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Israele, ancora raid su Gaza. All’Aja si apre...

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Israele, ancora raid su Gaza. All’Aja si apre processo per genocidio

All'Aja si apre processo per genocidio. Quindici morti in due diversi attacchi a Khan Younis, almeno 5 a Rafah. Idf: "Uccisi 10 terroristi di Hamas a Gaza". Netanyahu: "Sudafrica ipocrita"

Raid israeliani a Gaza - (Afp)

 Continuano i raid su Gaza, mentre all'Aja si apre il procedimento per le accuse di genocidio a Gaza mosse contro Israele. Colpita un'auto nel quartiere di al-Manara di Khan Younis nel sud della Striscia, morte otto persone secondo quanto riferisce 'The Times of Israel'. Altri attacchi ci sono stati contro una residenza nella città di Khan Younis, nel sud di Gaza, sette persone sono state uccise e 25 ferite contro. Lo riporta l'agenzia di stampa statale palestinese Wafa. Fonti locali hanno riferito che tra le vittime ci sono donne e bambini. Almeno cinque palestinesi sono stati uccisi in un attacco israeliano invece a Rafah, riporta al Jazeera. Israele ha intensificato i bombardamenti e le incursioni di terra nel centro e nel sud di Gaza, con almeno 147 persone uccise nelle ultime 24 ore.

L’assalto di Israele a Gaza – lanciato in risposta agli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas in cui i militanti hanno ucciso 1.200 persone, principalmente civili, e hanno preso in ostaggio 240 persone – continua dunque a provocare un tributo devastante fra la popolazione civile. Dagli attacchi del 7 ottobre, infatti, secondo il ministero della Sanità di Gaza, Israele ha ucciso più di 23.000 palestinesi nella Striscia e si ritiene che circa il 70% siano donne o bambini. L'agenzia di soccorso palestinese delle Nazioni Unite, Unrwa, ha stimato che 1,9 milioni di persone sono state sfollate internamente a causa della guerra a Gaza – quasi l'85% della popolazione – mentre decine di migliaia di edifici sono stati distrutti.

Netanyahu: "Sudafrica ipocrita"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu accusa il Sudafrica di "rappresentare mostri" e di "accusare Israele di genocidio mentre sta combattendo il genocidio". La denuncia di Pretoria, sostiene il premier israeliano in un video, è la dimostrazione di un "mondo capovolto". Un'organizzazione terroristica, rileva, "compie il peggior crimine contro il popolo ebraico dai tempi dell'Olocausto, e ora arriva qualcuno a difenderlo in nome dell'Olocausto. Che faccia tosta". "L'ipocrisia del Sudafrica grida vendetta", aggiunge Netanyahu secondo quanto riferisce 'The Times of Israel'. "Dov'eravate Sudafrica quando milioni di persone sono state uccise o sfollate dalle loro case in Siria e Yemen, e da chi? Dai partner di Hamas". Netanyahu dice con aria di sfida che Israele "continuerà a combattere i terroristi... fino alla vittoria totale. Continueremo a respingere le menzogne, continueremo a proteggere il nostro giusto diritto a difenderci e a garantire il nostro futuro", dice il premier israeliano.

Tel Aviv: "Sventato attentato Isis, arrestati 2 palestinesi"

La polizia israeliana e lo Shin Bet hanno riferito oggi di aver sventato attentati contro le forze di sicurezza ispirati dall'Isis, lo Stato Islamico, dopo aver arrestato due palestinesi di Gerusalemme est a dicembre. Di 21 e 23 anni, "i terroristi pianificavano di preparare ordigni esplosivi e prendere di mira le forze di sicurezza", secondo quanto si legge in una nota congiunta della polizia e dello Shin Beth, il servizio di sicurezza interna.

Sono pochi i palestinesi che si sono uniti all'Isis, ma i due arrestati, spiega la nota, "hanno sostenuto l'ideologia di Daesh e hanno condiviso su Internet e tramite Telegram molti contenuti prodotti dal gruppo all'estero". I due hanno anche consultato siti che fornivano informazioni su come fabbricare bombe.

