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Fratelli d’Italia, la ‘3 giorni’ a...

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Fratelli d’Italia, la ‘3 giorni’ a Pescara che lancia la corsa alle Europee

Dal 26 al 28 aprile la conferenza programmatica 'L'Italia cambia l'Europa'. Oltre alla premier Giorgia Meloni, che svelerà se candidarsi o meno per un seggio a Bruxelles, saranno presenti tutti i leader del centrodestra

Fratelli d'Italia, la '3 giorni' a Pescara che lancia la corsa alle Europee

La squadra dei ministri in quota Fratelli d'Italia al gran completo, il presidente del Senato Ignazio La Russa, parlamentari e sindaci, grandi nomi delle partecipate di Stato ma anche del mondo delle Pmi e -naturalmente- la leader Giorgia Meloni, la donna passata in una manciata di anni da underdog a guida del Paese, al timone di Palazzo Chigi. La conferenza programmatica di Fdi -'L'Italia cambia l'Europa', slogan scelto dal partito per le europee del 9 e 10 giugno- si apre venerdì 26 aprile a Pescara, per una 'tre giorni' finalizzata a mettere giù il programma che condurrà il partito di via della Scrofa alle europee. Con i riflettori puntati sulla premier, che proprio a Pescara svelerà quel che intende fare: candidarsi o meno per un seggio a Bruxelles, con l'obiettivo chiaro di calamitare voti. "Si prende fino all'ultimo minuto utile per decidere", assicurano dal suo staff, anche se ormai sono pochi i dubbi sulla sua discesa in campo.

Alla conferenza stampa di presentazione della kermesse, rigorosamente in via della Scrofa, il responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli cala la carta a sorpresa: domenica a chiudere la 'tre giorni' pescarese ci sarà non solo Meloni, ma tutti i leader di centrodestra "con cui si governa insieme:, Lupi, Cesa, Tajani, Salvini verranno a dare il loro contributo'', un segnale che ''contrasta le teorie farlocche che vogliono un centrodestra che litiga, mentre siamo coesi, uniti e compatti nelle stesse battaglie".

Perché Pescara

Per la conferenza programmatica, afferma Donzelli spiegando il perché della scelta della cittadina abruzzese affacciata sul mare, "cinque anni fa avevamo scelto Torino, mentre lo scorso anno, prima delle politiche, la conferenza si era tenuta a Milano. A Roma facciamo tante iniziative, c’era quindi la volontà di coinvolgere il collegio del Sud, ci sembrava un bel segnale andare in una regione del Mezzogiorno dove c’è un buongoverno del centrodestra confermato dagli italiani”. A Pescara, ha aggiunto Donzelli, “elaboriamo le nostre proposte in vista delle europee” attraverso una ventina di appuntamenti di approfondimento. Con la chiusura di domenica che vedrà, oltre a Meloni e i leader di centrodestra arrivare a Pescara, anche il presidente del Senato La Russa rispondere alle domande di Bianca Berlinguer.

La 'tre giorni' si svolgerà in un teatro allestito “sul mare, con tre sale” alle spalle della centralissima nave di Cascella, punto di ritrovo della città: Sala Vienna 1683, Sala Budapest 1956, Sala Milano 1848. Venerdì la kermesse si aprirà alle ore 15, con l'inaugurazione e l'apertura della Conferenza programmatica. La prima tavola rotonda, moderata dal direttore de Il Secolo d’Italia Antonio Rapisarda, vedrà la presenza di Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, Etel Sigismondi, senatore di Fratelli d’Italia e coordinatore per la Regione Abruzzo, i deputati Luca Sbardella e Guerino Testa, il sindaco di Pescara Carlo Masci e Nicola D’Ambrosio, presidente di Azione Universitaria.

Alle ore 16, in Sala Budapest 1956, dibattito su 'Le radici d’Europa', con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano, il sottosegretario di Stato al ministero della Cultura Gianmarco Mazzi, il deputato Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone, il direttore del Maxxi Alessandro Giuli. Modererà la tavola rotonda Alessandro Amorese, deputato di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento iniziative editoriali.

