Esteri
Gaza, Israele: “Civili in ‘isole...
Gaza, Israele: “Civili in ‘isole umanitarie’ prima di attacco a Rafah”. Gaza, pronta a Cipro seconda nave aiuti
Il ministro della Difesa israeliano Gallant ha lasciato intendere che non è lontano l'inizio della nuova fase dell'operazione di terra
Israele prepara l'attacco a Rafah e mette a punto il piano per l'evacuazione dei civili. Le forze di difesa israeliane (Idf) intendono far spostare una parte significativa degli 1,4 milioni di sfollati palestinesi dalla città verso "isole umanitarie" nel centro della Striscia, prima dell'operazione di terra prevista nella città che si trova nel Sud dell'enclave.
La sorte di coloro che si trovano a Rafah è stata una delle principali fonti di preoccupazione per gli alleati di Israele. Le valutazioni sull'impatto dell'operazione militare evidenziano i rischi di una catastrofe. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, però, ha ribadito più volte che lo step è indispensabile se il Paese vuole raggiungere il suo obiettivo di eliminare Hamas.
Il portavoce dell'Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha dichiarato che lo spostamento di coloro che si trovano a Rafah nelle aree designate, che sarà effettuato in coordinamento con soggetti internazionali, è una parte fondamentale dei preparativi dell'esercito per l'invasione della città.
Hagari ha affermato che nelle 'isole' saranno allestiti alloggi temporanei, saranno forniti cibo, acqua e altri beni di prima necessità ai palestinesi evacuati. Non è chiaro quando l'iter verrà avviato né quando inizierà l'offensiva: Israele potrebbe elaborare una strategia coordinata e almeno parzialmente condivisa con l'Egitto, contrario ad accogliere un flusso incontrollato di palestinesi.
Gallant evoca operazione a Rafah a breve
Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, durante una visita alle truppe a Gaza City, ha dal canto suo lasciato intendere che non è lontano l'inizio dell'operazione di terra a Rafah. "Qui si sta facendo un lavoro straordinario, sopra e sotto terra, le forze arrivano ovunque e la conclusione è che a Gaza non esiste un posto sicuro per i terroristi", ha detto Gallant durante la visita, secondo i commenti forniti dal suo ufficio. "Anche chi pensa che stiamo ritardando presto vedrà che raggiungeremo tutti", ha aggiunto, evocando una possibile operazione a Rafah.
"Assicureremo alla giustizia chiunque abbia partecipato all'attacco del 7 ottobre: lo elimineremo o lo consegneremo alla giustizia in Israele. Non esiste un posto sicuro, né qui, né fuori Gaza, né da nessuna parte in Medio Oriente", ha aggiunto.
Netanyahu: "Operazione Rafah è chiave per vittoria su Hamas"
L'operazione militare israeliana su "Rafah è la chiave per sconfiggere Hamas" e l'ingresso in città è ''fondamentale per realizzare gli obiettivi della guerra", ha dichiarato Netanyahu incontrando il suo omologo olandese a Gerusalemme Mark Rutte. Al centro del colloquio anche la questione della consegna degli aiuti umanitari. Netanyahu ha invitato Rutte ad aderire all'iniziativa del corridoio marittimo e lo ha ringraziato per aver congelato gli aiuti all'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi.
Nasrallah a Netanyahu: "Anche se entrerà a Rafah avrà perso la guerra"
"Anche se entrerà a Rafah, Israele avrà perso la guerra". Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, si è rivolto a Netanyahu affermando che, "nonostante tutti i massacri, il popolo di Gaza non si arrenderà mai a lui, il popolo di Gaza sta ancora abbracciando la resistenza".
Per Nasrallaj, dopo cinque mesi di guerra a Israele "manca il personale" militare e per questo Tel Aviv pianifica di reclutare altri 14.500 soldati, anche tra gli ebrei ultraortodossi. "Israele non ha vinto e non ha ottenuto alcuno dei suoi obiettivi - ribadisce il leader di Hezbollah, citato dai media di Beirut - Di fronte ai massacri, alla distruzione ed ai martiri, il popolo di Gaza continua a resistere con forza e con coraggio".
Seconda nave con aiuti per Gaza partirà presto da Larnaca
Intanto una seconda nave con aiuti umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza partirà presto dal porto di Larnaca, a Cipro,non appena la Open Arms avrà completato le sue operazioni. Ad affermarlo il ministro degli Esteri cipriota Constantinos Kombos, spiegando che la seconda nave avrà ''una capacità maggiore'' della Open Arms che è in transito. ''Abbiamo già programmato la partenza della prossima nave, se non ci saranno ostacoli'', ha dichiarato Kombos, precisando che questa lascerà il porto di Larnaca ''dopo lo scarico'' di quella battente bandiera spagnola.
