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Milano, 70mila euro e 5 kg di droga nella soppressata: 2...
Milano, 70mila euro e 5 kg di droga nella soppressata: 2 arresti
In manette un 36enne e un 46enne albanesi
Due panetti di eroina ricoperti da soppressata calabrase e custoditi in doppi involucri sottovuoto all'interno di un box, in cui in totale sono stati sequestrati 5,2 chili di sostanza stupefacente. A ritrovarli sono stati gli agenti della squadra investigativa del commissariato Garibaldi-Venezia di Milano, che mercoledì 24 aprile hanno arrestato un 36enne e un 46enne albanesi per detenzione ai fini di spaccio in concorso.
I poliziotti martedì pomeriggio, a seguito di un'attività anti-droga, hanno individuato due uomini, soliti detenere droga in casa. I due, a bordo di un'auto, che era oggetto di una denuncia per appropriazione indebita, sono stati in diversi negozi della zona, prima di rientrare a casa.
Il giorno successivo gli agenti hanno notato il 36enne che, a bordo dell'auto, si dirigeva in un box di via Benefattori dell’Ospedale. E lì, alla vista delle forze dell'ordine, ha cercato di chiudere la saracinesca. All’interno del box sono state trovate delle confezioni sottovuoto per un peso totale di 5,2 chili di eroina: un paio di panetti erano stati ricoperti con soppressata calabrese in doppi involucri sottovuoto.
Nell'appartamento che l'uomo condivideva con il 46enne, che era in casa quando i poliziotti sono entrati, sono stati trovati 65mila euro in una busta sul letto. Inoltre, in un giubbino riposto nell’armadio, sono stati sequestrati altri 300 euro, mentre 4mila euro erano nel comodino. Accanto al letto c'era una macchina professionale conta banconote, una macchina per il sottovuoto e altro materiale per il confezionamento. Lo fa sapere la questura di Milano in una nota.
Politica
Strette di mano e abbracci, a Napoli scatta la pace tra...
L'ex sottosegretario si è presentato, non invitato, alla presentazione di un libro di cui il ministro della Cultura ha scritto la prefazione
Si stringono la mano, si abbracciano, alla fine escono assieme. A Napoli scatta l'inattesa e imprevista pace tra il ministro della Cultura, Gennaro Sanguliano e il candidato di Fdl alla circoscrizione Sud, nonché ex sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che a febbraio si è dimesso dall'incarico per conflitto di interessi dopo aver ricevuto dall’Antitrust l’avviso di un’indagine in corso sull’incompatibilità tra la sua attività di sottosegretario e una serie di prestazioni autonome retribuite. L'indagine era stata avviata dopo che il ministero della Cultura aveva ricevuto una denuncia anonima sui presunti illeciti del sottosegretario e l’aveva trasmessa a ottobre all’Antritrust stessa.
Ora, il disgelo: lo stesso Sgarbi si è presentato, non invitato, al Real Albergo dei poveri 'Palazzo Fuga', alla sala convegni della palestra Kodokan, per la presentazione del libro 'Un sogno American - l’inizio', scritto da Vincenzo Rochira, con prefazione del ministro Sangiuliano. Prima dell'inizio della presentazione il ministro della Cultura ha invitato Sgarbi ad abbracciarlo, mentre Sgarbi ha esclamato: "La pace di Napoli".
L'augurio del ministro
"Auspico che in Europa possano andare Vittorio Sgarbi e Raffaella Docimo. Non sono qui per fare campagna elettorale ma lo auspico perché sono due competenze importanti, ciascuno nel proprio ambito”, ha detto Sangiuliano, durante la presentazione.
Tra i relatori anche Raffaella Docimo (nella foto sotto con il ministro), candidata per Fdl alla Circoscrizione Sud delle Europee. “L’Europa è la fede, noi crediamo tutti nel valore dell’Europa, però l’Europa unita dev’essere prima un’unità culturale e poi può essere un’unità burocratico-amministrativo, ma se l’Europa non ha una base valoriale, un’esaltazione della storia comune non è più un’unità ma una mera burocrazia, un insieme di mere procedure amministrative e questo non va bene. Dev’essere un’Europa di cultura, di popoli e di spirito”, ha aggiunto Sangiuliano.
