Organizzare una vacanza in Salento: consigli e suggerimenti
Sono davvero numerose le attività che è possibile svolgere durante una vacanza in Salento, anche in compagnia dei bambini. Per esempio, vale la pena di trovare il modo di ammirare le luci e i colori dell’alba a Santa Maria di Leuca o a Otranto; inoltre, un’altra esperienza che merita di essere provata è quella di dormire in una masseria, vale a dire una tipica antica dimora caratteristica delle campagne del Salento. E perché non cimentarsi in una escursione? La meta scelta potrebbe essere una grotta naturale fra le tante che arricchiscono la costa adriatica.
Che cosa fare in Salento?
La città di Lecce è un costante susseguirsi di meraviglie: ecco perché una passeggiata nel suo centro storico è una di quelle esperienze che non si dimenticano. Ma lo stesso si potrebbe dire anche per il centro di Gallipoli vecchia, per quello di Ostuni o per quello di Otranto. Qui, non si può rinunciare al piacere di cenare in un ristorante affacciato sul mare. E, sempre a proposito di mare, la costa ionica è la destinazione da privilegiare per una lunga giornata che si conclude con la visione del tramonto direttamente in spiaggia.
Prenotare una casa vacanze in Salento
Per prenotare un appartamento in affitto, si può consultare il sito web Spiaggesalentine.it, che propone numerose offerte e soluzioni per case vacanze Salento adatte a tutte le esigenze e per tutte le tasche. In questo portale si possono scoprire alloggi per coppie, singoli e comitive, nelle più importanti località balneari della Puglia, a prezzi sempre convenienti.
Un viaggio romantico
Il Salento può essere la destinazione da privilegiare anche per un viaggio romantico, complice la fantastica scenografia offerta dagli alberi di olivo, dai vigneti, dalla sabbia e, ovviamente, dal mare. Se a questo poi si aggiungono gli scorci pittoreschi dei centri storici dei paesi più piccoli, ecco che il quadro si può definire davvero completo. La costa ionica offre uno scenario da sogno tanto nelle ore diurne quanto in quelle serali. Il divertimento e la musica in spiaggia vengono garantiti, fra l’altro, dal Tabù a Porto Cesareo e dal Samsara a Gallipoli. Dopo le luci del tramonto, parecchi lidi si trasformano e diventano delle vere e proprie discoteche in spiaggia. A questo proposito, alcuni dei nomi più conosciuti sono quelli del Quartiere Latino e del RioBo. Chi non ama le discoteche ma si diverte a ballare può trovare delle ottime alternative nelle sagre e nelle feste all’aperto, ma anche nei concerti e nei locali arricchiti da dj set in spiaggia.
I parchi del Salento
Il Salento è anche una terra ricca di parchi. A Ostuni c’è Ciuchino Birichino – Ostuni Adventure Park, una delle strutture più conosciute e apprezzate di tutta la Puglia. Non è proprio in Salento, ma dista pochissimi chilometri, lo Zoo Safari di Fasano. A Cellino San Mark si possono scoprire le attrazioni di Carrisiland, mentre in quel di Gallipoli lo Splash propone giochi e piscine per grandi e piccini. Chi adora la natura può andare alla scoperta di una delle tante riserve naturali del territorio. Nei pressi di Lecce c’è il Bosco del Rauccio, mentre nel territorio comunale di Vernole la Riserva Naturale delle Cesine accoglie una fantastica spiaggia di sabbia. In questa rassegna non ci si può dimenticare delle fattorie didattiche, come La Fattoria a Otranto e San Biagio a Calimera.
Il Salento per i bambini
Come si sarà intuito, il Salento è una meta turistica anche a misura di bambino, soprattutto se si parla di spiagge affacciate sul versante dello Ionio. Si tratta di lidi attrezzati che garantiscono tutta la tranquillità che si possa desiderare e, soprattutto, i più elevati standard di sicurezza. Per quel che riguarda il versante adriatico, invece, vale la pena di scoprire il litorale dei Laghi Alimini, con sabbia impalpabile e fondali davvero bassi. Marina di Pescoluse e Torre Specchia Ruggeri sono due dei nomi di località da segnare in agenda, insieme con Porto Cesareo e Otranto. È evidente, dunque, che in Salento il divertimento è per tutte le età, anche grazie alle notti bianche e alle feste patronali che si susseguono da un paesino all’altro, ovviamente a ritmo di pizzica.

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Attualità
Gene Hackman, un patrimonio da 80 milioni e un testamento che divide: quali spiragli per...

