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Migranti, frenata del governo Sunak: “Trasferimenti...
Migranti, frenata del governo Sunak: “Trasferimenti Ruanda non sono bacchetta magica”

Marcia indietro del governo britannico sul controverso programma di trasferimenti dei richiedenti asilo in Ruanda. Non sarà "la bacchetta magica" per fermare le piccole imbarcazioni in arrivo dalla Manica, ammette Downing Street. I provvedimenti attesi a breve, e con procedura urgente, per superare il pronunciamento negativo della Corte suprema si faranno attendere.
Il governo del Premier Rishi Sunak fa sapere che il nuovo trattato con il Ruanda e un disegno di legge in cui si precisa che il Paese è considerato come sicuro slittano.
Lo scorso 15 dicembre il governo aveva anticipato invece che avrebbe portato alla Camera dei comuni il progetto "entro i prossimi giorni" in modo da far decollare i voli con i migranti deportati "il prima possibile". Ma oggi Downing Street non ha voluto precisare se l'accordo con Kigali sarebbe stato firmato prima dell'inizio della pausa natalizia, il 19 dicembre. "Il testo sarà pubblicato nelle prossime settimane. Vogliamo essere certi di essere nella posizione più forte perché vogliamo che entrambi i provvedimenti abbiano le migliori possibilità di successo. Per questo siamo concentrati a sistemare i dettagli", si è limitato a dire un portavoce. A complicare le cose è arrivata anche la precisazione del Ruanda, per cui non accetterà un accordo con la Gran Bretagna che preveda il coinvolgimento di funzionari britannici nel suo sistema burocratico. Oltre al parere negativo espresso dal nuovo ministro degli Interni, James Cleverly che in una intervista al Times nei giorni scorsi ha detto che il piano Ruanda "non è la cosa più importante". Londra ora sottolinea il suo impegno per accordi bilaterali per i rimpatri e con ulteriore cooperazione con la Francia.
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Israele chiede a residenti Khan Younis di evacuare. Duri...

"Appello urgente" delle Idf perché i civili lascino la città e le aree limitrofe

L'esercito israeliano ha dato istruzioni ai residenti di Khan Younis, la seconda città più grande della Striscia di Gaza, di evacuare nell'area umanitaria di Al-Muwasi. L'Idf ha infatti lanciato quello che ha definito "un appello urgente" affinché i civili lascino gran parte dell'area dentro e intorno alla città, dove sono in corso aspri combattimenti.
Tuttavia, spiega la Cnn, non è chiaro quante persone potrebbero essere a conoscenza delle istruzioni delle Idf data la mancanza di reti di comunicazione e disponibilità di Internet in gran parte di Gaza.
"Duri scontri ancora per due mesi". Ma Hamas "sta crollando"
Intanto, gli intensi scontri nella Striscia tra le forze israeliane e Hamas potrebbero andare avanti ancora per altri due mesi. E' la valutazione di fonti israeliane citate dall'emittente pubblica Kan, passati ormai più di due mesi dal dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele e dall'inizio delle ostilità tra Israele e Hamas con le operazioni di Tsahal nell'enclave palestinese.
L'offensiva delle forze di difesa israeliane nella Striscia sta intanto provocando il cedimento dell'ala militare dell'organizzazione, secondo le informazioni fornite dai vertici miliari di Israele. Da giorni si inseguono le news relative alla resa di centinaia di miliziani: il copione, a quanto pare, continua a ripetersi quotidianamente.
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Israele, attacco senza fine: “Hamas sta...

