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Salute e Benessere

Natale, da pediatri 5 consigli per la Vigilia dei bambini...

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Natale, da pediatri 5 consigli per la Vigilia dei bambini senza stress

Natale, da pediatri 5 consigli per la Vigilia dei bambini senza stress

Stare qualche ora all’aria aperta, fare attenzione al cibo e agli orari, creare un’atmosfera rilassante e abbandonarsi alla meraviglia. È questa la ricetta per un Natale felice e non troppo stressante per i più piccoli, messa a punto da pediatri ed educatori per accompagnare i più piccoli alla notte più magica dell’anno. Grazie al progetto ‘Le Buone Abitudini’, nato dalla partnership tra la Società italiana di pediatria, Assonidi e Bing, e sostenuto da Rai Kids, arrivano i consigli per la buona nanna e per affrontare con serenità la notte che precede il Natale.

‘Le Buone Abitudini’ – riferisce una nota - è una campagna, inedita in Italia, di sensibilizzazione e promozione di buone pratiche per la crescita sana e serena dei bambini iniziata a giugno 2023. Oltre 11 mila pediatri su tutto il territorio nazionale, circa 400 strutture tra asili nido e scuole dell’infanzia, centinaia di migliaia di famiglie con bambini in età 0-6 anni che seguono Bing su Rai Yoyo e su tutte le principali piattaforme di distribuzione di contenuti multimediali, vengono coinvolti in un grande progetto di sensibilizzazione su argomenti quali la nutrizione, l’importanza del gioco all’aria aperta, le principali regole di igiene e cura del bambino, la paura dei dottori e degli ospedali, e ora, in vista del Natale, l’importanza della buona nanna, grazie alla campagna #bedtimeroutine.

I pediatri di Sip, gli educatori di Assonidi, Francesca Valla, Tata Francesca di ‘Sos Tata’, insegnante, counselor e scrittrice, e gli esperti di Nati per Leggere, programma nazionale di promozione della lettura promosso da Associazione culturale pediatri (Acp), Associazione italiana biblioteche (Aib) e Centro per la salute del bambino onlus (Csb), hanno fornito spunti e suggerimenti per il buon sonno e per la notte di Natale alle famiglie, consigli che si possono leggere nella pagina di Bing rivolta ai genitori. Tata Francesca, inoltre, è stata la protagonista di un video che promuove la lettura ad alta voce di storie per i più piccoli prima della nanna.

La notte di Natale, con la sua magia, porta nei più piccoli una grande eccitazione, un’euforia che spesso non consente un sonno tranquillo, e quindi ecco i 5 consigli di pediatri ed educatori per una nanna serena e un Natale speciale: 1. Stare all’aria aperta: fate trascorrere ai più piccoli una Vigilia di Natale divertente e coinvolgente, ma non dimenticatevi di fargli passare del tempo all’aria aperta, questo consentirà loro di sfogare l’eccitazione dell’attesa dei doni e, inoltre, l’esposizione al sole e la vitamina D favoriscono il sonno e un addormentamento sereno 2. Attenzione agli orari: seppur con un po’ di elasticità, sarà importante andare a letto a un’ora consona per l’età del bambino, sempre valida la spiegazione che andando a letto presto si aiuta babbo natale nella sua impresa di portare i regali a tutti i bambini del mondo.

3. Atmosfera rilassante: dopo tanta euforia ed eccitazione, creiamo un ambiente rilassante; una musica leggera può aiutare a raggiungere il sonno, ma bisogna fare piano e tenerla molto bassa, è comunque consigliabile far sì che il bambino si addormenti con la voce dei suoi genitori o di una persona cara, una voce familiare e capace di infondergli sicurezza, una voce che racconti storie natalizie, magari, di quelle storie che fanno sognare i giovanissimi di tutto il mondo. Una storia della buonanotte e qualche coccola, magari abbracciati al vostro peluche di Bing preferito, aiutano di sicuro ad addormentarsi con serenità

4. Occhio al cibo: durante le feste si potranno fare eccezioni nella dieta dei più piccoli. Potranno assaggiare cioccolatini e dolcetti che solitamente non mangiano, ma ricordiamoci, però, che le grandi abbuffate hanno un forte impatto sul sonno, così come le bevande che contengono teina e/o caffeina 5. Creiamo meraviglia: usate questi momenti speciali per creare meraviglia e routine. Preparate la merenda per Babbo Natale, gli elfi e le renne, e poi, dopo un’abbuffata di coccole e storie della nanna, tutti a letto per godersi un Natale di gioia ed emozioni.

La campagna #bedtimeroutine di Bing, Sip e Assonidi non si ferma al Natale – prosegue la nota - ma sosterrà le famiglie nel delicato compito di creare ‘buone abitudini’ per favorire il sonno dei bambini quotidianamente. “Il sonno è fondamentale per una buona salute e per il benessere psichico e fisico di un bambino - dichiara Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Sip - migliora l’apprendimento e il consolidamento della memoria, consente il recupero e il risparmio di energia, facilita l’accrescimento staturale, aumenta le difese immunitarie, consente il recupero delle forze e la riduzione dello stress”.