Sgarbi: "Amicizia ritrovata"
"E' una bella giornata di amicizia ritrovata", ha esordito Sgarbi con il ministro Sangiuliano seduto affianco. "In questa bella giornata ci siamo riabbracciati dopo 7 mesi con il ministro della Cultura", ha poi proseguito il critico d'arte dal palco. "Non avevamo litigato ma eravamo contrapposti rispetto al fatto che un sottosegretario nelle sue funzioni, con deleghe abbastanza strette, perché lui è un ministro espansivo, in tutti i sensi, potesse fare conferenze e raccontare l'arte, mi è stato proibito dall'Antitrust e mi sono dimesso. Da questo deriva anche la riconoscenza del Presidente del Consiglio che non mi ha dovuto dimettere smentendo la sua scelta di farmi sottosegretario dell'amico Sangiuliano".. Oggi altra bella giornata perché compio gli anni. Ho visto che il ministro ha detto le stesse parole che volevo dire, il libro è ben scritto. Napoli è un luogo di felicità, io sono napoletano d'elezione, è la mia città di natura", ha concluso Sgarbi.
Spettacolo
Lite con Gruber, Mentana: “Ci scusiamo, ma accusati...
Il racconto a fine telegiornale
"Vi racconteremo alla fine" del Tg "il lieto fine delle baruffe interne a questa rete". Con queste parole il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, dopo aver annunciato i temi dell'edizione delle 20, ha dato appuntamento ai telespettatori alla fine del telegiornale per 'raccontare' l'esito dello scontro avuto con Lilli Gruber, nato da uno 'sforamento' dei tempi del Tg che aveva ritardato l'inizio del programma 'Otto e mezzo', al quale sono seguite polemiche, oggi tema anche di una nota ufficiale della rete.
Il lieto fine della lite con Gruber
Enrico Mentana ha letto, poi, il comunicato dell'azienda Cairo e ha ripetuto la polemica è nata da un'accusa che non è stata vera, di aver sforato troppo - "ho letto ancora una volta in tante parti un quarto d'ora di sforamento" - e, invece, dice "non è stato così", il "telegiornale non sfora mai più di cinque minuti". "Non accusiamo nessuno, ma non vogliamo neanche essere accusati" ha concluso il direttore del Tg La7 Mentana.
Esteri
Robert Kennedy Jr, Nyt rivela: aveva un verme nel cervello
Il candidato indipendente alle presidenziali americane racconta di quando ebbe problemi cognitivi a causa del "parassita" nella sua testa
Il candidato indipendente alle presidenziali americane, Robert F. Kennedy Jr, ha raccontato che una volta un verme gli entrò nel cervello e ne mangiò una parte. A rivelare questa vicenda è il New York Times, secondo cui il 70enne Kennedy rilasciò questa dichiarazione durante una deposizione del 2012 nella procedura di divorzio dalla sua seconda moglie Mary Richardson Kennedy, morta suicida in quello stesso anno.
In quella deposizione Robert F Kennedy Jr spiegò che la sua capacità di guadagno si era ridotta a causa di problemi cognitivi, iniziati due anni prima con episodi di perdita di memoria e annebbiamento mentale. Aveva quindi contattato neurologi che gli avevano diagnosticato un tumore, ma un altro medico arrivò a una conclusione diversa, ritenendo che i suoi disturbi "fossero causati da un verme che mi era entrato nel cervello, ne aveva mangiato una parte e poi era morto".
Il figlio dell'ex procuratore generale ed ex senatore degli Stati Uniti Robert F. Kennedy, e nipote dell'ex presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy e dell'ex senatore Ted Kennedy, ha dichiarato durante la deposizione che gli era stato diagnosticato un avvelenamento da mercurio. Al New York Times si è detto convinto che l'avvelenamento fosse stato causato dalla sua dieta che includeva molto tonno, che contiene livelli molto più elevati di mercurio rispetto ad altri pesci.