Azioni MPS: tra voci di privatizzazione e rinnovamento, l’analisi di SoldiExpert SCF
Milano 19 gennaio 2024
L’azione MPS (Monte dei Paschi di Siena) torna nuovamente al centro dell’attenzione, dopo l’annuncio fatto nel novembre 2023 dal Ministero del Tesoro, riguardo la rapida cessione del 25% delle sue quote. Questa mossa segue le recenti affermazioni del ministro Giancarlo Giorgetti, che si è espresso positivamente sul completamento della privatizzazione della banca entro il 2024.
Lo stesso processo di privatizzazione, del resto, rappresenterebbe un momento cruciale per il ritorno alla stabilità di MPS, dopo lunghi periodi di difficoltà finanziarie e legali, che hanno condotto ad un continuo declino del valore delle sue azioni. Cosa è lecito attendersi, allora, per il futuro? La presente analisi di SoldiExpert SCF,società di consulenza finanziaria indipendente, tratta da un report pubblicato sul loro sito consente di sintetizzare le informazioni più rilevanti (sul sito è possibile ulteriormente approfondire) da conoscere.
I punti di forza e di debolezza dell’azione MPS
Nell’ultimo anno, il valore delle azioni MPS ha visto un incremento notevole, quasi del 70%, superando la media del 40% registrata dal settore bancario italiano nello stesso periodo. Partendo da una quotazione di circa 1,85 euro a novembre 2022, il prezzo dell’azione ha raggiunto, a fine novembre 2023, un valore superiore ai 3 euro, segnando un aumento del 69%, secondo soltanto al rialzo dell'85% di Unicredit.
Un supporto al titolo è stato dato dalla decisione della Corte d'Appello di Milano, che il 10 novembre ha respinto una richiesta di risarcimento di 450 milioni di euro, avanzata da alcuni fondi con sede in Lussemburgo.
L'esclusione di responsabilità dei dirigenti per quanto riguarda i crediti deteriorati e il derivato Alexandria, inoltre, ha notevolmente migliorato la situazione legale dell'istituto. Tale onere ha sempre impedito una prospettiva sia di fusione sia di vita propria per MPS, a causa della preoccupazione per potenziali risarcimenti multimilionari.
Su MPS poi a metà dicembre la Corte di Appello di Milano ha assolto con formula piena gli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola “perché il fatto non sussiste”. Una sentenza abbastanza scontata, dopo che un mese fa erano stati assolti i precedenti vertici, ovvero l’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, e l'ex Dg, Antonio Vigni, oltre al fatto che la condanna a Viola e Profumo per falso in bilancio e aggiotaggio nelle motivazioni era apparsa in alcune parti discutibile per come era stata motivata.
Bilanci e conti dell’azione MPS
Le cifre diffuse da Monte dei Paschi, relative a fine settembre 2023, evidenziano un significativo miglioramento. Il profitto netto al termine del mese ammonta a 929 milioni di euro, un risultato superiore rispetto allo stesso periodo del 2022, quando la banca aveva registrato una perdita di 334 milioni di euro.
Tale miglioramento è attribuibile sia ad una riduzione dei costi, dovuta in parte alle significative uscite di personale incentivato a pensionamenti anticipati, finanziati dall'ultimo aumento di capitale, sia a un consistente aumento del margine di interesse in sintonia con il trend del settore. Quest'ultimo è il risultato dell'allargamento del divario tra tassi attivi e passivi, causato dall'incremento del costo del denaro.
Conformemente alle previsioni della banca, si stima di raggiungere un profitto netto per il 2023 di circa 1,1 miliardi di euro, proprio grazie all'incremento del margine di interesse. Si prevede, inoltre, un miglioramento dell'indicatore noto come CET1 ratio, che misura la solidità patrimoniale, atteso a fine anno oltre il 17%, allineandosi così alla media del settore bancario italiano.