Idf: "Uccisi 10 terroristi di Hamas a Gaza"

L'aeronautica israeliana afferma di aver ucciso tre terroristi di Hamas mentre emergevano da un tunnel nel campo profughi di Maghazi, nel centro di Gaza. Un aereo dell'Idf ha ucciso anche tre uomini che uscivano da un edificio nel sud di Khan Younis dove sono state trovate delle armi. Altri due uomini sono stati colpiti mentre entravano nello stesso edificio, mentre altri due sono stati uccisi mentre piazzavano una bomba, si legge in un post dell'esercito su X.

Gli attacchi sempre più intensi di Israele al centro di Gaza e a Khan Younis, nel sud, stanno causando “vittime in rapido aumento”, ha detto l'Onu, aggiungendo che i bombardamenti stanno “avendo conseguenze devastanti per decine di migliaia di civili”.

L'Idf ha inoltre divulgato un nuovo video in cui compare un tunnel usato da Hamas a Khan Yunis e in cui le Forze di difesa israeliane ritengono siano stati tenuti gli ostaggi. Il tunnel è stato localizzato dalle forze speciali ed è collegato a un'ampia rete sotterranea. "Dopo averlo esaminato, abbiamo potuto affermare che ostaggi israeliani si trovavano al suo interno", ha reso noto l'Idf. Secondo le forze israeliane, nella sola area di Khan Yunis i militari hanno finora individuato oltre 300 pozzi di ingresso ai tunnel. Oltre cento gallerie sotterranee sono state finora distrutte o rese non operative.

Ok Consiglio sicurezza Onu a risoluzione condanna Houthi: stop attacchi

Con 11 voti a favore e 4 astenuti, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha nel frattempo adottato una risoluzione che condanna e chiede lo stop immediato degli attacchi condotti dagli Houthi contro le navi nel Mar Rosso. La risoluzione 2722 chiede anche che sia rilasciata la nave MV Galaxy leader ed il suo equipaggio, sequestrati nelle settimane scorse dai ribelli yemeniti sostenuti dall'Iran.

Gli Stati Uniti affermano che gli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno effettuato 26 attacchi contro navi commerciali nel Mar Rosso da quando hanno requisito la Galaxy Leader e il suo equipaggio di 25 persone il 19 novembre. La risoluzione sottolinea il diritto degli Stati membri delle Nazioni Unite, in conformità con il diritto internazionale, “di difendere le proprie navi dagli attacchi, compresi quelli che minano i diritti e le libertà di navigazione”.

Houthi all'Onu: "Usa e Israele violano la legge internazionale a Gaza"

Il capo del comitato rivoluzionario supremo Houthi dello Yemen ha risposto dal canto suo alla risoluzione accusando gli Stati Uniti di “violare il diritto internazionale” sostenendo la guerra di Israele a Gaza. In un post sui social media, Mohammed Ali al-Houthi ha anche affermato che Israele deve “fermare immediatamente tutti gli attacchi che ostacolano la vita a Gaza” e ha affermato che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe garantire che milioni di palestinesi a Gaza siano liberati dalla “guerra israeliana e dall'assedio americano” del territorio.

L'assedio militare di Israele è un' “arma mortale” che ha trasformato il territorio palestinese nella “più grande prigione in cui viene praticata la punizione penale collettiva”, ha detto al-Houthi. “Ciò che stanno facendo le forze armate yemenite rientra nel quadro della legittima difesa”, ha affermato. "La decisione adottata sulla sicurezza della navigazione nel Mar Rosso è un gioco politico e sono gli Stati Uniti a violare il diritto internazionale", ha aggiunto. Gli Houthi hanno lanciato numerosi attacchi missilistici e droni contro navi nel Mar Rosso.

Israele accusato di genocidio a Gaza, udienza davanti a Corte dell'Aja

E intanto oggi inizierà all'Aja il processo per stabilire se la guerra israeliana a Gaza sia un genocidio. La Corte internazionale di giustizia esaminerà la denuncia del Sudafrica che chiede "misure provvisorie" urgenti. La Cpi esaminerà le argomentazioni secondo cui Israele starebbe commettendo un genocidio nella Striscia dopo la richiesta del Sudafrica, che ha portato il caso alla Corte Internazionale chiedendo al tribunale delle Nazioni Unite di agire urgentemente “per proteggere da ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese derivanti dalla convenzione sul genocidio, che continua ad essere violata impunemente”.

