeri della...
Centrati tre '5' da oltre 50mila euro
Nessun '6' né '5+1' all'estrazione del Superenalotto di oggi 2 maggio. Realizzati, invece, tre '5' che vincono 57.954,17 euro ciascuno. Le schedine vincenti sono state giocate una online, un'altra in una tabaccheria di Eraclea (Ve) e un'altra ancora presso un tabacchi di Fiumicino (Roma). Il jackpot per il prossimo concorso sale a 98,4 milioni di euro.
Con quanti punti si vince
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Ho vinto o no?
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
Il prezzo di una schedina
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
I numeri vincenti di oggi 2 maggio
Ecco la combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 14, 43, 54, 69, 80, 90. Numero Jolly: 1. Numero SuperStar: 57.
Cronaca
Regeni, uno degli 007 imputati partecipò a sopralluogo dove...
Mostrate in aula nel processo le foto del colonnello Usham Helmi lungo la strada che dal Cairo conduce ad Alessandria d’Egitto
Uno degli 007 egiziani imputato nel processo per il sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni era presente al sopralluogo del 10 febbraio 2016 con i team investigativi lungo la strada dove fu ritrovato il corpo del ricercatore friulano. È quanto emerso dalle testimonianze degli investigatori dello Sco e del Ros sentiti oggi nel corso dell’udienza davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma dove sono mostrate anche le foto che ritraggono l’ufficiale egiziano sul luogo del ritrovamento. Uhsam Helmi, secondo quanto riferito dai testi, ha partecipato anche a quasi tutti gli incontri dei team investigativi italiani e egiziani quando erano in corso le indagini sul caso Regeni. “Quello con gli occhiali da sole è il colonnello Helmi, era presente molto spesso”, ha confermato in aula il colonnello del Ros dei carabinieri Loreto Biscardi.
A processo oltre a Uhsam Helmi ci sono anche il generale Sabir Tariq, i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per il reato di sequestro di persona pluriaggravato, e nei confronti di quest'ultimo i pm contestano anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato. Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco il direttore del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato Vincenzo Nicolì ha ricostruito in aula l’avvio delle indagini. “Venivamo da un’esperienza positiva di scambi con la polizia egiziana, eravamo riusciti a interrompere qualche anno prima un traffico di migranti e le aspettative in partenza erano quelle di chiarire la vicenda. All’inizio ci fu una apparente collaborazione, ci consentirono di assistere alle assunzioni di testimonianze ma noi - ha spiegato - cercavamo riscontri oggettivi. Fin da subito le autorità egiziane furono informate che ciò che era emerso dall’autopsia svolta in Italia non era compatibile con le loro ipotesi investigative come l’incidente stradale”.
“Mano a mano che si andava avanti ci furono prospettate altre ipotesi come il coinvolgimento di Giulio Regeni in un traffico di opere d’arte rubate, altre che riguardavano la sua sfera sessuale, poi quella di uno scontro fisico con una persona davanti all’ambasciata. Tutto queste ipotesi investigative della polizia egiziana - ha spiegato Nicolì - non erano però assolutamente riscontrate. Proprio quando il 24 marzo 2016 decidiamo di far rientrare il team investigativo, con i nostri uomini che erano in aeroporto, ho sentito la notizia che gli egiziani sostenevano di aver trovato gli assassini di Giulio Regeni e allora li ho chiamati per dirgli di non partire e di rimanere lì”.
“Poi ci fu la riunione che si svolse in due giorni, il 7-8 aprile 2016. La parte italiana in quell’occasione ha dato conto delle richieste fatte dal nostro Paese rimaste inevase, soprattutto sui dati tecnici. Nel corso dell’incontro dopo l’intervento del professor Fineschi che aveva eseguito l’autopsia eseguita sul corpo del ricercatore, il clima divenne più rigido. Dopo questo incontro ci fu il ritiro dell’ambasciatore da parte dell’Italia”, ha spiegato. Nel corso dell’udienza durante la testimonianza del funzionario dello Sco Alessandro Gallo sono state mostrate in aula anche le foto che erano state scattate ai corpi dei cinque uomini indicati dalla polizia egiziana come responsabili della morte di Regeni e uccisi a loro dire durante un conflitto a fuoco.
“Emerge un’incompatibilità tra le immagini del pulmino e dei corpi con la ricostruzione di un conflitto a fuoco”, è stato spiegato dall’investigatore. Inoltre “dall’analisi sul telefono trovato addosso a uno dei cinque uomini è emerso che, a mezz’ora della scomparsa di Giulio, si trovava a 100 km dal centro del Cairo”.
Legale famiglia Regeni: "Da Egitto ostruzionismo e depistaggi"
"E’ emersa l'assoluta mancata collaborazione egiziana, l'ostruzionismo e i depistaggi. L'inizio della ricostruzione di queste difficoltose indagini al Cairo, e anche il clima di intimidazione". Così l'avvocato Alessandra Ballerini, legale di parte civile della famiglia di Giulio Regeni, al termine dell’udienza davanti alla Prima Corte di Assise di Roma. "C'erano molte contestazioni da parte degli egiziani e molto ostruzionismo. Abbiamo capito le informalità con cui sentivano questi testimoni, non venivano fatti i verbali. Ai nostri investigatori di fatto era impedito di fare domande dirette, e anche chiedere agli egiziani di fare delle domande se questi non le ritenevano pertinenti o più che altro le ritenevano scomode non le ponevano ai ‘testi’", ha sottolineato.