Alle ore 16, in Sala Vienna 1683, dibattito dal titolo 'Forte, libera e sovrana', politica estera comune e difesa della libertà europea. Interverranno Guido Crosetto, ministro della Difesa, Isabella Rauti, sottosegretario di Stato al ministero della Difesa, Giulio Tremonti, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Affari esteri e comunitari, Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo. Modererà la tavolo rotonda Davide Desario, direttore dell'Adnkronos.

Nel programma centrali i temi del lavoro, ma anche pesca e agricoltura

Si prosegue con 'L’Europa del lavoro - Investire sulle imprese e sulla formazione per creare occupazione', alle ore 18 in Sala Vienna 1683. Presenti Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Walter Rizzetto, deputato Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Lavoro, Roberto Capobianco, presidente Conflavoro Pmi, Francesco Greco, presidente nazionale del Consiglio Nazionale Forense, Luigi Sbarra, segretario Generale Cisl. Modera la tavola rotonda Marta Schifone, deputata di Fratelli d’Italia e responsabile dipartimento Professioni.

Alle ore 19, in Sala Budapest 1956, dibattito su 'Difendere i confini d’Europa. Lotta ai trafficanti di esseri umani e protezione delle frontiere esterne dell’UE. Intervengono Wanda Ferro, sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Alberto Balboni, senatore Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Affari Costituzionali, Sara Kelany, deputata Fratelli d’Italia e responsabile dipartimento Immigrazione, Fausto Biloslavo, giornalista e reporter di guerra, Laura Lega, capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione. Modera Mario Giordano.

Sempre alle ore 19, ma in Sala Milano 1848, dibattito 'Dalla parte degli agricoltori - La via italiana per garantire la sovranità alimentare dell’Europa'. Introduce Patrizio La Pietra, sottosegretario di Stato al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, e intervengono Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Giovanni Bernardini, vicepresidente Copagri, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, Cristiano Fini, presidente Cia, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, Maria Grazia Lungarotti, consigliere Federvini, UIV, Museo di Torgiano, Carlo Piccinini, Alleanza Cooperative, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Paolo Tiozzo, presidente Confcooperative Fedagripesca. Modera Luca De Carlo, senatore Fratelli d’Italia e presidente Commissione Agricoltura.

 Sabato si riparte alle 10, in Sala Budapest 1956 con 'L’Europa libera dal fondamentalismo - La libertà religiosa alla prova del radicalismo: l’Europa a difesa delle minoranze perseguitate'. Intervengono Emanuele Prisco, sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, Tommaso Foti, capogruppo Fratelli d’Italia Camera dei deputati, Ester Mieli, senatrice Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento pari opportunità, Augusta Montaruli, deputata Fratelli d’Italia, Yahya Sergio Yahe Pallavicini, presidente del Coreis, Sandra Sarti, presidente Aiuto alla Chiesa che Soffre – Onlus. Modera Pietro Senaldi, condirettore di Libero.

Sempre alle ore 10, in Sala Vienna 1683, "Stop alla concorrenza sleale - Equità e competitività per imprese e prodotti europei". Intervengono Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle finanze, Lucio Malan, capogruppo Fratelli d’Italia Senato della Repubblica, Guido Liris, senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano DOP, Marco Granelli, presidente Confartigianato. Modera il giornalista Roberto Inciocchi.

 Alle ore 12, in Sala Milano 1848, “Superare l’austerity - Modello Italia: serietà, affidabilità e crescita per far ripartire l’economia europea". Protagonisti della tavola rotonda Ylenja Lucaselli, deputata Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, le Politiche di coesione e il PNRR, Marco Osnato, deputato Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze, Marco Scurria, senatore Fdi, Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, Barbara Kolm, vicepresidente della Banca Nazionale Austriaca. Modera il giornalista Andrea Bignami. Alle ore 12, in Sala Vienna 1683, “Difendere l’ambiente dalle eco-follie - Case green, auto elettriche e industria: fermare la deriva ideologica della sinistra europea". Intervengono Nicola Procaccini, co-presidente Ecr, Guido Castelli, senatore Fratelli d’Italia e Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione sisma 2016, Mauro Rotelli, deputato Fdi e presidente della Commissione Ambiente, Antonio D’Amato, presidente e ad della Seda International Packaging Group, Giancarlo Quaranta, Commissario straordinario Acciaierie d’Italia, Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. Modera Fabio Dragoni.

