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Consegnato al Museo di Bassora il ‘Toro di...

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Consegnato al Museo di Bassora il ‘Toro di Nimrud’, dono dell’Italia all’Iraq

La fedele riproduzione in scala 1:1 del gioiello dell'arte assira distrutto dall'Isis nel 2015

Consegnato al Museo di Bassora il 'Toro di Nimrud', dono dell'Italia all'Iraq

L’Ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti ha inaugurato presso il Museo di Bassora la targa in ricordo della donazione dell’Italia al Governo e al popolo iracheno della riproduzione del “Toro di Nimrud”, gioiello dell’arte assira distrutto dalla furia iconoclasta dell’Isis-Daesh nel 2015. Alla cerimonia inaugurale hanno preso parte numerose autorità irachene, tra cui il Ministro della Cultura, del Turismo e delle Antichità, Ahmed Fakak al Badrani, il Direttore dell’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage, Ali Shalgham, e il Direttore del Museo, Mustafa Jasim Al-Husseini, che hanno celebrato questa occasione come una felice tappa della ricostruzione del patrimonio culturale del Paese e una vittoria morale sulla furia iconoclasta di Daesh nel 2015.

L'Ambasciatore Greganti ha espresso profonda ammirazione per l’immenso patrimonio artistico e culturale iracheno, confermando il perdurante impegno italiano al fine di preservare e rendere fruibile questa eccezionale eredità, nel solco di una tradizione oramai consolidata grazie al lavoro straordinario di tanti esperti oltre che delle numerose missioni archeologiche italiane attive nel Paese, giunte ormai a più di venti.

Greganti ha rivolto un profondo ringraziamento all’“Associazione Incontro di Civiltà” del Presidente Francesco Rutelli che, con il sostegno finanziario della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, ha promosso e coordinato il prezioso e tenace lavoro compiuto per la riproduzione della statua del “Lamassu” - il toro androcefalo alato dell’antica città assira di Nimrud, posto a protezione del palazzo di Ashurnasirpal II (IX secolo a.C.) e distrutto dal Daesh nel 2015. L’opera, riprodotta in scala 1:1 da una squadra di restauratori italiani sotto la guida di Nicola Salvioli dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e con la supervisione scientifica del Prof. Davide Nadali dell’Università Sapienza di Roma, è stata realizzata in occasione della mostra “Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira” promossa e curata dall’Associazione Incontro di Civiltà. Al termine della mostra, il toro è approdato alla sede Unesco di Parigi, divenendo un simbolo dell’azione #Unite4Heritage, prima di giungere alla sua definitiva destinazione a Bassora.

“Ecco una luce - ha detto Francesco Rutelli, Presidente dell’Associazione Incontro di Civiltà - una preziosa luce italiana. Queste immagini presentano un piccolo miracolo del Soft Power italiano, della nostra Diplomazia Culturale. A Bassora, Iraq, si inaugura un’opera che ho e abbiamo fortemente voluto: la ricostruzione del Toro di Nimrud, distrutto dal terrorismo iconoclasta dell’Isis-Daesh nel 2015, in quella che fu tremila anni fa la capitale assira del re Assurnasirpal II. Grazie a un magnifico gioco di squadra: l’Associazione Incontro di Civiltà, la Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo presieduta da Emmanuele F. M. Emanuele, gli archeologi della scuola di Paolo Matthiae - con Davide Nadali -, l’impresa di restauro e tecnologia guidata da Nicola Salvioli, l’Associazione Priorità Cultura".

"Il Presidente Sergio Mattarella - ha proseguito Rutelli - ha accettato il mio invito ad inaugurare la prima Mostra all’interno del Colosseo, nell'ottobre 2016, assieme all’allora Premier Paolo Gentiloni; poi, abbiamo presentato quest’opera nel 2017 all’ingresso della sede dell’Unesco a Parigi. Ora il lavoro è completato, con il ritorno in patria del grande Lamassu, dopo un viaggio complicato e grazie all’impegno dell’Ambasciatore d’Italia Maurizio Greganti, alla presenza del ministro della Cultura iracheno e del Governatore di Bassora, e con i messaggi augurali dei Ministri degli Esteri Antonio Tajani e della Cultura Gennaro Sangiuliano. La scultura distrutta, che era sulla facciata della grande sala del trono del palazzo reale, torna in vita all'ingresso del Museo di Basra, una delle città-chiave nella Regione, presso la confluenza tra il Tigri e l'Eufrate".