I casi di genocidio, notoriamente difficili da dimostrare, possono richiedere anni per essere risolti, ma il Sud Africa chiede alla corte di attuare rapidamente “misure provvisorie” e di “ordinare a Israele di cessare di uccidere e di causare gravi danni mentali e fisici al popolo palestinese a Gaza”. La dichiarazione afferma inoltre che Israele dovrebbe cessare di infliggere deliberatamente condizioni calcolate per provocare la distruzione dei palestinesi come gruppo, ricevere l’ordine di prevenire e punire l’incitamento al genocidio e fermare le restrizioni sugli aiuti e le direttive di evacuazione.

Quando è stata presentata la richiesta, Israele ha reagito definendola “priva di fondamento” e una “diffamazione”. Tel Aviv afferma di agire per legittima difesa, per proteggere gli israeliani, distruggendo Hamas. Il più grande sostenitore del paese, gli Stati Uniti, ha liquidato il caso definendolo “privo di merito”. Prima del caso, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicato un video in cui affermava che Israele stava combattendo Hamas, non la popolazione palestinese, e stava agendo nel pieno rispetto del diritto internazionale. “Israele non ha intenzione di occupare permanentemente Gaza o di sfollare la sua popolazione civile”, ha detto il premier.

La distruzione delle case a Gaza sono prova di genocidio. Lo ha affermato Balakrishnan Rajagopal, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alloggio, aggiungendo che circa il 56% delle case a Gaza sono state distrutte o danneggiate. Gli Stati Uniti dal canto loro non vedono invece "alcun atto che costituisca un genocidio" a Gaza.

Ambasciata di Israele: "Assurde le accuse di genocidio"

"Le accuse di genocidio contro Israele sono assurde", oggi all'Aja "è un giorno triste, non solo per Israele, ma anche per quanti hanno a cuore il sistema della giustizia internazionale". Lo dice all'Adnkronos l'ambasciatore israeliano a Roma, Alon Bar, commentando il processo per genocidio intentato dal Sudafrica contro Israele, davanti alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja. "Il termine genocidio è completamente sbagliato e non riflette quello che Israele sta facendo. E' un tentativo di demonizzare Israele e di negargli il diritto di difendersi", afferma il diplomatico, sottolineando come il Sudafrica chieda un cessate il fuoco "fin dal primo giorno", senza menzionare in alcun modo la questione degli ostaggi.

Oggi è un giorno triste", si usa contro Israele la terminologia de genocidio che fu coniata "come reazione internazionale all'Olocausto degli ebrei". E lo si fa "per rendere impossibile a Israele di difendersi da un attacco terroristico venuto da Gaza", afferma Bar, ricordando che Hamas ha detto più volte di essere pronto a ripetere le violenze del 7 ottobre. Parlare di genocidio "è uno sforzo assurdo di politicizzare una convenzione internazionale molto importante e di usarla contro Israele per evitare la capacità israeliana di difendersi. E' triste e terribile", rimarca l'ambasciatore.

"Noi combattiamo Hamas per rendere sicuri i nostri cittadini. E' Hamas che uccide i civili e usa i civili come scudi umani, sono responsabili della situazione a Gaza. Il nostro obiettivo, come ha detto il premier Benyamin Netanyahu, è proteggere Israele e combattere Hamas per evitare un futuro attacco contro i civili israeliani", puntualizza l'ambasciatore. Che ci tiene a sottolineare come la richiesta sudafricana di cessate il fuoco "non menzioni la questione degli ostaggi", il cui sequestro rappresenta "un crimine contro l'umanità". "Un cessate il fuoco c'è stato quando sono stati rilasciati degli ostaggi, noi ci aspettiamo che vi sia una forte richiesta della comunità internazionale per il loro rilascio. Se in passato Hamas ha accettato la liberazione di ostaggi in cambio del cessate il fuoco è a causa dell'operazione militare israeliana. Per noi il rilascio degli ostaggi è una parte importante di ogni richiesta di cessate il fuoco", insiste Bar.

