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Attacco Israele all’Iran, cosa è successo e cosa...

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Attacco Israele all’Iran, cosa è successo e cosa dicono gli Usa

Coa sappiamo finora del raid avvenuto nella notte

L'attacco israeliano in Iran

Un attacco 'limitato' con droni nella città del centro dell'Iran che ospita una base aerea ma anche siti nucleari, fabbriche per la produzione militare e da dove, soprattutto, sabato scorso è partito il raid iraniano con il lancio di centinaia di missili su Israele. Questa sarebbe la risposta di Tel Aviv a Teheran, risposta che tuttavia non ha ancora conferme ufficiali da parte dello Stato Ebraico. Ma cosa è successo? Ecco, nel dettaglio, quello che sappiamo finora.

Cosa è successo

Israele avrebbe lanciato nella notte l'operazione colpendo una base a Isfahan, hanno riferito stamane funzionari americani citati dalla Cnn e dal New York Times. Secondo l'agenzia spaziale iraniana, le difese aeree iraniane avrebbero quindi abbattuto tre droni presumibilmente lanciati dallo Stato Ebraico: "Hanno detto che abbiamo lanciato 500 droni e missili suicidi, ora rispondono con tre di questi droni, che sono stati tutti abbattuti", le parole su X dell portavoce dell'agenzia Hossein Dalirian. Le difese aeree iraniane, oltre a Isfahan, sono entrate in azione anche a Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran, ha indicato l'agenzia di stampa Fars, legata ai Guardiani della Rivoluzione. La situazione a Tabriz, sottolinea la Fars, ora è "completamente calma". La Fars, inoltre, riporta che tre esplosioni sono state udite vicino a una base dell'esercito iraniano a nord-est di Isfahan, precisando che la difesa aerea ha risposto alla presenza di un "piccolo oggetto sospetto" che volava sopra la città. Stando all'agenzia, si ritiene che un possibile target fosse una postazione radar. Fonti locali hanno riferito stamane di un'esplosione e, secondo l'agenzia, è stato confermato che è stata provocata dalla difesa aerea della Repubblica islamica.

Nessun danno è stato causato nell'attacco, ha detto intanto alla tv di stato iraniana Siavosh Mihandoust, comandante dell'esercito iraniano, aggiungendo che il rumore sentito durante la notte a Isfahan era dovuto ai sistemi di difesa aerea che avevano preso di mira un "oggetto sospetto". I media iraniani hanno inoltre diffuso immagini di questa mattina minimizzando i danni.

Gli impianti nucleari della città sono "completamente sicuri", ha riferito quindi l'agenzia di stampa Tasnim citando "fonti affidabili". Anche l'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha confermato che non si sono registrati danni nei siti nucleari iraniani. Su 'X' l'Aiea ha quindi rivolto un appello alla ''moderazione estrema'' e spiegando che sta ''monitorando la situazione da vicino''.

Perché il raid su Isfahan

Ma perché il raid a Isfahan? Importanti siti nucleari, una grande base aerea e fabbriche associate alla produzione di droni e di altro equipaggiamento militare: è per la presenza di tutte queste strutture che Israele nella notte avrebbe colpito la città. Nell'area di Zedenjan, a sudest della città, si trovano i siti per la conversione dell'uranio, che invece viene arricchito negli impianti di Natanz, nella stessa provincia.

Nell'impianto di Ishafan, costruito a partire dal 1999, operano tre piccoli reattori di ricerca nucleare forniti dai cinesi e viene gestita la produzione di combustibile e altre attività per il programma nucleare civile dell'Iran. A Isfahan si trova anche un'importante base aerea che ospita la vecchia flotta di F-14 Tomcat di fabbricazione americana, acquistati prima della rivoluzione islamica del 1979. Secondo alcune ipotesi iniziali, l'obiettivo dell'attacco potrebbe essere stato una struttura radar della base.

A Isfahan e intorno alla città si trovano inoltre altre siti di produzione di armi. Nei mesi scorsi, un attacco attribuito a Israele e condotto, come quello di oggi, con droni, avrebbe colpito un impianto per la produzione avanzata di armi.

Israele

Se nessuna conferma da Israele è ancora arrivata, il ministro della Sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben Gvir ha però criticato su 'X' l'attacco israeliano contro l'Iran utilizzando un termine che può essere tradotto come ''debole'', ''zoppo''. Ovvero per indicare che la reazione israeliana al lancio di missili e droni da parte dell'Iran è stata limitata.