"I nostri asili nido – spiega Paolo Uniti, direttore di Assonidi - sono particolarmente attenti alla routine della nanna perché è la garanzia per avere un ambiente sereno anche al Nido, che favorisce l’apprendimento, il gioco e le relazioni positive. Dedichiamo molte ore di formazione a preparare i nostri educatori a creare il contesto ideale in cui i bambini possono addormentarsi con serenità attraverso una routine giornaliera che richiede una particolare dose di attenzione".

Il sonno disturbato del bambino può avere ripercussioni su tutto l’ambito familiare, determinando agitazione e nervosismo nel piccolo, una scarsa salute fisica e mentale dei genitori e favorendo lo sviluppo di un notevole stress familiare. È un argomento molto serio e, grazie anche a Bing, pediatri ed educatori potranno affrontarlo in modo semplice e immediato per sostenere tutte le famiglie italiane. Come ambasciatore della campagna ‘Le Buone Abitudini’, Bing accompagna le famiglie italiane in un viaggio alla scoperta di tutte quelle pratiche quotidiane utili al benessere del bambino.

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Pressione alta, il ruolo del Dna: lo studio

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Maxi-studio internazionale apre a diagnosi di precisione, cure su misura e all'identificazione di nuovi bersagli terapeutici

Uno sfigmomanometro per misurare la pressione - FOTOGRAMMA

La pressione alta dipende certo dai cattivi stili di vita, ma sulla probabilità di ammalarsi di ipertensione - un fattore di rischio chiave per le patologie cardiovascolari - pesa anche il Dna. In un maxi studio sui dati di oltre un milione di persone, il più grande mai condotto finora sull'argomento, ricercatori e collaboratori dei National Institutes of Health-Nih americani hanno scoperto oltre 2mila regioni del genoma umano (loci genomici) legati alla pressione sanguigna, comprese 113 nuove regioni. Il lavoro è pubblicato su 'Nature Genetics' e secondo gli autori permetterà di capire meglio come viene regolata la pressione del sangue, nonché di identificare possibili bersagli per nuovi farmaci.

"Il nostro studio aiuta a spiegare una percentuale molto maggiore di differenze tra la pressione sanguigna di due persone rispetto a quanto precedentemente noto", afferma Jacob Keaton, sezione Informatica sanitaria di precisione del National Human Genome Research Institute (Nhgri), primo autore della ricerca alla quale hanno contribuito più di 140 scienziati di oltre 100 università, istituti e agenzie governative. I ricercatori sono riusciti anche a calcolare un punteggio di rischio poligenico, che combina gli effetti di tutte le varianti genomiche presenti in una persona, per prevederne la pressione e il pericolo ipertensione. "Conoscere il rischio di un paziente di sviluppare ipertensione potrebbe portare a trattamenti su misura, che hanno maggiori probabilità di essere efficaci", sottolinea Keaton.

Tra i nuovi loci genomici scoperti, molti si trovano in geni che svolgono un ruolo nel metabolismo del ferro, confermando precedenti evidenze secondo cui alti livelli di ferro possono contribuire alle malattie cardiovascolari, precisano gli autori. Gli scienziati hanno inoltre confermato l'associazione tra pressione sanguigna e varianti del gene Adra1A, che codifica per un recettore cellulare detto adrenergico, già target di farmaci per la pressione. Ecco perché gli autori ritengono che altre varianti genomiche individuate nella nuova ricerca potrebbero diventare bersagli farmacologici per sviluppare nuove terapie.

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Cardiologi: “Ecg con Ai è salto in avanti, screening...

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Cardiologi:

Lo studio sull'efficacia dell'uso di nuovi Ecg con intelligenza artificiale nel prevenire i decessi individuando pazienti ad alto rischio mortalità, "ci dice che non si deve avere paura e non si deve essere scettici rispetto all'uso dell'Ai nella pratica clinica. Questa ricerca e altre del genere forniscono una indicazione importante sul tema della prevenzione. Se un medico, grazie appunto all'Ai, riceve un alert su un paziente specifico può dedicargli più attenzione, si può identificare uno scompenso cardiaco, si possono usare farmaci antiaritmici in modo selettivo, ma anche individuare aritmie maligne. L'Ecg intelligente ci permette un salto in avanti con uno screening più approfondito rispetto a quello che si esegue di routine, riducendo anche i costi e l'inappropriatezza". Così all'Adnkronos Leonardo De Luca, vice presidente Anmco, l'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, e direttore della struttura complessa di Cardiologia del Policlinico San Matteo di Pavia.

