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Napoli trionfa: la città in festa per il Terzo Scudetto e il ritorno del Sud sul trono del calcio italiano

La squadra partenopea ha finalmente conquistato il titolo nazionale, dopo aver raggiunto un pareggio contro l’Udinese, assicurandosi il terzo Scudetto nella sua storia e con ben cinque turni di anticipo rispetto alla conclusione del torneo.

La vittoria nella 33ª giornata di Serie A

Il Napoli è diventato campione d’Italia nel corso della 33ª giornata del campionato, pareggiando 1-1 contro l’Udinese. La compagine partenopea aveva necessità di un punto per aggiudicarsi il titolo e, dopo aver subito un gol nel primo tempo, il calciatore Victor Osimhen ha realizzato la rete del pareggio, simbolica assegnazione dello Scudetto al Napoli a distanza di 33 anni.

Il ritorno al successo del calcio meridionale

Dal 1992, le squadre delle città di Milano, Torino e Roma avevano monopolizzato la vittoria del campionato italiano. Tra le compagini del Sud, solo il Napoli aveva ottenuto questo risultato, oltre al Cagliari nel 1970. Ora, il Napoli eguaglia la Roma con tre titoli vinti.

La supremazia partenopea nella stagione in corso

Il primato del Napoli nel corrente campionato era stato previsto da settimane. La formazione guidata dall’allenatore Luciano Spalletti si è dimostrata la più forte della competizione, accumulando un vantaggio di quasi venti punti sulle inseguitrici alcuni mesi fa.

In seguito a una memorabile vittoria per 5-1 contro la Juventus, il Napoli aveva terminato il girone di andata al primo posto, conquistando 50 punti su 57 disponibili, risultando la terza squadra nella storia del campionato a venti squadre a raggiungere tale traguardo. Tale tendenza ha proseguito fino a marzo, quando il Napoli ha perso qualche punto a causa degli impegni nella Champions League, nella quale ha raggiunto per la prima volta i quarti di finale.

La superiorità partenopea: numeri alla mano

I dati confermano l’egemonia del Napoli nella presente stagione. Con cinque giornate ancora da disputare, la squadra vanta un vantaggio di 18 punti sulla seconda classificata, con il miglior attacco e la miglior difesa del torneo. L’offensiva partenopea ha realizzato 69 reti in 33 partite, oltre due gol a partita, con nove reti in più dell’Inter, il secondo miglior attacco del campionato. Il capocannoniere del torneo, Osimhen, milita proprio nel Napoli e ha segnato 21 gol.

Festeggiamenti in città

Sebbene le celebrazioni fossero iniziate da settimane, i veri festeggiamenti prenderanno il via con la vittoria matematica ottenuta oggi e proseguiranno almeno fino al 4 giugno, data dell’ultima giornata di campionato. In tale occasione, il Napoli riceverà il meritato premio nel suo stadio, al termine della partita contro la Sampdoria.

La rinascita del Napoli negli anni 2000

I precedenti successi del Napoli risalgono al periodo tra gli anni ’80 e ’90, quando la squadra poteva vantare la presenza di Diego Armando Maradona. Nei decenni successivi, la formazione partenopea aveva visto calare le proprie prestazioni, culminate con la retrocessione in Serie B nel 2001 e il fallimento nel 2004. Tuttavia, l’anno seguente, grazie all’acquisizione da parte del produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis, il Napoli ripartì dalla Serie C e fece ritorno in Serie A nel 2008, dove si è mantenuto stabilmente da allora.

Sotto la guida di De Laurentiis, il Napoli ha vissuto i periodi più stabili e competitivi della sua storia, consolidando la propria posizione tra le “grandi” del calcio italiano. Questo terzo Scudetto arriva dopo aver conquistato quattro terzi posti e altrettanti secondi posti, l’ultimo dei quali nel 2019.

*Foto di Giuseppe D’Anna

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Attualità

Settimana dal 3 al 9 febbraio 2025: il mondo in sette giorni

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Noi, con voi, in un viaggio di notizie che hanno attraversato continenti, coscienze e qualche telefonata inaspettata.

Uno sguardo rapido (ma non troppo)

DataEvento chiaveAreaCuriosità
3-4 FebbraioVertice UE su DifesaEuropaDiscussioni su più spesa militare e rapporti tesi con gli USA
4-6 FebbraioTensioni Italia-magistraturaItaliaRiforma giustizia e prime aperture al dialogo
5 FebbraioAllarme Doomsday ClockGlobaleLancette più vicine che mai alla mezzanotte
6 FebbraioTruffa hi-tech con finta voce di CrosettoItaliaVittime eccellenti del mondo imprenditoriale
7 FebbraioTelefonata Trump-Putin per la guerra in UcrainaUSA-Russia-UcrainaZelensky scettico, nessuna tregua effettiva
8 FebbraioNuovi scambi di ostaggi Israele-HamasMedio OrienteLiberate persone anziane e un giovane in cambio di prigionieri
9 FebbraioSuper Bowl, campionati di calcio e atleticaUSA-ItaliaChiefs vs Eagles, volata scudetto in Serie A, giovane stella azzurra

Questa tabella ci aiuta a vedere tutto dall’alto, in un colpo d’occhio. Ma ora addentriamoci in storie, volti e contraddizioni di questi sette giorni così pieni di contrasti.

