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Sostenibilità

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Ok definitivo del Parlamento Ue al Nature Restoration Law, esultano gli ambientalisti

Ripristinare il 90% degli habitat danneggiati entro il 2050. Protesta la destra e Coldiretti: “Sistema produttivo in ginocchio”

Ape vola su fiore - Canva

I trattori in protesta non hanno bloccato l’approvazione definitiva del Nature Restoration Law da parte del Parlamento europeo.

Il regolamento, che mira a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’Ue, è stato approvato il 27 febbraio 2024 con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni. Tra i favorevoli, insieme a centristi, sinistra e verdi, ci sono anche 25 eurodeputati del Partito popolare europeo, che in tutto ne conta 170 e si è schierato per il no. Importante spaccatura anche all’interno di Renew Europe, gruppo centrista e liberale dove i due terzi hanno votato a favore del provvedimento: circa 60 voti decisivi ai fini dell’approvazione del Nature Restoration Law.

La proposta di regolamento del Nature Restoration Law è stata presentata dalla Commissione nel giugno del 2022 partendo da una constatazione: oltre l’80% degli habitat europei versa in cattive condizioni e molti habitat naturali rischiano di essere distrutti. Trattandosi di un regolamento, l’esecutivo Ue ha introdotto obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri.

Cosa prevede il Nature Restoration Law

Riguardo al provvedimento, qualche traguardo è stato raggiunto dalle proteste degli agricoltori. Tra le misure previste dalla Commissione e cassate durante l’iter, è stata cassata una di quelle più contestate: la Commissione chiedeva infatti la riduzione del 50% l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e il divieto di tutti i pesticidi nelle aree sensibili (le aree verdi urbane, compresi parchi e giardini pubblici, i campi ricreativi o sportivi, i sentieri pubblici, le zone protette Natura 2000 e qualsiasi area ecologicamente sensibile da preservare per gli impollinatori in pericolo).

Ecco cosa prevede il Nature Restoration Law:

Tre miliardi di alberi: in tutto, i 27 Stati dovranno piantare tre miliardi di nuovi alberi;

Fiumi:gli Stati membri dovranno inoltre ripristinare almeno 25.000 km di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero;

Habitat: gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat contemplati dal regolamento (foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e coralli) entro il 2030. Questa percentuale aumenterà al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Fino al 2030 la priorità andrà accordata alle zone Natura 2000. Non solo: i Paesi dovranno garantire che le zone, una volta ripristinate, non tornino a deteriorarsi;

Piani di ripristino: entro due anni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, gli Stati dovranno adottare dei Piani nazionali di Ripristino che saranno sottoposti al controllo della Commissione. Verranno anche inviati rapporti annuali sui progressi e l’attuazione delle misure previste. In caso di mancato rispetto degli obiettivi prefissati, gli Stati potrebbero essere esposti ad una procedura d’infrazione;

Ecosistemi agricoli: per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, i singoli Paesi dovranno registrare progressi in almeno due di questi tre indicatori:

o European grassland butterfly indicator (l’indicatore delle farfalle delle praterie): misura lo stato do salute di 17 specie selezionate di praterie selezionate e monitorate in tutta Europa;

o precisa percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità (fasce tampone, incolti a rotazione o meno, siepi, alberi singoli o in gruppo, filari di alberi, margini dei campi, macchie, fossi, ruscelli, piccole zone umide, muretti di pietra, piccoli stagni e elementi culturali)

o stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati.

Si prevede che i Paesi membri dovranno anche adottare misure per migliorare l’indice dell’avifauna comune, dato che gli uccelli sono un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità;

Torbiere: questi ambienti caratterizzati da grande abbondanza di acqua quasi stagnante e a bassa temperatura rappresentano una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo. Per questo, i Paesi europei dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (almeno un quarto dovrà essere riumidificato), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato). La riumidificazione continuerà a essere volontaria per agricoltori e proprietari terrieri privati;

Impollinatori: i Paesi europei dovranno invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e aumentarne la concentrazione. I risultati devono essere monitorati almeno uja volta ogni sei anni;

Verde in città: i 27 dovranno garantire che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura arborea urbana (l’insieme delle superfici vegetali presenti in una città, incluse piante rampicanti, giardini privati, tetti verdi, ecc.).

