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Sostenibilità

Le tendenze chiave di sostenibilità per il 2024

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S&P Global delinea le sfide e le opportunità

Le tendenze di sostenibilità per il 2024

Nel panorama sempre mutevole delle sfide ambientali e sociali, il 2024 si prospetta come un anno cruciale per il dibattito sulla sostenibilità. S&P Global ha delineato le principali tendenze che guideranno le discussioni nel rapporto intitolato "S&P Global: Key 2024 Sustainable Trends Driving the Year Ahead". Prevalente è l'atteggiamento attendista tra le parti interessate, influenzato da fattori geopolitici, evoluzione dell'approccio verso l'ESG e preoccupazioni per contenziosi potenziali.

Sono sette le tendenze chiave identificate per il 2024:

  1. adattamento e resilienza;
  2. impatto del clima sulla salute umana;
  3. mercato volontario del carbonio;
  4. sostenibilità dei materiali nella catena del valore;
  5. divieto globale della plastica;
  6. mercato globale delle obbligazioni sostenibili;
  7. governance dell'intelligenza artificiale.

Il 2024 si presenta come un anno cruciale per la sostenibilità, dove le aziende sono chiamate a rispondere alle sfide ambientali e sociali in modo più proattivo. La necessità di adattamento e resilienza, insieme alla gestione efficace degli impatti sulla salute umana e la transizione verso pratiche più sostenibili, definiranno il successo delle imprese in un mondo in rapida evoluzione.

Adattamento e resilienza

Il rapporto di S&P Global sottolinea la necessità di un approccio proattivo e integrato per affrontare i rischi climatici, evidenziando come la mancanza di piani di adattamento potrebbe tradursi non solo in perdite finanziarie aziendali, ma anche in impatti socio-economici su scala globale.

La crescente intensità e eterogeneità degli impatti dei rischi climatici richiamano l'attenzione sull'urgente necessità di piani di adattamento e resilienza. Secondo la ricerca, il mondo rischia di perdere fino al 4,4% del PIL mondiale ogni anno in assenza di adeguate misure di adattamento, con le economie in via di sviluppo destinate a subire un peso sproporzionato di questa perdita.

L'eterogeneità degli impatti non si limita alle dimensioni geografiche; le aziende dovranno confrontarsi con variazioni significative in base alle specificità locali dell'adattamento e alle interdipendenze delle loro catene del valore. Questa interconnessione rende praticamente inevitabile che gli impatti finanziari dei rischi climatici si ripercuotano su quasi tutti gli stakeholder aziendali.

Negli ultimi anni, molte aziende hanno dedicato sforzi considerevoli alla risposta e alla gestione dei rischi di transizione climatica, ma un'attenzione meno marcata è stata riservata al modo in cui il peggioramento dei rischi climatici può influenzare direttamente le operazioni e le catene del valore aziendali.

Il riconoscimento crescente dei rischi per il clima fisico tra gli operatori dei mercati finanziari e le perdite assicurate in aumento sta spingendo verso l'adozione di nuovi standard di divulgazione. Questi standard mirano ad accelerare il progresso delle aziende nel comprendere, rispondere e divulgare gli impatti climatici, le relative implicazioni finanziarie e le risposte pianificate.

Tuttavia, questo progresso potrebbe essere ostacolato da sfide finanziarie aggiuntive. Con tassi di interesse più elevati e una crescita economica più lenta, il finanziamento dei crescenti costi di adattamento potrebbe diventare un'impresa più ardua. Questo rappresenta un ulteriore ostacolo per le imprese, in particolare in paesi in via di sviluppo, che potrebbero trovarsi ad affrontare difficoltà aggiuntive nel loro percorso di adattamento.

Impatto del clima sulla salute umana

Il 2024 si prospetta come un anno cruciale in cui i costi economici e finanziari derivanti dagli impatti negativi dei cambiamenti climatici sulla salute umana guadagneranno una maggiore attenzione da parte di governi e aziende. Il focus crescente su questa tematica è stato ufficialmente sancito dalla "Dichiarazione di salute e cambiamenti climatici" adottata dai leader globali alla COP28 delle Nazioni Unite nel dicembre 2023. Questa dichiarazione ha visto l'impegno concreto di costruire sistemi sanitari resilienti al clima e migliorare la ricerca, accompagnato da un significativo contributo finanziario iniziale di un miliardo di dollari da parte di governi, banche multilaterali di sviluppo e filantropie private.

