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Gaza, Biden a Egitto e Qatar: serve pressing su Hamas per...

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Gaza, Biden a Egitto e Qatar: serve pressing su Hamas per accordo

Domani nuovo round di negoziati, c'è anche il Mossad. Biden a Egitto e Qatar: serve pressing per accordo. Israele recupera il corpo di un ostaggio in un raid a Khan Younis

Civili a Gaza

Una delegazione di Hamas si recherà al Cairo domani per discutere gli sviluppi dell'accordo di cessate il fuoco. La delegazione sarà guidata da Khalil al-Hayya,viene annunciato in una dichiarazione in cui si ribadisce che Hamas non devierà dalle sue richieste, che comprendono il cessate il fuoco permanente, il ritiro dei militari israeliani da Gaza e il ritorno alle proprie case dei palestinesi costretti a fuggire.

Il governo israeliano, che afferma che l'obiettivo della campagna militare che conduce da sei mesi a Gaza è la distruzione di Hamas, rifiuta queste condizioni. I negoziati così sono in stallo da settimane, dopo che è fallito il tentativo dei mediatori di ottenere un accordo per il cessate il fuoco e lo scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi prima dell'inizio del Ramadan.

La notizia della partenza della delegazione era stata data da al Jazeera, citando una fonte di Hamas secondo la quale ci sono stati intensi contatti tra il capo di Hamas Ismail Haniyeh e i mediatori per riprendere i negoziati al Cairo e che Haniyeh ha assicurato ai mediatori che qualsiasi round di negoziati dovrebbe iniziare sulla base di un cessate il fuoco permanente.

Biden a Egitto e Qatar: serve pressing su Hamas per accordo

Secondo quanto ha riferito a 'The Times of Israel' un alto funzionario dell'amministrazione americana, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe scritto ai leader di Egitto e Qatar, invitandoli a fare pressione su Hamas affinché il gruppo palestinese accetti un accordo sugli ostaggi con Israele. Il funzionario, che ha parlato a condizione di anonimato, ha affermato che il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden incontrerà lunedì i familiari di alcuni dei circa 100 ostaggi che si ritiene siano ancora a Gaza.

Pressing Usa su Israele

Le comunicazioni al presidente egiziano Abdel Fattah el-Sissi e all'emiro al potere del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, sono state inviate mentre Biden ha mandato il direttore della Cia Bill Burns al Cairo per colloqui questo fine settimana sulla crisi degli ostaggi. Al meeting dovrebbero prendere parte il capo del Mossad, David Barnea, ed alti funzionari di Qatar ed Egitto sul rilascio degli ostaggi ed il cessate il fuoco a Gaza, come ha indicato su X il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando una fonte a conoscenza della notizia.

I funzionari della Casa Bianca hanno detto che negoziare una pausa nei combattimenti tra Israele e Hamas per facilitare lo scambio di ostaggi detenuti a Gaza con prigionieri palestinesi detenuti in Israele è l'unico modo per mettere in atto un cessate il fuoco temporaneo e aumentare il flusso di aiuti umanitari disperatamente necessari nel territorio. Gli alti funzionari dell'amministrazione affermano che Biden ha discusso dell'imminente round di colloqui con gli ostaggi al Cairo questo fine settimana con il primo ministro Benjamin Netanyahu durante la telefonata avvenuta giovedì.

Prosegue dunque il pressing di Washington affinché Israele agisca dando la priorità alla tutela dei civili nella Striscia di Gaza, in un clima ad altissima tensione dopo il raid che ha provocato la morte di sette operatori dell'ong World Central Kitchen (Wck). "Mentre Israele conduce qualsiasi operazione contro Hamas, deve rendere prioritaria la protezione dei civili, la deve rendere il principale lavoro", ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken ricordando che nella telefonata di giovedì "il premier Netanyahu ha indicato al presidente Biden che Israele adotterà ulteriori cambiamenti nelle sue procedure in modo che chi fornisce assistenza a chi è in disperato bisogno sia protetto". "Osserveremo con grande attenzione quali saranno queste misure, come si raggiungerà un miglior deconfliction, un miglior coordinamento in modo che i cooperanti siano protetti", ha detto ancora il segretario di Stato, ribadendo che la protezione dei civili "deve essere una priorità e le operazioni militari devono essere costruite intorno ad essa, non il contrario".