Il freno di emergenza

Come per ogni dibattito sulla sostenibilità, la sfida è bilanciare gli interessi dell’ambiente (e dell’essere umano a restare sulla Terra) con quelli economici. Ma per trasformare il “mito” della decrescita felice in crescita felice, occorre intervenire subito e con decisione per ridurre le emissioni e l’inquinamento degli ambienti naturali. Per questo, il Nature Restoration Law prevede obbiettivi molto sfidanti e da attuare nel giro di pochi anni.

Il Parlamento è però intervenuto prevedendo un freno di emergenza al provvedimento. In pratica, qualora gli obiettivi del regolamento stiano riducendo la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell’Ue, questo strumento consentirà di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli.

Le reazioni

Esultano gli ambientalisti, protestano i partiti di destra, seppure con delle eccezioni individuali.

“Definire storico questo momento non è affatto eccessivo. – dichiara Lipu-BirdLife Italia – L’Europa si dota di una legge senza precedenti per rigenerare gli habitat naturali e gli ecosistemi di tutto il continente. È la cosa più importante accaduta nell’Unione Europea, sotto il profilo naturalistico, assieme alle direttive Uccelli e Habitat”.

Il Wwf condivide l’entusiasmo per l’ok definitivo del Nature Restoration Law da parte del Parlamento, anche se manca ancora un ultimo step, come si vedrà a breve: “[Questa norma] è un’opportunità storica per riportare la natura in Europa. In un momento in cui il continente è devastato da inondazioni, siccità e incendi, questa legge contribuirà a garantire un futuro più sicuro e più sano per gli europei. […] La maggioranza dei parlamentari è rimasta fedele al processo democratico europeo, approvando l’accordo adottato lo scorso novembre”. Il Wwf condivide l’entusiasmo per l’ok definitivo del Nature Restoration Law da parte del Parlamento, anche se manca ancora un ultimo step, come si vedrà a breve: “[Questa norma] è un’opportunità storica per riportare la natura in Europa. In un momento in cui il continente è devastato da inondazioni, siccità e incendi, questa legge contribuirà a garantire un futuro più sicuro e più sano per gli europei. […] La maggioranza dei parlamentari è rimasta fedele al processo democratico europeo, approvando l’accordo adottato lo scorso novembre”.

Il relatore del provvedimento all’Europarlamento è stato César Luna (S&D) che commenta così: “Oggi è un grande giorno per l’Europa, perché passiamo dalla protezione e dalla conservazione della natura al suo ripristino. La nuova legge ci aiuterà anche a rispettare molti dei nostri impegni internazionali in materia di ambiente. Inoltre, ripristinerà gli ecosistemi degradati senza compromettere il settore agricolo, lasciando agli Stati membri una grande flessibilità”.

Stessa enfasi da parte della destra, ma di segno opposto: “È l’impostazione cardine di quell’approccio ideologico e di quel percorso che va fermato, perché ha messo in ginocchio il nostro sistema produttivo” commenta il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida. La Lega parla di “attacco al mondo agricolo” e Confagricoltura lancia l’allarme: “Verrà messo a rischio il potenziale produttivo del settore”. Fratelli d’Italia esprime “sgomento” per il Nature Restoration Law. A pochi giorni dal primo ok dell’Europarlamento di luglio scorso, lo stesso presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva parlato di un caso di “fanatismo ultraecologista” intervenendo a un comizio elettorale del partito di estrema destra di Vox, in Spagna.

Per Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, l’effetto sarà quello di “diminuire la produzione e appesantire la burocrazia”.