Rispetto alle innovazioni, in Italia "c'è un problema culturale", avverte De Luca. "Secondo un nostro censimento di tutte le strutture cardiologiche pubbliche, convenzionate e private presenti in Italia - spiega - parliamo di 790 strutture, solo nel 20% sono presenti strumenti di telemedicina, teleconsulto e telerefertazione. Il Pnrr doveva intervenire proprio su queste settore e sull'ammodernamento del parco tecnologico".

Il balzo tecnologico, favorito anche dall'Ai, può essere un rischio nel far aumentare la richiesta di offerta sanitaria 'hi-tech'? "C'è il rischio, come c'è un rischio di esagerare con l'interpretazione dei dati che arrivano dai vari software oggi a disposizione - risponde il primario di Cardiologia - Questo studio dimostra che proprio l'Ai applicata a un esame importante e ormai consolidato come l'Ecg può ridurre la mortalità del paziente ospedalizzato, ma c'è da considerare anche l'effetto Hawthorne, che accade quando c'è una variazione del comportamento in presenza di qualcuno che ti osserva. Questo - chiarisce - potrebbe essere accaduto nello studio quando il medico, che sa di partecipare a un ricerca, è più attento ai dati e all'osservazione clinica del paziente. Magari è più sensibile all'alert dell'Ai e interviene istantaneamente. Ma al di là di questa considerazione, davvero ormai con intelligenze artificiali che passano in rassegna milioni di dati e immagini in pochissimo tempo, siamo in presenza di una rivoluzione nel campo della cardiologia, e non solo".

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Nuovo cancro seno ereditario, Aiom: “Passo avanti per...

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Nuovo cancro seno ereditario, Aiom:

E' "un passo avanti importante sulla strada della diagnosi di precisione" lo studio dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, pubblicato su 'Jama Network Open', che ha scoperto una nuova forma ereditaria di cancro al seno, associata al gene Cdh1. A spiegare all'Adnkronos Salute il valore del lavoro dei senologi Ieo è Francesco Perrone, presidente dell'Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e direttore dell'Unità Sperimentazioni cliniche dell'Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale di Napoli.

In donne operate per un tumore lobulare del seno, gli autori hanno definito una nuova sindrome chiamata 'carcinoma mammario lobulare ereditario', associata a mutazioni patogenetiche del gene Cdh1. Una forma di cancro e che si differenzia integralmente - sottolineano i ricercatori - dalla classica sindrome del carcinoma mammario ereditario causata dalle note mutazioni dei geni Brca1 e Brca2. I cosiddetti 'geni Jolie', che hanno spinto l'attrice americana e più di recente la supermodella Bianca Balti a ricorrere alla chirurgia preventiva per scongiurare il rischio cancro. Per i senologi Ieo, "le donne con un tumore lobulare, con età sotto i 45 anni, o con storia familiare positiva o con tumore lobulare bilaterale, dovrebbero essere tutte testate per il gene Cdh1".

Su questo punto Perrone precisa: "Non faccio anticipazioni sui contenuti delle future linee guida Aiom, che sono frutto di un processo lungo e complesso, e che sono valide una volta approvate dall'Istituto superiore di sanità e pubblicate". Ciò premesso, lo studio dell'Irccs fondato da Umberto Veronesi indica "una nuova potenziale possibilità di fare diagnosi di precisione", afferma l'oncologo. Le conclusioni del lavoro, puntualizza, aprono all'eventualità di "aggiungere, nei prossimi anni, qualcosa all'armamentario diagnostico già disponibile per cercare di identificare tumori che hanno una causa ereditaria". Un'opportunità molto importante per i pazienti con mutazioni genetiche a rischio cancro, ma anche per i loro familiari, sui quali potrà essere cercata la stessa mutazione, valutando strategie personalizzate di prevenzione.

La nuova ricerca dell'Ieo, commenta il presidente Aiom, "è uno studio sicuramente importante su un tema molto importante che è quello delle forme ereditarie di cancro. In questo caso una forma di cancro della mammella, il carcinoma lobulare, che non è la più frequente", rimarca Perrone. L'oncologo si complimenta pertanto con gli autori anche "per la capacità di mettere insieme una grande casistica, iniziata prima del 2000", così da produrre risultati abbastanza 'pesanti' da poter sperare di orientare in futuro la diagnosi oncologica di precisione.

"Al momento - ribadisce il numero uno dell'associazione oncologi medici - mi sembra che il senso di questa pubblicazione possa essere quello di aggiungere potenzialmente, nei prossimi anni, qualcosa all'armamentario diagnostico di cui disponiamo per individuare i tumori con una causa ereditaria. Che ciò si potrà tradurre in una modifica della terapia o della prognosi è molto presto per dirlo, però è una cosa importante. Con i più noti e importanti 'geni Jolie' - ricorda infatti Perrone - quello che accade" già oggi "è che si fa una diagnosi di un tumore che è legato a un'anomalia di questi geni, e quindi si può poi discutere e ragionare anche per la prevenzione del cancro nei familiari che potrebbero avere la stessa mutazione. Un elemento, questo, molto importante".

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