Ci sembra doveroso condividere una storia che lascia molte domande in sospeso. Gene Hackman, attore iconico e vincitore di un Premio Oscar, non è più tra noi, e con lui se n’è andata anche Betsy Arakawa, la compagna che gli è stata accanto a lungo. Come testata, non possiamo evitare di ripensare alla complessità di un legame familiare che, alla fine, si ritrova racchiuso in un testamento controverso. E sono 80 milioni di dollari a fare da sfondo a questa vicenda.
Una fortuna che sembrava destinata alla moglie… e poi alla beneficenza
Le carte che circolano, documenti che abbiamo esaminato con attenzione, riferiscono di un’eredità inizialmente destinata alla moglie di Hackman. In seguito, sarebbe stato creato un trust finalizzato a supportare enti benefici e a coprire spese mediche. Ora che entrambi sono scomparsi, sembra che la rete di volontà e vincoli legali diventi sempre più intricata. Non sappiamo, con certezza assoluta, chi finirà per gestire davvero questi fondi, ma diversi esperti hanno già avanzato ipotesi su eventuali strascichi giudiziari.
Ci colpisce, però, il dettaglio più sconcertante: i figli di Hackman, nati dalla precedente unione con Faye Maltese, non sarebbero menzionati. Christopher Allen, 65 anni, avrebbe manifestato in passato difficoltà nel rapporto con il padre dopo il divorzio. Leslie, 58, ed Elizabeth Jean, 62, sembrano invece aver avuto contatti più regolari con lui, almeno stando ai racconti di chi li ha visti insieme a qualche prima cinematografica. Questa potenziale esclusione, in ogni caso, ha acceso le speculazioni su un conflitto legale che potrebbe aprirsi ora che né Hackman né la moglie sono in vita.
Un testamento del 2005 e l’ombra dell’Alzheimer
Gira voce che le ultime volontà dell’attore siano state firmate nel 2005, in un periodo in cui alcune fonti ipotizzavano una diagnosi di Alzheimer. La domanda che ci poniamo, e che forse anche voi condividete, è quanto questa condizione possa aver inciso sulle sue decisioni. Non esistono prove incontrovertibili, ma persiste un senso di incertezza sulle possibili motivazioni che avrebbero portato a escludere i tre figli.
Resta la prospettiva di un lungo iter per chiarire come questi 80 milioni verranno effettivamente ripartiti. Noi continueremo a seguire la vicenda, perché sentiamo che ogni ulteriore dettaglio potrà gettare nuova luce su una storia familiare carica di dubbi e lacune. E forse, soltanto il tempo riuscirà a diradare ogni sospetto.
Attualità
Jim Morrison, il fantasma che non trova pace? Il nuovo documentario risveglia l’enigma

Una storia che mette i brividi, quasi come se ci fosse una porta socchiusa nel passato pronta a riaprirsi. Potremmo persino dire che questa vicenda ci riporta a un bivio in cui ogni certezza traballa: si parla ancora di Jim Morrison. Non si tratta della solita leggenda metropolitana da bar, ma di una questione che è riemersa con vigore grazie al documentario Before the End: Searching for Jim Morrison, firmato dal regista Jeff Finn e disponibile su Apple TV+.
Guardandolo, saltano fuori sussurri, ipotesi, tracce polverose. E c’è una domanda, lì, che spiazza: Morrison è davvero morto a Parigi nel 1971 per un attacco di cuore, come afferma la versione ufficiale, oppure ha inscenato la propria uscita di scena per sfuggire ai riflettori?
Un documentario che sfida i referti
Il film di Finn fa qualcosa di audace: non si limita a riflettere sulla vita travagliata del frontman dei Doors, ma rilancia l’idea che il suo decesso possa essere stato, in realtà, un piano per sparire. Vecchie testimonianze, interviste raccolte nel tempo e voci che continuano a puntare su un uomo misterioso, un tale “Frank,” risvegliano antiche curiosità. Alcuni sostengono di aver incontrato questo sconosciuto negli Stati Uniti, in luoghi anonimi come un condominio di Syracuse, e di aver notato su di lui una cicatrice esattamente dove Jim aveva un piccolo neo in volto.
Una realtà capovolta
Diventa sconcertante pensare a un Morrison che abbandona tutto: musica, fan, ribalta mediatica. Cosa l’avrebbe spinto a tanto? Per alcuni, la pressione insopportabile di essere un’icona rock. Per altri, la semplice voglia di respirare una vita più normale, lontana dagli assedi dei paparazzi e dall’industria discografica. C’è chi considera questa ipotesi un’eresia, eppure il documentario s’insinua negli spiragli di dubbio come un’ombra tenace.
