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Israele, Netanyahu: “Tutto per riportare ostaggi a...

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Israele, Netanyahu: “Tutto per riportare ostaggi a casa e distruggere Hamas”

Il premier israeliano: "Guerra continua fino a raggiungimento di tutti gli obiettivi". Iran: "Così la guerra si estenderà"

Gaza - (Afp)

Più di 30 persone sono state uccise negli attacchi aerei israeliani questa mattina che hanno preso di mira le aree delle città meridionali di Khan Younis e Rafah, nella Striscia di Gaza. A partire dalla scorsa notte, gli attacchi aerei in corso hanno danneggiato gran parte del lato orientale di Khan Younis e ai residenti è stato ordinato con tono minaccioso di evacuare verso il lato occidentale della città o verso la città di Rafah, riporta al Jazeera. Un reporter dell'emittente del Qatar riferisce che "le persone hanno iniziato a fuggire da Rafah ma sono state bombardate, confermando il fatto che non esiste un posto sicuro a Gaza. Centinaia di residenti sono ancora bloccati nelle aree di Khan Younis prese di mira poiché le strade principali che conducono ad altre parti della città o più a sud sono state distrutte o gravemente danneggiate". Nel nord, i soccorritori hanno tirato fuori almeno 10 corpi da sotto le macerie dopo che gli attacchi israeliani hanno distrutto 50 case.

Un attacco aereo israeliano contro il quartiere di Al-Faluja, 30 chilometri a nord-est di Gaza, ha ucciso lo scienziato palestinese Sufyan Tayeh e la sua famiglia. Lo ha annunciato il ministero palestinese dell’Istruzione. Tayeh, che era presidente dell'Università islamica di Gaza, era un ricercatore leader nel campo della fisica e della matematica applicata.

Proseguono i raid dell'esercito israeliano anche in Cisgiordania. L’esercito israeliano ha fatto irruzione nella casa del predicatore della moschea di Al-Aqsa, Sheikh Ikrimah Sabri, nel quartiere di al-Sawana, di Gerusalemme est. Lo scrive al Jazeera. Sheikh Sabri è il capo del Consiglio islamico supremo a Gerusalemme ed ex leader religioso di Gerusalemme e dei territori palestinesi. È il fondatore e presidente dell'Associazione degli studiosi e dei predicatori in Palestina, presidente del Consiglio supremo della fatwa in Palestina e presidente dell'Autorità islamica suprema a Gerusalemme.

Un razzo è stato lanciato, inoltre, stamattina dal territorio siriano verso Israele. Lo rende noto l'Idf, aggiungendo che il missile non è stato intercettato e che l'esercito ha risposto con il fuoco dell'artiglieria.

Netanyahu: "Faremo di tutto per riportare gli ostaggi a casa"

"Faremo di tutto per riportare ostaggi a casa e distruggere Hamas". Gli obiettivi di Israele non cambiano, parola del premier Benjamin Netanyahu. La guerra nella Striscia di Gaza è ripresa, Hamas ha denunciato la morte di centinaia di persone per i raid. In un quadro ad altissima tensione, le trattative per riprendere il processo di liberazione degli ostaggi è arrivato ad uno stop. Netanyahu, però, non ha modificato la sua linea: nell'agenda, il ritorno a casa delle persone rapite il 7 ottobre è una priorità come l'eliminazione di Hamas.

"Faremo tutto quanto in nostro potere per riportarli a casa, faremo tutto il possibile per riportarli tutti a casa", ha ribadito, ma anche "per distruggere Hamas e per essere sicuri che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele", ha detto confermando che sinora 110 persone sono state liberate, compresi 86 civili israeliani che venivano tenuti in ostaggio a Gaza.

"Oggi sono con noi - ha affermato -. Ma la nostra missione non si può ancora dire compiuta". Le parole di Netanyahu sono arrivate dopo che i negoziati sugli ostaggi si sono interrotti: gli israeliani hanno continuato a insistere per il rilascio di un gruppo di donne incontrando il rifiuto di Hamas.