Pelosi e altri 37 dem chiedono stop armi a Israele

Intanto Nancy Pelosi si unisce alla richiesta di decine di esponenti della sinistra dem che chiedono all'amministrazione Biden di fermare il trasferimento di armi ad Israele dopo il raid in cui sono stati uccisi sette operatori umanitari a Gaza. "Alla luce del recente raid contro i cooperanti e al continuo peggiorare della crisi umanitario, crediamo che sia ingiustificabile approvare questo trasferimento di armi" si legge nella lettera firmata dall'ex Speaker democratica e da altri 37 deputati.

La lettera, che segna un significativo allontanamento della tradizionale politica filoisraeliana dei democratici, fa riferimento al recente ok dato dal dipartimento di Stato a circa 2mila bomba e nuovi caccia destinati ad Israele, il cui invio era stato già autorizzato dal Congresso. Riguardo all'inchiesta sulla dinamica del raid contro il team della Ong World Central Kitchen, nel quale vi era anche un cittadino americano, la lettera afferma: "Se si stabilirà che il raid ha violato le leggi Usa o internazionali, vi chiediamo di continuare a bloccare questi trasferimenti di armi fino a quando i responsabili non saranno portati davanti alla giustizia".

Interpellata da Axios riguardo alla sua decisione di aderire all'appello, Pelosi ha affermato che "il governo israeliano deve permettere l'ingresso di aiuti salva vita per le famiglie innocenti di Gaza e garantire il passaggio sicuro a chi consegna questi aiuti. La fame non può essere usata come arma di guerra".

Idf e Shin Bet eliminano alto funzionario sicurezza interna di Hamas

Le forze di sicurezza israeliane - esercito e Shin Bet - hanno ucciso Akram Abdel Rahman Hossein Salama, un membro anziano dell'apparato di sicurezza interna di Hamas, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha riferito l'Idf, aggiungendo che Salama ha ricoperto diverse posizioni chiave nell'organizzazione terroristica, incluso quello di vice capo del distretto di Khan Younis. Nell'ambito della sua posizione, è stato coinvolto nella pianificazione e nell'esecuzione di importanti attacchi terroristici nella Striscia di Gaza e in Israele.

Recuperato corpo senza vita ostaggio, è stato ucciso dalla Jihad Islamica

Il corpo senza vita dell'ostaggio israeliano Elad Katzir è stato recuperato nel corso di un raid notturno a Khan Yunis e riportato in Israele. Ad annunciarlo è stato l'esercito israeliano. Katzir era stato prelevato dai terroristi nel kibbutz Nir Oz il 7 ottobre. In un messaggio congiunto l'Idf e lo Shin Bet hanno annunciato che, secondo fonti di intelligence credibili, Katzir è stato assassinato dalla Jihad islamica palestinese. Dopo l'identificazione del corpo, la notizia è stata annunciata alla famiglia. Durante l'attacco del 7 ottobre, assieme a Katzir era stata sequestrata la madre, poi rilasciata il mese successivo. Il padre era invece stato ucciso quello stesso giorno. Katzir era comparso in un video di propaganda della Jihad Islamica diffuso a dicembre e ancora all'inizio di gennaio. L'operazione di recupero del corpo è stata effettuata sulla base delle informazioni fornite dallo Shin Bet e dall'Idf.

Almeno 33.137 palestinesi morti a Gaza

Almeno 33.137 palestinesi sono stati uccisi e 75.815 feriti negli attacchi israeliani a Gaza dal 7 ottobre. Lo riferisce il ministero della Sanità della Striscia, aggiungendo che 46 palestinesi sono stati uccisi e 65 feriti nelle ultime 24 ore.

Colpite postazioni Hezbollah in Libano

Le Forze di difesa israeliane hanno sferrato raid contro postazioni Hezbollah nelle regioni di Ayta ash-Shab, Arnoun e Tayr Harfa, nel Libano meridionale, mentre proseguono gli attacchi di Hezbollah contro il nord di Israele. A darne notizia è il Times of Israel citando l'Idf. I militari hanno anche colpito aree nei pressi di Aalma ash-Shab con il fuoco dell'artiglieria per rimuovere "elementi che rappresentavano una minaccia".

Siria, ordigno sul ciglio strada: 7 bambini uccisi

Sette bambini sono rimasti uccisi nell'esplosione oggi di un ordigno sul ciglio della strada nella provincia meridionale siriana di Daara. Lo riportano i media statali. Una radio locale, Sham Fm radio, ha riportato la notizia di successive esplosioni avvertite nelle vicinanze della capitale Damasco.

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Politica

Sangiuliano, Piantedosi e Valditara i ministri più social:...