La seconda nave ''si trova a Larnaca da sabato'' ed è stata ispezionata, ha affermato Kombos senza specificare quanti aiuti verranno caricati a bordo. Si tratta di ''una nave commerciale a differenza della prima organizzata tramite una ong''. Quello della Open Arms ''è un viaggio inaugurale, dobbiamo garantirci di avere la capacità di ricevere e distribuire" cibo alla popolazione di Gaza, ha sostenuto Kombos. Una delle principali preoccupazioni per la consegna degli aiuti è la ''gestione della folla'', secondo il ministro.
Dovrebbe invece raggiungere le coste di Gaza nel giro di alcune ore la nave salpata ieri da Cipro con le prime 200 tonnellate di aiuti per la popolazione palestinese, secondo quanto appreso dal Guardian, spiegando che la nave arriverebbe circa 48 ore dopo la partenza dal porto di Larnaca. La nave è la prima a utilizzare il corridoio umanitario marittimo tra Cipro e la Striscia.
L'invio di una nave umanitaria da Cipro diretta a Gaza è una risposta "inadeguata" ai bisogni dei 2,4 milioni di abitanti dell'enclave palestinese, ha dichiarato in una nota un portavoce di Hamas, Salama Marouf, secondo cui "il carico annunciato della nave non supera quello di uno o due camion e impiegherà giorni ad arrivare". Marouf ha quindi espresso dubbi sulla logistica dell'operazione e sollevato preoccupazioni sulle ispezioni israeliane. "Non si sa ancora dove (la nave, ndr) attraccherà e come raggiungerà le coste di Gaza - ha affermato - Inoltre, sarà soggetta a ispezione da parte dell'esercito occupante".
Onu sperimenta nuova rotta per evitare Hamas
Le Nazioni Unite nel frattempo hanno sperimentato, per la prima volta in tre settimana, una nuova rotta di terra riservata all'esercito israeliano per consegnare aiuti alla popolazione di Gaza City entrando dal nord della Striscia di Gaza. Un progetto pilota, che ha preso il via nella notte tra martedì e mercoledì, che ha come obiettivo quello di ''impedire che Hamas si impossessi degli aiuti''. Il risultato è stata la consegna di cibo per 25mila persone di Gaza City. L'esercito israeliano ha confermato che sei camion carichi di aiuti del World Food Programme hanno attraversato la barriera difensiva da nord dell'enclave palestinese. I militari israeliani hanno effettuato controlli di sicurezza sui camion al valico di Kerem Shalom, nel sud della Striscia di Gaza, prima che andassero verso nord.
Secondo le Nazioni Unite nella Striscia di Gaza ci sono 576mila persone sull'orlo della carestia, un quarto dell'intera popolazione dell'enclave. Circa 300mila palestinesi risultano poi isolati nel nord della Striscia di Gaza e le agenzia delle Nazioni Unite non hanno potuto raggiungere per mesi queste persone a causa delle restrizioni imposte da Israele e i combattimenti in corso.
Secondo Hamas almeno 27 persone sono morte a causa della malnutrizione e della disidratazione negli ospedali del nord dell'enclave palestinese. La maggior parte di loro erano bambini.
Esteri
Gaza, Hamas apre all’accordo: “Non ci sono...
La delegazione israeliana sarebbe stata invitata a partecipare ai colloqui del Cairo in parallelo con la squadra di Hamas “per accelerare il processo”. Telefonata Bide-Netanyahu, Blinken in Medio Oriente
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro Benjamin Netanyahu hanno parlato dei negoziati in corso per la conclusione di un accordo sulla restituzione degli ostaggi detenuti a Gaza dal massacro di Hamas che ha aperto sull'ultima proposta.
Il gruppo terroristico palestinese, riporta il Times of Israel, non avrebbe “alcun problema di rilievo” con l'ultima proposta di Israele ed Egitto per una tregua a Gaza. “L'atmosfera è positiva, a meno che non ci siano nuovi ostacoli israeliani. Non ci sono problemi importanti nelle osservazioni e nelle richieste presentate da Hamas riguardo ai contenuti” della proposta, ha dichiarato il funzionario di Hamas, che ha parlato a condizione di anonimato.