I rischi connessi alla diffusione di malattie infettive, alle sfide legate all'accesso a cibo e acqua di alta qualità, e agli impatti diretti sulla salute derivanti da eventi meteorologici estremi sono tutti destinati ad intensificarsi con l'incremento delle temperature. La ricerca sottolinea l'assenza di adeguate strategie di adattamento, rivelando che gli effetti dei cambiamenti climatici potrebbero colpire in modo sproporzionato le comunità già vulnerabili, comprese quelle in povertà e esposte a rischi per il clima fisico. Queste comunità, spesso prive di accesso a sistemi sanitari di qualità, saranno particolarmente colpite, così come gli anziani.

Gli impatti economici diretti di questo scenario includono tensioni fiscali e finanziarie sui sistemi sanitari, perdita di produttività dovuta al lavoro in ambienti più stressanti e il potenziale per effetti dirompenti legati alle epidemie. La connessione tra cambiamenti climatici, salute umana ed economia sottolinea l'importanza di affrontare con urgenza la questione, implementando strategie di adattamento e resilienza a livello globale. La Dichiarazione alla COP28 è un passo in avanti significativo, ma ora è cruciale trasformare gli impegni in azioni concrete per mitigare gli impatti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici sulla salute umana.

Mercato volontario del carbonio

Il mercato del carbonio volontario (VCM) si trova a un bivio cruciale nel 2024, con nuove linee guida sull'integrità che promettono di ridefinire il suo futuro. La redditività del mercato dipenderà in gran parte dalla risposta degli sviluppatori di progetti VCM e dalla domanda guidata dagli acquirenti di crediti di carbonio di alta qualità.

Il tumultuoso 2023 ha visto una criticità nei confronti della qualità di numerosi progetti VCM e degli acquirenti aziendali che li hanno acquistati, poiché le riduzioni delle emissioni non hanno rispettato i piani dichiarati. Alcuni importanti acquirenti hanno addirittura annunciato la rinuncia all'uso dei crediti di carbonio, causando una diminuzione dei prezzi nel corso dell'anno.

Tuttavia, segnali di progresso sono emersi attraverso iniziative come il Consiglio per l'integrità dei mercati del carbonio volontario, che ha pubblicato nuove linee guida per l'integrità mirate a indirizzare le preoccupazioni del mercato riguardo alla qualità e trasparenza dei progetti di produzione di crediti di carbonio. Inoltre, cresce l'interesse da parte di politici e regolatori, con i governi europei e l'Autorità monetaria di Singapore che manifestano interesse per un mercato del credito al carbonio mercificato e liquido.

Nonostante la COP28 non abbia portato a un accordo sulle regole per un nuovo mercato del carbonio sostenuto dalle Nazioni Unite, il VCM rimane la principale via per le aziende che mirano a utilizzare i crediti di carbonio nei loro piani di decarbonizzazione. È anche una fonte essenziale di finanziamento per gli sviluppatori di progetti di mitigazione del clima, specialmente nei mercati emergenti dove potrebbero altrimenti non essere possibili. La svolta del 2024 potrebbe delineare il destino del VCM, indicando se le nuove linee guida e l'interesse crescente saranno sufficienti a garantire la sua rilevanza e sostenibilità nel panorama delle azioni per il clima.

Sostenibilità dei materiali nella catena del valore

La segnalazione sui temi della sostenibilità dei materiali nella catena del valore si preannuncia come un compito impegnativo per le imprese nel 2024. Gli impatti di sostenibilità delle aziende spesso derivano dalle loro attività sia a monte che a valle, oltre alle operazioni dirette. Con l'entrata in vigore della EU Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) nel 2024, l'introduzione dei primi standard dell'International Sustainability Standards Board (IFRS S1 e S2), e l'approvazione della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), diventa più chiara l'estensione delle responsabilità delle aziende in Europa e oltre per misurare, gestire e riferire sui loro impatti sulla catena del valore.

La CSRD e la CSDDD, applicandosi anche alle imprese non europee con attività significative nell'UE, pongono sfide significative. A partire dal 2024, le aziende saranno chiamate ad affrontare le difficoltà pratiche nel soddisfare questi requisiti. La visibilità e la raccolta dati sulle attività della catena del valore sono complesse, e molte aziende potrebbero non avere ancora le capacità o i metodi necessari per valutare e riferire accuratamente sulla loro piena esposizione alla catena del valore.