L'attacco israeliano contro il territorio iraniano aveva come obiettivo quello di ''mandare un segnale all'Iran che Israele ha la capacità di colpire all'interno del Paese'', ha intanto dichiarato un funzionario israeliano al Washington Post, confermando che le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno condottoil raid all'interno dell'Iran come rappresaglia.

Il ruolo degli Usa

Prima di attaccare, Israele avrebbe avvertito gli Stati Uniti sulla possibilità di una risposta all'Iran nelle successive 24-18 ore, ma gli americani non sono stati coinvolti nell'operazione, scrive l'emittente Nbc citando ''una fonte ben informata''. Due funzionari citati a condizione di anonimato da Bloomberg hanno poi affermano che ieri Israele aveva avvisato gli Stati Uniti che intendeva attaccare entro uno o due giorni successivi.

"Gli Stati Uniti non sono stati coinvolti in nessuna operazione", ha poi detto Antony Blinken, rispondendo ad una domanda sull'attacco israeliano, rifiutandosi però di dire se e quando gli Stati Uniti sono stati avvisati. "Il nostro lavoro è per la de-escalation", ha aggiunto.

"Gli Usa sono stati informati all'ultimo minuto (da Israele, ndr), ma non c'è stata condivisione da parte degli Stati Uniti, è stata una mera informazione", ha quindi dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, nel corso della conferenza stampa finale del G7 Esteri a Capri.

Ue: "Nessuna conferma da Israele, segnali di de-escalation"

"Siamo al corrente di notizie che indicano che qualcosa può essere successo" in Iran, "ma non abbiamo visto alcuna conferma ufficiale di un presunto attacco" da parte di Israele. "Al contrario, vediamo segnali che indicano una de-escalation, una cosa che l'Ue chiede", ha detto quindi il portavoce dell'Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

"Due giorni fa - continua - i leader dell'Ue a Bruxelles hanno lanciato un appello molto chiaro a tutte le parti nella regione affinché si astengano da un’ulteriore escalation. Hanno chiesto moderazione e questo appello rimane pienamente valido anche oggi. Chiediamo a tutti nella regione di prevenire un’ulteriore escalation, di esercitare la massima moderazione, in una situazione già molto molto instabile e di tornare a risolvere i problemi attuali".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Spettacolo

Tornano i ‘Co’Sang’, live a Napoli il...

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I due padri dello street rap italiano saliranno sul palco di piazza del Plebiscito per un live in un luogo simbolo della loro città

Tornano i 'Co'Sang', live a Napoli il 17/09

A 12 anni da quando le loro strade si sono separate, i Co’Sang hanno deciso di mettere fine all’attesa. Il 17 settembre, Luchè e Ntò, considerati i padri dello street rap italiano, saliranno sul palco di piazza del Plebiscito, a Napoli, per un live nel luogo simbolo della loro città. L’annuncio è arrivato con un corto che porta la firma del duo di Marianella, raccontando la storia di quello che succedeva 'Int’o Rione' e che accade oggi, con il modo di rappresentare la realtà.

I Co’Sang, da sempre legati alle proprie radici, sono stati i primi rapper partenopei a valicare i confini di Napoli per arrivare in tutta Italia. Lo speciale evento è prodotto e distribuito da Vivo Concerti. Le prevendite saranno disponibili online da domani alle 14 e nei circuiti di vendita autorizzati dall'8 maggio alle 14.

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Cronaca

Tutto pronto per l’Oscar Italiano del Cicloturismo, meno 30...

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Tutto pronto per l’Oscar Italiano del Cicloturismo, meno 30 al via

Fra un mese - il 1° giugno, alla vigilia della Giornata Mondiale della Bicicletta di lunedì 3 - verrà assegnato l'Oscar Italiano del Cicloturismo 2024, la nona edizione del premio che va ogni anno alle vie verdi delle Regioni che promuovono la vacanza su due ruote e il turismo lento. E mancano pochi giorni alla scadenza del 10 maggio, ultimo giorno utile perché le Regioni possano inviare le candidature delle 'greenways' sul loro territorio (regolamento e iscrizioni: sul sito Green Road Award Oscar 2024 sezione Partecipare).