"Dall'osservazione di foto e disegni, si è realizzato in Italia un modello computerizzato tridimensionale, nell'identica forma dell'originale distrutto: anziché al trafugamento che ha dominato per secoli, eccoci di fronte a un caso di 'ritorno in patria'. L’Italia si batte per tutelare il Patrimonio Culturale, contro ogni sua distruzione, per ritrovare valore e rispetto della Storia, per il pluralismo delle idee. Questa simbolica realizzazione - compiuta con sole risorse private e una costante azione di volontariato - dimostra la forza del pensiero e delle capacità italiane. Spero che questa piccola luce serva a dare una speranza in questi tempi difficili”, ha concluso Rutelli.

“Desidero manifestarvi – ha detto il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano - la mia vicinanza in una giornata simbolica per l’amicizia tra Italia e Iraq e per il comune impegno nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale classico contro ogni minaccia e barbarie della nostra epoca. La rete terroristica di Daesh/Isis ha arrecato tante sofferenze al popolo iraqeno e ha sfregiato molti segni del suo glorioso passato. Sono orgoglioso che due enti privati italiani, l’Associazione Incontro di Civiltà del Presidente Francesco Rutelli e la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, si siano incaricati di restituire alla comunità uno dei simboli più noti della antica civiltà irachena, il Toro di Nimrud".

"L’Italia è in prima linea nella salvaguardia del patrimonio culturale perché è l’anima di una nazione e incarna la sua storia. La storia non si distrugge o cancella, ma si studia e preserva per le generazioni successive. Continuerà quindi a profondere il massimo impegno per far progredire la collaborazione internazionale nel campo della tutela dei beni culturali e a lavorare per una più efficace valorizzazione del patrimonio dell’umanità, come ribadito nella recente Conferenza Unesco di Napoli. Colgo l’occasione per salutare il Ministro della Cultura, Turismo e Antichità Ahmed Fakak al Badrani il Governatore di Bassora, Asaad al Eidani e tutte le personalità presenti alla cerimonia, con l’augurio di avere presto altre occasioni per rafforzare le solide relazioni culturali tra Italia e Iraq”, ha concluso Sangiuliano.

“Desidero rivolgere un caloroso saluto al Ministro della Cultura Ahmed Fakak al Badrani e a tutte le Autorità presenti - ha detto nel suo messaggio il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani - e congratularmi con loro in questo importante giorno che celebra l’amicizia tra i nostri Paesi. Italia e Iraq sono uniti da un’amicizia che ha radici solide e profonde, e dalla comune esperienza di un’eredità culturale che abbraccia millenni di storia. Sfortunatamente, il patrimonio culturale iracheno è stato negli ultimi decenni difficile da salvaguardare. La drammatica esperienza di Daesh ha lasciato dietro di sé terrore e distruzione. Ne è triste testimone il sito archeologico dell’antica città assira di Nimrud, devastato dalla furia iconoclasta del terrorismo. Tuttavia, nel ricordo delle vittime che hanno pagato con il sangue la violenza estremista, la cerimonia odierna è nuovo segno della vittoria ottenuta su chi avrebbe voluto cancellare la memoria di un passato che è patrimonio comune della nostra civiltà".

"Lo svelamento della targa a ricordo della donazione italiana al Governo iracheno della riproduzione della statua del Toro di Nimrud - ha proseguito Tajani - rappresenta un’ulteriore importante tappa della ricostruzione dell’Iraq. E’ anche manifestazione concreta del costante impegno dell’Italia a fianco dell’Iraq e, in particolare, della tutela del suo inestimabile patrimonio artistico e culturale".

"Ringrazio l’Associazione Incontro di Civiltà, che ha ideato e condotto l’iniziativa con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro Italia – Mediterraneo e la supervisione tecnico-scientifica del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Sapienza di Roma e dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, eccellenze italiane nel settore del recupero e valorizzazione del patrimonio culturale che siamo orgogliosi abbiano collaborato in maniera così proficua in questo straordinario risultato. L’opera, testimonianza della straordinaria qualità delle maestranze e del saper fare italiano, è oggi fruibile come dono dell’Italia all’amico popolo iracheno nella suggestiva cornice del Museo di Bassora, che spero di poter presto visitare di persona. Viva l’amicizia tra Italia e Iraq!”, ha concluso Tajani.

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Scurati a Che tempo che fa: “Trascinato nella lotta...