Critiche e timori respinti in partenza dalla Commissione Ue: “Il ripristino – scriveva l’organismo nel 2022 presentando la proposta – non preclude l’attività economica. Il ripristino consiste nel vivere e produrre insieme alla natura, riportando una maggiore biodiversità ovunque, anche nelle zone in cui si svolge un’attività economica, come ad esempio le foreste gestite, i terreni agricoli e le città”.

Insomma, sostenibilità ambientale ed economica possono coesistere. A sostegno di questa tesi, la Commissione affermava che per ogni euro investito in azioni di ripristino della natura ci fosse un ritorno economico tra gli 8 e i 38 euro, “grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l’attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la salute umana”.

I prossimi passaggi dell’iter

Adesso manca solo un ultimo step per l’entrata in vigore del Nature Restoration Law: l’approvazione del Consiglio Ue, il cui voto è previsto entro aprile. Una volta che anche il Consiglio avrà confermato il suo via libera formale, il provvedimento sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Trattandosi di un regolamento (e non di una direttiva), la norma non ha bisogno di una legge di recepimento dei singoli Stati per diventare efficace.

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Sostenibilità

Sostenibilità in Europa, un trittico di misure per un...

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Imballaggi, inquinamento atmosferico e sostenibilità aziendale al centro della strategia europea

Bandiera dell'Unione europea che si riflette sul Parlamento europeo

L'Unione Europea si sta preparando a fare un grande balzo verso un futuro più sostenibile con una serie di nuove misure volte a ridurre l'impatto ambientale, promuovere la qualità dell'aria e garantire una maggiore responsabilità aziendale. Le recenti decisioni del Parlamento europeo riguardo agli imballaggi, all'inquinamento atmosferico e alla sostenibilità aziendale rappresentano una svolta significativa nel cammino verso un'economia più verde e più responsabile.

Imballaggi sostenibili

Il Parlamento europeo ha recentemente approvato nuove misure per rendere gli imballaggi più sostenibili e ridurre i rifiuti nell'UE. Questo regolamento, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio, si propone di affrontare il crescente problema dei rifiuti da imballaggi, promuovendo, nel contempo, l'economia circolare e uniformando le leggi del mercato interno. Le norme includono obiettivi ambiziosi di riduzione degli imballaggi entro il 2030, il 2035 e il 2040, con particolare attenzione alla riduzione dei rifiuti di imballaggio in plastica. Inoltre, si prevede di limitare lo spazio vuoto negli imballaggi e di ridurre al minimo peso e volume.

Il regolamento vieta determinati tipi di imballaggi di plastica monouso a partire dal 2030, come quelli utilizzati per frutta e verdura fresche, cibi e bevande consumati in bar e ristoranti, monoporzioni e borse di plastica ultraleggera. Inoltre, si vieta l'utilizzo di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli imballaggi alimentari al di sopra di determinate soglie, per proteggere la salute dei consumatori.

Al fine di promuovere il riutilizzo e il riciclo, sono previsti obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030 per imballaggi di bevande, imballaggi multipli e imballaggi per la vendita e per il trasporto. I distributori finali dovranno offrire ai consumatori la possibilità di utilizzare i propri contenitori e offrire il 10% dei prodotti in formato riutilizzabile entro il 2030.

Le nuove norme prevedono che tutti gli imballaggi (ad eccezione di alcune categorie) siano riciclabili sulla base di criteri rigorosi e stabiliscono obiettivi minimi di contenuto riciclato per gli imballaggi di plastica. Infine, entro il 2029, il 90% dei contenitori in metallo e plastica monouso dovrà essere raccolto separatamente mediante sistemi di deposito cauzionale e restituzione o altre soluzioni per raggiungere l'obiettivo di raccolta.

Miglioramento della qualità dell'aria

Il Parlamento europeo ha poi approvato un accordo politico provvisorio volto a migliorare la qualità dell'aria nell'Unione Europea e a ridurre i danni per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità. Questa direttiva, approvata con 381 voti favorevoli, 225 contrari e 17 astensioni, stabilisce limiti e obiettivi più rigorosi entro il 2030 per gli inquinanti con gravi ripercussioni sulla salute umana, tra cui il particolato (PM2.5, PM10), il biossido di azoto (NO2) e l'anidride solforosa (SO2). Gli Stati membri avranno la possibilità di richiedere un posticipo massimo di dieci anni per il raggiungimento degli obiettivi 2030, a condizione che siano soddisfatte specifiche condizioni.