Questo si manifesta in modo particolare per le entità con catene di approvvigionamento complesse a monte e una vasta gamma di prodotti e servizi a valle, soprattutto nei mercati con standard di rendicontazione meno avanzati. Affrontare questa sfida richiederà investimenti in sistemi e processi di gestione dati più sofisticati, nonché la collaborazione tra aziende, governi e organizzazioni per sviluppare linee guida e standard che facilitino la segnalazione accurata e significativa dei materiali e della sostenibilità nella catena del valore.

Divieto globale della plastica

L'anno 2024 potrebbe assistere alla conclusione di un trattato globale per porre fine all'inquinamento da plastica, rappresentando un passo significativo nel gestire l'intero ciclo di vita delle materie plastiche, dalla produzione alla progettazione fino allo smaltimento. Iniziative precedenti, come il New Plastics Economy Global Commitment, hanno cercato di contenere l'inquinamento da plastica, ma il trattato proposto, se ratificato, segnerebbe il primo sforzo internazionale legalmente vincolante.

L'attuazione di questo trattato potrebbe catalizzare maggiori investimenti in un'economia circolare per la plastica, dove i prodotti e i materiali sono progettati per il riutilizzo e il riciclaggio, rispondendo al bisogno stimato di circa 65 miliardi di dollari all'anno fino al 2040. Settori chiave come prodotti di consumo, petrolchimici e gestione dei rifiuti urbani sono destinati a guidare questi sforzi, data la loro rilevanza nella catena del valore della plastica. Tuttavia, si prevede che ci sia ancora molto lavoro da fare prima che l'economia circolare della plastica diventi pienamente scalabile.

I ricercatori stimano che l'inquinamento da plastica marino contribuisca a una riduzione dell'1% al 5% dei servizi ecosistemici, generando perdite annuali globali fino a 2,5 trilioni di dollari. Nel tentativo di affrontare questa crescente problematica, diverse regolamentazioni sono state introdotte. Nel 2023, l'Unione Europea ha accettato di limitare l'uso di materie plastiche monouso e ha raggiunto un accordo provvisorio per migliorare le esigenze di progettazione ecocompatibile. Le Filippine hanno iniziato ad applicare la loro legge sulla responsabilità estesa del produttore, mentre negli Stati Uniti legislatori hanno reintrodotto una legge federale sull'inquinamento da plastica, e diversi stati hanno proposto legislazioni sull'estensione della responsabilità del produttore per l'imballaggio.

Mercato globale delle obbligazioni sostenibili

Per il 2024, si prevede che l'emissione di obbligazioni globali verdi, sociali, di sostenibilità e legate alla sostenibilità (GSSSB) continuerà a crescere in modo modesto, con un focus predominante sull'emissione di obbligazioni verdi. Questa crescita si verificherà in un contesto di difficoltà per i mutuatari di tutte le classi di attività, caratterizzato da condizioni di finanziamento più severe e condizioni economiche più deboli.

Nonostante le sfide, la crescente urgenza intorno alla decarbonizzazione dell'economia potrebbe spingere il mercato GSSSB verso il trilione di dollari. Le domande in corso sulla credibilità e l'efficacia di alcune categorie di debito etichettato rimarranno un punto chiave di attenzione per gli investitori, che diventano sempre più esigenti nel valutare le offerte etichettate sulla sostenibilità. In particolare, l'emissione legata alla sostenibilità ha registrato una notevole diminuzione dal 2021, in linea con le aspettative del settore.

Si prevede anche che la finanza di transizione, focalizzata sulla decarbonizzazione di settori più difficili da abbellire, come l'acciaio o il cemento, inizi a guadagnare slancio. Tuttavia, la sua crescita potrebbe essere ostacolata dalla mancanza di una chiara definizione per i tipi di progetti e strategie che si qualificano, creando così controversie.

Infine, si intravede un significativo potenziale di crescita delle emissioni nei mercati emergenti, anche se questa prospettiva dipenderà fortemente dalle condizioni macroeconomiche.

Governance dell'intelligenza artificiale

La crescente dipendenza da tecnologie avanzate, come l'intelligenza artificiale (IA), è una delle tendenze fondamentali del 2024. Questa evoluzione pone aziende e governi di fronte a una pressione crescente per garantire una governance solida dell'IA, gestendo sia i rischi che le opportunità che questa tecnologia offre.