Al Comitato organizzativo del premio sono, intanto, arrivate diverse proposte: tra le prime regioni a candidare le proprie ciclovie Lazio, Veneto, Liguria, Basilicata, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e la Provincia Autonoma di Trento, più volte premiata negli anni per la convinta adesione a una forma di turismo che non smette di raccogliere nuovi appassionati e macinare record: 56 milioni di presenze cicloturistiche lo scorso anno, il 6,7% delle presenze complessive in Italia, secondo il Rapporto 'Viaggiare con la bici 2024', realizzato da Isnart, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche e Legambiente, con un impatto economico diretto stimabile in oltre 5,5 miliardi di euro al 2023, in crescita del 35% sul 2022 e del 19% sul 2019.

Naturalmente l’Oscar Italiano del Cicloturismo non è una gara, ma ha lo scopo di spronare le amministrazioni locali a valorizzare i propri percorsi eccellenti e promuovere gli investimenti nelle vacanze a due ruote creando nuovi flussi di turismo alto spendenti sui territori durante tutto l’anno. Un turismo che contribuisce al miglioramento della qualità della vita, incidendo sulla conservazione del suolo pubblico e sullo sviluppo economico, sociale e turistico, portando anche alla creazione di nuovi posti di lavoro, utili a riportare i giovani nei territori di origine offrendo nuove opportunità. “Il turismo in bicicletta, oggi, in Italia, non si può più considerare un fenomeno di nicchia e questo accade anche grazie alla nostra iniziativa” dice Ludovica Casellati, presidente di giuria e ideatrice del premio.

Fervono, intanto, i preparativi per l’evento di premiazione che si terrà nell’ambito di una tre giorni tra Lucca e Viareggio, le terre di Giacomo Puccini – di cui quest’anno ricorre il centenario della morte – che dà il nome anche alla medaglia d’oro dello scorso anno, la Ciclopedonale Puccini, prima ciclovia musicata che, fra tradizione e innovazione, raccoglie il patrimonio culturale e naturale tra Lucca e la Versilia, raccontando la vita e i luoghi del grande compositore. La cerimonia del 1° giugno sarà preceduta il 31 maggio da un Bike Forum con esperti di cicloturismo e, soprattutto, amministratori e operatori turistici locali per un momento di formazione e scambio di esperienze. Ogni regione può candidare fino a due vie verdi. 1°, 2° e 3° premio verranno assegnati alle green road con criteri di eccellenza e il punteggio più alto secondo vari parametri (progettazione, costruzione, promozione, segnaletica, servizi green, ecc). È prevista, inoltre, la menzione speciale di Legambiente e la giuria, a sua discrezione, può decidere di assegnare altre menzioni qualora le candidature presentate lo rendessero significativo. Ogni ciclovia può essere ricandidata più volte, secondo il grado di sviluppo raggiunto negli anni.

I vincitori assoluti dell’Oscar Italiano del Cicloturismo delle passate edizioni sono: nel 2015, l’Umbria con la ciclovia “Assisi-Spoleto-Norcia”; nel 2016, il Friuli Venezia Giulia con “L’Alpe Adria”: nel 2017, il Veneto con “La Ciclovia dell’Amicizia”; nel 2018 la Lombardia con “La Ciclovia del Fiume Oglio”; nel 2020, è stata la volta dell’Abruzzo che ha vinto con “Bike to Coast”; nel 2021 un inedito ex aequo ha visto al primo posto la Calabria con “La Ciclovia dei parchi” insieme alla Provincia Autonoma di Trento con la “Green Road dell’Acqua”. Nel 2022 l’Emilia Romagna con il “Grand Tour della Valle del Savio” e lo scorso anno, appunto, la Toscana con la Ciclopedonale Puccini.

La giuria del premio è composta da personalità di spicco nel campo del giornalismo, opinion leader, partner, personalità dei settori bike, ambiente, ospitalità e turismo: Monsignor Liberio Andreatta (Fondazione Fs), Bernabò Bocca (Federalberghi), Peppone Calabrese (Linea Verde Rai), Antonio Dalla Venezia (Fiab-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), Diana de Marsanich (Natural Style), Alfredo di Giovampaolo (Rainews), Maria Giaconia (Gruppo Fs Italiane), Maria Rita Grieco (Rai Tg1), Ivana Jelinic (Enit), Marina Lalli (Federturismo Confindustria), Beniamino Quintieri (Istituto per il Credito Sportivo), Enrico Rondoni (Mediaset Tg5), Guido Rubino (Cyclinside), Alessandra Schepisi (Radio 24), Silvia Squizzato (Rai Tg2), Antonio Ungaro (Federazione Ciclistica Italiana), Sebastiano Venneri (Legambiente). Presidente della giuria Ludovica Casellati, ideatrice del premio, direttore di viagginbici.com e founder di Luxury Bike Hotels.