"Continueremo con la guerra fin quando non raggiungeremo tutti gli obiettivi", ha quindi sottolineato Netanyahu durante la conferenza stampa a meno di 48 ore dalla fine della pausa nelle ostilità tra Israele e Hamas. "L'operazione di terra era necessaria", ha detto ancora il premier israeliano riferendosi alla prima fase del conflitto, prima della tregua entrata in vigore il 24 novembre e conclusasi venerdì mattina. "Ora l'operazione di terra è necessaria per continuare a ottenere risultati - ha incalzato - Non c'è altro modo per vincere che portando avanti la manovra di terra". Il governo israeliano, dopo l'attacco del 7 ottobre, ha indicato come obiettivi il rilascio di tutti gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza e l' "eliminazione di Hamas" che nel 2007 prese il controllo dell'enclave palestinese. "Abbiamo ripreso i combattimenti" e "questa pressione andrà accentuandosi", ha affermato ancora il premier israeliano, rimarcando che i combattimenti contro Hamas "continueranno fino alla vittoria".

Netanyahu ha anche riferito di aver proposto di tenere una conferenza stampa congiunta con il ministro della Difesa Yoav Gallant, che ha però declinato l'offerta. Stando all'ufficio di Gallant - il ministro a sua volta ha rilasciato una dichiarazione ai media - in alcune occasioni gli incontri con la stampa avvengono insieme, in altre separatamente.

Iran: "Così la guerra si estenderà"

Il ministro degli Esteri iraniano ha messo in guardia contro un conflitto regionale più profondo se Israele non porrà fine ai suoi “crimini di guerra” contro i palestinesi. “Se i crimini di guerra commessi dal regime israeliano a Gaza e in Cisgiordania non verranno fermati, la portata della guerra nella regione probabilmente si approfondirà e si espanderà”, ha detto Hossein Amirabdollahian in una conversazione telefonica con il capo della politica estera dell'Ue Josep Borrell. Amirabdollahian ha anche denunciato “i piani e le pratiche di Israele per allontanare con la forza i palestinesi dalle loro terre”, sottolineando la necessità di fermare gli attacchi militari israeliani a Gaza “il più presto possibile”.

Esercito Israele: "Trovati 800 tunnel di Hamas"

L'Idf ha riferito che, da quando è iniziata l'operazione militare di terra nel nord della Striscia di Gaza, sono stati individuati almeno 800 tunnel di Hamas, di cui circa 500 sono stati distrutti. In alcune occasioni, si legge nella dichiarazione, i tunnel sono stati trovati accanto o all'interno di scuole, asili, moschee e campi da gioco. "Questi risultati servono come ulteriore prova dell'uso cinico dei civili, da parte di Hamas, come scudo umano e come copertura per l'attività terroristica dell'organizzazione".

Anp: "Governo israeliano vuole consolidare la separazione tra Cisgiordania e Gaza"

Il Ministero degli Esteri palestinese ha avvertito che il governo israeliano mira a “consolidare la separazione” tra la Cisgiordania e Gaza, minando un futuro stato palestinese, poiché effettua raid mortali e fornisce copertura alla violenza dei coloni. In un post su X, il ministero ha condannato l’uccisione del 38enne Ahmed Assi, che sarebbe stato colpito da colpi di arma da fuoco da coloni israeliani ieri sera, nel “tentativo deliberato di aggravare la situazione in Cisgiordania”. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito che le forze israeliane hanno protetto i coloni che hanno attaccato Assi nella provincia di Salfi, nel nord della Cisgiordania, e hanno poi impedito ai medici di raggiungerlo.

Gallant: "Hamas ha rifiutato rilascio 15 donne e 2 minori"

Nella serata di ieri Gallant ha dichiarato di aver ordinato venerdì mattina il riavvio delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza dopo che Hamas ha detto 'no' al rilascio di 15 donne e due minori nel quadro dell'accordo per la pausa nelle ostilità. I militari israeliani "sono tornati a combattere con la massima intensità", ha detto Gallant accusando Hamas di aver violato i patti. "Stiamo continuando esattamente dal punto in cui eravamo rimasti", ha aggiunto, durante una conferenza stampa, occasione in cui ha dichiarato che "migliaia di terroristi sono stati eliminati" e "centinaia" sono stati "catturati" e "vengono interrogati in Israele". Gallant ha anche rivendicato la liberazione di "110 ostaggi tornati vivi".