Quanto alla missione in Medio Oriente del segretario di Stato americano Antony Blinken e le richieste di Washington di maggior tutela dei civili palestinesi a Gaza, l'ambasciatore sottolinea che Israele "ritiene di fare tutto quello è possibile" per evitare vittime civili. "Noi - aggiunge - non poniamo nessun ostacolo all'ingresso a Gaza di aiuti umanitari dell'Onu e della comunità internazionale. Dobbiamo solo essere sicuri che non contengano armi e esplosivi. Cerchiamo di facilitare l'arrivo di ogni aiuto, cibo, medicine, acqua. Cerchiamo di coordinarci con gli Stati Uniti per poter migliorare l'arrivo degli aiuti e aumentare l'efficenza dell'Onu" per la loro distribuzione.

"Noi apprezziamo molto lo sforzo americano, sia per creare le condizioni per un cessate il fuoco che per evitare l'espansione del conflitto. Per noi le condizioni di un cessate il fuoco sono che non ci sia più una minaccia di Hamas ai cittadini israeliani - spiega Bar - Riceviamo continui attacchi da Libano, Siria e Yemen. Vorremmo evitare una escalation ma dobbiamo essere certi che gli abitanti del nord Israele possano tornare a casa in sicurezza".

"Anche la questione di come sarà Gaza dopo la guerra è importante", nota l'ambasciatore, ma per ora ogni giorno continuano "ad arrivare razzi contro la popolazione israeliana e nella Striscia di Gaza Hamas ha ancora capacità militare di minacciare Israele. Dobbiamo discutere il futuro di Gaza ma ci sono anche sfide per il presente".

Usa: "Infondate le accuse del Sudafrica a Israele"

"Noi abbiamo detto più volte che questo caso non è valido, non sono fondate le accuse di genocidio ad Israele"ha detto il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, rispondendo ad una domanda sul caso che si è aperto alla Corte di Giustizia Internazionale. "Non sono parole che devono essere usate alla leggera - ha aggiunto - e certamente non crediamo che siano applicabili a queste situazione".

Israele: "Cpi non riuscirà a ordinare cessazione combattimenti a Gaza"

La Corte penale internazionale non riuscirà a ordinare la cessazione dei combattimenti a Gaza. Lo hanno detto funzionari del ministero della Giustizia israeliano al quotidiano Haaretz, secondo cui la Cpi si limiterà a emetterà ingiunzioni contro Israele. Le ingiunzioni potrebbero includere la richiesta a Tel Aviv di consentire l’ingresso di maggiori aiuti umanitari nell’enclave assediata e di consentire ai palestinesi di tornare nel nord di Gaza.

Ex generale Idf: "Israele dovrebbe restare a Gaza almeno due anni"

Amir Avivi, un generale di brigata in pensione, ha detto che gli attacchi militari israeliani a Gaza finirebbero con un fallimento se le forze israeliane si ritirassero prima di eliminare completamente Hamas. "Per smantellare Hamas a Gaza e distruggere tutte le infrastrutture terroristiche dell'organizzazione, abbiamo bisogno di restare a Gaza per un periodo di almeno due anni", ha detto Avivi al quotidiano israeliano Maariv. “Lo Stato di Israele non può uscire nuovamente da Gaza”, ha detto Avivi. “Se ci fosse un altro disimpegno, allora cosa avremmo ottenuto? Perché abbiamo combattuto fino ad ora se non abbiamo smantellato Hamas dall’interno?” L’ex ufficiale militare ha aggiunto che Israele dovrebbe mantenere il controllo di sicurezza a lungo termine su Gaza così come fa in Cisgiordania.

"Nuova iniziativa Egitto per scambio prigionieri"

L’Egitto starebbe "organizzando con i mediatori (Usa, Qatar, ndr) per rinegoziare un accordo di scambio" di ostaggi israeliani a Gaza con prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Lo riferisce al-Arabiya citando fonti proprie. Secondo l’emittente panaraba di proprietà saudita l’intento del Cairo è di “organizzare nuovi incontri tra le fazioni palestinesi per discutere meccanismi di negoziazione” al fine “apportare cambiamenti radicali alla sua vecchia iniziativa per raggiungere intese su Gaza”.

Hamas: "Distrutte 308 moschee nella Striscia di Gaza"

Nei raid aerei israeliani sferrati sulla Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre sono state distrutte 380 moschee. Lo riferisce l'ufficio stampa di Hamas spiegando in un comunicato che "i bombardamenti e la distruzione di moschee ha portato alla scomparsa del richiamo alla preghiera in decine di quartieri in tutta la Striscia di Gaza, nonché all'interruzione del suono delle campane delle chiese". Anche tre chiese sono state distrutte dagli attacchi dell'esercito israeliano, ha aggiunto la nota.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Ucraina, Shoigu: “Più armi per la guerra contro...

