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Termosifoni, è ora di spegnerli? Da Milano a Roma, date città per città
L’Italia è suddivisa in 6 zone climatiche: ognuna deve seguire un diverso calendario che stabilisce le date di accensione e spegnimento dei caloriferi
E' arrivato il momento di spegnere i termosifoni nel 2024? A stabilire le date di accensione e spegnimento del riscaldamento in Italia è il Decreto del Presidente della Repubblica italiana n. 412 del 1993. Anche se in ogni caso i sindaci delle singole città possono - tramite ordinanze – intervenire in caso, per esempio, di temperature decisamente superiori o inferiori alle medie stagionali. Il nostro Paese è diviso in zone climatiche: ognuna deve seguire un diverso calendario che stabilisce le date di accensione e spegnimento dei caloriferi ma anche per quante ore al giorno possono restare accesi i termosifoni.
Le zone climatiche d’Italia
L’Italia è suddivisa in 6 zone climatiche che comprendono le seguenti città e province:
Zona A – Comuni di Lampedusa e Linosa; Porto Empedocle;
Zona B – province di Agrigento; Catania; Crotone; Messina; Palermo; Reggio Calabria; Siracusa; Trapani;
Zona C – province di Imperia; Latina; Bari; Benevento; Brindisi; Cagliari; Caserta; Catanzaro; Cosenza; Lecce; Napoli; Oristano; Ragusa; Salerno; Sassari; Taranto;
Zona D – province di Genova; La Spezia; Savona; Forlì; Ancona; Ascoli Piceno; Firenze; Grosseto; Livorno; Lucca; Macerata; Massa C.; Pesaro; Pisa; Pistoia; Prato; Roma; Siena; Terni; Viterbo; Avellino; Caltanissetta; Chieti; Foggia; Isernia; Matera; Nuoro; Pescara; Teramo; Vibo Valentia;
Zona E – province di Alessandria; Aosta; Asti; Bergamo; Biella; Brescia; Como; Cremona; Lecco; Lodi; Milano; Novara; Padova; Pavia; Sondrio; Torino; Varese; Verbania; Vercelli; Bologna; Bolzano; Ferrara; Gorizia; Modena; Parma; Piacenza; Pordenone; Ravenna; Reggio Emilia; Rimini; Rovigo; Treviso; Trieste; Udine; Venezia; Verona; Vicenza; Arezzo; Perugia; Frosinone; Rieti; Campobasso; Enna; L’Aquila e Potenza;
Zona F – province di Cuneo, Belluno e Trento.
Ogni zona deve seguire un diverso calendario che stabilisce le date di accensione e spegnimento dei riscaldamenti, ma anche per quante ore al giorno possono restare accesi i termosifoni.
Quando si spengono i termosifoni? dDa Milano a Roma, le date
Zona A: 15 marzo;
Zona B: 31 marzo;
Zona C: 31 marzo;
Zona D: 15 aprile;
Zona E: 15 aprile;
Zona F: nessuna limitazione.
Eccezioni e ordinanze
A Milano , per esempio, un’ordinanza comunale ha stabilito che i riscaldamenti non si spegneranno il 15 aprile (come previsto dalla legge per la zona E) ma resteranno accesi solo fino all'8 aprile 2024. A Torino, dopo essere stata posticipata l'accensione, è stato anticipato anche lo spegnimento (8 aprile). Anche a Roma quest’anno la data di spegnimento dei termosifoni è stata anticipata dal 15 aprile (come previsto in zona D) al 7 aprile.
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Fism: “Serve riforma seria su ingressi a Medicina e...
Gesualdo: "Basata sui bisogni delle varie branche specialistiche e dei pensionamenti"
“L'abolizione del numero chiuso per l'iscrizione alle Facoltà di Medicina, Medicina veterinaria, Odontoiatria e protesi dentaria nonché il ‘Decreto Pnrr’, appena approvato dal Senato, che contiene diverse implementazioni tanto attese da oltre 50 mila specializzandi in merito alla loro assunzione mediante il cosiddetto ‘Decreto Calabria’, sollevano preoccupazioni sulla qualità della formazione medica e sul sovraffollamento del mercato del lavoro medico nonché della formazione post-laurea”. Così all’Adnkronos il presidente della Federazione italiana società medico-scientifiche, Loreto Gesualdo, sottolinea l'importanza di una “programmazione razionale e sostenibile per la formazione medica”, in risposta a queste decisioni, “basata sui bisogni delle varie branche specialistiche e dei pensionamenti”. Questo “approccio – rimarca Gesualdo - deve mirare a garantire una formazione universitaria di qualità e una certificazione post-laurea centrata sulle competenze dei futuri medici”.
In linea con queste considerazioni, “serve una riforma completa del sistema educativo - è la proposta di Gesualdo - che tenga conto dei reali bisogni proiettati sulla gobba dei pensionamenti". Questo "approccio deve mirare a garantire un equilibrio tra domanda e offerta di competenze specialistiche, assicurando una gestione ottimale delle risorse umane nel campo della salute", conclude.
