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Omicidio Mattarella, Aurelio Grimaldi: “Basta...

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Omicidio Mattarella, Aurelio Grimaldi: “Basta passerelle e lacrime di coccodrillo”

Il regista Aurelio Grimaldi

"E' arrivato il momento di dire basta alle lacrime di coccodrillo per l'omicidio di Piersanti Mattarella. Vorrei che questo 6 gennaio non fosse la solita passerella commemorativa ma una sveglia, una campanella, affinché si capisca che oggi c'è un vero e forte bisogno del modello politico del fratello del Capo dello Stato, il Presidente della Regione siciliana 'con le carte in regola'. Purtroppo, dopo la breve parentesi per il 40ennale anniversario dall'omicidio, è tornato nel dimenticatoio". E' la denuncia del regista e scrittore Aurelio Grimaldi, alla vigilia del 44esimo anniversario dell'assassinio dell'ex Governatore siciliano Piersanti Mattarella, avvenuto il 6 gennaio del 1980 sotto la sua abitazione, e davanti alla moglie e ai due figli. Grimaldi, che ha diretto il film sulla vita di Piersanti Mattarella e ha scritto anche un libro sulla figura dell'ex Presidente della Regione, in una intervista all'Adnkronos, chiede anche una "scuola di formazione", "non dico di partito", "ma una scuola politica aperta a tutti i giovani davvero interessati a occuparsi della cosa pubblica seguendo le orme di Piersanti Mattarella, che considerava la politica come servizio".

E aggiunge: "Il progetto mattarelliano, autenticamente cristiano nei fatti e non solo nelle parole, trovava il miglior appoggio su punti comuni – di efficienza e rigore amministrativo ma anche di solidarietà e uguaglianza sociale - con l'allora Partito comunista, e questo non solo è un dato storicamente accertato, ma anche un modello convincente".

Poi, parlando della vicenda giudiziaria, il regista spiega: "Per me la questione storica è chiusa. Il 'Caso Mattarella' non può più essere definito un mistero. Dal punto di vista giudiziario fu ucciso da interessi mafiosi e non solo, ma nessuna sentenza ha voluto dare un nome a chi ha premuto quel grilletto. Ma già nel mio libro Il delitto Mattarella elencavo 27 punti tratti dalle indagini, prima dal giudice Giovanni Falcone e poi dal pm Leonardo Agueci che, sommati, non creano dubbi. Sia nel libro che nel film si avanzano dubbi sulla presunta colpevolezza dei Nar, i ‘rivoluzionari’ fascisti fondati da Giusva Fioravanti”. Ma per la giustizia italiana, aggiunge amaramente Grimaldi, in quanto già assolti, non sono più processabili. “Ma resta la triste condanna della Storia, e su questa non si può tornare indietro".

'Tenere alta la memoria non solo storica ma anche politica del Presidente della Regione ucciso'

Grimaldi sta lavorando a un film sul depistaggio Borsellino, col contributo della Regione Siciliana, con le riprese previste tra alcuni mesi. “Ma anche lì mi fa soffrire sentire parlare di un ennesimo ‘mistero all’italiana’. Ho la sfacciata fortuna di fare cinema, che ha diritto di seguire, nell’esempio del maestro Francesco Rosi, le sue strade più libere e civili, e con questo fare la sua parte sia come opera di memoria che come opera di denuncia”. "Ma oggi, per evitare che il 6 gennaio diventi una ennesima sfilata di personalità compunte ma distratte, è importante tenere alta la memoria non solo storica di Piersanti Mattarella ma anche e soprattutto quella politica, che è più attuale che mai. Per me è frustrante sapere che dopo il 40ennale e l'uscita del film, è tutto di nuovo finito nel dimenticatoio".

"Come cittadino rimpiango il suo modello di cristianesimo militante e mai verboso, che unisce l'efficienza amministrativa agli interventi sociali, al riconoscimento alle fasce disagiate, ai giovani, all’istruzione. Ecco, questo modello di Piersanti Mattarella lo vedo trascurato e totalmente dimenticato. Il Pd aveva annunciato tre anni fa una scuola politica dedicata a Piersanti Mattarella, ma temo seriamente che l’annuncio sia finito nel niente. Propongo di ricordare questo 6 gennaio come un luccicante promemoria: vogliamo studiare fino in fondo il modello politico di Piersanti Mattarella? Prendiamo il decreto Caivano, che ha un lato assolutamente meritevole quando punta alla riqualificazione di strutture sportive e sociali in quelle zone abbandonate dalle istituzioni. Ma deve essere esteso in tutte le periferie del Sud, e forse, temo, anche in molte del Nord. In questo senso sono francamente deluso dalla cosiddetta Destra sociale di questo governo, che vedo troppo interessata a operazioni più di facciata che di sostanza. Ma mi aspetterei un ben maggiore presenza della sinistra in queste aree che non possono fare notizia solo se si scopre che si violentavano le bambine".

