Spettacolo
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Fiorello a tutto campo: da Sanremo alla politica, l’intervista
Lo showman risponde alle domande di Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1
Dal Festival di Sanremo all'amicizia con Amadeus, da Pippo Baudo idolo all'inizio della carriera, dal ricordo di Silvio Berlusconi a quello di Mike Bongiorno e Maurizio Costanzo. Fiorello a 360 gradi nell'intervista al direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, a 'Stasera parlo io'.
Pippo Baudo "è stata ed è una figura di riferimento per tutti i siciliani che hanno intrapreso questa carriera. Pippo Baudo è Pippo Baudo, per noi festeggiare la data del suo compleanno è come Natale. Ho avuto l'onore di conoscerlo e di essergli amico", dice lo showman. "Mi disse che dovevo fare altro, nel senso che non ero un artista da tre minuti. 'Tu in tre minuti dici solo come ti chiami', furono le sue parole. 'E io ho bisogno di persone che in tre minuti mi facciano uno show. A te serve un intero programma ma in questo programma ci sono già io' mi disse allora Baudo".
"Nonostante i miei 40 anni di carriera io temo sempre le interviste, penso di essere banale, non adeguato o di dire sempre le stesse cose. Mentre l'intervistatore mi pone la domanda, io già mi scervello sul come rispondere, anche perché oggi, con il politicamente corretto, tutto diventa più difficile, devi misurare le parole", dice e scherzando confessa di "avere già i baffi sudati" per l'ansia.
E confessa che le cose che lo fanno sorridere sono i casi della vita, come quando vede la spettatrice "con i capelli tutti bianchi che mi dice: 'mio marito mi ha portato qui come regalo di compleanno'. E io le dico: 'Signora, ma quanto è carina, quanti anni ha lei?' E lei: '60'. Ma come? Io ne ho 64! Uno invecchia e non si rende conto, vede sempre le persone come fossero un po' più anziane di te, e invece no! E questa cosa mi ha fatto ridere...".
"Le cose che non mi fanno ridere, invece, sono le notizie che sentiamo sui tg o quelle che leggiamo sui giornali, come le guerre e i femminicidi di cui s'è tanto parlato. Sono le cose che noi a 'Viva Rai2!' cerchiamo di omettere, notizie che rabbuiano la vita. Per questo noi la mattina non ne parliamo mai, perché vorremmo essere quella finestrella di buonumore che dura 45 minuti, tanto poi, dopo questi 45 minuti, per il resto della giornata si parlerà di quei temi", afferma Fiorello.
"Il mio primo Sanremo uno dei momenti più brutti della mia vita, io lavoravo a Radio Dj e sarei dovuto andare in giro a fare interviste e mentre ero lì, arrivò la notizia della morte di mio padre che era giovanissimo, aveva 58 anni", dice sfogliando l'album dei ricordi e raccontano del Festival di Sanremo 1990 quando gli dissero per telefono che era morto il padre Nicola. "Adesso sono più anziano di mio padre quando se n'è andato e mi sembra stranissimo", confessa lo showman.
Amadeus e Pippo Baudo, due fuoriclasse
Tra poco più di un mese, ancora Festival. "Amadeus ha riportato il Festival di Sanremo ai fasti del baudismo, un fatto riconosciuto da tutti, anche dallo stesso Pippo Baudo", dice. "E' l'ultimo Sanremo di Amadeus? Sì, l'ultimo della serie, adesso, ma secondo me tra due anni torna...". E alla domanda di Chiocci se c'è stato qualche screzio con il conduttore e direttore artistico del Festival, Fiorello è netto: "Litigare con Amadeus? Mai litigato, con lui non si può... C'è un'alchimia che è nata dal primo giorno che ci siamo visti, un colpo di fulmine dell'amicizia".
Lo showman racconta l'esperienza del Festival senza pubblico del 2021, durante la pandemia: "E' stato difficile - confessa - e il ruolo più complicato era il mio perché Ama doveva presentare i cantanti e io dovevo far divertire... ma chi? Dovevo immaginare il pubblico a casa e posso assicurare che era difficile. Sono però contento di averlo fatto, è una cosa che rimarrà dentro di me. Ricordo che dissi ad Amadeus 'io comincio cantando'. E così scendo dalle scale, comincio a cantare e vedo la platea vuota. Quando finisco di cantare, il silenzio... proprio nel momento in cui si è abituati a sentire l'applauso. Ecco, quella è stata la frazione di secondo più brutta della mia carriera", rivela Fiorello.