In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, le persone colpite dall'inquinamento atmosferico avranno il diritto di intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento per danni alla salute. Inoltre, saranno istituiti più punti di campionamento della qualità dell'aria nelle città e gli indici di qualità dell'aria diventeranno comparabili, chiari e disponibili al pubblico, contribuendo così a una maggiore trasparenza e consapevolezza.

Le prossime tappe prevedono l'adozione formale della legge da parte del Consiglio, la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE e l'entrata in vigore 20 giorni dopo, seguita dall'applicazione da parte dei Paesi dell'UE entro due anni.

Con l'inquinamento atmosferico ancora la principale causa ambientale di morte prematura nell'UE, con circa 300mila morti premature all'anno, questa direttiva risponde alla necessità urgente di adottare misure più ambiziose per raggiungere l'obiettivo "inquinamento zero" entro il 2050, in linea con il piano d'azione sull'inquinamento zero proposto dalla Commissione.

Sostenibilità aziendale

Il Parlamento europeo ha infine approvato nuove norme che pongono l'accento sulle responsabilità delle aziende nel ridurre il loro impatto negativo sull'ambiente e sui diritti umani. La direttiva sul dovere di diligenza è stata votata con 374 voti favorevoli, 235 contrari e 19 astensioni, rappresentando un importante passo avanti nella regolamentazione delle attività aziendali.

La direttiva richiede alle imprese e ai loro partner lungo la catena di approvvigionamento di prevenire, fermare o mitigare le ripercussioni negative delle loro attività sull'ambiente e sui diritti umani. Tra gli esempi citati vi sono la schiavitù, il lavoro minorile, lo sfruttamento dei lavoratori, la perdita di biodiversità, l'inquinamento e la distruzione del patrimonio naturale.

Le nuove norme si applicheranno alle società madri e alle imprese dell'UE con oltre 1 000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di EUR, nonché ai franchising nell'Unione con un fatturato di oltre 80 milioni di EUR, di cui almeno il 22,5% proveniente da diritti di licenza. Anche le società madri, le imprese e i franchising di paesi terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell'UE saranno coinvolti.

La direttiva prevede l'adozione di un approccio basato sul rischio e la definizione di un piano di transizione per allineare i modelli di business alla soglia di 1,5 °C di riscaldamento globale fissata dall'accordo di Parigi.

In caso di violazione delle norme, gli Stati membri dovranno sanzionare le imprese con ammende fino al 5% del loro fatturato netto mondiale e garantire il risarcimento delle vittime.

Le prossime tappe includono l'approvazione formale del Consiglio, la firma e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE, seguite da un periodo di due anni per l'attuazione da parte degli Stati membri. Con questa legge, il Parlamento risponde alle richieste dei cittadini europei per un'economia più sostenibile e responsabile, in linea con le conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa.

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Sostenibilità

Sostenibilità, Arcobaleno Cial dà benvenuto ai 175mila...

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Numerose le iniziative promosse dal Consorzio nel corso della manifestazione

Sostenibilità, Arcobaleno Cial dà benvenuto ai 175mila visitatori di Comicon

Anche quest’anno Cial-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio è stato partner di Comicon-International Pop Culture Festival, evento appena conclusosi che dal 25 al 28 aprile (negli spazi della Mostra di Oltremare) ha attirato a Napoli oltre 175mila visitatori per una quattro giorni di fumetti, giochi e videogiochi, anime e manga, cinema e serie tv. Un palinsesto quanto mai ricco di appuntamenti fra mostre, convegni, dibattiti, performance live di maestri illustratori, giochi di ruolo e molto altro ancora. Con tanti ospiti: Romita Jr, storica matita della Marvel Comics, Hitoshi Sakimoto, uno dei compositori più rappresentativi dell'intera industria videoludica mondiale, Elodie, una delle popstar italiane più influenti, Milo Manara, maestro del fumetto a livello internazionale, Seira Minami, illustratrice e mangaka di fama internazionale, tra gli altri.