L’eco lontana dei conflitti: dal Donbass al Medio Oriente

Un’Europa che si riarma?

Trovarsi con un discorso acceso sulla difesa comune europea non è una novità, ma questa settimana la sensazione è che i leader UE abbiano premuto leggermente sul pedale dell’acceleratore. Hanno parlato di maggiore spesa militare e di nuove forme di condivisione finanziaria. E non è tutto: c’è chi vorrebbe spostare certi costi fuori dai vincoli di bilancio, quasi a dire “la sicurezza non ha prezzo, paghiamo dopo”.

Ma il retroscena più teso, in verità, è quello dei rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump, sempre più inclini a dazi e scambi di colpi commerciali. Se ci si mettono anche i nuovi dazi contro Canada e Messico, il cerchio dell’incertezza si stringe. E Bruxelles risponde: “Se ci toccate, reagiamo”. Parole dure, che ci ricordano come la partita globale non sia mai solo militare ma anche economica.

Telefonate e scetticismo sulla pace in Ucraina

Uno dei momenti più significativi (o forse più grotteschi, a seconda dei punti di vista) di questi giorni è stata la telefonata tra Trump e Putin per cercare uno spiraglio di pace in Ucraina. Sì, si parlerebbe di negoziati. Ma Zelensky, da Kiev, non la vede come una reale intenzione di ridurre le ostilità. Dice che Mosca si prepara a mobilitare altre decine di migliaia di soldati, e che la Corea del Nord potrebbe supportare la Russia con droni e missili.

Domanda che ci poniamo da qui: possibile che due telefonate bastino a smuovere un conflitto così radicato e cruento? Forse no. E l’inverno ucraino continua a essere una trincea di tensioni.

Vite scambiate a Gaza

Mentre qui in Italia scalpitiamo per la finale di coppa, a Gaza c’è in gioco qualcosa di più prezioso: vite umane. Hamas libera tre ostaggi israeliani – tra cui due donne anziane – e Israele rilascia tre detenuti palestinesi. La scena rimane appesa a un filo, con la gente del posto divisa tra lacrime di gioia e timori di futuri raid. Per ora, la “tregua” è un fuoco di paglia, e restano aperte domande su come si possa arrivare a un vero processo di pace. Nel frattempo, chi è tornato a casa lo fa in condizioni fisiche e psicologiche complicate. Solo una tregua fragile, senza orizzonti certi, ma almeno un barlume di speranza per queste famiglie.

Italia, storie e retroscena

Uno scontro istituzionale che (forse) si ammorbidisce

Ricordate quel clima di guerra tra Governo e magistratura? Bene, in settimana la polemica si è un filo placata. Giorgia Meloni e i giudici si scambiano qualche segnale di disgelo dopo che l’Associazione Nazionale Magistrati ha eletto un nuovo presidente. C’è aria di dialogo su una riforma della giustizia definita “necessaria ma rispettosa”.

Resterà davvero questa musica più dolce? O si tratta di un momento di quiete apparente prima di uno tsunami di polemiche? Anche in questo caso – e lo sappiamo tutti – le nubi potrebbero ricomporsi all’improvviso. Ma almeno sembra che qualcuno abbia voglia di sedersi attorno a un tavolo.

Clamorosa truffa con la voce di Crosetto

La settimana ha regalato anche un racconto ai limiti della fantascienza. Parecchi grandi imprenditori italiani, gente navigata, sarebbero stati contattati da una voce uguale a quella del ministro della Difesa Guido Crosetto. Il risultato? Bonifici ingenti partiti verso conti orientali, in nome di fantomatici progetti di Difesa.

È come se la tecnologia fosse scivolata in un lato oscuro: se persino nomi come Bertelli, Tronchetti Provera, Moratti o Della Valle si sono fatti gabbare, vuol dire che la qualità del “fake vocale” è tale da far venire i brividi. Il ministro vero, Crosetto, si è detto indignato e la Polizia Postale sta cercando di risalire ai responsabili. E noi, nel frattempo, ci chiediamo cosa potrebbe succedere se in futuro fossero “clonate” altre voci istituzionali.

Tra economia e mercati: passi incerti

Inflazione, tassi, tensioni commerciali

Qualcuno di noi si aspettava un po’ di ripresa, altri temevano il peggio: la realtà è che i dati Istat sull’inflazione in Italia mostrano un leggero rialzo (+1,5% su base annua), ancora gestibile ma pur sempre un segnale che i prezzi stanno tornando a muoversi verso l’alto. Il resto d’Europa non sta meglio, con un’inflazione media al 2,5%. La BCE osserva e decide se e come intervenire sui tassi.