Tra i partecipanti anche l'attrice Claudia Gerini e lo zio di Giulia Cecchettin

Contemporaneamente, in Sala Budapest 1956, si parlerà de “L’Europa delle donne - Garantire le pari opportunità per contrastare la violenza di genere". Intervengono Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, Maddalena Morgante, deputata di Fdi e responsabile dipartimento famiglia e valori non negoziabili, Valerio De Gioia, magistrato e consulente giuridico della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, l'attrice Claudia Gerini, Federica Picchi Roncali, managing Director Dominus Production Group, Marina Terragni, editorialista de Il Corriere della Sera e Presidente del GEAC. Modera la tavola rotonda la giornalista Laura Tecce e sarà presente anche lo zio di Giulia Cecchettin, Andrea Camerotto.

 Alle ore 14.30, in Sala Milano 1848, spazio a “8.000 campanili, un’unica grande storia - Assemblea degli eletti di Fratelli d’Italia". Coordina l'appuntamento Pierluigi Biondi, sindaco di L’Aquila e Responsabile dipartimento coordinamento autonomie locali. Sempre alle 14.30 di sabato, ma in Sala Budapest 1956, “Generazione Amore: le nostre proposte per l’Italia e per l’Europa - Assemblea di Gioventù Nazionale". Coordinano Chiara La Porta, deputata Fratelli d’Italia e Vicepresidente di Gioventù Nazionale, e i due vicepresidente di Gioventù Nazionale Stefano Cavedagna e Francesco Di Giuseppe.

Alle 14.30, in Sala Vienna 1683, “Italianità all’estero, un patrimonio per l’Europa e per il mondo - Assemblea del Dipartimento Italiani nel mondo". Coordina l'appuntamento Roberto Menia, senatore di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento Italiani nel mondo. Saranno presenti Giangiacomo Calovini, deputato di Fratelli d’Italia e Capogruppo in Commissione Affari esteri e comunitari, e Andrea Di Giuseppe, deputato Fratelli d’Italia eletto all’estero.

Sempre sabato, alle ore 16 in Sala Milano 1848, “La sfida dell’indipendenza tecnologica - Sovranità hi-tech, autonomia strategica e materie prime: costruire una competitività europea. Intervengono: Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati e Responsabile dipartimento formazione, Francesco Acquaroli, presidente Regione Marche, Maria Chiara Carrozza, presidente CNR e High Level Expert Group on Horizon Europe, DG Ricerca, Commissione Europea, Flavio Cattaneo, amministratore Delegato Enel, Emma Marcegaglia, Chair B7, Giuseppe Notarnicola, presidente di STMicroelectronics. Modera l'evento Raffaele Speranzon, senatore FdI e vicecapogruppo vicario al Senato.

Contemporaneamente in Sala Vienna 1683 si fa il punto sull'“L’Europa blu - Economia del mare: una rotta da condividere". Introduce Gianluca Caramanna, deputato di Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento turismo, e intervengono Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Daniela Santanché, ministra del Turismo, Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Guido Grimaldi, presidente di ALIS, Pierroberto Folgiero, ad Fincantieri, Massimo Perotti, presidente e amministratore delegato di Sanlorenzo S.p.A.. Modera Francesco Giubilei, coordinatore editoriale di The Conservative, magazine online di ECR.

Spazio anche alla "sfida dell’intelligenza artificiale - Opportunità e responsabilità da condividere: se ne parla alle ore 16 in Sala Budapest 1956. Sul tema, interverranno Salvatore Deidda, deputato FdI e presidente della Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni, Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’Innovazione, Paolo Benanti, consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia, Gianfranco Basti, professore ordinario di filosofia della natura e della scienza presso la Pontificia Università Lateranense, Roberto Cingolani, ad di Leonardo, Vincenzo Esposito, ad di Microsoft Italia, Francesca Rossi, IBM AI Ethics Global Leader, Valeria Sandeim, ad di Almawave. Modera Tommaso Cerno, direttore responsabile de Il Tempo.