Anche la Cnn aveva riferito che i negoziati tra Israele e Hamas sugli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza si sarebbero interrotti per il no di Hamas al rilascio di alcune donne. L'organizzazione spingeva per avviare le trattative riguardo il rilascio di uomini tenuti prigionieri, probabilmente a condizioni differenti, mentre Israele ha continuato a insistere per la liberazione di tutte le donne prima degli altri ostaggi.

Hamas denuncia "300 morti a Gaza City"

Sarebbero stati 300 i morti in attacchi israeliani nella zona di Shejaiyeh, nella parte orientale di Gaza City secondo il giornale israeliano Haaretz che si basa su denunce diffuse da Hamas: Israele avrebbe bombardato oltre 50 edifici nel quartiere dopo la fine della pausa nelle ostilità. Più di 100 persone sono morte in un raid israeliano che ha preso di mira una casa che ospitava famiglie e sfollati nel campo di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza secondo al-Jazeera.

Il Times of Israel ha scritto di "estese battaglie di terra" intorno alla città di Khan Younis, nella parte meridionale dell'area isolata. Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito che alcuni dirigenti di Hamas si trovavano nella zona. Citando residenti della Striscia di Gaza, il quotidiano israeliano ha aggiunto che l'esercito israeliano ha lanciato volantini a Khan Younis invitando i residenti a fuggire a Rafah, nel sud, poiché la zona era pericolosa. Sono stati segnalati attacchi dell'Idf anche a Rafah.

L'Idf dal canto suo ha comunicato che nell'ultimo giorno ha attaccato più di 400 obiettivi nella Striscia di Gaza, molti dei quali nella città meridionale di Khan Yunis. "La Marina israeliana ha operato a Khan Yunis e Deir al-Balah, nel sud della Striscia di Gaza, e ha attaccato "obiettivi militari dell'organizzazione Hamas, nonché infrastrutture e attrezzature utilizzate dalla forza navale dell'organizzazione", si legge nella dichiarazione dell'esercito israeliano.

La nave Vulcano

E' arrivata nel porto egiziano di al Arish, a una quarantina di chilometri dal valico di Rafah, la nave Vulcano della Marina militare italiana. Partita da Civitavecchia l'8 novembre scorso, la nave è dotata di ambulatori, strumenti diagnostici e sale operatorie per curare i feriti in arrivo dalla Striscia di Gaza. L'equipaggio della nave è composto da 170 persone, di cui 30 della Marina militare specializzati nella gestione di emergenze sanitarie.

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Esteri

Ostaggi e tregua a Gaza, Israele attende risposta Hamas....

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Cosa prevede l'ultima proposta di Tel Aviv, Egitto fiducioso sui negoziati. Blinken: "Unico ostacolo all'accordo è Hamas"

Macerie a Gaza - Afp

E' previsto per la giornata di oggi l'arrivo al Cairo di una delegazione israeliana per ulteriori colloqui sugli ostaggi, mentre Israele ancora continua ad aspettare una risposta di Hamas all'ultima proposta di rilascio di ostaggi in cambio di tregua. "Stiamo ancora aspettando la risposta di Sinwar", ha detto una fonte israeliana, citata dal sito Walla, riferendosi al leader di Hamas a Gaza.

Secondo fonti citate da Channel 12, riprese da Times of Israele, il governo israeliano avrebbe inserito "drastiche" concessioni nell'offerta ad Hamas, ed un accordo potrebbe essere raggiunto velocemente se Hamas rinuncia alla richiesta della fine della guerra ed un completo ritiro delle forze israeliane da Gaza.

Tregua di 40 giorni e rilascio 'potenziale' di migliaia di prigionieri palestinesi: l'offerta

Ad Hamas è stato offerto un cessate il fuoco di 40 giorni e il rilascio "potenzialmente" di "migliaia" di prigionieri palestinesi in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani ancora a Gaza, ha reso noto ieri il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, durante una riunione del World Economic Forum a Riad. All'organizzazione palestinese è stata fatta "un'offerta molto generosa di un cessate il fuoco prolungato di 40 giorni, il rilascio di potenzialmente migliaia di prigionieri palestinesi in cambio del rilascio di questi ostaggi", ha detto Cameron.