In parallelo, la politica di Trump sui dazi al Canada e al Messico tiene tutti col fiato sospeso: si teme un effetto domino. Per fortuna, in Italia, il prezzo del gas è leggermente calato e anche il petrolio non è schizzato verso l’alto. I mercati, intanto, ballano tra speranze e paure. Siamo onesti: gli investitori restano a scrutare segnali: un tweet di troppo da parte di Washington potrebbe bastare a far deragliare i listini.

In sintesi?

  • PIL italiano: stagnante, con crescita annuale dello 0,5% per il 2024.
  • Disoccupazione giovanile: in leggero calo (una buona notizia, finalmente).
  • Cauta attesa: la definizione perfetta per descrivere lo stato d’animo di chi investe o fa impresa oggi in Italia.

Tocco di scienza e tecnologia

Doomsday Clock: paura e realismo

No, ma… sì? Dai, 89 secondi alla mezzanotte suona tipo il trailer di un film apocalittico, solo che stavolta non ci sono eroi hollywoodiani a salvarci. Gli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists ci hanno praticamente messo il timer in mano: tic, tac. Siamo mai stati così vicini al disastro? No. Dobbiamo preoccuparci? Direi di sì. Bombe atomiche, il clima che impazzisce, l’AI che potrebbe sfuggire di mano… roba da brividi. E mentre tutto questo succede, chi dovrebbe prendere in mano la situazione sembra fare il minimo indispensabile. Ma dai, una svegliata no?

Ci piace pensare che ci sia ancora margine per allontanare quel pericoloso “tic tac”. Ma serve uno sforzo collettivo. Una corsa contro il tempo, insomma, e la domanda è: siamo pronti a correre più veloci delle nostre stesse invenzioni?

Elon Musk, il vero presidente?

Pare che Time Magazine abbia osato raffigurare Elon Musk nello Studio Ovale, come se fosse lui il vero leader degli Stati Uniti, mentre Trump si gode – o subisce – la scena a distanza. Sicuramente Musk, con le sue aziende e i suoi progetti, pesa eccome sulle decisioni della Casa Bianca. Basti pensare al dipartimento creato apposta per stanare sprechi (DOGE), che lui stesso dirige con piglio e ironia.

La domanda che ci poniamo è: quanto potere viene esercitato in modo palese, e quanto dietro le quinte, da un genio poliedrico come Musk? Il precedente di Steve Bannon insegna che certi protagonismi potrebbero rivelarsi pericolosi agli occhi di Trump. Sta di fatto che il connubio fra big tech e politica americana è più saldo che mai.

Sport, passioni e sorprese

Il fascino (senza tempo) del Super Bowl

Notte tra domenica e lunedì. Negli USA si gioca il Super Bowl LIX: da una parte i Kansas City Chiefs, dall’altra i Philadelphia Eagles, in un remake della finale di qualche anno fa. Mahomes e compagni puntano addirittura al terzo titolo consecutivo, cosa mai riuscita nell’era moderna, mentre gli Eagles sognano la rivincita.

È molto più di un evento sportivo. È un rito collettivo, con tanto di Halftime Show targato Kendrick Lamar e pubblicità multi-milionarie che vanno in onda solo per pochi secondi. Da noi forse lo seguiamo di notte e in streaming, ma chiunque l’abbia visto almeno una volta sa che non si tratta solo di football ma di un vero e proprio show a tutto tondo.

Calcio italiano, volata e mercato

Dopo la chiusura del mercato invernale, la Serie A vive un momento di transizione. Acquisti nuovi di zecca scendono in campo nel weekend e alcuni già decidono le partite. La corsa scudetto è aperta, con Inter, Juventus e Napoli racchiuse in un fazzoletto. Il big match Juventus-Milan si è chiuso in un pareggio avvincente, mantenendo invariate le distanze.

La Roma lancia un giovane talento, la Sampdoria rifiata dopo mille sofferenze, l’Udinese annaspa nonostante il nuovo tecnico. E in Coppa Italia, le semifinali restano in bilico dopo partite tiratissime. In sostanza, tutto è ancora aperto: chi ama il calcio con i nervi a fior di pelle si divertirà.

Nuovo diamante dell’atletica azzurra

E poi c’è lei, Kelly Ann Doualla Edimo, 15 anni appena, che corre i 60 metri indoor in 7’’19. Una forza della natura, capace di abbattere record europei Under 18 come fossero paletti di carta. Ha addosso uno di quei sorrisi che ti fanno venire voglia di crederci, di tifare forte.
La ragazzina italo-camerunense ha fatto capolino sui giornali sportivi: la chiamano già la “freccia azzurra”. Il pericolo? Bruciarla troppo in fretta.