Alle 17 in Sala Milano 1848 si parla di “L’Italia avanguardia nella lotta al crimine - Riforme della giustizia e contrasto alla criminalità: l’Italia è un modello per l’Europa". Intervengono il Guardasigilli Carlo Nordio, Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, Rosario Aitala, giudice della Corte penale internazionale, Aldo Ingangi, membro Nazionale ad interim per l’Italia EuroJust, Antonino Monteleone, giornalista. Modera l'evento Manlio Messina, deputato di Fratelli d’Italia e Vicecapogruppo vicario alla Camera.

Sempre alle 17, in Sala Budapest 1956, si parla di “Salute, diritti e libertà - L’Europa dopo il Covid 19: per una sanità efficiente al servizio della persona". Intervengono il deputato di Fdi e responsabile del dipartimento sanità Matteo Rosso, Orazio Schillaci, ministro della Salute, Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato al ministro della Salute, Franco Zaffini, senatore Fratelli d’Italia e Presidente Commissione Sanità, Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Francesco Borgonovo, vicedirettore della Verità e responsabile della Verità digitale. Modera il senatore di Fdi Marco Lisei.

Si prosegue alle ore 18 in Sala Budapest 1956 con il “Modello Piano Mattei - La via italiana per un nuovo rapporto tra Europa ed Africa". Intervengono Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Carlo Fidanza, capo delegazione Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di ENI, Marco Minniti, già ministro degli Interni e presidente della Fondazione Med-Or, il giornalista Federico Rampini. Modera l'evento Mario Sechi, direttore responsabile di Libero.

Sempre nella giornata di sabato, alle ore 18 in Sala Vienna 1683, “Obiettivo natalità -L’Europa al bivio: nella crescita demografica la chiave del futuro". Intervengono Eugenia Roccella, ministro della Famiglia, Carolina Varchi, deputata Fratelli d’Italia e Responsabile dipartimento politiche per il mezzogiorno, Gian Carlo Blangiardo, Statistico già presidente ISTAT, Cristina Riccardi, vicepresidente Nazionale Forum delle Associazioni Familiari, Maria Rachele Ruiu, Board di ProVita&famiglia. Modera la tavola rotonda la giornalista Hoara Borselli.

 Domenica si riparte alle 9.30. Il primo appuntamento della giornata conclusiva è in Sala Milano 1848, con il deputato Francesco Filini, responsabile dipartimento programma, Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale, e Donzelli.

Alle 10, sempre in Sala Milano 1848, il presidente Ignazio La Russa verrà intervistato da Bianca Berlinguer, mentre alle 11 sarà la volta dei leader di centrodestra: Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Alle ore 11.45, dunque, l'intervento di Meloni, mentre a seguire avranno luogo l'Assemblea Nazionale e la Direzione Nazionale, con le relazioni introduttive di Antonio Giordano, Sergio Berlato, Pietro Fiocchi, Chiara Maria Gemma, Giuseppe Milazzo, Vincenzo Sofo, Denis Nesci.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Politica

Europee, sondaggio: Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni in...

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Con il 27,2% delle intenzioni di voto il partito della premier aumenta il consenso rispetto alle elezioni del 2022. A seguire il Pd al 21,3% e il M5S che si attesta al 15,8%

Giorgia Meloni - (Afp)

A 5 settimane dalle elezioni europee, Fratelli d’Italia si conferma il primo partito con il 27,2% delle intenzioni di voto e aumenta il consenso rispetto alle elezioni del 2022. E’ quanto emerge dallo Human index, il super indicatore che fa convergere i dati delle ricerche demoscopiche di Emg e quelli del web e social listening di Vis Factor. A seguire il Pd al 21,3% e il M5S che si attesta al 15,8%. Poi Forza Italia e Lega entrambe all’8,5%. La lista Stati Uniti d’Europa viene rilevata al 5%, Sinistra Italiana e Verdi al 3,7% e Azione al 3,5%.