Blinken: "Unico ostacolo all'accordo sul cessate il fuoco è Hamas"

E' ''Hamas l'unico ostacolo a un accordo sul cessate il fuoco'' nella Striscia, le parole ieri del Segretario di Stato americano Antony Blinken intervenendo al World Economic Forum e rivolgendo un messaggio a Hamas, al quale ha chiesto di ''decidere presto'' sulla proposta di accordo. La regione si trova ad affrontare ''probabilmente la peggiore crisi in Medio Oriente dal 1948'', ha sottolineato Blinken, ribadendo che gli Stati Uniti stanno ''cercando di porre fine al conflitto a Gaza e di garantire che non ci sia una escalation''.

Secondo Blinken ''Hamas ha davanti a sé una proposta straordinariamente generosa da parte di Israele. E in questo momento l'unica cosa che si frappone tra il popolo di Gaza e un cessate il fuoco è Hamas. Devono decidere e devono decidere in fretta. E spero che prenderanno la decisione giusta''.

Egitto "fiducioso" su negoziati

Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, si è intanto detto "fiducioso" riguardo la nuova proposta di tregua. "La proposta ha tenuto conto delle posizioni di entrambe le parti e ha cercato di ottenere moderazione", ha dichiarato Shoukry, mentre una delegazione di Hamas è arrivata al Cairo per colloqui.

Tribunale internazionale e possibili mandati d'arresto a funzionari israeliani e Netanyahu, i timori Usa

C'è però una crescente preoccupazione tra gli Stati Uniti e i suoi alleati che possibili mandati d'arresto emessi dal Tribunale penale internazionale nei confronti di funzionari israeliani possano far saltare un delicato equilibro mentre Israele si avvicina ad un accordo con Hamas, riporta il corrispondente da New York di Ynet, citando fonti informate.

Secondo quanto riferito domenica dal Times of Israel, che citava fonti del governo israeliano, Tel Aviv sta portando avanti un'azione concertata per sventare temuti piani da parte dell'organismo giuridico internazionale tesi ad emettere mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu ed altri alti esponenti del suo governo. Secondo le fonti, in particolare si temono incriminazione con cui Israele verrebbe accusato di "aver deliberatamente lasciato morire di fame i palestinesi a Gaza".

Israele avverte: "Paesi europei riconoscono Palestina? Premio a terroristi"

"Ogni dichiarazione" sulla possibilità che qualche Paese europeo riconosca lo Stato palestinese è "un premio per i terroristi di Hamas", avverte intanto su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, secondo cui "il mondo e l'Europa dovrebbero concentrarsi in questo momento sul rilascio immediato dei 133 rapiti e sulla distruzione dell’organizzazione terroristica Hamas". "Chi promuove un'agenda diversa - denuncia - fa il gioco di Hamas e ostacola gli sforzi per arrivare ad un accordo sulla liberazione dei sequestrati e un cessate il fuoco umanitario".

Le parole del portavoce arrivano dopo le dichiarazioni di ieri dell'Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, secondo cui "diversi Stati Ue riconosceranno Palestina entro fine maggio".

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Esteri

Ucraina, Russia perde 18mila disertori: fuga dal fronte sud

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Secondo Kiev, aumentano le diserzioni tra l'esercito invasore

Un soldato russo

La Russia alle prese con migliaia di disertori nella guerra in Ucraina. I soldati del distretto militare meridionale schierati da Mosca nella guerra iniziata oltre 2 anni fa stanno abbandonando i loro posti in numero crescente. Lo ha riferito l'intelligence militare ucraina (Hur), precisando che sono oltre 18.000 i militari dell'unità di Mosca che hanno disertato. I dati non sono verificabili in maniera indipendente. Né Ucraina né Russia, del resto, forniscono cifre chiare in relazione alle conseguenze del conflitto sui rispettivi schieramenti. Il motivo delle diserzioni, secondo Kiev, sarebbe da ricercare nel morale basso nelle truppe, problema ricorrente per le forze armate russe che combattono in Ucraina.

Tra i soldati che si defilano, circa 10.000 sono coscritti mobilitati e 2.000 sono invece soldati a contratto, ha aggiunto l'agenzia di intelligence militare. Il ministero della Difesa britannico, che monitora quotidianamente le operazioni, ha evidenziato all'inizio di aprile che le truppe russe in Ucraina sono composte principalmente da soldati a contratto e riservisti mobilitati alla fine del 2022, ma i coscritti sono spesso costretti a firmare contratti.