Chi se ne intende sa che bisogna crescere piano, con la testa a posto, evitando pressioni eccessive. Ma intanto, in un Paese calcisticamente ipnotizzato, un talento di questa portata è come una boccata di ossigeno: chissà che a giugno, negli Europei Juniores, non ci faccia già sognare.

Riflessioni conclusive

Qualcuno, leggendo tutte queste notizie, potrebbe sentirsi sopraffatto: dai conflitti armati alle tensioni politiche, dal Doomsday Clock all’inflazione che non dà pace. Ma poi arrivano le storie di sport, le telefonate assurde e i talenti inesauribili che spuntano dove meno te lo aspetti. È la nostra normalità, fatta di contrasti. E in mezzo a tutto questo, cerchiamo di orientare bussola e speranze verso un futuro che sia, possibilmente, più luminoso del presente.

Buona domenica e buon inizio di nuova settimana a tutti. A presto, con lo sguardo sempre puntato sulle cose che contano (e con un occhio attento a eventuali voci “sospette” al telefono).

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Attualità

PlayStation Network in blackout globale: milioni di gamer...

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L’8 febbraio si è trasformato in un incubo per milioni di videogiocatori PlayStation. Senza preavviso, il PlayStation Network (PSN) è crollato a livello globale, lasciando offline tutti i servizi e impedendo qualsiasi attività online​​. Immaginate la scena: venerdì notte, il momento clou per rilassarsi con gli amici dopo una lunga settimana e improvvisamente niente partite, niente chat, niente store. I social media sono stati immediatamente sommersi da migliaia di segnalazioni e commenti furiosi​. C’è chi, con amara ironia, ha scherzato “Ora dovrò davvero interagire con la mia famiglia? Che orrore!”​, mentre altri hanno espresso rabbia e delusione più dirette. Su Reddit e su X (il vecchio Twitter) l’hashtag #PSNdown è esploso, tra meme e sfoghi di utenti che si sentivano “persi” senza la loro dose di gioco online del weekend.

Un blackout globale nel momento peggiore

Il blackout è iniziato intorno alle 01:00 di notte (ora italiana) tra venerdì e sabato, quando le prime disconnessioni hanno colpito i giocatori. Nel giro di pochi minuti, tutti i servizi PlayStation Network – dalla gestione account al PlayStation Store – sono risultati indisponibili​. Il problema, di portata globale, ha interessato PS5, PS4 ma anche le “vecchie” PS3 e PS Vita, segno di un guasto esteso all’intera infrastruttura di Sony​. Purtroppo è successo nel momento peggiore: un venerdì sera. Moltissimi utenti hanno visto svanire i propri piani di gioco programmati per la serata, ritrovandosi davanti a un “muro invalicabile” quando tentavano di accedere alle partite online o anche solo alla lista amici​. In Italia, il sito Downdetector ha registrato un picco di oltre 1.600 segnalazioni nel giro di poche ore​, a riprova di quanti si siano accorti all’istante del disservizio.

Alcuni hanno provato ad attendere speranzosi: in piena notte le segnalazioni sembravano diminuite (forse perché molti hanno rinunciato andando a dormire), ma all’alba le lamentele sono riesplose. Ore ed ore di blackout senza precedenti recenti: in mattinata il PSN risultava ancora completamente KO e sarebbe rimasto così per quasi tutta la giornata. Solo nel tardo pomeriggio sono apparsi i primi segnali di miglioramento, con qualcuno che riusciva a vedere la lista amici o scaricare un gioco dalla libreria​. Per la maggior parte dei giocatori, tuttavia, l’errore di connessione continuava imperterrito a comparire ad ogni tentativo, rendendo impossibile giocare online praticamente per oltre 15 ore consecutive​.

Giochi popolari inaccessibili e disagi a catena

Le conseguenze del down sono state a cascata su tutto l’ecosistema PlayStation. Non parliamo solo dell’ovvia impossibilità di giocare in multiplayer: alcuni non sono riusciti nemmeno ad avviare giochi single-player acquistati digitalmente, perché la console non poteva verificare la licenza online, restituendo messaggi di errore surreali (“Cannot connect to server to verify your license”)​. In pratica, anche chi voleva farsi una partita in solitaria è rimasto al palo. Figuriamoci chi puntava a sfide competitive: titoli amatissimi come Call of Duty: Modern Warfare III, Fortnite, Grand Theft Auto Online, EA Sports FC 24 (FIFA) o Destiny 2 sono risultati del tutto inaccessibili durante il blackout​. I giocatori non potevano connettersi alle partite, ai server o persino al proprio profilo, con il risultato che leaderboard, eventi speciali del weekend e modalità online sono rimasti deserti.

Anche servizi aggiuntivi come PlayStation Video e lo shop digitale PS Store erano fuori uso​, impedendo di fatto qualsiasi acquisto o download. Persino il cloud saving e le funzionalità dell’app mobile PSN hanno smesso di funzionare​, dato che tutto il network Sony era in tilt. Insomma, un’interruzione totale che ha mandato in crisi sia i giocatori casual che i pro-player: c’è chi si è ritrovato tagliato fuori da un torneo online, chi ha visto svanire l’evento a tempo limitato del suo gioco preferito e chi semplicemente non ha potuto godersi la serata di svago programmata da tempo – il tutto proprio durante il fine settimana, quando il gaming per molti diventa protagonista​.