Sul versante del gradimento dei leader al primo posto figura Giorgia Meloni con il 40,2%, seguita da Antonio Tajani al 33,4% e da Giuseppe Conte al 32,1%. Fuori dal podio Matteo Salvini con il 26,9%, Elly Schlein al 23,8% ed Emma Bonino al 21,7%. La ricerca è stata condotta da Emg e Vis Factor tra il 25 aprile e il 1 maggio. Per quanto riguarda la rilevazione di Emg il campione è di 2.000 casi, mentre Vis Factor ha monitorato 4121 canali tra facebook, instagram, threads e X.

"A 5 settimane dal voto i dati iniziano a consolidarsi. Fratelli d’Italia resta saldamente il primo partito mentre il Pd riesce ad attestarsi sopra la soglia del 20%, a distanza di sicurezza dal Movimento 5 Stelle. C’è in atto una bella sfida tra Forza Italia e Lega, entrambe potrebbero superare il risultato del 2022. Man mano che si andrà avanti emergerà una polarizzazione che chiarirà chi supererà la soglia del 4%, come nel caso degli Stati Uniti d’Europa che fino ad ora si mantengono saldamente al di sopra del quorum”, spiega Fabrizio Masia, Ad di Emg. 

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Politica

Studente italiano arrestato a Miami, Tajani:...

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La nota della Farnesina sul caso del 25enne Matteo Falcinelli. Scalfarotto presenta interrogazione al ministro: "Connazionale torturato da autorità di un Paese amico, approfondire"

Antonio Tajani - Fotogramma

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha già fatto sollecitare la massima attenzione al caso di Matteo Falcinelli, l'italiano arrestato a Miami a febbraio, da parte dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Jack Markell, ricordando che il Governo italiano segue doverosamente ogni caso di detenzione di cittadini italiani all’estero. E' quanto si legge in una nota della Farnesina, in cui si ricorda che dall’inizio della vicenda il consolato generale d’Italia a Miami sta seguendo il caso del connazionale, 25 anni da Spoleto, arrestato dalla polizia a Miami Beach nella notte fra il 24 e il 25 febbraio e rilasciato dopo due giorni.

All’atto dell’arresto il signor Falcinelli è stato sottoposto a un trattamento detentivo particolarmente violento, testimoniato dalle stesse body-cam dei poliziotti che hanno effettuato il fermo. Per questa ragione, oltre a seguire il caso e prestare assistenza alla famiglia per gli aspetti legali, il console generale a Miami ha sottolineato con le autorità locali l’inaccettabilità dei trattamenti che il giovane ha subito, fa sapere la Farnesina.

Falcinelli era stato arrestato all’uscita di una discoteca. La polizia di Miami gli aveva contestato diversi reati, tra cui resistenza non violenta a pubblico ufficiale. È stato rilasciato due giorni dopo l’arresto. Il consolato generale a Miami si è subito attivato: oltre a intervenire con le autorità locali, ha prestato la necessaria assistenza al connazionale e ai familiari, anche fornendo contatti dell’ufficio legale, poi scelto dalla famiglia.

Sino alla conclusione della vicenda il consolato generale, d’intesa con la Farnesina, continuerà ad assistere il connazionale, mantenendo stretto contatto con la famiglia.

Scalfarotto presenta interrogazione a Tajani sul caso

Una interrogazione al ministro degli esteri Tajani per le presunte torture ai danni dello studente. Questa l'iniziativa annunciata intanto dal responsabile esteri di Italia Viva, Ivan Scalfarotto.

"Questa vicenda necessita di essere immediatamente approfondita e chiarita dalla Farnesina con le autorità diplomatiche degli Stati Uniti a Roma. Le immagini della tortura di un nostro connazionale da parte delle autorità di un Paese amico e alleato sono assolutamente inaccettabili e richiedono rapidamente un passo formale da parte del governo. Presenterò questa mattina stessa un’interrogazione al ministro Antonio Tajani Esteri di Italia viva, commentando le violenze subite dopo l’arresto da parte della polizia di Miami da uno studente italiano", spiega Scalfarotto.