La fragilità di un mito
Tutto ruota attorno a un conflitto tra la storia che conosciamo e le supposizioni che resistono da decenni. Da un lato, abbiamo un certificato di morte che parla chiaro: insufficienza cardiaca. Dall’altro, individui che giurano di aver visto il leggendario artista ben oltre la data del 1971. Pura follia? Oppure frammenti di verità rimasti in sordina per mezzo secolo?
A ben pensarci, la fascinazione verso i miti eterni è una costante: tanti fan, forse, non vogliono accettare che il Re Lucertola se ne sia andato così presto. E Before the End rimescola le carte, trasformando una vecchia ferita in un nuovo motivo di stupore. Noi non pretendiamo di fornirvi risposte definitive, ma ammettiamo che questa storia – proprio come la voce di Morrison – sa risvegliare in chiunque un’indomita voglia di andare oltre ciò che appare.
Attualità
Blake Lively e Justin Baldoni, scontro giudiziario a Hollywood: l’attrice ottiene un...

Una vicenda che intreccia accuse gravi, contrattacchi e il timore che dettagli intimi finiscano in pasto alla stampa. Sembra un romanzo drammatico, invece è un fatto reale: Blake Lively, in lotta legale contro il regista e attore Justin Baldoni, ha ottenuto un parziale successo per tenere al sicuro alcune informazioni delicate. Non un trionfo definitivo, ma un primo passo per impedire che conversazioni private e dati strettamente personali possano raggiungere un pubblico affamato di scandali.
È una disputa che si sta consumando nei corridoi di un tribunale federale, dove Lively ha denunciato Baldoni con pesanti accuse di molestie sessuali e ritorsione. Come se non bastasse, Baldoni ha scelto di contrattaccare, portando in causa lei e Ryan Reynolds per diffamazione. Un intreccio complicatissimo di accuse incrociate, punteggiato da strategie legali sofisticate e decisioni giudiziarie che potrebbero fare giurisprudenza. Il giudice Lewis Liman, pochi giorni fa, ha parzialmente accolto la richiesta di Lively di mantenere “solo per gli avvocati” alcuni materiali di divulgazione. Parliamo di messaggi, piani e appunti creativi che Baldoni vorrebbe introdurre come prove per sostenere le proprie ragioni.
Perché mai limitare l’accesso soltanto ai legali?
La motivazione, in fondo, è semplice: proteggere segreti commerciali, piani di marketing, questioni di salute e persino i sistemi di sicurezza dell’attrice, che sarebbero esposti a un rischio enorme se condivisi liberamente. Senza dimenticare l’aspetto ancora più delicato: la salvaguardia di terzi estranei alle diatribe giudiziarie, i cui dati riservati potrebbero emergere involontariamente e generare danni irreparabili.
L’incubo della fuga di notizie aleggia come un’ombra su tutta la vicenda. Il giudice Liman ha sottolineato che quando in gioco ci sono star, addetti stampa e un case ufficiale di accuse pesanti, il pericolo di rivelazioni non autorizzate si alza vertiginosamente. Ciò che in teoria resta “riservato” rischia di finire nel circolo dei pettegolezzi – soprattutto all’interno della comunità artistica, dove una semplice allusione può devastare carriere e reputazioni.
Gli avvocati di Baldoni, dal canto loro, ammettono la necessità di proteggere materiale sensibile ma contestano l’idea di una condivisione esclusiva fra legali. Ritengono che un simile muro possa rallentare il processo, generando inevitabili attriti e continui ricorsi al giudice su ciò che dev’essere tenuto segreto e ciò che può essere trasmesso ai rispettivi clienti. Il tribunale, però, ha scelto un equilibrio: ha accolto alcuni punti avanzati dalla difesa di Lively ma non tutti. Ha fissato paletti precisi: niente divulgazioni che possano causare danni “significativi”, con un margine piuttosto ridotto di interpretazione.
Per ora la bilancia pende leggermente dalla parte dell’attrice, anche se il conflitto legale resta aperto e denso di sfumature da chiarire. Noi continuiamo a seguire l’evoluzione di questo caso sui generis, convinti che la verità, qualsiasi essa sia, emergerà tra i faldoni legali e la fermezza di chi vigila sul rispetto della riservatezza. Non è una storia con un vincitore annunciato, ma un racconto che si aggiorna di ora in ora, in un palcoscenico giudiziario dove la tensione è tutt’altro che scesa. E alla fine, la domanda chiave resta: fino a che punto si spingerà questo duello, e cosa accadrà se i segreti di Hollywood dovessero varcare i confini di quell’aula di tribunale?