Quanto all'edizione 2024, "so solo una cosa - dice lo showman - che ci sarà il glass di 'Viva Rai2!' fuori dall'Ariston e io avrò possibilità di entrare in teatro ma non di andare sul palco. Ci siamo dati una regola perché io devo salire sul palco sabato, l'ultima serata del Festival e l'ultima serata del festival di Amadeus, quando andrò sul palco per portarlo via. Quindi prima di allora posso entrare in sala, ma ci saranno dei cartelli sul palcoscenico con scritto 'io non posso salire con la mia faccia'. Potrò arrivare in cima alle scale ma non scenderle, e potrò andare in platea ma non salire sul palco. Amadeus, invece, essendo direttore artistico può scendere, attraversare la platea e venire da me dentro il glass dove potranno esserci ospiti che lui non sa, anche ospiti pazzeschi addirittura da Festival, ma li avrò io. Chi lo sa...", dice ancora Fiorello.
Riavvolgendo il nastro, "Mike Bongiorno e Maurizio Costanzo, tra i personaggi scomparsi, sono quelli che mi mancano molto, con loro ho avuto più a che fare", confessa. "Costanzo è stato determinante per il cambio della mia vita, mi accolse quando da Milano decisi di venire a Roma. In quell'occasione conobbi Susanna (Susanna Biondo, moglie dello showman, ndr) e Costanzo mi disse: 'Questa non te la fare scappare, eh?'. Con Mike ho lavorato tanto e lui si divertiva come un bambino", ricorda Fiorello che ammette: "Non ho rimpianti sulle mie scelte, rifarei tutto".
Fiorello parla della figlia Angelica che a 'Viva Rai2!', in occasione del 63esimo compleanno del papà, ha cantato 'Io vagabondo' facendolo commuovere: "Per i ragazzi della sua età non è un periodo facile, perché i 17enni di oggi sono come i 14enni prepandemia. A volte si parla di adolescenti violenti e secondo me tutto è riconducibile a quei due anni di pandemia. Per noi che abbiamo una certa età due anni non sono niente, ma per un 14enne sono invece una vita".
Fiorello e la politica
"Se mi hanno chiesto di entrare in politica? Quando ero a Milano sì, ai tempi c'era Berlusconi, lavoravamo insieme a lui quindi era capitato", rivela aggiungendo: "Non ne sarei capace".
Fiorello non si sbilancia sul suo rapporto con la politica: "Io faccio parte della vecchia guardia, con che io voglia paragonarmi a quei grandi - osserva - ma ai tempi mica si sapeva per chi votasse Walter Chiari. Voglio fare spettacolo e non politica". E quando Chiocci gli chiede per chi vota, Fiorello ride: "Non te lo dirò mai. Vuoi sapere per chi ho votato? Nelle ultime tre elezioni ho cambiato due volte schieramento. Per chi voterò alle Europee? Ti chiamerò appena sarò uscito dalla cabina per dirti per chi ho votato", scherza Fiorello.
C'è spazio per un aneddoto su Giorgia Meloni. "La Meloni come baby sitter? Dovreste chiederlo a mia moglie. Lei dice che era bravissima, studiava mentre stava con la bimba, non la faceva giocare con le bambole, ma amava il Lego, costruiva.... Comunque un bel ricordo, nulla da dire su Giorgetta", dice con la consueta ironia.
Passato e futuro
Rimpianti? "Il mio più grande è quello di non avere studiato come avrei voluto perché era una questione di frequenza, quando andavo a scuola rendevo bene". E rivela che avrebbe voluto "leggere di più, studiare la musica e imparare a suonare uno strumento, ma soprattutto imparare una lingua straniera. Invidio i bambini inglesi che già a sei anni sanno parlare l'inglese", scherza.
Lo showman ironizza anche sul suo possibile ritiro dalle scene: "Sono arrivato a 63 anni, 64 a maggio, e credo che ci stiamo avvicinando al momento in cui mi ritirerò. Non sono uno di quelli che fanno una carriera superlunga, diciamo che tra... vabbè, non diciamo niente, non siamo persone di parola. Una volta dissi 'a 50 anni smetto' e sono già a 63, quindi...", ride Fiorello.
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Marcello Cesena e il monologo virale a Le Iene: “Ecco...
