Germania: Deutsche Bank prestito “condito” al Parmigiano Reggiano
La banca tedesca ha concesso un prestito ad un importante casaro italiano, contro una garanzia di 125.000 forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano.
Parmigiano Reggiano per un prestito bancario
Ecco un’operazione senza precedenti concessa in Germania, da Deutsche Bank, ad un grande produttore di formaggio italiano. Le informazioni provengono dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt e sono state trasmesse dal sito Courrier International.
La nota azienda italiana Ambrosi ha così ottenuto un finanziamento di 27,5 milioni di euro per “costruire una nuova cantina di fermentazione per la produzione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano” . In cambio, l’azienda ha accettato di pagare una garanzia di 125.000 forme di questi pregiati formaggi.
“Aiutare i nostri clienti”
“Durante l’attuale crisi pandemica, vogliamo aiutare i nostri clienti a proteggere e sviluppare le loro attività“, spiega Deutsche Bank.
Ma questo prestito non è la prima volta, dal momento che la banca regionale italiana Credito Emiliano lo pratica dal 1953. Il Parmigiano Reggiano è particolarmente indicato per questo tipo di transazione poiché è un “alimento relativamente standardizzato che può essere conservato a lungo” .
Il prezzo di una forma di Parmigiano Reggiano è compreso tra le 550€ e le 740€ e può lievitare di prezzo sino al doppio o al triplo, secondo la stagionatura.
Parmigiano Reggiano tipi di stagionatura:
- La stagionatura minima parmigiano reggiano è di 12 mesi, pari al tempo minimo consentito dalla disciplinare del Consorzio Parmigiano-Reggiano per ottenere il marchio DOP. Si tratta di un formaggio a pasta tenera e liscia, dal caratteristico sapore di latte e burro fresco, misto ad alcune note erbacee. In realtà, il Parmigiano Reggiano stagionato appena un anno è un prodotto ancora inespresso, che assomiglia ad altri formaggi più anonimi, mancando di quel sapore e di quella struttura che gli sono poi caratteristiche. In ogni caso, risulta essere un formaggio perfetto per piatti freddi, insalate o aperitivi, possibilmente accompagnato da un vino bianco leggero e frizzante.
- Dopo 22/24 mesi di stagionatura, il Parmigiano Reggiano comincia ad acquisire il suo gusto caratteristico, in concomitanza con la formazione di piccoli puntini bianchi sulla superficie, dati dalla presenza dei cristalli di tirosina che ne indicano la giusta maturazione. A distinguere questo formaggio è l’aroma di burro fuso e/o di frutta esotica. Questa sembra essere la migliore stagionatura parmigiano, ossia quella che consente di assaporarne al meglio il gusto, tanto che si consiglia di mangiarlo in purezza, accompagnato soltanto a vini mediamente corposi.
- Segue la stagionatura Parmigiano Reggiano 30 mesi, che gli vale il nome di “stravecchio” e si traduce in un formaggio dalla pasta più asciutta e dal sapore chiaramente marcato.
- Più nello specifico, la stagionatura Parmigiano Reggiano 36 mesi lo rende più friabile e granuloso, ben adatto ad essere grattugiato dato che la struttura del formaggio si dimostra predisposta ad essere frantumata.
- La stagionatura massima Parmigiano Reggiano sembra andare oltre i 40 mesi, quando il formaggio acquisisce un sapore molto deciso, quasi speziato, con sentori di noce moscata e pepe nero, che finiscono col tradursi in un retrogusto quasi piccante. In ogni caso, non esiste un tempo massimo preciso per la maturazione di questo formaggio.
- La stagionatura Parmigiano Reggiano 70 mesi, ad esempio, è particolarmente rara e pregiata, perché consente che vengano sprigionati aromi intensi, che rendono il sapore del formaggio unico nel suo genere. In questo caso, il Parmigiano Reggiano è da degustare in totale purezza, accompagnato soltanto da vini corposi e ben strutturati.

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Cronaca
Comitini dedica il suo auditorium al magistrato Luca Crescente

Il centro direzionale del Comune di Comitini, un piccolo paese della provincia di Agrigento, ha reso omaggio alla memoria del giudice Luca Crescente intitolando il suo auditorium al magistrato originario di Castelvetrano. Crescente, che svolse un lavoro di grande rilievo presso la direzione distrettuale antimafia, si occupò intensamente delle vicende legate alla criminalità organizzata agrigentina. La sua prematura scomparsa, avvenuta all’età di 39 anni nell’agosto del 2003 a causa di un infarto durante una vacanza in Trentino Alto Adige, lasciò un grande vuoto.