Un ulteriore aspetto a cui prestare attenzione riguarda l'evoluzione delle dispute legali della banca. Attualmente, il totale dei risarcimenti per procedimenti legali e richieste stragiudiziali si avvicina ai 3 miliardi di euro, anche se alcune questioni rilevanti sono state recentemente classificate come "remote". È importante, poi, monitorare l'ammontare delle coperture per i crediti in sofferenza, le inadempienze probabili e i finanziamenti scaduti e deteriorati.
Il rapido collocamento delle azioni MPS
L'annuncio della vendita rapida del 25% delle azioni di Monte dei Paschi di Siena è stato rilasciato lunedì 20 novembre 2023, con un ricavo per il Tesoro di 920 milioni di euro.
Tra gli acquirenti figurano importanti investitori sia italiani che internazionali, inclusi Fideuram, Kairos (recentemente acquisita da Anima Holding) e Algebris. A questi si aggiungono altri fondi esteri come Melqart, Stone Point Capital, Wellington Management e Psquared Asset Management.
Andamento delle azioni MPS
L'andamento a lungo termine delle azioni di Monte dei Paschi di Siena è piuttosto impressionante, considerando che, rispetto al passato, il titolo ha perso il 99,9% del suo valore.
In effetti, osservando l'andamento storico dell'azione MPS dal 2017 ad oggi, si potrebbe pensare che il prezzo si sia quasi appiattito, anche se in realtà non è così. Per comprendere meglio il quadro generale, occorre concentrarsi sugli ultimi semestri.
La situazione ha iniziato a cambiare nell'estate del 2022, quando circolavano voci di un possibile interesse di Unicredit per la banca senese, ipotesi che poi non si è concretizzata. Successivamente, a novembre 2022, un ulteriore aumento di capitale ha causato una riduzione del prezzo delle azioni MPS, che sono scese da 5 euro a 2 euro in soli sette giorni.
L’evoluzione delle azioni MPS: qualche accenno storico
L’azione MPS è stata quotata nel 1999, ricevendo all'epoca richieste che superavano di dieci volte la quantità di azioni offerte. Durante gli anni '90, la banca si posizionava come il quarto istituto di credito italiano per raccolta e tra i primi per capitalizzazione.
Verso la fine degli anni '90, MPS ha acquisito la Banca del Salento, successivamente rinominata Banca 121. La competenza dell'istituto pugliese in materia di derivati ha portato allo sviluppo di prodotti innovativi come “4you” e “myway”, che furono sfortunatamente venduti ai piccoli risparmiatori.
Questi prodotti, essenzialmente prestiti a leva, permettevano agli investitori di prendere a prestito denaro per investire in Borsa, spesso nelle molto richieste azioni dot.com. Tuttavia, con lo scoppio della bolla internet, persero tutto il loro valore, costringendo la banca a ingenti risarcimenti.
L’azione MPS e l’acquisto di Antonveneta Banca
Le aspirazioni di crescita di Monte dei Paschi di Siena hanno portato, nel novembre 2007, all'acquisizione di Antonveneta Banca, per la quale è stato pagato al Banco Santander un importo di 9 miliardi di euro.
A questa somma si sono aggiunti 7,5 miliardi di euro di debiti che la banca veneta aveva nei confronti di ABN Amro. Per affrontare tali oneri finanziari, MPS ha lanciato un aumento di capitale per l'ingente cifra di 9,5 miliardi di euro. E la situazione si è ulteriormente complicata l'anno successivo, quando il crollo di Lehman Brothers ha avuto ripercussioni su tutto il sistema finanziario mondiale.
L'ingresso del Tesoro nell'azione MPS nel 2017
Durante la grande crisi finanziaria globale, le perdite subite dall'azione di Monte dei Paschi di Siena divennero enormi, rendendo necessario l'intervento dello Stato, inizialmente attraverso i Tremonti bond e successivamente con i Monti bond. A causare il tracollo i crediti “marci” emersi nei bilanci di MPS per cifre miliardarie. Una spina nel fianco ancora non completamente risolta nei bilanci al confronto con quello di altre banche.