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Così il ministro della Difesa russo dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov. Ancora missili su Odessa

Putin e Shoigu - Fotogramma /Ipa

"Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi". Così su Telegram il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.

Ancora missili su Odessa

Nuovo attacco missilistico russo su Odessa, il secondo in tre giorni. Secondo quanto riferito dal governatore della città nel sud dell'Ucraina, almeno tre persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite nell'ultimo raid, che ha provocato anche danni alle infrastrutture civili.

Bimbi ucraini deportati in Russia, telefonata Yemark-Zuppi

"Ho avuto un colloquio telefonico con il presidente della Conferenza episcopale italiana , cardinale Matteo Zuppi. Ho sottolineato che nel quadro del dialogo diplomatico con tutti gli stati, l'Ucraina presta costantemente particolare attenzione alla questione del ritorno dei bambini deportati illegalmente dalla Russia". Lo ha scritto su X, Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente Volodymyr Zelensky.

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Covid, Zhang sfida ancora la Cina: la battaglia del...

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Lo scienziato, cacciato dal laboratorio, torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico

Covid in Cina - Afp

Sfida ancora la Cina di Xi Jinping il virologo cinese che all'inizio della pandemia di coronavirus, nel gennaio 2020, pubblicò la prima sequenza del Sars-Cov-2 senza l'autorizzazione di Pechino. Zhang Yongzhen torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico. Lo scorso fine settimana, ricostruisce il Telegraph, gli è stato impedito l'ingresso nel suo laboratorio a Shanghai.

Nel frattempo sui social hanno iniziato a rimbalzare foto di un uomo che dorme sotto la pioggia davanti alla porta del centro. Domenica si è messo seduto fuori dallo Shanghai Public Health Clinical Center, che sostiene che il laboratorio di Zhang sia stato chiuso per "motivi di sicurezza", con la possibilità di spazi alternativi durante i lavori di ristrutturazione.

Eppure secondo una dichiarazione diffusa online da Zhang e poi sparita, ma visionata dall'Associated Press citata dalla stampa internazionale, allo scienziato sarebbe stato offerto un altro spazio, ma solo dopo lo 'sfratto' e senza gli standard necessari per le sue ricerche. E nel post su Weibo fatto sparire, Zhang assicura che non mollerà dopo le misure scattate per lui e per il suo team.

E' "sconfortante vedere queste continue vessazioni e punizioni nei confronti di Zhang", ha commentato con il Telegraph Stuart Neil, virologo del King’s College London coinvolto nel lavoro di ricerca per tracciare le origini del Covid e convinto che "senza il coraggio di Zhang" ci sarebbe voluto molto più tempo per "la diffusione del primo vaccino" contro il Covid.

Scienziati che lavorano con collaboratori in Cina hanno denunciato al giornale come dopo la pandemia le collaborazioni internazionali siano divenute sempre più difficili. Il Guardian scrive che oggi Zhang, raggiunto al telefono, ha sottolineato come per lui - già rimosso dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive - sarebbe "inopportuno" parlare.

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Usa verso svolta storica su marijuana, sarà ‘droga...

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Di conseguenza sarà un reato meno grave il consumo di cannabis

Marijuana - Fotogramma

Gli Stati Uniti stanno riconsiderando la pericolosità della marijuana, con l'intenzione di classificarla come droga meno pericolosa. Una svolta storica quella che sta valutando la Drug Enforcement Administration, come spiega l'emittente Abc citando proprie fonti. Di pari passo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si è mosso per rendere l'uso di marijuana un reato meno grave. Se andrà in porto si tratterà del più grande cambiamento nella politica federale sulla cannabis negli ultimi 40 anni.

Il Dipartimento di Giustizia, che sovrintende alla Drug Enforcement Administration, ha raccomandato che la cannabis venga classificata come una droga della cosiddetta tabella tre, con un potenziale di dipendenza fisica e psicologica da moderato a basso. Attualmente la cannabis è inserita nella tabella uno, riservata alle droghe con un elevato potenziale di abuso.

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