La cerimonia di intitolazione ha visto la partecipazione del sindaco Luigi Nigrelli, della vedova Milena Marino e dei figli Marco e Gabriele, che insieme hanno scoperto la targa dedicata al magistrato. Il momento è stato impreziosito dalla Santa Benedizione impartita da don Angelo Burgio, parroco locale. Durante l’evento, Ambrogio Cartosio, ex collega di Crescente e oggi procuratore a Termini Imerese, ha condiviso i suoi ricordi: “Con Luca abbiamo avuto molte conversazioni sulla evoluzione della mafia, spesso davanti al tempio della Concordia durante le pause delle udienze. La sua figura è sempre presente nella mia vita, come testimonia la foto che ci ritrae insieme al termine del processo Akragas, custodita dietro la mia scrivania.”
A ricordare la figura del magistrato è stato anche il procuratore della Repubblica di Marsala, Fernando Asaro, che ha descritto Crescente come un “esempio di uomo e magistrato sereno e sorridente”. Parole di grande stima sono giunte anche dall’ex procuratore di Agrigento, Ignazio De Francesci, che ha sottolineato il valore dell’impegno profuso da Crescente e dai suoi colleghi. La vedova, Milena Marino, ha evidenziato il senso di indignazione del marito davanti alle ingiustizie e ha ribadito l’importanza di mantenere viva la memoria: “Luca desiderava cittadini, non sudditi, capaci di esercitare un controllo sociale della democrazia. Sperava che l’efficienza diventasse un parametro di azione, un pensiero che mi auguro venga raccolto dalle nuove generazioni.”
Alla cerimonia hanno preso parte anche il procuratore di Trapani, Gabriele Paci, e i magistrati Ignazio De Francisci e Salvatore Cardinale. L’evento ha coinvolto gli studenti del liceo Martin Luther King di Favara, accompagnati dalla preside Mirella Vella, e quelli del liceo musicale Empedocle di Agrigento, che hanno eseguito brani sotto la direzione del professor Giacomo Consolo. Inoltre, alcune lettere sono state lette dagli alunni dei plessi Leonardo Da Vinci e Ciranni di Comitini.
Numerosi sono stati i messaggi di partecipazione, tra cui quelli inviati dal colonnello dei carabinieri Massimiliano Sole e dai magistrati Lia Sava, Gaetano Paci e Sergio Lari. L’organizzazione dell’evento è stata curata dal Comitato scientifico del Comune, composto dal sindaco Luigi Nigrelli, Benedetto Raneri, Salvatore Parello e Alfonso Bugea.
Cronaca
Inaugurato a Pomezia il nuovo centro Marilab Future Labs: innovazione e tecnologia al...

Il nuovo centro polispecialistico avanzato Marilab Future Labs, appena inaugurato a Pomezia, si propone di ampliare l’offerta sanitaria locale, distinguendosi come un punto di riferimento per le cure di eccellenza. Con una struttura che combina professionalità in ogni ambito medico e l’impiego di tecnologie all’avanguardia, il centro è stato progettato per garantire ai pazienti un’esperienza confortevole e serena. Secondo Marco Guazzaroni, direttore sanitario di Marilab Future Labs, l’obiettivo è quello di creare un ambiente accogliente, dove i pazienti possano beneficiare di esami complessi in un contesto rilassante e privo di stress.
Alla base della progettazione del centro vi è stato uno studio preliminare mirato a rendere la zona di accoglienza un luogo che trasmetta immediatamente un senso di calma e tranquillità. La scelta di colori delicati e di un design accogliente e rilassante è stata pensata per favorire il benessere psicologico dei pazienti dal momento in cui varcano la soglia della struttura.
Il comfort ambientale, tuttavia, è solo uno degli aspetti distintivi del centro. La vera forza del Marilab Future Labs risiede nella sua tecnologia avanzata, che permette di effettuare esami diagnostici complessi con la massima precisione e in condizioni ottimali per il paziente. Il direttore sanitario sottolinea che, in particolare, nelle sale radiologiche è stata implementata una tecnologia che contribuisce ulteriormente al relax dei pazienti. Per esempio, nel percorso dedicato alle donne, che include esami come mammografia, ecografia e MOC, è stata creata un’ambientazione specifica per ridurre lo stress legato a procedure diagnostiche impegnative.