Nella 58esima armata russa di armi combinate, il tasso di diserzione è di circa 2.500 soldati, secondo la dichiarazione dell'agenzia. Kiev ha incoraggiato attivamente le truppe dell'esercito d'invasione russo a disertare o addirittura a passare dalla parte ucraina. Il servizio di intelligence militare ucraino ha lanciato una hotline nel settembre 2022 per aiutare i soldati russi disposti ad arrendersi.

Le diserzioni, ammesso che le cifre diffuse da Kiev abbiano un fondamento, non condizionano granché l'operatività della macchina militare russa. Mosca, d'altra parte, dispone di un 'serbatoio umano' decisamente più ampio rispetto a quello dell'Ucraina, che recentemente ha varato una nuova legge per mobilitare altri soldati e sta accendendo i riflettori gradualmente anche sui maschi adulti che hanno lasciato il paese e vivono in altri paesi europei.

Non c'è dubbio, cifre ufficiali o meno, che la Russia stia pagando un prezzo pesantissimo a livello di perdite. Le operazioni militari, soprattutto lungo il fronte orientale, procedono a ondate continue: le truppe ucraine fronteggiano assalti ripetuti, secondo una strategia del 'tritacarne' che appare ormai una prassi consolidata.

Secondo le cifre diffuse dall'Ucraina, Mosca ha perso 467.470 soldati dall'inizio della guerra: quasi mezzo milione di uomini. Secondo il rapporto dello stato maggiore di Kiev, la Russia ha perso anche 7.285 carri armati, 14.007 veicoli corazzati da combattimento, 16.109 veicoli e serbatoi di carburante, 11.985 sistemi di artiglieria, 1.051 sistemi di razzi a lancio multiplo, 778 sistemi di difesa aerea, 348 aerei, 325 elicotteri, 9.528 droni, 26 imbarcazioni e un sottomarino.

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Esteri

TikTok, von der Leyen: “Bandirlo in Ue? Non lo...

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La presidente della Commissione Europea: "Ne conosciamo esattamente la pericolosità"

TikTok - Fotogramma /Ipa

"Non è escluso". Così la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, candidata di punta del Ppe, risponde, a Maastricht durante il dibattito tra gli Spitzenkandidaten, alla domanda se l'Ue possa valutare di "vietare" TikTok, come si preparano a fare gli Usa, se ByteDance non disinvestirà completamente entro un anno. "La Commissione - continua - è stata la prima istituzione al mondo a vietare TikTok sui nostri telefoni aziendali. Quindi, per essere molto chiari, conosciamo esattamente la pericolosità di TikTok".

"Con tutti i problemi che ci sono in Europa, che hanno le famiglie italiane, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, spero ancora per poco, dice 'non escludo di mettere al bando Tik tok, di vietare, ho letto 3 volte per capire se stava scherzando. C'è un problema di sicurezza, lavoro, disoccupazione, guerre e la presidente della Commissione europea, non mia e spero ancora per poco dice: 'bandire Tik tok? Non lo escludo'", il commento del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, in un videomessaggio proprio su TikTok. ''Posso dire viva la libertà di pensiero e di parola, ovunque. L'Europa che ho in testa io non è quella dei tasse, divieti, regolamenti, bavagli, censure e guerre. Ursula viva la libertà'', conclude,

Il destino di TikTok negli Usa

Il destino negli Stati Uniti di Tik Tok è quanto mai incerto dopo che il Congresso ha approvato la legge, che Joe Biden oggi firmerà, che potrebbe portare a un bando del social media che ha 170 milioni di utenti nel Paese se la società proprietaria cinese, ByteDance, non troverà un acquirente americano entro nove mesi. Il presidente, prevede ancora la legge, potrebbe allungare di altri 90 giorni la scadenza.

Analisti ed esperti del settore americani ritengono però che in realtà potrebbero passare anche diversi anni prima che il possibile bando possa entrare in vigore, non solo perché ByteDance, come è scontato, avvierà una battaglia legale, invocando la violazione del primo emendamento che sancisce la libertà di espressione, che dovrà probabilmente passare tutti i gradi di giudizio, contro la misura.

La legge, bisogna ricordare, ha ottenuto un vasto sostegno bipartisan alla luce delle preoccupazioni del fatto che la proprietà cinese del social media così diffuso, e forte a livello sia economico che culturale negli Usa, possa essere utilizzato dal governo cinese per raccogliere dati sugli americani.