Mediante questi prestiti convertibili, il Tesoro iniziò a entrare nel capitale della banca, detenendo una quota del 4% nel 2015, per poi diventare il maggior azionista con una partecipazione del 70% a seguito dell'aumento di capitale del 2017. In quell'occasione, lo Stato sottoscrisse 6 miliardi di euro degli 8,8 miliardi di euro totali dell'aumento di capitale per evitare il default della banca.
Lo scandalo dei diamanti in cui è coinvolta l’azione MPS
Come se non bastasse, nel 2019 si è verificato lo scandalo dei diamanti, che ha coinvolto cinque istituti di credito italiani, tra cui Monte dei Paschi. Secondo le ricostruzioni, tra il 2012 e il 2016, i diamanti venduti ai clienti erano autentici, ma le loro quotazioni erano state artificialmente gonfiate attraverso false informazioni diffuse sui giornali.
SoldiExpert SCF ha seguito approfonditamente questa vicenda, che ha portato alla sospensione e al successivo licenziamento di un funzionario di Bankitalia, Carlo Bertini, che indagò sulla truffa, cercando di tutelare senza compromessi gli interessi de risparmiatori.
La presenza di azioni di MPS nel proprio portafoglio, così come il possesso di titoli di altre aziende o banche italiane, dunque, può richiedere un parere esperto e indipendente per una gestione ottimale e diversificata degli investimenti.
Per quanto riguarda MPS, ad esempio, il salvataggio e l'intervento dello Stato a favore dei correntisti in passato non ha tutelato i piccoli azionisti, i quali hanno assistito a un'erosione del valore dei propri investimenti nel corso degli anni.
È importante, del resto, non confondere la sicurezza e la garanzia dei propri depositi con la redditività di un titolo. La costruzione di un portafoglio di investimenti e la scelta delle sue componenti non dovrebbero mai essere lasciate al caso o all'istinto.
SoldiExpert SCF, in quanto società di consulenza finanziaria indipendente, consente di verificare se gli investimenti effettuati siano in linea con le proprie esigenze, mediante un apposito check-up gratuito del portafoglio. Gli esperti del team, grazie all’esperienza affinata negli anni, sono in grado di assistere nella costruzione di portafogli solidi e strutturati, per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato.
Informazioni su SoldiExpert SCF
Questo contributo è stato realizzato con SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.
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Oltre il PIL, verso la felicità: presentato a Firenze il...
“Noi giovani ci impegniamo a sostenere e sviluppare imprese che abbiano come obiettivo non solo il profitto ma anche il miglioramento delle condizioni sociali e ambientali dei nostri territori. Ci impegniamo ad acquistare consapevolmente, informandoci sul luogo di provenienza dei prodotti e sulle condizioni di lavoro”. Sono questi i cardini del “Manifesto dei giovani per una Nuova Economia Sociale e Civile”, redatto dai molti studenti provenienti da tutta Italia durante la tre giorni del Festival Nazionale dell’Economia Civile che si è chiuso oggi a Firenze.
Il Festival, giunto alla 6ª edizione, ha scelto il tema della partecipazione. Quella delle ragazze e dei ragazzi ha preso forma nel Manifesto che è stato presentato e consegnato al comitato promotore del Festival: al presidente di Federcasse -BCC Augusto Dell’Erba, al presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, al Direttore Generale di NeXt Economia Luca Raffaele. Promuovere un nuovo paradigma, capace di andare oltre l’homo oeconomicus; andare oltre il PIL e guardare piuttosto alla felicità individuale e collettiva, come nei riferimenti della Ricerca del Benvivere, facendo del profitto uno strumento e non un fine: è la ricetta dei giovani autori del Manifesto, pienamente consapevoli che la qualità della vita non dipende solo dal denaro.
«Ogni anno aggiungiamo un mattoncino al ponte dell’Economia Civile, cercando di costruire la società che vogliamo - ha dichiarato Luca Raffaele Direttore Generale di NeXt Economia -. In questa sesta edizione abbiamo lavorato sulle città e su come il loro sviluppo può essere inclusivo e sostenibile: la Civil Social Business City che sperimenteremo qui a Firenze è un modello basato sulla partecipazione, in particolare dei giovani, che unisce l’impostazione dei 3 zeri di Yunus al sistema di azione dal basso e per le persone di La Pira».