Sony rompe il silenzio (in ritardo) sulle cause

Mentre il malcontento montava, in tanti si sono chiesti: cosa sta succedendo a PSN? Si tratta di un guasto tecnico o di qualcosa di più grave? Per ore Sony è rimasta insolitamente silenziosa. Inizialmente la pagina ufficiale di stato PSN non riportava problemi, nonostante migliaia di utenti stessero già segnalando il contrario​. Solo dopo circa 45 minuti dall’inizio del blackout, il sito di status è stato aggiornato, ammettendo che “tutti i servizi sono in manutenzione”​. Sui social ufficiali, tuttavia, le informazioni sono arrivate col contagocce. PlayStation (via il suo account di supporto “Ask PlayStation”) ha riconosciuto la situazione con un breve messaggio su X intorno alle 3 di notte: “Siamo consapevoli che alcuni utenti potrebbero attualmente riscontrare problemi con PSN. Stiamo lavorando per risolvere il problema il prima possibile”​​.

Un annuncio stringato, senza alcun dettaglio sulle cause, che ha lasciato molti utenti ancora più irritati. “Almeno diteci perché non funziona!”, era il sentimento comune leggendo le risposte al tweet di Sony. Nessuna spiegazione ufficiale, dunque, almeno nell’immediato. Guasto tecnico imprevedibile? Problemi di server? Attacco hacker? – tutte ipotesi sul tavolo, ma senza conferme​. La stessa Sony, al momento, non ha fornito alcuna spiegazione precisa sull’origine del problema​. Questo alone di mistero ha fatto volare la fantasia (e la preoccupazione) della community: in molti hanno temuto il peggio, riecheggiando lo spettro del famigerato attacco del 2011, quando un’intrusione hacker mandò KO il PSN addirittura per 23 giorni consecutivi​.

Fortunatamente, finora non ci sono segnali concreti che si tratti di un nuovo data breach o di qualcosa di altrettanto grave​. Più probabilmente, si è trattato di un grave guasto tecnico a livello di server o infrastruttura – un evento raro per Sony, che negli ultimi anni aveva evitato interruzioni prolungate di questo tipo​. Resta il fatto che la vicenda ha messo a nudo la dipendenza dei nostri giochi preferiti dal funzionamento dei server centrali: un singolo blackout ha paralizzato un intero ecosistema digitale.

Rabbia e richieste di indennizzo

Comprensibilmente, l’umore dei giocatori col passare delle ore è passato dalla sorpresa alla frustrazione, fino alla rabbia aperta. Sui forum e su X, molti utenti hanno definito “inaccettabile” la mancanza di comunicazione da parte di Sony nelle fasi iniziali del down​. Pagare un abbonamento annuale (PS Plus) per ritrovarsi senza servizio proprio nel weekend ha fatto infuriare più di qualcuno. “We pay for your services… a refund will be what is due” ha tuonato un giocatore, chiedendo rimborsi per il disservizio​. L’idea di qualche forma di indennizzo ha preso piede rapidamente: c’è chi pretende il rimborso di una quota di abbonamento, chi spera almeno in qualche giorno di PS Plus gratis o in contenuti extra in omaggio come segno di scusa.

Le richieste di compensazione si moltiplicano man mano che le ore passavano senza una soluzione​. Finora, però, Sony non ha annunciato né promesso alcun “regalo” o estensione degli abbonamenti per farsi perdonare – probabilmente concentrata prima di tutto a ripristinare i servizi e capire le cause. In passato l’azienda giapponese aveva offerto bonus ai giocatori dopo lunghi blackout (celebre il “Welcome Back” del 2011 con giochi gratuiti e abbonamenti estesi), ma in questo caso non è detto che accada lo stesso, visto che la situazione si è risolta in meno di 24 ore. Al momento, l’unico impegno ufficiale di Sony è stato quello di risolvere il problema il prima possibile​ e ripristinare la normalità.

Un weekend da dimenticare, in attesa di risposte

Questa “notte buia” per il PlayStation Network si è conclusa solo sul finire di sabato 8 febbraio, con i servizi che pian piano tornavano operativi e i giocatori che hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Resta però la macchia di un weekend rovinato e di una comunicazione non all’altezza delle aspettative della community. Episodi come questo sollevano interrogativi importanti sull’affidabilità delle piattaforme online e su come le aziende gestiscono le crisi: i gamer chiedono maggiore trasparenza e magari qualche gesto di buona volontà quando le cose vanno storte. Sony, dal canto suo, dovrà probabilmente fornire spiegazioni più dettagliate nei prossimi giorni: cosa ha mandato in tilt il PSN a livello mondiale?