L'impiego dell'IA può contribuire a sostenere gli obiettivi di sostenibilità e a generare nuove efficienze operative. Ad esempio, la tecnologia AI può facilitare il monitoraggio e la comprensione delle questioni ambientali e sociali, sfruttando la sua capacità di elaborare grandi quantità di dati. Questo potrebbe anche abbattere i costi associati al monitoraggio e alla segnalazione delle problematiche legate alla sostenibilità, agevolando le imprese nel loro impegno verso la responsabilità sociale.

Tuttavia, la rapida adozione dell'IA ha anche evidenziato rischi significativi, tra cui la perdita di posti di lavoro, violazioni della privacy e problemi di copyright. La gestione di tali rischi è cruciale, e si prevede che nel 2024 aumenterà l'attenzione sulla governance dell'IA. Normative e linee guida globali stanno emergendo in risposta a queste sfide, con il 2023 EU AI Act come esempio di legislazione pionieristica che adotta un approccio basato sul rischio e orientato all'uomo. Ci si aspetta che nel corso del 2024 nuove normative e linee guida globali sul tema dell'IA vedranno la luce, indicando una crescente consapevolezza e impegno nella gestione responsabile di questa tecnologia avanzata.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

Moda, glamour e innovazione al Italia Green Film Festival

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Madrina della serata, che si è svolta al al Wegil di Trastevere, la cantante Noemi che ha sottolineato i temi cardine legati all'Ambiente e alla sostenibilità

credits_Alessandro Arsì

Un evento da urlo quello che ha visto protagonista la Moda sostenibile nella kermesse di Italia Green Film Festival. Una serata in cui glamour e innovazione sono andati a braccetto con il Made in Italy legato al green, tema portante del Festival arrivato alla sua quinta edizione. Madrina della serata, che si è svolta al al Wegil di Trastevere, la cantante Noemi che ha sposato il Green Festival e ha sottolineato i temi cardine legati all'Ambiente e alla sostenibilità. “Si tratta di un'iniziativa importante che lega l'industria del Cinema e della Moda in un'ottica Green – ha detto Noemi – questa sera ho voluto scegliere di cantare Vuoto a Perdere, poi per dare forza al tema delle donne, sulla consapevolezza dell’accettazione che risuona come un grido di orgoglio e di rivalsa”. Per la cantante la Golden Leaf (il premio simbolo del Green Film Festival) speciale.

Ma l'evento, il terzo dopo quello legato al Food e al Cinema ovviamente, ha toccato il settore Moda in una chiave nuova. Quella della sostenibilità e dello sviluppo di nuove produzioni con attenzione speciale all'ambiente. Da sottolineare l'impegno di stilisti e maison per il Green. Tra questi sicuramente spicca Marilena Spiridigliozzi stilista, artista, imprenditrice e formatrice di sartoria alta moda che ha creato il brand Mariel da giovanissima e a seguire altre cinque linee dalla sposa alta moda alle linee da giorno tecnici per una donna moderna e dinamica. La sua eccellenza tutta made in Italy è prodotta in made in Lazio si esprime negli abiti dipinti a mano con colori ecologici esclusivi e dove la femminilità e l'amore per la natura viene fortemente espressa.

Poi Lisa Tibaldi: stilista e designer romana, con il suo brand dal 1989 è presente con numerose pubblicazioni sulle riviste più prestigiose quali Vogue Sposa, Elle, Marie Claire; è stata invitata a chiudere la Monte Carlo Fashion Fair, ha vestito l’orchestra ed il coro del Festival di Sanremo, collabora da anni con diverse produzioni cinematografiche e televisive (Detto Fatto, Temptation Island, Uomini e Donne). Dal 2018 inoltre, la stilista realizza le linee ecosostenibili Lisa Tibaldi Terra Mia di Accessori moda -alta bigiotteria con foglie di stramma (erba del territorio anticamente usata per cesteria) e foulard in seta ispirati alla bellezza della terra aurunca – e Lisa Tibaldi Privernum Collection di Home design con vasi in resina di mais biodegradabili in stampa 3D ispirati al patrimonio della città di Priverno (Lt). Dal 2021 la stilista è Presidente di CNA Federmoda Latina, nonché madrina di nuovi corsi di studi professionali di Moda Made in Italy presso Istituti superiori della provincia e docente di corsi professionalizzanti di moda e sartoria. A febbraio 2023 ha fondato l’associazione #AmolamiaTerra aps di cui è Presidente, per la valorizzazione sostenibile, culturale ed ambientale del territorio aurunco e sud pontino. È l’unico Maestro Artigiano di abiti su misura riconosciuto dalla Regione Lazio e annovera diversi premi e riconoscimenti, tra i più recenti: Premio culturale Aurunci Patres , Premio Camilla Città di Priverno, Premio Internazionale Eroe Antonio Ambroselli, Premio Immagine Latina.