Catastrofi come chiavi per il successo nelle parole del regista e attore: "Quando ti dicono che hai qualcosa di sbagliato non spaventarti, vuol dire soltanto che ti hanno notato"
"A vent’anni provo ad entrare in una scuola di recitazione e alla fine del provino sento qualcuno che dal buio dalla platea mi dice ‘ma dove vuoi andare con quella voce assurda!’. È come se mi avessero sparato: torno a casa e crollo in depressione. Tre giorni dopo mi telefonano: sono ammesso alla scuola. Giuro non ho mai capito cosa è successo". L’attore e regista Marcello Cesena ieri a Le Iene ha offerto un monologo sulla resilienza, raccontando alcuni aneddoti della sua carriera cominciati come catastrofi e poi diventati la chiave per il suo successo. Il motivo? La capacità di volgere a suo favore aspetti che sembravano svantaggiosi.
"Alla fine del secondo anno - racconta Cesena - mi chiama il mio insegnante, dice che la mia voce in teatro non funziona, che io non funziono. Seconda fucilata. Una settimana dopo, sempre lui, inspiegabilmente mi scrittura in un suo spettacolo".
Ed ecco la svolta: “Debuttiamo, ma la mia parte è piccola e capisco subito che sul palcoscenico sono praticamente invisibile -ricorda l’attore- Così, visto che interpreto il ruolo di un tisico, decido che i tisici sono verdi e comincia a truccarmi la faccia color verde mela con la solita voce assurda. Giorgio Albertazzi una sera vede lo spettacolo e chiede chi sia quel pazzo che recita truccato come Kermit la rana, mi fa un provino e mi sceglie per fare il co protagonista di Enrico IV di Pirandello, che è uno dei suoi maggiori successi”.
Da allora, “è sempre andata così: sei troppo alto, sei troppo magro, hai la voce troppo assurda e poi mi davano un ruolo”, spiega il ‘Jean Claude’ della serie comica ’Sensualità a corte’. Che conclude in modo eloquente con un consiglio: "Se davvero ho capito una cosa del mio lavoro è questa: quando ti dicono che hai qualcosa di sbagliato non spaventarti, vuol dire soltanto che ti hanno notato".
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Tornano i ‘Co’Sang’, live a Napoli il...
I due padri dello street rap italiano saliranno sul palco di piazza del Plebiscito per un live in un luogo simbolo della loro città
A 12 anni da quando le loro strade si sono separate, i Co’Sang hanno deciso di mettere fine all’attesa. Il 17 settembre, Luchè e Ntò, considerati i padri dello street rap italiano, saliranno sul palco di piazza del Plebiscito, a Napoli, per un live nel luogo simbolo della loro città. L’annuncio è arrivato con un corto che porta la firma del duo di Marianella, raccontando la storia di quello che succedeva 'Int’o Rione' e che accade oggi, con il modo di rappresentare la realtà.
I Co’Sang, da sempre legati alle proprie radici, sono stati i primi rapper partenopei a valicare i confini di Napoli per arrivare in tutta Italia. Lo speciale evento è prodotto e distribuito da Vivo Concerti. Le prevendite saranno disponibili online da domani alle 14 e nei circuiti di vendita autorizzati dall'8 maggio alle 14.
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Tiziano Ferro, Codacons contro Maionchi: “Messaggi...
L'associazione: "La Rai la rimuova dalla conduzione dell'Eurovision con effetto immediato"
"La Rai deve rimuovere con effetto immediato Mara Maionchi dalla conduzione dell’edizione italiana di Eurovision Song Contest". A chiederlo il Codacons, dopo "le dichiarazioni odierne della stessa Maionchi durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento, e le notizie apparse nelle ultime ore sui mass media circa le pressioni che sarebbero state fatte dalla produttrice discografica su Tiziano Ferro ai tempi della loro collaborazione artistica".
"Le affermazioni odierne della Maionchi circa il peso e l'aspetto fisico degli artisti, per come riportate dai mass media nelle ultime ore, appaiono del tutto diseducative e potenzialmente pericolose – spiega il Codacons – La discografica, infatti, avrebbe dichiarato che 'lo spettacolo ha qualche esigenza, anche se non è d'obbligo. Ma aiuta essere più magri, è importante, non basilare', frase che sembra voler sostenere che i cantanti magri avrebbero più possibilità di successo rispetto a chi ha qualche chilo in più".
"Un messaggio sbagliato, che arriva nonostante da più parti si tenti di superare odiosi stereotipi sull’aspetto fisico nel mondo dello spettacolo, stereotipi in grado di influenzare i più giovani alterandone pericolosamente il comportamento e le scelte di vita", conclude il Codacons.