I congressisti non si sono fatti dissuadere dalle proteste arrivate ai loro uffici e centralini da parte di utenti di Tik Tok arrabbiati, o dalla campagna pubblicitaria avviata negli ultimi giorni dal social per garantire il sistema di sicurezza dei dati. E anche il fatto che Tik Tok ha denunciato che il Congresso abbia usato "un importante pacchetto di aiuti all'estero" per "coprire un divieto che calpesterà il diritto di espressione di 170 americani".

Secondo Isaac Boltannsky, della società di servizi finanziari Btig, il ricorso di ByteDance potrà arrivare entro il prossimo autunno e il caso arriverà di fronte alla Corte d'appello di D.C., ed a questo punto il conto alla rovescia dei nove mesi di scadenza sarà messo in pausa. Dopo la sentenza della Corte d'appello, la parte sconfitta sicuramente ricorrerà alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Questo significherebbe - spiega ancora Boltansky a Nbcnews - che il bando sarà bloccato ancora per un anno, rinviando la sua possibile entrata in vigore al 2026.

ByteDance non userà solo l'argomento in aula dell'incostituzionalità della misura, ma anche porterà avanti una campagna di lobbying, già avviata, per sottolineare come il bando avrà una ricaduta su settori chiave dell'economia, presentando studi che affermano che nel 2023 Tik Tok ha contribuito con 24, 2 miliardi al Pil Usa. E per fare questo può contare su un esercito di influencer: "dobbiamo fare rumore in modo che non ci tolgano la nostra voce", ha scritto sul social @dadlifejason che ha 13,8 milioni di follower.

Per quanto riguarda la ricerca di un possibile acquirente americano, che secondo la legge permetterebbe al social di continuare ad operare, anche su questo fronte lo scenario è complesso. Se grandi società Tech amerebbero mettere le mani sulla piattaforma, secondo Boltansky l'amministrazione Biden - per non parlare dei repubblicani, Donald Trump in testa, che odiano Big Tech - non ha interesse ad espandere ulteriormente il potere e l'influenza dei grandi social americani.

Nei mesi scorsi si era parlato della possibilità che emergessero nuovi attori, come la cordata che Steve Mnuchin, ex Goldman Sachs ed ex ministro del Tesoro di Trump, a marzo aveva detto che aveva intenzione di mettere insieme per comprare TikTok. E' stato riportato anche, dal Wall Street Journal, che l'ex Ceo di Activision, Bobby Kotick, starebbe cercando partner per l'acquisto.

C'e' poi la questione del prezzo: se ByteDance, che possiede altre società, vale centinaia di miliardi di dollari, Tik Tok varrebbe molto meno soprattutto, sottolineano gli esperti, se messo in vendita senza il suo prezioso algoritmo di raccomandazione. Ma è improbabile che ByteDance accetti qualsiasi tipo di vendita, con il governo cinese che anche mantiene questa posizione, considerando l'algoritmo del social un asset di sicurezza. E senza questo TikTok diventa molto meno attraente per i potenziali acquirenti.

La posizione di TikTok sulla legge Usa

"Questa legge incostituzionale impone il ban di TikTok e intendiamo contestarla in sede giudiziaria. Crediamo che i fatti e le normative vigenti siano dalla nostra parte e per questo avremo la meglio. Abbiamo investito miliardi di dollari per garantire la sicurezza dei dati degli utenti statunitensi e per proteggere la nostra piattaforma da influenze e manipolazioni esterne. L'attuazione di questo ban avrebbe effetti devastanti, compromettendo le attività di 7 milioni di imprese e limitando la libertà di espressione di 170 milioni di americani. Nonostante la sfida legale in corso, continueremo a investire e a innovare, assicurando che TikTok resti un luogo sicuro dove americani di ogni provenienza possano condividere le loro storie, trovare allegria e lasciarsi ispirare".

La società madre cinese di TikTok, ByteDance, ha intanto comunicato di non avere intenzione di vendere negli Usa. "Le notizie dei media stranieri secondo cui ByteDance sta esplorando la vendita di TikTok non sono vere", ha affermato la società con sede a Pechino in una dichiarazione su Toutiao, una piattaforma di social media di sua proprietà popolare nella Cina continentale.

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