Numerose le iniziative promosse da Cial nel corso della manifestazione con l’obiettivo di sensibilizzare i tanti visitatori (giovani e meno giovani) sulle grandi tematiche ambientali, sulle buone e corrette pratiche per la raccolta differenziata dei rifiuti e sulle caratteristiche ‘green’ dell’alluminio. Utilizzato per realizzare migliaia di prodotti, l'alluminio è riciclabile al 100% e riutilizzato per infinite volte, essendo in grado di conservare in eterno le sue proprietà strutturali. Proprio per incentivare la raccolta e il riciclo delle lattine consumate in situazioni ‘on the go’ e in contesti ‘fuori casa’, come in parchi, spiagge, grandi eventi sportivi e culturali, Cial da alcuni anni promuove in Italia il progetto internazionale, Every Can Counts (Ogni Lattina Vale) cui aderiscono oggi 20 Paesi europei più il Brasile. Così, durante i giorni di Comicon, alcuni giovani ambasciatori del progetto, dotati di appositi zaini-raccoglitori, sono stati impegnati a recuperare le lattine per bevande vuote contribuendo a mantenere puliti gli spazi del Festival e a sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’economia circolare e di un moderno sistema di gestione dei rifiuti: è stato raccolto il 100% delle lattine consumate in loco dai visitatori.

All’interno di Comicon, il grande e coloratissimo arcobaleno Cial, realizzato utilizzando lattine per bevande consumate, ha dato il benvenuto a tutti i visitatori, facendo da sfondo per foto e selfie. Un arcobaleno amico dell’ambiente e nemico dello smog e dell’inquinamento atmosferico. È stato infatti realizzato in esclusiva da Graphic Service con Airlite, una tecnologia che riproduce un fenomeno simile alla fotosintesi clorofilliana ed è in grado di purificare l’aria circostante eliminando fino al 90% degli agenti inquinanti.

In mostra, poi, i dieci lavori delle ragazze e dei ragazzi che hanno vinto il contest a fumetti ‘Il mio primo Graphic Novel’, promosso nei mesi scorsi da Cial, con il partner didattico La Fabbrica Società Benefit, e destinato alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. La sfida era realizzare una storia a fumetti, focalizzata sui grandi temi della sostenibilità e sulle ‘semplici’ pratiche quotidiane da adottare per un corretto smaltimento dei rifiuti. Un vero e proprio contest che ha coinvolto circa 100 istituti scolastici e ben 2500 ragazzi e ragazze. Selezionati da una giuria ad hoc, sono stati dieci i progetti vincitori (ex aequo) provenienti da tutta Italia. Ospitati a Napoli da Cial e premiati nel corso di una cerimonia ufficiale nel corso di Comicon, i giovani fumettisti vincitori, hanno avuto la soddisfazione di vedere i propri elaborati esposti in una mostra allestita negli spazi del Festival.

“Anche quest’anno Cial ha deciso di essere al fianco di Comicon con tante iniziative all’insegna della sostenibilità ambientale, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni. Sull’onda del progetto internazionale Every Can Counts, ha incentivato il pubblico a non disperdere le lattine per bevande una volta consumate richiamando l’attenzione sulle buone pratiche del riciclo dei rifiuti. Ha premiato i giovani vincitori di un concorso a fumetti dalle trame decisamente eco friendly. Ha allestito un’installazione ‘mangia smog’ e ‘antinquinamento’. È stato bello essere presenti da protagonisti in questo spazio dove la cultura pop ha abbracciato con entusiasmo anche i grandi temi dell’economia circolare”, afferma Stefano Stellini, direttore generale Cial.

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Sostenibilità

Stile di vita green, quasi il 70% degli italiani ha...