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile è impegnato a rendere sempre più protagonisti i giovani, sia con percorsi formativi (vedi l’impegno per la realizzazione della Lezione di Introduzione all’Economia Civile e alla sostenibilità integrale) sia lasciando spazio di elaborazione e proposta, come è accaduto per la stesura di questo Manifesto dei Giovani per la Nuova Economia che deve diventare a sua volta un punto di riflessione e azione.
«Un’edizione che ha dato tanto spazio ai giovani. Alle loro idee ed ai loro progetti concreti. È l’Italia migliore, inclusiva e generativa, quella che ha potuto esprimersi in questi quattro giorni a Firenze» ha detto il presidente di Federcasse - BCC Augusto dell’Erba. «Abbiamo discusso anche di nuove modalità di attenzione ai territori attraverso la creazione di reti di comunità dove, nello specifico della cooperazione di credito, un ruolo centrale potranno avere le banche di credito cooperativo. Individuare i migliori agenti del territorio, cucire relazioni, focalizzarsi sul bene comune. Partecipare. Questo l’impegno che ci lascia la sesta edizione di FNEC».
«Alla crescita del Pil deve far seguito la crescita del BES,il benessere equo e sostenibile. Quando l’economia risponde solo alla remunerazione del capitale accentua le diseguaglianze. Le famiglie in povertà assoluta sono 1,9 milioni, erano 800.000 nel 2005. Il 12% di italiani ha scelto, secondo il Censis, di non curarsi per mancanza di disponibilità economica pur avendone bisogno. Nella fascia 18-35 anni abbiamo 2 milioni di Neet. A questi ragazzi prima che un lavoro dobbiamo dare una speranza, un orizzonte», ha detto il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini.
https://www.adnkronos.com/oltre-il-pil-verso-la-felicita-presentato-a-firenze-il-manifesto-dei-giovani-per-una-nuova-economia-sociale-e-civile_3g2HrQBI96CUHTxvNlbDjM
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Festival Nazionale dell’Economia Civile, Sachs: «La terra...
Jeffrey Sachs (Professore di Economia della Columbia University) è tornato al Festival Nazionale dell’Economia Civile.
L’economista americano ha preso parte al panel “Partecipare a un nuovo modello di coesione e giustizia sociale”, durante il quale si è parlato dell’impatto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, mettendoli a confronto con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in Europa e il Patto delle Nazioni Unite per il Futuro.
Sachs ha dichiarato: «Abbiamo bisogno di un nuovo pensiero, perché molto è cambiato e la terra trema sotto i nostri piedi. Pensiamo per esempio a tutti gli eventi degli ultimi anni, destabilizzanti e pericolosi, risultato di un mondo che cambia velocemente senza direzione. Il primo cambiamento è quello geopolitico, perché dopo che per molti decenni abbiamo vissuto in un mondo guidato dalla regione nordatlantica, ora la situazione è cambiata, ci troviamo in un mondo multipolare con una Cina sempre più forte, un est-asiatico in crescita, un aumento dell’unificazione africana. Abbiamo poi il cambiamento ambientale, causato dall’inquinamento, dalla distruzione ecosistemi e dalla perdita delle biodiversità. Il terzo dramma del nostro tempo è infine quello del cambiamento tecnologico, diseguale e iniquo e che a sua volta causa altra ineguaglianza nel mondo. L’idea dell’ONU è un’idea di equità, di pace e di sostenibilità ambientale».
Il FNEC è promosso da Federcasse (l’Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia Per Tutti), con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Coopersystem, Federazione Toscana delle BCC, Frecciarossa e la collaborazione della SEC (Scuola di Economia Civile) e di MUS.E.
https://www.adnkronos.com/festival-nazionale-delleconomia-civile-sachs-la-terra-trema-sotto-i-nostri-piedi-serve-un-nuovo-pensiero_230iC9HyC12lGdOTBAuFH0
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Arte e spettacolo al Festival Nazionale dell’Economia...