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"Se qualcuno vuole accusarmi di qualcosa può accusarmi di fare soldi contro Mussolini, non con Mussolini"

Antonio Scurati

"Se qualcuno vuole accusarmi di qualcosa può accusarmi di fare soldi contro Mussolini, non con Mussolini". Lo scrittore Antonio Scurati si esprime così a Che tempo che fa, ospite di Fabio Fazio. Scurati è stato protagonista del caso legato al monologo depennato dal programma Che sarà, in onda su Raitre, prima del 25 aprile. La vicenda è finita al centro del dibattito politico.

"A me dispiace di essere trascinato in una polemica così volgare e così bassa. Uno è trascinato in una lotta nel fango e bisogna rispondere. La seconda carica dello Stato non dovrebbe polemizzare denigrando uno scrittore o un qualsiasi cittadino. La seconda carica dello Stato è lo Stato. Non può buttarsi contro un cittadino", dice Scurati riferendosi alle dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa.

"Questa accusa del denaro - sottolinea - è davvero zozza. È come dire ad un medico che fa i soldi con la malattia delle persone. Io francamente non faccio i soldi con Mussolini. Scrivere libri in Italia non ti arricchisce poi così tanto. Fai soldi col tuo lavoro, con il tuo studio, anche con il tuo talento. Se qualcuno vuole accusarmi di qualcosa può accusarmi di fare soldi contro Mussolini, non con Mussolini".

"Io spero - sottolinea ancora Scurati - di continuare ad essere uno studioso, uno scrittore, un padre di famiglia. Vedo molta solidarietà che mi ha scaldato il cuore, anche molti che mi rimproverano con una tinta d'odio".

"Io sono stato chiamato, in prossimità del 25 aprile, da un programma della Rai – che dal nome mi sembrava fosse la televisione di Stato, quindi di tutti, mia e dei miei lettori – in quanto autore di libri che studiano e raccontano il fascismo e la resistenza antifascista". La Rai, spiega Scurati in merito alla vicenda del monologo sul 25 aprile che avrebbe dovuto leggere durante una puntata di 'Che sarà', "mi ha mandato i moduli, i biglietti del treno, il voucher dell'hotel, avevo già la valigia pronta quando è arrivata la telefonata della conduttrice del programma, che era affranta e mi ha detto 'la sua partecipazione è stata cancellata'", dice ricostruendo i fatti. "Lì non ho preso nessuna iniziativa. Certo ero contrariato e indignato, ma ho taciuto. La cosa per me è che ad una certa ora della giornata mi comunicano che il capo del Governo ha scritto un post nel quale, dicendo che non sapeva come fossero andate le cose – e ciò mi sembrava già un motivo per tacere – ha usato oggettivamente espressioni denigratorie, cercando di farmi passare per un avido".

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Libri: esce ‘Palestina Israele – Il lungo inganno. La...

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Scritto da Mario Capanna e Luciano Neri, il volume documenta le responsabilità nella mancata soluzione del conflitto

Libri: esce ‘Palestina Israele – Il lungo inganno. La soluzione imprescindibile’

La polveriera mediorientale, il conflitto israelo-palestinese. A spiegare motivi e responsabilità di una guerra che affonda le sue radici in un passato lontano è il libro ‘Palestina Israele – Il lungo inganno. La soluzione imprescindibile’, edito da Mimesis, scritto a quattro mani da Mario Capanna e Luciano Neri. Chi ha fatto fallire gli accordi di Oslo? Chi ha favorito e finanziato la crescita di Hamas fino alla tragedia attuale? In questo libro Capanna e Neri riportano la loro esperienza diretta dalla Cisgiordania, da Gaza e da Israele, privi dei condizionamenti della propaganda occidentale. Un viaggio iniziato ormai oltre cinquant’anni fa, negli anni Settanta, che ha portato a incontri, relazioni e preziose testimonianze dai territori occupati. Documentando in modo rigoroso le responsabilità nella mancata soluzione del conflitto, gli autori mostrano con chiarezza che l’unica alternativa a una guerra che sembra destinata a durare in eterno è la pacifica creazione di un vero Stato palestinese che possa convivere con quello di Israele.

“Al di là delle contorsioni delle cancellerie e dei governi, ora l’opinione pubblica mondiale si sta rendendo conto che senza la costituzione di un vero Stato palestinese, che conviva in pace con quello di Israele, non ci sarà mai la pace in Medio Oriente –scrivono gli autori-. Ogni altra ipotesi è fondata sulla sabbia. Valgano, in merito, le parole di Sant’Agostino: ‘La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle’. Noi tutti facciamo sì che i due figli crescano vigorosi”.