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La ricerca, condotta da Pro Carton, l'Associazione Europea dei Produttori di Cartone e Cartoncino, ha analizzato l’atteggiamento di oltre 5.000 consumatori europei in 5 Paesi, Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, nei confronti dell'ambiente e degli imballaggi, in relazione all’andamento dell’economia e alle dinamiche geopolitiche internazionali

Riciclo - (Fotolia)

Per più di 8 consumatori europei su 10 il costo della vita influisce sulla scelta di acquistare prodotti sostenibili. L’Italia è il Paese in cui questo fenomeno, pur incidendo in maniera significativa, pesa meno rispetto agli altri Paesi e dove l’importanza di mantenere uno stile di vita sostenibile ha registrato il dato più alto 70%, rispetto alla Germania (55%), al Regno Unito (56%), alla Francia (63%) e alla Spagna (64%). La ricerca, condotta da Pro Carton, l'Associazione Europea dei Produttori di Cartone e Cartoncino, ha analizzato l’atteggiamento di oltre 5.000 consumatori europei in 5 Paesi, Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, nei confronti dell'ambiente e degli imballaggi, in relazione all’andamento dell’economia e alle dinamiche geopolitiche internazionali.

Le preoccupazioni degli europei

Oltre al costo della vita, il cambiamento climatico è tra le preoccupazioni percepite più urgenti dai consumatori europei, insieme all’inflazione e ai conflitti. Per gli italiani sono ugualmente prioritari il costo della vita (84%) e la guerra (83%) seguiti dall’inflazione (75%). Solo dopo, preoccupano la pandemia (45%), il razzismo (22%) e la deforestazione (21%). Le guerre in Medio Oriente e in Ucraina costituiscono, invece, il tema più sensibile per i tedeschi.

Il 74% degli europei pensa che non si stia facendo abbastanza per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Tutti e cinque i Paesi concordano che si possa fare di più, ma i cittadini dell’Europa meridionale, gli spagnoli e gli italiani, sono i più sensibili e pensano che servano azioni più incisive. In Italia, il riciclo rimane l’azione considerata come più efficace, lo pensa il 74%, seguita al secondo posto dall’uso di materiali più naturali e rinnovabili (il 65%) e al terzo dalla piantumazione di nuovi alberi (il 62%).

Le azioni green

Secondo la ricerca, il 69% degli italiani ricicla di più rispetto a 12 mesi fa; mentre più della metà (rispettivamente il 55% e il 51%) dichiara che, nell’ultimo anno, ha prestato più attenzione allo spreco dell’acqua e a ridurre l’acquisto di prodotti confezionati in plastica. Anche per quanto riguarda l’acquisto di un prodotto, il fatto che il packaging sia sostenibile è un fattore determinante per la scelta. Per i consumatori italiani, l’aspetto più importante è che sia facile da riciclare (lo pensa il 71%), seguito dal fatto che sia composto da materiali riciclati (per il 54%) e, infine, che sia richiudibile (per il 41%).

L'impatto ambientale del packaging di un prodotto è, quindi, una determinante importante nelle scelte di acquisto e di consumo e per la quale le persone sono disposte a pagare di più. Il 95% degli europei dichiara che pagherebbe in media anche il 5,4% in più per un prodotto, se il packaging avesse meno impatto sull'ambiente. Gli italiani si mostrano essere i più disposti a spendere, in quanto hanno dichiarato di poter arrivare anche al 6,4% in più.

“Nel riciclo dei rifiuti l’Italia è un’eccellenza in Europa - osserva Winfried Muehling, direttore Marketing e Comunicazione di Pro Carton - Siamo anche rimasti impressionati dal fatto che i consumatori italiani attribuiscono il massimo di credibilità e fiducia al cartone, più di quanto avvenga in altri Paesi europei. È interessante notare che, nonostante le pressioni economiche, i consumatori italiani dimostrano un impegno crescente verso la sostenibilità, con livelli di credibilità e fiducia particolarmente alti per il riciclo del cartone. Questo dimostra una consapevolezza sempre più diffusa della necessità di azioni concrete per preservare l'ambiente”.

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