Un aggiornamento andato male, un problema ai server centralizzati, o magari un attacco esterno sventato? La speranza è che l’azienda faccia luce sull’accaduto e prenda misure per evitare che un simile blackout globale si ripeta. Nel frattempo, i videogiocatori di tutto il mondo hanno imparato quanto possa essere fragile quella routine quotidiana fatta di partite online e amicizie digitali: bastano poche ore di offline per scatenare il caos e ricordarci quanto diamo per scontato poter giocare sempre e comunque. Questo fine settimana ce lo ricorderemo a lungo – e si spera, anche Sony​.

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Attualità

Assegno Unico 2025: tutto su importi, novità e come...

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Ci siamo di nuovo: il tempo scorre, le bollette bussano e l’Assegno Unico 2025 è pronto a entrare nei conti correnti delle famiglie. Alcuni di noi, già dall’anno scorso, hanno fatto i conti con la novità, cercando di capire come funziona, perché funziona e se sta davvero aiutando. Altri, forse, non si sono mai davvero fermati a studiare la questione, un po’ per pigrizia, un po’ per confusione. Beh, stavolta cerchiamo di fare chiarezza. Tutto in un unico, grande respiro. L’obiettivo? Darvi ogni singolo tassello di informazione senza dover fare troppo zapping. E se alla fine avrete la sensazione di aver letto un romanzo – o un diario scritto di getto, con pensieri sparsi ma sinceri – sappiate che è normale: come sempre, noi desideriamo coinvolgervi, pur restando giornalisticamente accurati. Mettetevi comodi.

Cosa cambia davvero nel 2025

Sappiamo che l’Assegno Unico esiste dal 2022, giusto? Una grande riforma, un unico assegno per (quasi) ogni famiglia con figli, addio alle vecchie detrazioni, agli assegni familiari e tutto il resto. Adesso, nel 2025, la misura va avanti, ma con alcuni ritocchi.

  1. Rivalutazione importi: l’inflazione degli ultimi anni si fa sentire. Gli importi vengono leggermente aumentati (circa +0,8% rispetto allo scorso anno). Non parliamo di un mega-balzo, ma è pur sempre un adeguamento che tiene conto dei costi quotidiani che, diciamocelo, ci travolgono in ogni dove.
  2. Fine del periodo transitorio: la famosa maggiorazione transitoria, quella prevista per chi poteva essere penalizzato dal passaggio al nuovo sistema, andrà a esaurirsi. A dire il vero, per gennaio e febbraio 2025 ancora resiste, ma da marzo in poi scompare. È un po’ come salutare quei bonus temporanei che si erano pensati per evitare scossoni eccessivi alla riforma.
  3. Conferme delle maggiorazioni “speciali”: per il terzo figlio, per i più piccini sotto l’anno di età, per i figli con disabilità, tutto resta in piedi. In molti temevano che qualche aiuto sparisse, invece è ancora lì, vivo e vegeto.

In fondo, se potessimo usare una metafora, potremmo dire che siamo davanti a un “Assegno Unico maturo”, stabile, ben radicato. Non ci sono più grandi rivoluzioni in vista, almeno per ora.

Importi, fasce di reddito e ISEE: due minuti di pazienza

Cerchiamo di entrare nel cuore di tutto. Lo so, leggere di numeri può intimidire, ma fate un piccolo sforzo.

Gli importi di base

  • Figli minorenni (0-17 anni): la cifra massima mensile (per ISEE bassi) si aggira attorno a 201 euro per figlio. Se il vostro ISEE schizza alle stelle (sopra i 40-45 mila euro), riceverete un minimo che si attesta intorno ai 57-58 euro.
  • Figli da 18 a 21 anni: la quota massima crolla un po’ (a circa 98 euro), sempre scalando verso il minimo, come sopra.
  • Aggiornamenti ogni anno: ricordate che, per non finire “incastrati” con la cifra minima, dovete presentare l’ISEE nuovo di zecca a inizio anno (entro il 30 giugno ci sono ancora margini per ottenere arretrati).

Per qualche dettaglio in più, abbiamo preparato per voi una tabella dedicata

Fascia ISEE (annuo)Importi base
Figli 0-17 / 18-21
Maggiorazioni per famiglie numerose
Terzo figlio e oltre / 4 o più figli
Figli con disabilità
Maggiorazioni mensili
Fino a ~€17.300(ISEE basso)0-17 anni: €201 (max)
18-21 anni: €98 (max)
Gli importi decrescono se l’ISEE sale
Terzo figlio in poi: +€97,70 (max) per ogni figlio
4 o più figli: +€150 (forfettari per nucleo)
Disabilità media: +€97,70
Disabilità grave: +€109,10
Non autosufficiente: +€120,60
~€17.300 – ~€46.000(ISEE medio)0-17 anni: da €201 a €57,50 (decresce)
18-21 anni: da €98 a €28,70 (decresce)
Terzo figlio in poi: importo extra decrescente (da €97,70 a ~€17,21)
4 o più figli: +€150 (fisso)
Disabilità media: +€97,70
Disabilità grave: +€109,10
Non autosufficiente: +€120,60
Oltre ~€46.000(ISEE alto) o senza ISEE0-17 anni: €57,50 (minimo fisso)
18-21 anni: €28,70 (minimo fisso)
Terzo figlio in poi: €17,21 (minimo fisso)
4 o più figli: +€150 (fisso)
Disabilità media: +€97,70
Disabilità grave: +€109,10
Non autosufficiente: +€120,60