E ancora La capsule Fashion in Blue presentata all'Italia Green Film Festival è stata realizzata con gli scarti della filiera dell'industria velica e della pesca del Golfo di Gaeta con l'intento di valorizzare un'economia circolare sostenibile a km 0.

Il direttore artistico del Festival Pierre Marchionne che da sempre ha creduto in questo progetto: “Dopo cinque anni ci troviamo qui con la stessa emozione e la stessa passione che ci ha spinto a credere in questo Festival. Nel corso degli anni siamo cresciuti e il nostro obiettivo è quello di crescere ancora per dare evidenza e portare in primo piano i temi dell'ambiente e del nostro futuro”.

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Sostenibilità

‘Effetto Oasi’, 27mila ettari di territorio...

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I numeri del nuovo report Wwf lanciato in occasione del Mese delle Oasi

Ambiente - (Fotolia)

Ben 27mila ettari di territorio protetto, circa 100 Oasi, 350mila visitatori annui: è l''effetto oasi' lungo 57 anni, dalla prima creata in Toscana, quella di Burano nel 1967, da cui si è sviluppato un sistema di aree protette complesso e articolato, il primo in Italia gestito da una associazione privata e tra i primi in Europa, che impiega nelle attività di gestione, fruizione e tutela a diverso titolo 150 persone e circa 500 volontari. Sono alcuni dei numeri di 'Effetto Oasi', il report Wwf lanciato in occasione del Mese delle Oasi per la campagna OurNature.

I numeri delle Oasi Wwf

'Effetto Oasi' sono anche gli habitat mappati nelle aree protette del panda, ben 109 (di cui 27 definiti prioritari in ambito europeo), 378 le attività di educazione ambientale realizzate nel 2023, 130 i progetti di conservazione in corso e 80 le attività di creazione di nuovi habitat come stagni, zone umide o aree per impollinatori. Le Oasi ospitano anche 10 centri di educazione ambientale e 8 Cras (Centri recupero Animali selvatici) che curano ogni anno oltre 8mila animali feriti o in difficoltà.

Dalla ricerca scientifica alle vacanze natura, dall’educazione ambientale con le scuole all’impegno nella conservazione di specie e habitat e nel recupero ambientale con progetti di ripristino e restauro ecologico, le Oasi sono anche luoghi di aggregazione sociale, di sperimentazione di attività legate al benessere psicofisico, di formazione. Soprattutto, hanno giocato un ruolo centrale per la conservazione di alcune specie simbolo, quali l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), la lontra (Lutra lutra), il cervo Sardo (Cervus elaphus corsicanus).

"Il più grande progetto di conservazione del Wwf in Italia"

“La natura italiana è tra le più ricche in Europa, ma questa ricchezza oggi la stiamo perdendo sempre più rapidamente: il 50% delle specie di vertebrati in Italia è minacciato d’estinzione, il 52% delle specie di fauna protette dalla Direttiva Habitat mostra uno stato di conservazione inadeguato e quasi il 90% degli habitat tutelati versa in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. L’impegno e l’investimento del Wwf con il sistema Oasi, nato più di 50 anni fa con l’azione di pionieri come Fulco Pratesi e altri illuminati precursori, che decisero di acquisire il lago costiero di Burano per farne la prima Oasi (1967), è divenuto oggi il più grande progetto di conservazione del Wwf in Italia. Tutto ciò è stato possibile grazie a sinergie e collaborazioni con soggetti pubblici e privati, con i quali si è fatta rete, e all’insostituibile contributo dei volontari”, ha detto Marco Galaverni, direttore Oasi Educazione e Attivazione Wwf Italia.

Le Oasi sono anche laboratori a cielo aperto, centri di educazione ambientale e aree indirizzate alla ricerca scientifica. Nel solo 2023, sono state 378 le attività di educazione ambientale condotte nelle Oasi. Le attività svolte con scuole o Università e campi natura sono state ben 72, con circa 45mila studenti coinvolti.