Politico, scrittore e giornalista, Capanna, leader studentesco nel Sessantotto, segretario nazionale di Democrazia Proletaria fino al 1987, parlamentare italiano ed eurodeputato, è un esponente ambientalista e pacifista. Nel volume Capanna riporta riflessioni, scritti (antichi e recenti) raccolti nei tanti viaggi effettuati in Palestina, a partire dall’intervista con il leader palestinese Yasser Arafat e dalle sue parole: “La speranza è quella cosa che non ho perso neanche per un giorno durante la mia vita”, e ancora: “Se non avessimo impugnato le armi, a noi palestinesi avrebbero fatto fare la fine degli indiani d’America”. Le riflessioni nei lunghi viaggi assieme a Nemer Hammad, rappresentante dell’Olp in Italia, l’incontro con Abu Jihad, braccio destro di Arafat, assassinato nel 1988 da un commando israeliano, e tanto altro. Capanna denuncia la ‘propaganda a senso unico’ della stampa italiana sul conflitto.

Nella seconda parte del libro, curata dall’analista geopolitico e presidente del Centro Relazioni Internazionali, Luciano Neri, trova spazio un capitolo sull’ascesa di Hamas ‘un evento prevedibile, un disastro evitabile’, le riflessioni del giornalista e pacifista israeliano Uri Avnery, a partire dalle sue parole d’amore per Gaza, la città oggi martoriata dalle bombe israeliane. Appendice al volume le risoluzioni dell’Onu violate da Israele.

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Auto, via alla quarta edizione della Coppa delle Alpi by...

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Domattina prenderà il via la gara di regolarità per auto costruite fino a tutto il 1990 che prevede 90 Prove Cronometrate per oltre 1.600 km

Auto, via alla quarta edizione della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia

Via alla quarta edizione della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia: questo pomeriggio, a Trieste, si svolgeranno le verifiche tecniche e sportive in Piazza Unità d’Italia, da dove domattina prenderà il via la gara di regolarità per auto costruite fino a tutto il 1990 che prevede 90 Prove Cronometrate per oltre 1.600 km.

Il Grand Tour di 5 tappe attraverserà da Est a Ovest l’intero arco alpino, da Trieste a Courmayeur, valicando i confini di 7 nazioni: 1000 Miglia presenta Il Grande Viaggio Alpino, un percorso di riflessione parallelo alla gara finalizzato a rappresentare le trasformazioni socioeconomiche, antropologiche e ambientali che attraversano la macroregione alpina. Per rendere i concorrenti parte attiva del progetto, il numero delle vetture in gara è stato limitato a 30, affiancate da ulteriori 8 auto che ospiteranno Esperti di riferimento sui macro-temi affrontati.

Nei momenti di sosta lungo il percorso, gli esperti incontreranno istituzioni ed esempi di Best Practice locali favorendo scambi e condividendo esperienze. La summa di questi contributi raccolti nell’arco delle 5 giornate verrà presentata in un Convegno conclusivo, previsto per sabato 4 Maggio a Courmayeur.

Da Trieste gli equipaggi raggiungeranno Kranjska Gora, in Slovenia, per parlare di progetti di turismo sostenibile. A Cortina, agli oltre 2.100 mt del Rifugio Faloria, l’argomento verterà su Olimpiadi accessibili e sostenibili. Martedì 30, pranzo al Messner Museum di Ripa in compagnia di Reinhold Messner, che condividerà progetti ed esperienze. Raggiunta l’Austria, a Seefeld si dialogherà sulle Connessioni tra agricoltura di montagna e offerta turistica mentre, dopo il transito in Germania a Garmisch, il rientro in Italia a Livigno si focalizzerà su Olimpyc's Legacy, sostenibilità, accessibilità, inclusione; il fine tappa in Svizzera, a Saint Moritz, tratterà di Infrastrutture sportive per lo sviluppo turistico. La mattina del 2 Maggio, dopo un break a Vaduz, il saluto del Primo Ministro del Lichtenstein e la sosta al Museo Svizzero dei Trasporti di Lucerna, l’arrivo in serata a Gstaad affronterà i temi Allevamento e Produzione Casearia. Venerdì 3 la sosta a Chamonix regalerà lo straordinario panorama dai 1.900 mt di altitudine sul Monte Bianco del Refuge du Montenvers, prima del traguardo finale di Courmayeur dove si parlerà di Produzioni agroalimentari di montagna. Il convegno finale nel centro Congressi di Courmayeur è in programma sabato a partire dalle ore 10:00.

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