Salute e Benessere
Cancro, in Italia “avanti con test su vaccino...
L'oncologo del Pascale di Napoli Ascierto: "Arruolati già una cinquantina di pazienti, se si confermano risultati positivi inizia era immunoterapia 4.0'"
"C'è molta attesa" per i risultati che emergeranno dai test in corso sul vaccino a mRna personalizzato contro il melanoma, cioè costruito su misura per il tumore del singolo paziente. Anche il Regno Unito sta trattando i suoi primi pazienti. "La notizia riportata in Uk" racconta "del processo di uno studio di fase 3 che adesso sta cominciando nei vari Paesi. Noi in Italia abbiamo iniziato a dicembre 2023, lo studio sta andando avanti. Nel nostro Paese ci sono 5 centri coinvolti, l'arruolamento procede e sta andando molto bene. Molti pazienti stanno partecipando e quindi contiamo di avere i risultati nel giro di 3 anni". A prospettarlo all'Adnkronos Salute è l'oncologo dell'Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, Paolo Ascierto, direttore del Dipartimento che si occupa di tumori cutanei, immunoterapia oncologica sperimentale e terapie innovative.
"La tabella di marcia viene rispettata - fa il punto l'esperto - e probabilmente l'arruolamento si può chiudere anche prima. Il processo verrà ulteriormente velocizzato adesso con l'aggiunta del Regno Unito, perché così avremo più pazienti e questo significa senz'altro una velocità maggiore" nella raccolta dei dati. "In Italia credo siano già stati arruolati una cinquantina di pazienti, siamo avanti e ci sono tanti altri che sono in screening, in attesa di verificare se possono entrare nello studio. La performance del nostro Paese è importante" su questo fronte.
Entrando nel merito del vaccino, "si aspetta questa ulteriore novità" nel mondo dell'oncologia, ragiona lo specialista. "I dati dello studio di fase 2 sono molto promettenti e quindi c'è molta attesa. E se lo studio dovesse essere positivo, da un lato cambia lo standard del trattamento adiuvante" per il melanoma, "ma si apre anche la porta a ulteriori sperimentazioni per altri tipi di tumori. Già ce ne sono alcune in corso, anche queste importanti. Quindi vedremo. E' un approccio sicuramente molto interessante quello di personalizzare l'attività del sistema immunitario".
Questo di Moderna, "che al momento ha un processo di sviluppo più avanzato, sarebbe il primo vaccino terapeutico" se i dati positivi saranno confermati. "La sua caratteristica", spiega Ascierto, "è che il vaccino viene prodotto direttamente dal tumore del paziente. Il campione tumorale, dopo che è stato tolto e analizzato, viene mandato in un laboratorio centralizzato che estrae tutto il Dna. Il tumore ha tante proteine mutate, diverse da quelle normali. E a ogni proteina mutata corrisponde un gene mutato. Quindi dal Dna del campione tumorale un algoritmo seleziona i neoantigeni, ovvero i geni di quelle proteine mutate tipici del tumore. L'algoritmo ne seleziona 34 fra quelli più immunogenici, cioè capaci di attivare maggiormente la difesa immunitaria. Viene poi prodotto l'Rna messaggero di questi 34 antigeni che diventa il vaccino. Un processo dunque personalizzato".
E' il percorso seguito anche per i pazienti italiani che sono stati presi in carico dai centri coinvolti nel trial internazionale in corso. "Noi non sappiamo chi ha fatto il vaccino e chi il placebo, perché lo studio di fase 3 prevede l'arruolamento di 1.000 pazienti che fanno il vaccino e l'immunoterapia e 500 che fanno placebo e immunoterapia". Il medico 71enne Alfredo "è stato il primo paziente italiano trattato, sapremo al termine in che modalità". Che prospettive si aprono ora? "Per il melanoma, se si conferma il dato di fase 2" reso noto da Moderna e Msd, "cioè una riduzione del rischio di recidiva del 44% e addirittura del 76% per la comparsa di metastasi a distanza, è chiaro che sarà un ulteriore passo in avanti" per il futuro del trattamento e le prospettive di questi pazienti, ragiona l'oncologo.
"Al tempo stesso - continua - questo dato incoraggerà ulteriori studi clinici nel setting adiuvante, cioè dopo intervento chirurgico in collaborazione con l'immunoterapia classica, con l'obiettivo di poter avere risultati migliori anche per altri tumori". Una svolta quella che si prospetta con i vaccini sperimentali anticancro allo studio? "Di svolte ne stiamo vedendo diverse - puntualizza Ascierto - Se dovessi definire questo vaccino lo definirei 'immunoterapia 4.0', perché abbiamo gli inibitori dei checkpoint, abbiamo le Car-T, abbiamo i Til (linfociti infiltranti il tumore)". E il quarto 'pilastro' potrebbero dunque diventare i vaccini su misura.