Tra le tecnologie di punta del centro spicca la risonanza magnetica 3 Tesla, considerata l’attuale eccellenza nella diagnostica per immagini. Guazzaroni evidenzia che questa apparecchiatura è inserita in un contesto di “ambient experience” che favorisce il rilassamento dei pazienti. Inoltre, l’ingresso nella macchina è progettato per essere più ampio rispetto alle risonanze standard, e la possibilità di proiettare immagini, video e musica all’interno del tubo di risonanza rappresenta una soluzione ideale per coloro che soffrono di claustrofobia. Questo approccio innovativo consente ai pazienti di affrontare l’esame in condizioni ottimali. Per i bambini in età pediatrica, la proiezione di cartoni animati elimina la necessità di ricorrere alla sedazione, rendendo gli esami meno traumatici.
Un altro elemento di eccellenza offerto dal centro è il dispositivo ADC di ultima generazione, una tecnologia avanzata che permette di effettuare studi cardiologici coronarici, analisi whole body con dinamica diffusionale e altre indagini sofisticate. Grazie all’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale, l’ADC è in grado di individuare numerose lesioni, ottimizzando la qualità delle immagini diagnostiche e riducendo in modo significativo la dose di radiazioni a cui sono sottoposti i pazienti.
Con questa inaugurazione, il Marilab Future Labs si afferma come un centro sanitario all’avanguardia, pronto a rispondere alle esigenze di una comunità in continua evoluzione e a garantire ai pazienti la migliore esperienza possibile nel percorso diagnostico e terapeutico.
Cronaca
Università di Foggia: un convegno per approfondire il tema del terrorismo

“L’iniziativa nasce con l’intento di favorire un confronto pubblico costruttivo e inclusivo, rispettando pienamente la libertà accademica e il valore della ricerca storica. Il nostro obiettivo principale è quello di offrire uno spazio di approfondimento su un tema di grande rilevanza culturale, sociale e storica, avvicinandoci ad esso con rigore scientifico e senza pregiudizi.” Così si esprime Lorenzo Lo Muzio, Rettore dell’Università di Foggia, in merito al convegno “Mai più terrorismo” e alle critiche sorte per la partecipazione di alcuni relatori, accusati di proporre interpretazioni controverse sugli eventi legati al terrorismo in Italia.
L’ateneo pugliese ricorda che l’evento, organizzato dall’Osservatorio Nazionale Anni di Piombo per la verità storica, ha ottenuto il patrocinio non solo dell’Università di Foggia, ma anche di importanti istituzioni come il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Tuttavia, questa collaborazione ha sollevato polemiche su alcune testate giornalistiche, che hanno messo in discussione il ruolo dell’ateneo nel promuovere iniziative di tale portata.
“Il nostro scopo non è in alcun modo tentare di riscrivere la storia. Al contrario, vogliamo creare un’occasione per analizzare un periodo storico complesso come gli Anni di Piombo in maniera più approfondita. Non puntiamo ad alterare la narrazione storica, ma a favorire un dialogo tra studiosi e testimoni, sempre nel rispetto della verità storica,” prosegue il Rettore. “L’Università è per sua natura una comunità aperta e pluralista. Non tolleriamo alcuna forma di strumentalizzazione politica e ci impegniamo a mantenere un ambiente inclusivo, dove ogni opinione, purché basata su basi scientifiche solide, trovi spazio per esprimersi.”
Il Rettore sottolinea inoltre il ruolo essenziale dell’ateneo nel promuovere una conoscenza critica e consapevole, priva di condizionamenti ideologici. “La missione dell’Università di Foggia è contribuire alla crescita di un sapere libero da logiche di parte. Per questo motivo, continueremo a sostenere iniziative che incentivino il dialogo e la riflessione su temi di rilevanza cruciale per la nostra società,” conclude Lo Muzio.
Secondo quanto riportato dall’ateneo, l’evento “Mai più terrorismo” si propone di analizzare il periodo degli Anni di Piombo attraverso un approccio multidisciplinare. Storici, esperti di terrorismo e testimoni diretti di quel periodo saranno coinvolti per offrire un quadro completo e sfaccettato. L’organizzazione ribadisce che l’obiettivo del dibattito non è di natura politica, bensì di fornire una ricostruzione storica basata su prospettive diverse.