L'offensiva non si ferma, assedio al leader Sinwar: "E' nascosto a Khan Younis"

Hamas si sgretola sotto i colpi di Israele. L'offensiva delle forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza sta provocando il cedimento dell'ala militare dell'organizzazione, secondo le informazioni fornite dai vertici miliari di Israele. Da giorni si inseguono le news relative alla resa di centinaia di miliziani: il copione, a quanto pare, continua a ripetersi quotidianamente.
"Vedo i risultati ogni giorno. Ogni giorno vediamo sempre più terroristi uccisi, sempre più terroristi feriti e molti terroristi si stanno arrendendo negli ultimi giorni. Un segno dello smantellamento del sistema" di Hamas. "Un segno che dobbiamo spingere di più", dice il capo di Stato maggiore dell'Idf, Herzi Halevi nel corso delle sue dichiarazioni alle truppe nel sud di Israele.
Nelle ultime ore è stato diffuso dalla stampa israeliana un video, che sembra essere stato girato nel Nord di Gaza, in cui si vede un presunto militante di Hamas che consegna un fucile d'assalto alle forze israeliane mentre decine di uomini palestinesi svestiti si arrendono a Tsahal.
All'inizio di questa settimana erano circolate immagini sui social media che mostravano decine di uomini detenuti dall'Idf. Sulla loro effettiva partecipazione alle ostilità mancano conferme indipendenti. Il portavoce dell'esercito ha poi detto che stava interrogando tutti coloro che si erano arresi dopo i combattimenti.
Caccia a Sinwar, nascosto a Khan Younis
L'offensiva ruota anche attorno alla caccia al leader di Hamas nella Striscia. Yahya Sinwar sarebbe ancora a Khan Younis e probabilmente in uno dei tunnel che si trovano sotto la città situata nel sud dell'enclave. Sinwar, rileva la tv pubblica israeliana 'Kan', all'inizio della guerra scoppiata dopo l'attacco di Hamas a Israele lo scorso 7 ottobre, sarebbe fuggito da Gaza City per riparare a Khan Yunis. Sinwar sarebbe fuggito con un veicolo utilizzato per trasportare "aiuti umanitari".
Sul terreno, si continua a combattere.Le Brigate di Al-Qassam, fazione militare di Hamas, ha reso noto di "scontri corpo a corpo con le forze di occupazione a ovest del campo profughi di Jabalia". E anche a Zaytoun, sempre nel nord della Striscia. Secondo l'Idf, militanti di Hamas hanno occupato edifici nel campo. Uomini di Hamas hanno predisposto imboscate sempre nella stessa zona. Ma i militari israeliani, si rivendica, sono riusciti ad affiancare il nemico, sorprendendolo.
Sempre secondo l'Idf prosegue la battaglia a Khan Yunis, nel sud, sostenuta dalle forze aeree. Un ordigno è esploso accanto a una moschea attaccata dai militari. Diverse altre operazioni israeliane sono in corso nel sud, inclusa una contro una postazione di comando e un tunnel di Hamas.
Quasi 18mila morti tra Gaza e Cisgiordania
Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania è salito a 17.674 morti e oltre 49.300 feriti. Lo sostiene, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa palestinese 'Wafa', il ministro della Salute della Cisgiordania, controllato dall'Anp. Il ministerospiega che il numero dei morti nella Striscia di Gaza si attesta a 17.400 mentre nella Cisgiordania a 274: 46.000 palestinesi sarebbero stati feriti a Gaza e quasi 3.300 in Cisgiordania. Venerdì, sostiene il ministero, almeno 300 civili sarebbero stati uccisi.
Il ministero della Salute riferisce inoltre che oltre il 60% delle case di Gaza sono state distrutte. Gli attacchi dei coloni continuano, sottolinea il ministero, "con 308 incidenti registrati" dal 7 ottobre, giorno dell'attacco di Hamas ad Israele.
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Israele-Gaza, Abbas: “Posizione Usa aggressiva e...

Il presidente dell'Anp ha commentato il veto messo dagli Usa alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu
Quella degli Stati Uniti è una posizione "aggressiva e immorale" e una "palese violazione" di tutti i valori e principi umanitari. Lo dichiarato il presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas, commentando il veto messo dagli Usa alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva un immediato cessate il fuoco a Gaza.