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“Russia sapeva della minaccia Isis”, le...
“Russia sapeva della minaccia Isis”, le responsabilità di Mosca nel dossier degli 007
Secondo un'organizzazione investigativa con sede nel Regno Unito venuta in possesso di documenti dell'intelligence russa, i servizi di sicurezza sarebbero stati a conoscenza del pericolo giorni prima dell'attentato a Mosca
I servizi di sicurezza del Cremlino erano a conoscenza della minaccia dell’Isis giorni prima dell'attentato alla Crocus City Hall di Mosca dove sono morte almeno 143 persone. A suggerirlo sarebbero documenti dell’intelligence russa ottenuti da un'organizzazione investigativa con sede nel Regno Unito. Secondo il Dossier Center di Londra, infatti, nei documenti ci sarebbe stata la prova che i tagiki radicalizzati dall’Isis-K – il ramo centroasiatico del gruppo terroristico – avrebbero potuto essere coinvolti in un attacco.
Cosa dice il dossier
Come spiega la Cnn, il Dossier Center è un gruppo investigativo russo sostenuto da Mikhail Khodorkovsky, un ex magnate del petrolio russo in esilio diventato critico del Cremlino. Già in precedenza il centro ha portato alla luce dettagli sul presidente russo Vladimir Putin e il suo regime, spesso utilizzando documenti e fughe di notizie provenienti dall’interno del governo russo.
"Pochi giorni prima dell'attacco terroristico, i membri del Consiglio di sicurezza hanno ricevuto l'avvertimento che i cittadini tagiki potevano essere utilizzati in attacchi terroristici sul territorio russo", si legge nell'ultimo rapporto del gruppo pubblicato ieri, in riferimento all'agenzia di sicurezza russa mentre si sottolinea come "anche prima dell'attacco al Crocus, una fonte vicina ai servizi segreti ne aveva parlato al Dossier Center".
L'avvertimento degli Usa sottovalutato da Putin
Come già spiegato dagli Usa, nonostante le relazioni tra Washington e Mosca siano ai minimi storici, anche gli Stati Uniti avevano avvertito la Russia che i militanti dell’Isis stavano pianificando un attacco nel Paese.
All’inizio di marzo, l’ambasciata americana aveva infatti avvertito di una crescente minaccia di attacchi terroristici contro la Russia, con la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Adrienne Watson che affermava che gli Stati Uniti avevano condiviso queste informazioni con le autorità russe in base alla politica del “dovere di avvertire”. Ma in un discorso pochi giorni prima dell’attacco, Putin aveva liquidato gli avvertimenti americani come “provocatori”, affermando che “queste azioni assomigliano a un vero e proprio ricatto e all’intenzione di intimidire e destabilizzare la nostra società”.
Putin inoltre ha ripetutamente suggerito, senza prove, che l’Ucraina avesse contribuito a orchestrare l’attacco. L’Ucraina ha ripetutamente negato di avere qualsiasi legame con l’attacco.
L’ex parlamentare russo Ilya Ponomarev, critico del Cremlino in esilio, ha affermato che le ultime prove pongono seri interrogativi alla leadership russa e alle sue forze di sicurezza. “Vediamo molto chiaramente che Vladimir Putin avrebbe potuto reagire a numerosi avvertimenti”, ha detto alla Cnn.
L’Isis-K ha rivendicato la responsabilità di un attacco mortale all’ambasciata russa a Kabul nel 2022. L'anno successivo, secondo il Dossier Center, la polizia tedesca arrestò diverse persone provenienti dal Tagikistan accusate di aver pianificato un attacco alla cattedrale di Colonia. Presunti membri dell'Isis-K sono stati arrestati anche in Kirghizistan, accusati di aver pianificato un attacco contro una chiesa ortodossa. Ebbene, secondo il Dossier Center, le forze dell’ordine russe stavano monitorando tutte queste segnalazioni e "consideravano il rischio" per la Russia. Poi l'attentato alla Crocus City Hall e le accuse a Kiev e all'Occidente.
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Primo maggio, Landini: “Rimettere al centro il...