Abbiamo cercato di offrirvi sguardo sintetico su quanto spetta ogni mese con l’Assegno Unico 2025. Per calcolare esattamente la propria quota, è indispensabile presentare l’ISEE aggiornato e consultare l’area riservata sul sito dell’INPS, dove vengono effettuati i calcoli dettagliati.

Piccole note personali

Mi viene da pensare a una coppia di amici che, negli scorsi mesi, ha dimenticato di rinnovare l’ISEE fino a marzo inoltrato… e hanno visto arrivare sul conto un accredito ben sotto le loro aspettative. Un momento di panico. Poi hanno fatto l’ISEE, l’INPS ha ricalcolato gli importi e finalmente hanno ottenuto i conguagli. Quindi, davvero, state attenti alle scadenze – è una sciocchezza, ma fa la differenza.

Come si fa la domanda e chi deve (o non deve) rifarla

Domanda unica e (per fortuna) permanente

Se in passato avevate già fatto richiesta e nulla è cambiato nella vostra famiglia, non dovete inoltrare nulla di nuovo: l’erogazione si rinnova in automatico. E questa, lasciatemelo dire, è una gran bella semplificazione rispetto ai tanti bonus che spuntavano, scomparivano e andavano rinnovati ogni tre per due.

Attenzione: se c’è un nuovo nato o qualche modifica (un figlio che diventa maggiorenne, un cambio di affidamento, ecc.), allora dovete comunicare la variazione. Ma non dovrete ripresentare tutto da zero: basta aggiornare i dati sul sito INPS o tramite CAF/patronato.

Canali di presentazione

  • Sito INPS con SPID, CIE o CNS (se avete la pazienza di navigare tra le varie schermate).
  • Patronati e CAF, se preferite delegare a chi maneggia scartoffie tutti i giorni.

Una volta caricata la domanda, solitamente l’INPS impiega qualche settimana per “accoglierla” e far partire i pagamenti. Inizialmente c’è sempre un certo “disallineamento”, per cui è normale ricevere la prima mensilità in ritardo (o tutta assieme a quella del mese successivo). Poi si stabilizza, di solito attorno al 15-20 del mese.

Famiglie numerose, genitori separati, figli con disabilità… come si incastrano queste situazioni?

Capita spesso di sentirsi dire: “Sì, vabbè, ma io ho tre figli piccoli e spendo più in pannolini che in affitto”, oppure “Nella mia famiglia il padre non c’è, come gestisco i pagamenti?”. Non tutte le famiglie sono “standard” e l’Assegno Unico cerca di essere flessibile. Vediamo come.

Famiglie con tre o più figli

  • Maggiore importo dopo il secondo figlio: nelle famiglie numerose (da tre figli in su) scattano bonus extra. In particolare, c’è una maggiorazione forfettaria (circa 150 euro al mese) se nel nucleo ci sono almeno quattro figli.
  • Rivalutazione per figli piccoli: se avete bimbi con meno di 3 anni in una famiglia già ricca di pargoli, l’assegno cresce di un ulteriore 50%. Significa che, per i secondi o terzi figli molto piccoli, l’importo può diventare interessante. È un piccolo segnale concreto di sostegno.

Genitori separati

Qui, lo ammetto, spesso si crea confusione. L’assegno può essere:

  • Accreditato al 50% ciascuno, se c’è un affidamento condiviso e i genitori lo richiedono in modo equo.
  • Al 100% a uno solo dei due, se l’altro genitore è d’accordo.
  • Se c’è disaccordo o situazioni complicate, di solito si cerca di rispettare l’affidamento stabilito dal tribunale. L’INPS opera su indicazioni precise e divide le somme come da normativa.

Figli con disabilità

  • Nessun limite di età: per i figli disabili, l’assegno continua oltre i 21 anni.
  • Importi più alti: a seconda del livello di disabilità (media, grave, non autosufficiente), si aggiungono da 97 a 120 euro in più al mese per ogni figlio.
  • Situazioni 18-21 anni: i disabili in questa fascia ricevono comunque l’importo “pieno” (come se fossero minorenni). È un aiuto concreto, specie per chi ha necessità di cure costanti.

