Politica
Elezioni Bari, Schlein-Conte: è scontro Pd-M5S
La segretaria del Pd: "Io mantengo la parola data". Il leader del M5S: "Accuse di slealtà? Così difficile lavorare insieme"
Mai i toni erano stati così netti e duri. Almeno da parte di Elly Schlein. La vicenda barese, le primarie fatte saltare da Giuseppe Conte con l'allusione che dalle parti dei dem ci fosse qualcosa di opaco, ha provocato non solo una frattura nel campo del centrosinistra ma anche una reazione senza sconti da parte della segretaria Pd.
Ieri sera da Bari sul palco con Vito Leccese, il candidato sostenuto dai dem che avrebbe dovuto confrontarsi con Michele Laforgia alle primarie dopodomani, Schlein punta il dito direttamente su Conte, sulla sua "scelta unilaterale" di mandare all'aria i gazebo e di non aver rispettato "la parola data". Con una evidente conseguenza: aiutare la destra.
Schlein sale sul palco, non divaga, va dritta al punto: "Noi abbiamo lavorato sempre per l'unità. Unità che ieri altri hanno rotto". Conferma che nella giornata di giovedì il Pd aveva cercato una soluzione perchè la coalizione affrontasse insieme il momento delicato con l'inchiesta che ha portato alle dimissioni di un'assessora regionale Pd, indagata per presunto voto di scambio: "Anche ieri (giovedì, ndr) noi avevamo avanzato la proposta di fare entrambi un passo indietro" sui candidati Leccese e Larforgia "per fare insieme un passo avanti. Ma la risposta è stata negativa, evidentemente forse c'era chi aveva già architettato conferenze stampa dai luoghi confiscati alla mafia grazie all'impegno del Pd".
E via così, in un crescendo che va anche oltre la dialettica politica, arriva ai comportamenti personali. Giovedì "nei corridoi romani già sentivo girare la voce che non sarei venuta qui da voi. Invece sono qui con voi e per voi e ci metto la faccia perché questa battaglia noi la facciamo insieme. E sono qui perché io a differenza di altri sono una persona che mantiene gli impegni presi. In politica se perdi questo, hai perso tutto". Quindi Schlein si rivolge alla comunità degli elettori dem e l'adombrata accusa che là attorno le cose non siano limpide: "Io non mi scompongo mai per gli attacchi che arrivano direttamente a me. Ma non sono disposta a tollerare gli attacchi che arrivano a questa nostra comunità".
Schlein parla di "sberla" agli elettori e alle "persone perbene". A darla è stato Giuseppe Conte. "Capisco che chi ha iniziato a far politica direttamente da Palazzo Chigi -punge la segretaria del Pd- forse non ha tanta dimestichezza con la militanza di base, con la fatica di costruire percorsi democratici collettivi, come chi monta i gazebo per le primarie. Ma pretendo si abbia rispetto per questa comunità. Far saltare le primarie a tre giorni dal voto è una sberla a tutta la gente perbene che si stava preparando a votare domenica per Vito o per Michele. E' anche insopportabile l'illazione che i due candidati, entrambe persone specchiate, si potessero avvalere di metodi poco trasparenti senza riuscire a controllare il voto che arrivava. No, non è accettabile".
Tra i dem in giornata diversi sono stati gli appelli a cercare una terza figura, oltre Leccese e Laforgia, per ricomporre il campo: da Goffredo Bettini a Andrea Orlando. Ma Schlein non pare voglia entrare in questa partita. Conferma il sostegno Pd a Leccese e lascia a lui una eventuale ricucitura che al momento sembra molto difficile.
"Vito Leccese è una persona perbene, specchiata, che si è sempre messa a servizio della sua comunità. Siamo al tuo fianco e siamo pronti a sostenerti in questa sfida. E siamo pronti a sostenerti anche se vorrai tentare ancora la strada dell'unità trovando una sintesi unitaria dopo questa rottura che loro hanno prodotto ieri". La segretaria non nasconde che in questi giorni si siano prodotti "fatti gravissimi" e ribadisce l'impegno a cambiare quello che non va nel Pd ma ringrazia anche Decaro e Emiliano che da sindaci di Bari hanno "rianimato la città".
In mattinata anche Conte c'era andato giù pesante con dichiarazioni che sono suonate quasi un ultimatum: "Le conseguenze ci sono se il Pd continua a parlare di slealtà, è offensivo, lo respingiamo al mittente. Ho chiamato io mercoledì la Schlein e sono stato mezz'ora a spiegare che rischiavamo il disastro, che non ci saremo stati con nuove inchieste. Significa che il Pd non ha rispetto delle persone e delle forze politiche con cui lavora. Se non ritirano le accuse di slealtà diventerà sempre più difficile lavorare con il Pd". Schein in serata quell'accusa di slealtà l'ha confermata, davanti ai militanti dem, nella piazza di Bari.