'Consiglio la lezione di Piersanti anche alla sinistra massimalista...'

"E così, la lezione di Piersanti la consiglio anche alla sinistra massimalista e includente specializzata nelle liste di proscrizione. Mattarella non esitò a scontrarsi col suo stesso partito della Democrazia Cristiana aprendo al Partito Comunista in Italia, seguendo il suo 'maestro' Aldo Moro, abbattendo coraggiosamente le barriere ideologiche al motto di 'Lavoriamo con impegno con chi condivide il nostro progetto'".

“Nel mio libro, diversi amici di sinistra si offesero perché accusavo Berlinguer di aver commesso un imperdonabile errore a ordinare al Pci siciliano di uscire dall’appoggio regionale al governo Mattarella, lasciandolo solo politicamente poche settimane prima del suo attentato. E oggi mi permetto di lanciare un messaggio che nel nome di Piersanti Mattarella offro a Elly Schlein, ma anche a Conte, Calenda, Renzi, Bonino, e tutto il fronte progressista: ci si unisce sui valori, e non sui personalismi, i calcoli elettorali sugli zero-virgola, i mille distinguo, gli sfoghi narcisistici. Piersanti Mattarella, cari amici, è più attuale che mai. E per cominciare, che nei dite di una Scuola Politica Piersanti Mattarella senza steccati politici ma per un’Italia ‘dalle carte in regola’?”. (di Elvira Terranova)

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Aumenti record per i prezzi del cacao, la denuncia di...

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Da gennaio ad oggi il cacao ha subito un aumento del 154%

Dopo il caffè, anche il cacao fa registrare aumenti dei prezzi fuori controllo. A denunciarlo è il Codacons, che ha monitorato l'andamento delle quotazioni negli ultimi mesi. Da gennaio ad oggi il cacao ha subito un aumento del 154% seguendo seguendo lo stesso trend del caffè, con conseguenti rincari sui prezzi dei derivati con le due materie prime.

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Economia

1 maggio, Serafini (Snals): “Strada ancora lunga per...

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Così la segretaria generale di Snals durante la 7ª giornata del lavoro in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli

1 maggio, Serafini (Snals):

"Oggi la priorità nel mondo del lavoro è colmare due grandi divari, quello tra Nord e Sud e quello tra uomini e donne”. Così Elvira Serafini, segretaria generale di Snals, è intervenuta durante la 7ª giornata del lavoro in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli.

“Serve ancora molto lavoro per la definitiva applicazione della parità di genere nel lavoro, in tutti gli ambiti: istruzione, ricerca, sanità - ha detto Serafini - per questo noi abbiamo firmato un contratto centrato sulla dignità dei lavoratori, anche se è ancora un contratto ponte e si può migliorare”.

“Molto di può fare grazie ai fondi del Pnrr, che portano ossigeno anche nel mondo dell’istruzione e aprono a nuove situazioni prospettiche in tutti i settori lavorativi”, ha aggiunto la segretaria di Snals.

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AI, Derrick de Kerckhove: “Serve arte nel fare le...

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La comunicazione deve sopravvivere alla presa di controllo delle persone tramite gli algoritmi. Deve andare oltre il rapporto tra il cliente 'burattino' e l'inserzionista 'burattinaio'

Derrick de Kerckhove

L'informazione e i giornalisti possono avere un ruolo chiave nello sviluppo delle competenze che servono a gestire l'AI, perché "ora serve arte nel fare le domande". La comunicazione deve riuscire a sopravvivere alla presa di controllo delle persone con gli algoritmi, al rapporto tra il cliente 'burattino' e l'inserzionista 'burattinaio'. Derrick de Kerckhove, celebre sociologo e direttore scientifico di 'Media Duemila' dell'Osservatorio TuttiMedia, parla con l'Adnkronos dopo il suo intervento al convegno 'Megatrends del marketing e della comunicazione digitale - La rivoluzione dell'intelligenza artificiale', organizzato dal Master in Economia e Management della comunicazione e dei media della Facoltà di Economia di Università di Roma Tor Vergata. Le sue risposte partono dall'analisi di una grande trasformazione in corso e arrivano all'intuizione dei suoi prossimi sviluppi.

Partiamo da una sua frase: "La trasformazione digitale è nuova retorica e comporta nuovi modi per essere connessi".

La trasformazione digitale, di per sé, non è retorica, perché la retorica si basa sul linguaggio, una scienza della persuasione attraverso il significato, mentre tutte le operazioni digitali si basano su algoritmi; quindi, la loro modalità di persuasione non è linguistica, ma performativa. Essi realizzano il loro obiettivo non cercando di sedurre o convincere il cliente, ma prendendone il controllo, emulando direttamente il potenziale cliente con la sua profilazione, facendo coincidere la sua programmazione con il modello dello stesso cliente. Gli algoritmi gestiscono le relazioni con i clienti ma senza relazionarsi consapevolmente con loro.