La vicenda

Protagonista della grave vicenda, come ha raccontato Quotidiano Nazionale pubblicando anche le immagini choc dell'arresto, è il 25enne Matteo Falcinelli. Il giovane di Spoleto, a Miami per frequentare il master alla Florida International University al Biscayne Bay Campus, sarebbe stato "sbattuto a terra" dalla polizia con "il volto contro l’asfalto" e "con il ginocchio dell’agente premuto contro il collo, la stessa manovra che in Minnesota uccise l’afroamericano George Floyd". Una volta arrestato e portato in una cella di transito alla stazione di polizia di North Miami Beach, "in quattro lo hanno incaprettato sottoponendolo all’Hogtie restraint. Con una cinghia hanno legato i piedi alle manette dietro la schiena e tirato, tirato tra urla strazianti e sovrumane" fino a quando il giovane "li ha supplicati di smettere perché si sentiva letteralmente spezzare. 'Please, please, please'" le parole "pronunciate con un filo di voce tra lacrime e strazi indicibili. E cosi, con il rischio di morire, lo hanno lasciato per più di tredici minuti, quando qualcuno in quella posizione smette di respirare appena dopo 150 secondi", il resoconto di Quotidiano Nazionale sul caso.

La scena è stata ripresa dalle bodycam indossate dagli agenti americani, mentre la vicenda risale alla notte tra il 24 e il 25 febbraio scorso.

Dalla prima ricostruzione della famiglia, spiega ancora Quotidiano Nazionale, emerge che il ragazzo è entrato in un locale "intorno alle 22.15: è solo, giù di corda dopo un brutto incidente del novembre precedente e non esce con gli amici per lo Spring break, l’inizio delle vacanze di primavera. Ordina un drink, rum e coca, ma ben presto si rende conto che è uno strip bar, racconterà poi. Alcune ragazze gli offrono sesso: 500 euro mezz’ora, mille un’ora ma lui rifiuta".

Il ragazzo quindi "resta al bancone e prima di allontanarsi per andare in bagno ordina un altro drink per lui e per una ragazza conosciuta sul posto. In bagno si accorge che gli mancano i due cellulari. Inizia a cercarli, chiede dove siano, e dopo una agitata ricerca la stessa ragazza gli riferisce che i suoi cellulari sono stati ritrovati all’ingresso del bar. Matteo li va a ritirare, e solamente dopo ritorna al bar per prendere i drink ordinati precedentemente. I drink erano già pronti sul bancone, li beve insieme alla ragazza e da qui in poi i ricordi si fanno offuscati. Non ricorda come arriverà all’uscita ma lì c’è già una pattuglia della polizia con due agenti, come emerge dal rapporto ufficiale, altri quattro ne arriveranno solo dopo. I poliziotti scriveranno di essere intervenuti perché il ragazzo ha creato problemi nel locale tanto da essere sbattuto fuori e di essersi opposto all’arresto, facendo resistenza agli agenti perché rivoleva indietro i 500 dollari spesi ma Matteo sostiene di non aver mai pagato quella cifra".

Quello che accade all’esterno, continua Quotidiano Nazionale, "è ripreso in parte dalle bodycam. Matteo è agitato, inveisce contro i poliziotti: ripete che non ha fatto niente, chiede di riavere i suoi telefoni. Chiede i nomi degli agenti perché li vuole denunciare ma quando punta il dito – questa la sua ricostruzione – contro la targhetta con il nominativo stampato sulla divisa, viene sbattuto a terra. “Non ci toccare sennò sono guai” lo minacciano. È a quel punto che Falcinelli finisce a terra con le mani dietro la schiena e il ginocchio del poliziotto a premere sul collo".

Alle 3.38 del mattino Falcinelli viene portato alla stazione di polizia. "È lì che avviene la tortura. La body cam di un poliziotto mostra lo studente dentro una cella con le vetrate: urla chiedendo che vengano rispettati i suoi diritti", il resoconto seguito dalle immagini.

Resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto senza violenza e violazione di domicilio, le accuse contro il 25enne, che tuttavia decadranno secondo disposizione del giudice americano. La denuncia della famiglia, si spiega ancora, arriva a mesi di distanza dai fatti - e solo dopo che le accuse decadranno - per paura di ritorsioni.