Arte e cultura al Festival Nazionale dell’Economia Civile. Nel panel dal titolo “La cultura come strumento di partecipazione e inclusione” si è parlato di come la cultura può fornire un grande contributo al benessere delle persone e allo sviluppo delle Comunità se è capace di individuare e sperimentare nuovi modelli di partecipazione e produzione culturale. L’idea è che la cultura possa e debba essere usata come uno strumento di inclusione sociale e partecipazione attiva, e per questo motivo si indagherà su come connettere i 6 temi dell’impatto culturale: servizi di prossimità, economia civile, società inclusive, sviluppo locale, efficientamento energetico ed economia circolare.
Matteo Spanò (Presidente MUS.E e Vice presidente Federcasse) ha dichiarato: «Partecipazione e cultura sono due elementi imprescindibili, per questo dobbiamo diffondere esperienza culturale; uno strumento sono i mass media. Quello alla cultura deve essere un diritto, capace di portare al bene comune e alla felicità pubblica, come affermava già Genovese. In questo momento in cui lo Stato ha meno possibilità di investire nel sistema culturale, oltre ai privati bisogna cercare altre soluzioni, anche territoriali».
Per Stefano Zamagni (Professore di Economia Politica all’Università di Bologna) «uno degli elementi che caratterizzano questa epoca di trasformazione è la crisi della cultura, e in questo ovviamente ha un ruolo la scuola. Già Genovesi affermava che la scuola anziché educare si limitava ad istruire. Negli anni del boom economico, nel nostro Paese, ci fu l’industrializzazione anche della cultura, che anche in questo campo condusse al “monoprodotto”. A partire da fine secolo scorso quel modello entrò però in crisi in tutto il mondo, e si verificò una frammentazione in subculture. Il risultato lo vediamo oggi, con il nostro ceto medio che soffre, perché non ha più accesso a un livello culturale intermedio, problema a cui ancora non si trova risposta».
Una risposta culturale ai tempi, però, ha cercato di darla il Festival stesso con serate ad hoc all’interno di Palazzo Vecchio. Le serate del FNEC, infatti, hanno reso protagonista l’arte, in tutte le sue forme. “L’Economia Civile a teatro. “Scoop. Donna Sapiens” è stato lo spettacolo che Giobbe Covatta ha portato a Firenze e con il quale, attraverso il suo linguaggio dissacratorio, ha dimostrato la superiorità della donna sull’uomo. Covatta ha poi affrontato anche temi di stretta attualità: «Ho dei figli in età lavorativa, in quel momento in cui cominciano a entrare nel mondo del lavoro, per cui ne condivido ovviamente tutte le difficoltà. Quello del lavoro è uno di quei problemi per cui i giovani cominciano a porsi alcune domande esistenziali: se qualcuno comincia a lavorare in maniera stabile a 40 anni, è chiaro che i progetti che si possono avere sono profondamente diversi da quelli che si avrebbero a 20 o 30 anni, quindi è proprio una logica di progettualità che entra in difficoltà. Non è soltanto la mancanza di lavoro o la precarietà, è un problema che incide su tutta la società e il “sistema paese”, se poi pensiamo a tutti i giovani che abbandonano l’Italia in cerca di altre opportunità».
Spazio poi alla musica con il suo linguaggio universale. In un talk sull’arte, si sono affrontati i temi della partecipazione e della promozione dell’Economia Civile attraverso la cultura. Sul palco del Salone dei Cinquecento di Palazzo vecchio è tornato il format “Artisti per la sostenibilità”. Il talk – organizzato con la direzione artistica di Massimo Bonelli (Ceo di ICompany) – è stato moderato dalla conduttrice televisiva e radiofonica Carolina Di Domenico ed ha visto la partecipazione dei cantautori Ermal Meta e Fabrizio Moro.
Il FNEC è promosso da Federcasse (l’Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia Per Tutti), con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Coopersystem, Federazione Toscana delle BCC, Frecciarossa e la collaborazione della SEC (Scuola di Economia Civile) e di MUS.E.
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