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Ma su Facebook Salvini batte tutti con una media giornaliera di 6,2 post

Sangiuliano, Piantedosi e Valditara

Il podio del coinvolgimento social dei ministri vede in testa Gennaro Sangiuliano seguito da Matteo Piantedosi e Giuseppe Valditara, sono i ministri che hanno pubblicato più post negli ultimi tre mesi. E' quanto emerge dall'analisi di Arcadia sulle conversazioni online da parte dei ministri e la polarizzazione generata tra i follower e tra gli utenti.

Nel mese di aprile, per le pagine Facebook "è curioso sottolineare almeno tre aspetti. Il primo riguarda l’account del ministro della Giustizia, Carlo Nordio che pur non pubblicando neanche un contenuto ad aprile è comunque cresciuto di oltre 2.100 nuovi follower. Il secondo, invece, ci arriva dalla pagina di Matteo Salvini che ha postato in assoluto più di tutti con 187 contenuti, ovvero una media giornaliera di 6,2 post. Terzo e ultimo, riguarda la pagina del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che continua a incassare una percentuale di engagement a due cifre, questo mese è del 10%".

Passando alle performance dei ministri su Instagram, "in questo mese che stiamo mettendo in archivio, è interessante evidenziare la crescita di coinvolgimento ottenute dagli account di Antonio Tajani, che si prende una percentuale di interazione al post del 3,4% e di Alessandra Locatelli con un engagement del 5,3%. Su X a calamitare in modo consistente l’attenzione dei follower è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi che con il 7,4% ha incassato la percentuale più ampia di engagement. A pubblicare più post invece ci sono i ministri Gennaro Sangiuliano, con 137 contenuti e Adolfo Urso con 107 post. Sul podio mensile del coinvolgimento risalgono, come è già accaduto a marzo seppur con percentuali diversi i ministri Gennaro Sangiuliano, Matteo Piantedosi e Giuseppe Valditara".

"Nel monitoraggio delle menzioni online e della propensione al coinvolgimento nel dibattito, si rinnova lo schema dei mesi precedenti con la leadership incontrastata di Matteo Salvini che questo mese incassa oltre 38 mila menzioni. A completare il podio, troviamo, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che di citazioni online ne raccoglie 36. e il ministro del Turismo Daniela Santanchè, che ne ottiene 14.900".

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Esteri

Attacco Houthi a nave cargo nel Mar Rosso, nave Fasan della...

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E' accaduto nella tarda mattinata nei pressi dello stretto di Bab El Mandeb

Miliziano Houthi - Fotogramma

Nella tarda mattinata di oggi la fregata Virginio Fasan della Marina Militare, impegnata nella protezione ravvicinata di un mercantile commerciale europeo nell’ambito dell’Operazione Eunavfor Aspides, ha abbattuto un drone nel Mar Rosso, in prossimità dello stretto di Bab El Mandeb. Il drone, dalle caratteristiche analoghe a quelli già usati in precedenti attacchi degli Houthi, si trovava a circa 5 chilometri dalla nave italiana, in direzione del mercantile scortato.

Attacchi complessi con missili e droni si erano già verificati durante la mattinata, sventati grazie alle manovre evasive effettuate dal mercantile su indicazioni del comando di Nave Fasan. Un missile è esploso in acqua nelle vicinanze della nave scortata, causando solo lievi danni superficiali. La fregata Fasan e il mercantile protetto stanno proseguendo come pianificato la rotta verso sud, per uscire dal mar Rosso. Attualmente nell'area per garantire la libertà di navigazione e la sicurezza delle rotte commerciali, Nave Virginio Fasan ha avvicendato Nave Caio Duilio come unità sede del comando tattico di Eunavfor Aspides, operazione di sicurezza marittima dell'Unione Europea per la salvaguardia della libertà di navigazione nelle Aree del Mar Rosso e del Golfo di Aden.

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Esteri

Caso Ariston, botta e risposta Farnesina-Mosca. Governo al...

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Farnesina: "Revocare la misura". L'ambasciatore russo in Italia: "Risposta ad atti ostili". Il precedente della Danone

Farnesina - Fotogramma

Diplomazia e governo al lavoro sul caso Ariston: tra Roma, Mosca e Bruxelles sono in corso contatti al massimo livello per capire le intenzioni della Russia, mentre alla Farnesina è stato convocato l'ambasciatore per chiedere la revoca del provvedimento di 'trasferimento temporaneo della gestione', giustificato dal diplomatico come "una risposta alle azioni ostili" dell'Italia ed alle sue "avventure geopolitiche antirusse". Ma al di là dei toni non si escludono spiragli.