Ci spiega cosa vuol dire in concreto e quali sono le conseguenze?

Una volta c'era qualcosa che si chiamava CRM, ma è stato sostituito dal CCM, Customer Control Management. Naturalmente, nessuna agenzia pubblicitaria lo ammetterebbe mai. Detto questo, un elemento comune alla retorica e al controllo digitale è il concetto di "figura", cioè la forma specifica dei diversi strumenti di persuasione/controllo. Le figure convenzionali, che risalgono all'Antica Roma e ai grandi oratori come Cicerone, erano identificate come imitazione, paragone, metafora, ripetizione, perifrasi, sineddoche, ecc. I nuovi hanno bisogno di una categorizzazione che non è stata scoperta scientificamente, ma io proporrei "marketing", "branding", "profiling", "virale", "meme", "pubblicità subliminale", “prompting”, ecc.

Come sta cambiando quindi la comunicazione, con la spinta dell'innovazione tecnologica?

La maggior parte di queste nuove figure non coinvolge realmente la comunicazione, non un "messaggio" messo in forma persuasiva, ma piuttosto un comando, un'azione diretta sul cliente. L'intento non è quello di informare, intrattenere o dare una scelta al cliente, ma di riformarlo per soddisfare gli scopi dell'inserzionista. La nuova figura del cliente è quella del "burattino" e quella dell'inserzionista quella del "burattinaio" che tira i fili. La vera domanda è se ciò che intendiamo per comunicazione possa sopravvivere a modi così efficaci di controllare le persone.

Può descrivere l'impatto dell'AI generativa nel mondo del lavoro, e in particolare in quello dei media?

Ci sono molte speculazioni su questa domanda e la maggior parte di esse rientra in tre categorie. Allarmismo: tutti i lavori di "comunicazione" che coinvolgono qualsiasi media sono minacciati in modo irreparabile, con il licenziamento di una percentuale incalcolabile di lavoratori e la perdita per sempre delle normali competenze. Rassicurazione: sì, alcuni posti di lavoro andranno persi, soprattutto a livelli non qualificati o poco qualificati (proprio come è stato profetizzato per il lavoro manuale minacciato dalla robotizzazione), ma verranno creati nuovi posti di lavoro; sarà solo una questione di riqualificazione (probabilmente aiutata dal ricorso all'IA generativa). Integrazione: L'IA generativa migliorerà tutti i lavori, aumenterà il livello medio di competenza e creerà un numero incalcolabile di nuovi posti di lavoro e opportunità.

Qual è quindi la sua opinione, quali sviluppi può prevedere?

La mia opinione si ispira a studi precedenti sugli effetti dell'introduzione di nuove tecnologie o media: tutte le grandi innovazioni arrivano - e partono - in tre fasi principali, shock e stupore, transizione dolorosa, e integrazione. Per quanto riguarda i media, il famoso sciopero di Hollywood rappresenta lo shock e lo stupore, un'azione di classe di tipico rifiuto istintivo. Ma la sana adozione di GenAI da parte della stampa e dei giornalisti in generale va nella giusta direzione. I traduttori, in particolare, sarebbero piuttosto sciocchi a non utilizzare Deepl.com per tutto ciò che non è specificamente "letterario". Per quanto riguarda l'integrazione, mi aspetto interessanti innovazioni in tutte le arti, plastica, design, architettura, musica, per non parlare di software programming, massicciamente accelerato. In linea di massima tendo a concordare con l'ormai vetusto pronunciamento: "L'AI generativa potrà o meno rubarti il lavoro, ma chi la usa lo farà senz’altro".

Ha detto parlando di AI generativa: "Fare bene le domande, sfidare la macchina e le risposte".

La novità è il prompt, cioè come formulare una domanda per ottenere il meglio da GenAI. La parola "prompt" è una scelta interessante perché evita davvero la domanda. Significa solo 'provocazione' e non posiziona l'interrogante come una persona che chiede veramente qualcosa, ma piuttosto stuzzica il sistema, per così dire. Naturalmente c'è un'arte nel porre domande, che la maggior parte delle scuole e dei sistemi educativi non ha insegnato; gli allievi e studenti, dall'asilo all'università, sono sempre obbligati a fornire risposte. Ora che la trasformazione digitale fornisce tutte le risposte, gli insegnanti e i professori non sanno cosa fare.

Sono necessarie nuove competenze. Come si costruiscono?

La risposta è ovvia: insegnare a fare domande! È possibile trovare immediatamente online un tutorial sulla formulazione di domande efficaci, nuove categorie come "zero-shot" (prompting diretto), prompting con esempi (one-shot, few-shot e multi-shot), prompting a catena di pensieri, chain-of-thought a zero-shot, strategie di iterazione dei prompt ecc. Non è questo il luogo in cui iniziare il corso. Inoltre, i giornalisti sono gli unici veri maestri dell'interrogazione. Dovrebbero essere loro gli insegnanti della nuova università. (Di Fabio Insenga)

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