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Europee, Follini: “Campagna provinciale e Usa...

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Il punto di vista di Marco Follini per Adnkronos

Marco Follini - Fotogramma /Ipa

"Quasi d’un tratto, è scomparsa l’America. A poco più di un mese dalle elezioni europee si parla molto (troppo) di Italia, un po’ meno di Europa. Si tifa per l’Ucraina (non tutti) e per la pace in Medio Oriente (ognuno a modo suo). E agli Stati Uniti si dedica invece un’attenzione distratta, come a sancire un nuovo equilibrio geopolitico, così diverso da quello nel quale un po’ tutti siamo cresciuti.

Eppure tra pochi mesi gli americani dovranno scegliere tra Biden e Trump, una di quelle contese presidenziali che in altri momenti avrebbero dato fuoco alle polveri anche nel cortile di casa nostra. Eppure le università d’oltreoceano sono attraversate da conflitti e contestazioni che non si ricordavano dai tempi del lontano 68. Eppure le grandi questioni che infiammano il mondo, dal Donbass alla striscia di Gaza, chiamano ancora in causa in maniera cruciale la potenza a stelle e strisce -come ai tempi del Vietnam e del muro di Berlino. Eppure, eppure, eppure.

Poche cose ci raccontano la piega che stiamo prendendo come la quasi scomparsa dell’atlantismo (e dell’antiatlantismo, ovviamente) dall’agenda europea e italiana. Per anni e anni su quel vincolo ci siamo divisi, e a quella contesa ci siamo dedicati. Intensamente, forse anche troppo. Per quanto ci riguarda più da vicino, se un presidente americano capitava dalle nostre parti la politica italiana sembrava quasi dividersi in due. Una metà sorridente ad accoglierlo nei palazzi, un’altra metà arrabbiata a contestarlo in piazza. E quando invece c’era da eleggerne uno nuovo, i dirigenti politici di casa nostra, tutti, si sentivano impegnati a fare il tifo, bramavano per farsi invitare alle convention dei partiti di laggiù e partecipavano in tutti i modi possibili alle carovane in viaggio verso la Casa Bianca.

Di tutto questo, niente più. L’Atlantico ormai s’è fatto molto più largo di una volta e col nostro silenzio e la nostra disattenzione sembriamo dirci che la questione americana non ci riguarda quasi più. Cosa che avrebbe senso -forse, forse, forse- se nel frattempo l’Europa si fosse unita di più e magari anche armata un po’ meglio. Ma che invece denuncia un pericoloso vuoto strategico fin quando restiamo appesi ai nostri piccoli e vetusti nazionalismi da cortile.

Si dirà che neppure gli Stati Uniti sono più quelli di una volta. Nel frattempo sono diventati meno potenti e anche meno controversi. La loro capacità di regolare gli affari internazionali, di farsi gendarmi del mondo come si diceva all’epoca, non è più nemmeno lontanamente quella di prima. Non saranno una 'tigre di carta' come si diceva ai tempi di Mao, ma non sono neppure l’unica superpotenza in campo come era sembrato all’indomani della caduta del muro di Berlino. Dunque, che anche nelle nostre contrade se ne parli meno (e ci si litighi meno) può apparire come un’ovvietà di cui forse non dovremmo preoccuparci più di tanto.

Resta il fatto che, diventati orfani dell’atlantismo e, specularmente, dell’antiamericanismo di una volta, a questo punto sembriamo essere privi anche di una bussola strategica che ci consenta di orientarci nei meandri di un mondo che sembra diventato assai meno rispettoso e amichevole nei confronti di tutti noi europei. E se aver rimosso l’ingombro del protettorato a stelle e strisce può confortare un certo sovranismo un po’ casereccio, resta il fatto che la nostra presenza sulla scena internazionale nel frattempo si è fatta -e non per caso- assai più laterale e meno incisiva.

Argomenti di cui una campagna per le europee che fosse leggermente meno provinciale dovrebbe trovare il modo di occuparsi. Lasciando magari sullo sfondo le dispute sui nomi, sui nomignoli, sui parenti e sui generali". (di Marco Follini)

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