"Ciascuna delle due parti ha declinato le proprie priorità, ma ora bisogna capire quello che vogliono i russi", spiegano all'Adnkronos fonti a conoscenza del dossier, che sottolineano come Mosca abbia insistito sul carattere "temporaneo" della nazionalizzazione annunciata venerdì sulla base al decreto 302 dell'aprile dello scorso anno. Mentre viene considerato abbastanza "simbolico" l'impatto del trasferimento della gestione della filiale russa del gruppo marchigiano, che vale solo il 3% del giro d'affari complessivo di Ariston.

Il precedente a cui si guarda è quello della Danone, nazionalizzata nel luglio del 2023 sulla base dello stesso decreto, che ha già colpito altre 20 aziende europee (insieme ad Ariston anche la tedesca Bosch è stata colpita venerdì dallo stesso provvedimento): a marzo è stata revocata la misura, mentre qualche settimana prima erano emerse indiscrezioni sulla sua intenzione di cedere le attività in Russia. Un modo per 'costringerla' a vendere? Non è chiaro, come non è chiaro nel caso di Ariston, la cui gestione, a differenza di altre aziende, non è passata all'Agenzia federale per le proprietà statali, ma a una divisione di Gazprom, la Jsc Gazprom Domestic system, che produce elettrodomestici. Una differenza che potrebbe essere interpretata in due modi: quello di affidare la gestione dei processi produttivi della filiale russa di Ariston ad una società competente o di manifestare l'interesse a subentrare.

Quali che siano le intenzioni e le motivazioni - fra le più accreditate c'è il pressing politico sull'Italia, presidente di turno del G7, perché non 'ceda' sulla questione dell'utilizzo degli extraprofitti dei beni russi congelati nella Ue - le previsioni sui tempi di un'eventuale revoca del provvedimento parlano di mesi. E nel frattempo a Bruxelles si studiano misure - che potrebbero rientrare nel 14mo pacchetto delle sanzioni contro la Russia - come quella in base alla quale, nel caso in cui la proprietà di una società venga affidata in amministrazione temporanea, l’operatore europeo potrà agire dinanzi alle corti nazionali per aggredire non fondi e beni statali ma i beni appartenenti ai soggetti che beneficiano del provvedimento.

Nell'incontro di oggi alla Farnesina, su indicazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, all'ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, convocato dal segretario generale Riccardo Guariglia, è stato espresso "il forte disappunto del governo per l'inatteso provvedimento e sono stati chiesti chiarimenti sulle sue motivazioni, che non trovano fondamento nel diritto", auspicando che Mosca "possa riconsiderare il provvedimento preso", qualificato dalla stessa parte russa "come temporaneo".

Queste misure, ha replicato Paramonov, nel rispetto del relativo quadro giuridico, "sono state adottate in risposta alle azioni ostili e contrarie al diritto internazionale intraprese dagli Stati Uniti e dagli altri Stati esteri che si sono uniti a loro, volte a privare illegalmente la Russia, le sue entità giuridiche e varie persone fisiche del diritto di proprietà e/o a limitare tale diritto su beni situati nel territorio di tali Stati".

Secondo l'ambasciatore, "non si può non considerare che la retorica e il tono sempre più aggressivi e irresponsabili dei leader occidentali e delle loro compagini non possono che essere interpretati come deliberata intenzione di minacciare in modalità continuativa la sicurezza della Russia, quella nazionale, economica, energetica e di ogni altro tipo". Poi, nel ricordare che "Mosca ha sempre attribuito particolare importanza alle proficue e reciprocamente vantaggiose relazioni commerciali ed economiche con l’Italia", Paramonov ha accusato le autorità italiane di aver "sacrificato i reali interessi nazionali della Repubblica per partecipare a sterili e pericolose avventure geopolitiche anti-russe".

Insieme a Tajani, che è in contatto sin dal primo momento con l’azienda e si riserva di approfondire le conseguenze della decisione russa insieme ai partner G7 e Ue e di valutare una risposta appropriata, della questione si sta occupando anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha avuto una conference call con il presidente di Ariston Group, Paolo Merloni, e l'amministratore delegato Maurizio Brusadelli, alla presenza del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Urso ha illustrato l'azione che il governo sta svolgendo con la Commissione Europea riguardo alla messa a punto di nuovi strumenti, nell'ambito del quadro sanzionatorio europeo, volti a tutelare le imprese italiane ed europee interessate da analoghi atti di ritorsione da parte della Russia e per scoraggiare il riproporsi di tali azioni. Mentre il vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha detto: "Di questa vicenda io so poco, lascio che se ne occupino i miei colleghi di governo che seguono il dossier e nei quali ho totale fiducia'.

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