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Salute e Benessere

Studio, immunoterapia a 2 braccia funziona su artrite...

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Studio, immunoterapia a 2 braccia funziona su artrite reumatoide

Una rivoluzione per la terapia dell’artrite reumatoide. Potrebbe arrivare dai risultati di una ricerca italo-tedesca pubblicata su 'Nature Medicine' e siglata dal gruppo della professoressa Maria Antonietta D’Agostino, direttore della Uoc di Reumatologia della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e ordinario di Reumatologia all’Università Cattolica, e del professor Georg Schett, dell’Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga (Fau).

Lo studio ha esplorato un nuovo possibile approccio terapeutico a questa malattia autoimmune, che consiste nell’organizzare una sorta di appuntamento al buio tra le cellule B e le cellule T, le due protagoniste della risposta immunitaria. L'incontro si conclude con l’eliminazione delle cellule B malate (cioè quelle che producono gli anticorpi responsabili dell’infiammazione e della distruzione delle articolazioni), da parte delle cellule T suppressor. A organizzare questa sorta di 'imboscata immunitaria' è il blinatumomab (o Blina), un immunoterapico già usato per il trattamento di alcuni tumori del sangue. Nel caso dell’artrite reumatoide il suo impiego è sperimentale, ma in questa ricerca ha ottenuto un effetto straordinario e inedito sul piano del risultato terapeutico.

"Nei sei pazienti con artrite reumatoide multi-resistente al trattamento (tra i quali anche una paziente italiana), ai quali è stato somministrato in via compassionevole e sperimentale Blina - spiega D’Agostino - il farmaco ha prodotto un rapido declino dell’attività di malattia, riducendo il livello di anticorpi circolanti e migliorando l’infiammazione dei tessuti sinoviali, come abbiamo documentato all’ecografia, alla Fapi-Pet-Tac e con l’analisi trascrittomica dell’infiammazione della membrana sinoviale. La terapia è stata molto ben tollerata: i pazienti hanno presentato solo un temporaneo rialzo della temperatura alla prima infusione, ma nessun segno di sindrome da rilascio delle citochine". Sofisticate analisi di laboratorio (come la citometria a flusso ad alta dimensione) hanno confermato che il miglioramento clinico è dovuto ad un reset immunitario, consistente nell’eliminazione delle cellule B ‘cattive’ (cioè con la memoria ‘attivata’ a produrre continuamente auto-anticorpi), che vengono rimpiazzate da cellule B ‘buone’.

"Questi risultati, molto promettenti per l’entità della risposta e la tollerabilità del farmaco - commenta D’Agostino - suggeriscono la potenziale utilità di questo approccio terapeutico nelle forme più gravi di artrite reumatoide, resistenti alla terapia. Potrebbe essere l’inizio di una nuova era di trattamento per altre malattie autoimmuni mediate dalle cellule B, dal lupus, alla sclerodermia. La via del T-cell engager per distruggere i linfociti B, produttori di auto-anticorpi, che mantengono lo stato di attività di malattia e responsabili della mancata risposta ai farmaci attualmente utilizzati, potrebbe dunque portare a una nuova maniera di aggredire le patologie autoimmuni, sfruttando l’azione del nostro stesso sistema immunitario. È lo stesso concetto utilizzato dalla terapia con Car-T, nella quale i linfociti T vengono ‘attivati’ per distruggere i linfociti B auto-reattivi”.

Il Blina è un anticorpo monoclonale bispecifico, cioè ‘a due braccia', una forma di immunoterapia che provoca la distruzione delle cellule B ad opera delle cellule T suppressor, facilitandone l’incontro. È insomma un farmaco ‘facilitatore’, che avvicina tra loro queste due categorie di cellule, rendendo più efficace l’eliminazione da parte linfociti T nei confronti delle cellule B ‘deviate’, cioè con la memoria bloccata nella produzione incontrollata di anticorpi rivolti contro le articolazioni, nel caso dell’artrite reumatoide.

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