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Vannacci: “Statista è un uomo di Stato, quindi...
Il generale a Quarta Repubblica: "Lo dice l'enciclopedia Treccani. Classi differenziate per disabili? Mai detto"
"Prima definizione di statista è uomo di Stato, quindi Mussolini è uno statista. Lo dice l’enciclopedia Treccani". Lo ha detto il generale Roberto Vannacci a Quarta Repubblica su Rete4 tornando sulle ultime polemiche sollevate dalle sue parole. Il generale torna poi sulle parole relative alla scuola che avevano suscitato un polverone: "Ai disabili - spiega - va accordato tutto l’aiuto di cui hanno bisogno, non ho mai detto che ci devono essere classi differenziate".
"La libertà di manifestazione - ha continuato il generale candidato alle europee da indipendente nelle liste della Lega - è sacrosanta ma se i manifestanti non rispettano le regole e l'ordine pubblico si mettono nella condizione di suscitare la reazione delle forze dell’ordine. E questa mi sembra una ovvietà banale. Se i manifestanti rispettassero le regole l'uso degli scudi e degli sfollagente non sarebbe necessario".
E sull'idea di Ue, Vannacci spiega: "Vorrei dare alle mie figlie un’Europa e un’Italia migliore. Vorrei un’Europa più sovrana, quando si sommano individualità forti ci sarà un risultato esponenziale di questa identità".
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Sondaggio politico, Fratelli d’Italia scende e Pd sale
In calo il M5S, passo avanti della Lega
Fratelli d'Italia scende, il Pd sale, il M5S perde. Il sondaggio Swg per il tg La7 fotografa le intenzioni di voto se le elezioni si tenessero oggi, 29 aprile. Il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni cede lo 0,2% e scende al 26,6%. Fratelli d'Italia rimane abbondantemente il primo partito con un ampio vantaggio sul Pd, che guadagna lo 0,3% e arriva al 20,3%. Passo indietro del M5S guidato da Giuseppe Conte: il Movimento cede lo 0,3% e ora vale il 15,6%. Passo avanti della Lega di Matteo Salvini, dall'8,5% all'8,6%, mentre Forza Italia è stabile all'8,4%.
Verdi e Sinistra arrivano al 4,3%, mentre gli Stati Uniti d'Europa raccolgono il 4,5% (-0,2%). Azione sale al 4,2%, seguita a distanza da Libertà (2,1%), Pace Terra e Dignità (2%), Democrazia Sovrana e Popolare (1,2%), Partito Animalista - Italexit (1%).
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Elezioni europee, fonti Viminale: il voto per...
La premier Meloni, annunciando la candidatura, ha invitato a scrivere il suo nome di battesimo sulla scheda
Il voto per Giorgia Meloni alle elezioni europee sarà valido se si scrive 'Giorgia' sulla scheda elettorale. L'espressione di voto con il solo nome "Giorgia", resa nota agli elettori in precedenza, deve ritenersi valida alla luce delle istruzioni del Viminale per le elezioni del 2019, che verranno riconfermate anche per la prossima tornata elettorale, fanno sapere fonti del Viminale.
In particolare, nelle istruzioni di voto inviate ai presidenti di seggio in occasione delle elezioni tra i casi di voto valido c'è anche "la preferenza espressa per il candidato utilizzando espressioni identificative quali diminutivi o soprannomi, comunicati in precedenza agli elettori, in quanto modalità di espressione della preferenza che può essere usata da qualunque elettore. Il voto è valido naturalmente sempre che si possa desumere la volontà effettiva dell'elettore".
"Chiedo agli italiani di scrivere sulla scheda il mio nome, ma il mio nome di battesimo, scrivete sulla scheda Giorgia, perché io sono e sarò sempre una di voi" ha detto ieri la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d'Italia dal palco della kermesseo di Pescara, dove ha annunciato la sua candidatura alle Europee come capolista in tutte le circoscrizioni.
Il ministro per le Politiche agricole Francesco Lollobrigida, ha spiegato che, sulla scheda per le Europee, "ci sarà scritto 'Giorgia Meloni detta Giorgia'", chiarendo quindi che le schede che riporteranno solo il nome di battesimo della premier saranno perfettamente valide.