"Siamo una società fondata sullo sfruttamento del lavoro e sulla precarietà. Abbiamo bisogno di cambiare questa situazione"
"Bisogna rimettere al centro il lavoro. Noi non siamo fondati sul lavoro ma siamo una società fondata sullo sfruttamento del lavoro e sulla precarietà. Abbiamo bisogno di cambiare questa situazione". Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini dal palco della manifestazione dei sindacati per il Primo Maggio quest'anno a Monfalcone. "Qualsiasi persona che lavora, a prescindere dalle sue idee, dal colore della sua pelle, deve avere gli stessi diritti e le stesse tutele - ha sottolineato - Le diseguaglianze vanno combattute. Al centro ci deve essere la persona e non il profitto fine a se stesso, non la diseguaglianza. Noi abbiamo bisogno di imprese sane: un'impresa è sana quando le persone che lavorano in quell'impresa hanno la possibilità di vivere con dignità, perché hanno un salario giusto".
"Siamo un Paese in cui si continua a morire sul lavoro - ha ricordato Landini - E non solo, ogni anno ci sono 580mila infortuni sul lavoro e stanno aumentando anche le malattie professionali. Quello che va cambiato è il modello di fare impresa, perché questi morti sono frutto di quelle leggi balorde che sono state fatte negli ultimi 20 anni nel nostro Paese: per legge oggi sono possibili l'appalto, il subappalto e mille forme di lavoro precari. Leggi balorde degli ultimi 20 anni tutti i governi che ci sono stati hanno concorso a realizzare".
Quello che il governo ha fatto ieri, ha detto riferendosi ai provvedimenti varati dal Cdm compreso il bonus da 100 per i dipendenti, "è una marchetta elettorale. Io sono rispettoso anche di 5 euro perché so cosa significa lavorare per guadagnare e so che ci sono milioni di persone che sono povere pur lavorando. Non può essere che noi abbiamo l'inflazione che ha decimato i nostri salari e anziché tassare i profitti, anziché andare a prendere i soldi dove sono, colpendo le rendite finanziare, colpendo gli evasori, si continuano a tassare il lavoro e le pensioni e si danno delle mance. Per noi oggi è una giornata di lotta e di mobilitazione, dobbiamo batterci fino a quando la nostra Costituzione non sia applicata utilizzando tutti gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione, compreso il referendum".
Spettacolo
Concertone primo maggio parte in ritardo: “Problemi...
Il diluvio su Roma condiziona lo show
La pioggia condiziona l'inizio del Concertone del primo maggio al Circo Massimo a Roma. L'esibizione dei Bloom, con Giusy Ferreri, apre lo show presentato da Ermal Meta e Noemi. Il diluvio però costringe i tecnici a intervenire per garantire il regolare svolgimento dello show. I Bloom aspettano e sul palco tocca ai Cor Veleno, costretti a fare i conti con problemi all'impianto elettrico: altro stop.
"Facciamo la danza del sole", dice Ermal Meta rivolgendosi agli spettatori che, riparati dagli ombrelli, aspettano la musica. "Sta piovendo tanto, possiamo solo attendere", aggiunge. "I tecnici stanno cercando di risolvere un problema che sembra più grave del previsto", dice ancora Ermal Meta prima di esibirsi in una versione acustica di Alleluja. Dopo un lungo 'riscaldamento', si prova a ripartire con i Bloom.
Ecco la scaletta:
Bloom
Cor Veleno
Atarde-Giglio-Moonari (Contest)
Maria Antonietta e Colombre
Uzi Lvke
Alda
Anna Castiglia
Tripolare
Vale LP
Caffellatte
Chiamamifaro
Lina Simons
Mille
Ex Otago
DItonellapiaga
Mazzariello
Teseghella
Santi Francesi
Leo Gassmann
Olly
Motta
La Municipal
Piotta
Tropico
Big Mama
Malika Ayane
Morgan
Bella ciao
Negramaro
Rosa Linn
Coez e Frah Quintale
Rose Villain
La Rappresentante Di Lista
Jane Hoodall
Achille Lauro
Geolier
Colapescedimartino
Ermal Meta e Noemi cantano “La guerra di Piero” di Fabrizio De André
Tananai
Mahmood
Ariete
Paolo Jannacci e Stefano Massini
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Piero Pelù.
Economia
Confsal in piazza a Napoli per il lavoro, lo sviluppo, la...
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva sviluppo e occupazione. Questi i temi principali della 7ma edizione della Giornata del Lavoro Confsal che da Piazza del Plebiscito a Napoli, in collegamento con le piazze di tutte le regioni d’Italia, ha rivendicato con forza il valore, la dignità del lavoro pubblico e privato, ponendo in primo piano la questione della sicurezza. In un contesto complesso per l’ Italia, il lavoro rappresenta sempre più un valore da difendere ai tavoli istituzionali.