Il mese delle Oasi

Il Mese oasi, la formula di ‘lungo evento’ che da un paio di anni ha trasformato la tradizionale Festa delle Oasi celebrata da oltre 30 anni in una sola giornata, è una vera e propria Festa della Natura dedicata alla biodiversità italiana ed è parte della campagna Wwf Our Nature per la difesa della biodiversità. Per 5 weekend consecutivi sarà per tutti l’occasione di tuffarsi nella bellezza della natura, tra orchidee, farfalle, aironi e fenicotteri, immersi nei boschi o lungo fiumi, laghi e sentieri di montagna. Ben 150 gli eventi in programma nel mese delle Oasi: visite guidate, a piedi o in bicicletta, laboratori e attività per i più piccoli, eventi di citizen science.

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Sostenibilità

Clima ed energia: obiettivi 2030 ancora alla portata...

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A che punto siamo secondo quanto rilevato da Italy for Climate

jonny-clow-unsplash

Il 22 aprile 2024 si è celebrata la Giornata Internazionale della Terra. Tra le tante iniziative ed eventi organizzati in ogni angolo del Mondo, è stato anche il momento di condividere bilanci e analisi sullo stato attuale in tema di clima ed energia. Con riguardo al nostro Paese, in occasione della Giornata della Terra, Italy for Climate ha pubblicato la quinta edizione del rapporto “10 Key trend sul clima” che analizza le principali tendenze registrate nel 2023 in Italia con riferimento alla lotta al cambiamento climatico e alla transizione energetica. Tra i dati principali, emerge che nell'ultimo anno il nostro Paese ha prodotto uno sforzo davvero considerevole nel tagliare le emissioni di gas serra con una diminuzione del 6,5% rispetto all'anno precedente, percentuale che corrisponde a una diminuzione di circa 27 milioni di tonnellate di gas serra prodotti. Il dato, qualora confermato, significherebbe che il nostro Paese si trova nella condizione di raggiungere ancora gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030. Tra i principali fattori che hanno influito sulla diminuzione registrata nel 2023 vi sono il minore utilizzo di carbone per produrre energia, i consumi energetici ridotti anche dovuti a un inverno piuttosto mite, un calo della produzione industriale, ma anche un'accelerazione nelle rinnovabili.

I principali trend sul clima in Italia

Oltre al primo trend che, come detto, riguarda la drastica riduzione delle emissioni, le altre principali tendenze in tema di clima ed energia segnalate da Italy for Climate non sono tutte esattamente positive. A cominciare dal numero di eventi climatici, drammaticamente aumentato nel 2023, che secondo le stime di Ispra risulta essere stato il secondo anno più caldo mai registrato in Italia. Non solo, l'anno passato, sul nostro territorio sono stati registrati 3.400 eventi climatici estremi. In quanto all'energia, secondo le stime Enea è calata del 3% l'intensità energetica del Pil ovvero del fabbisogno energetico necessario a produrre una unità di Pil. In calo, nel valore assoluto, anche i consumi di energia negli edifici (-2,3 Mtep) e nell'industria (-1,2% Mtep). Sempre secondo Enea, il calo delle emissioni globali di cui sopra è dovuto principalmente all'evoluzione del settore elettrico che sempre più si basa sulle fonti rinnovabili (+15 Twh) e meno su quelle fossili (-33 Twh). In particolare, la quota complessiva di energia prodotta da eolico e fotovoltaico è pari al 20%, mentre la quota di tutte le rinnovabili sfiora il 44% della produzione, il tetto massimo mai raggiunto. Meno bene invece gli indicatori sulla dipendenza energetica che vedono l'Italia tra i Paesi europei a più elevata dipendenza, seppur in lieve calo rispetto al 2022. Parlando di riqualificazione degli edifici, una questione di grande portata visto l'impatto che il parco immobiliare ha sul clima, nel 2023 sono state riqualificate oltre 700 mila abitazioni grazie agli incentivi introdotti dal Superbonus, il triplo in più rispetto alla media degli anni precedenti. Inoltre, a fine anno risultano installati 1,3 milioni di impianti fotovoltaici nel settore residenziale. Il mercato dell'auto elettrica seppur lentamente appare in crescita e ad oggi rappresenta il 4,2% del totale immatricolazioni. Dati comunque molto contenuti rispetto alla media europea del 14,6% con punte del 18,4% in Germania. Da segnalare infine il deficit medio nazionale del 60% sulle scorte di acqua nevosa nei principali bacini del Paese, con punte fino a -70% nel bacino dell'Adige e -67% in quello del Po. Proprio la crisi idrica rappresenta uno dei temi che andranno affrontati con maggiore attenzione, rapidità ed efficacia.

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