Qualche tempo fa, chiacchierando con una persona che ha un figlio disabile grave, ho percepito un piccolo sollievo nel sapere che l’assegno non si interrompe e anzi cresce, perché l’angoscia economica è sempre lì, a ogni nuovo esame o terapia. Non è la bacchetta magica, certo, ma un po’ di respiro in più può fare la differenza, almeno dal punto di vista pratico.

Perché esiste l’Assegno Unico (e funziona?)

Qualcuno si chiede ancora se l’Assegno Unico abbia centrato l’obiettivo di sostenere le famiglie e contrasto alla denatalità. È una bella domanda.

  • Universale: prima c’erano assegni familiari per alcuni lavoratori, detrazioni fiscali per altri, bonus bebè limitati a certe fasce di reddito. Ora, teoricamente, tutti ricevono qualcosa, anche chi è autonomo, disoccupato o ha contratti atipici.
  • Aiuta di più chi ha un ISEE basso: c’è una finalità redistributiva netta. I redditi bassi prendono di più, i redditi alti comunque ricevono un piccolo contributo (non se ne esce mai completamente a mani vuote).
  • Incoraggiamento o goccia nel mare? Difficile dire se una famiglia deciderà di fare (o non fare) un figlio per qualche centinaio di euro in più al mese. È un tema personale, legato ai servizi sul territorio, alla possibilità di conciliare lavoro e vita privata, e a mille altri fattori. Però, almeno, l’Assegno Unico toglie la sensazione di “abbandono” in cui molte famiglie si sentivano prima, soprattutto se non rientravano in categorie tutelate.

Criticità e dibattiti aperti

Nessuna misura pubblica è immune da critiche, ovvio. E l’Assegno Unico ne ha ricevute parecchie.

  1. Importi non esorbitanti: può sembrare strano lamentarsi di un aiuto ma molte famiglie dicono: “Sì, 200 euro sono utili, ma non bastano a coprire le spese.” Probabilmente hanno ragione, considerato che tutto – dal carrello della spesa all’affitto – costa un occhio della testa.
  2. Redditi medi-alti penalizzati: chi guadagna di più riceve meno rispetto alle vecchie detrazioni fiscali, e non tutti hanno gradito questo “taglio”. È pur vero che lo scopo è rafforzare chi sta peggio.
  3. Occhio all’ISEE: alcune persone hanno zero dimestichezza con l’ISEE. Dimenticano di rinnovarlo, scatta l’importo minimo e poi si crea confusione. Sarebbe forse più semplice agganciare il tutto in automatico ai dati fiscali? Il dibattito è aperto.

Come e quando arrivano i pagamenti

  • Finestra di erogazione: di norma, l’INPS paga a metà mese, indicativamente tra il 15 e il 20, se la domanda è già in elaborazione da tempo.
  • Nuove domande: se l’avete presentata di recente, potreste ricevere la prima mensilità un po’ più tardi, magari a fine mese ma con gli eventuali arretrati inclusi.
  • Arretrati e scadenze: per i bambini nati durante l’anno, è fondamentale fare domanda entro 120 giorni dalla nascita per non perdere i mesi precedenti. Se lo fate tardi, riparte solo da quel momento in poi.

Un bilancio personale

Ci permettiamo, a costo di sembrare “fuori luogo”, di aggiungere un tocco più intimo. L’Assegno Unico, da quando è nato, è stato un cantiere aperto. Abbiamo visto forum online pieni di dubbi, genitori in ansia per pochi euro di differenza, giovani coppie che si chiedono se questa misura possa davvero convincerli a mettere al mondo un figlio in più. Forse no, non da sola. Servirebbero più asili nido, lavoro stabile, congedi ben strutturati e una mentalità collettiva che non penalizzi la maternità. Ma l’Assegno Unico è lì, fisso, a ricordarci che un supporto finanziario dello Stato può – almeno un po’ – far sentire le famiglie meno sole. E questa è una piccola rivoluzione culturale, in un Paese che per troppo tempo è sembrato vecchio e disinteressato alle nuove generazioni.

In sintesi

  • Assegno Unico 2025: prosegue con un leggero incremento degli importi (+0,8%) e l’uscita definitiva dal periodo transitorio.
  • ISEE sempre fondamentale: se non lo rinnovate, ricevete il minimo.
  • Maggiorazioni speciali per famiglie numerose, figli disabili e prime mensilità per bimbi sotto l’anno di età.
  • Pagamenti mensili erogati dall’INPS, quasi sempre a metà mese.
  • Nessuna domanda da rifare se già beneficiari: il tutto si rinnova in automatico.
  • Non la panacea di tutti i mali, ma un sostegno reale e tangibile, specie per i redditi bassi.

Vi auguriamo che l’Assegno Unico, per quanto piccolo o grande possa essere, vi offra un tassello in più di serenità. Sappiamo bene che una famiglia non vive di soli bonus, ma di sicuro un aiuto costante e riconoscibile, mese dopo mese, può fare la differenza. E magari rendere l’Italia, pian piano, un posto un po’ più a misura di chi vuole crescere dei figli senza troppi affanni.

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