Il funzionario ha aggiunto che una delegazione di Hamas, guidata dall'alto dirigente del movimento Khalil al-Hayya, fornirà la risposta del gruppo alla proposta di tregua durante un incontro con i mediatori egiziani e qatarioti al Cairo lunedì. L'Egitto ha anche invitato la delegazione israeliana a recarsi al Cairo oggi per “accelerare il processo e fornire i chiarimenti necessari”, secondo una fonte egiziana citata dall'Al-Arabi Al-Jadid, di proprietà del Qatar.
La base per l'accordo
Il Cairo ha elaborato una nuova proposta di accordo tra Israele e Hamas che prevede il rilascio di venti ostaggi dalla Striscia di Gaza in cambio di un cessate il fuoco di tre settimane. Lo scrive il Wall Street Journal, sottolineando che l'obiettivo della proposta è anche quello di rinviare l'eventuale offensiva a Rafah. La proposta è stata concordata con Israele, scrive i Wsj, e prevede un'iniziale pausa dei combattimenti che sarebbe poi estesa dai mediatori. Non è chiaro, affermano i funzionari egiziani, se questa pausa porterà alla fine della guerra.
Gaza: "13 palestinesi uccisi in raid israeliani a Rafah"
Almeno 13 palestinesi sono stati uccisi in raid israeliani a Rafah, hanno comunicato fonti mediche a Gaza, secondo cui gli attacchi aerei su tre case nella città nel sud della Striscia hanno provocato anche molti feriti. I media di Hamas parlano invece di 15 morti.
Telefonata tra Biden e Netanyahu
Nel corso della conversazione telefonica tra Biden e Netanyahu, i due leader "hanno discusso di Rafah" e il presidente Usa "ha ribadito la sua chiara posizione", come riferisce la Casa Bianca in una nota. Biden, inoltre, ha riaffermato "il suo fermo impegno per la sicurezza di Israele dopo il successo della difesa contro l'attacco senza precedenti dell'Iran con missili e droni all'inizio del mese. Ha inoltre fatto il punto sui colloqui in corso per garantire il rilascio degli ostaggi e l'immediato cessate il fuoco a Gaza".
Il presidente degli Stati Uniti "ha fatto riferimento alla sua dichiarazione, insieme ad altri 17 leader mondiali, in cui chiedeva ad Hamas di rilasciare senza indugio i propri cittadini per garantire il cessate il fuoco e i soccorsi alla popolazione di Gaza. Il Presidente e il Primo Ministro hanno anche discusso dell'aumento dell'assistenza umanitaria a Gaza, anche attraverso i preparativi per l'apertura di nuovi valichi settentrionali a partire da questa settimana. Il Presidente ha sottolineato la necessità che questi progressi siano sostenuti e rafforzati in pieno coordinamento con le organizzazioni umanitarie".
Blinken in Arabia Saudita
Intanto il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in Arabia Saudita, prima tappa del tour in Medio Oriente per cercare di ottenere un cessate il fuoco a Gaza e migliorare la crisi umanitaria nell’enclave assediata.A Riad, Blinken dovrebbe incontrare gli alti leader sauditi e tenere un incontro più ampio con le controparti di cinque stati arabi – Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania – per discutere sulla governance della Striscia di Gaza dopo la guerra, secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato.Blinken andrà poi in Israele e Giordania , ha annunciato il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
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Usa, Urbinati (Columbia): ”La rettrice ha scatenato...
La docente di Teoria politica difende la protesta pacifica degli studenti e sostiene il dialogo senza toni aggressivi in spazi dedicati. Occorre portare avanti una trattativa che permetta il ritorno alla normalità ed eviti un grave danno di immagine per il campus, sostiene.
E' stata una ''reazione folle'' quella della rettrice della Columbia University, Nemat Shafik, di chiamare la polizia per rimuovere la manifestazione studentesca contro Israele. ''Era una protesta pacifica, fatta a suon di rap con giochi, canti e balli'', ma lei ''l'ha trasformata in un inferno''. Per fortuna, anche grazie ''a un documento di appello al dialogo che ho firmato anche io'', ora ''il clima è molto cambiato'' e si è aperto ''un tavolo di trattativa e negoziazione tra i rappresentanti degli studenti, il corpo docente, i dipendenti e l'ammnistrazione dell'università''. L'obiettivo è quello di rientrare in un ''clima di trattativa per riportare la normalità'', altrimenti ''c'è il rischio che salti il semestre'', ma ''nessuno vuole che si arrivi a tanto, sarebbe un danno di immagine incredibile, una rovina enorme''. Nadia Urbinati, che dal 1996 insegna Teoria politica alla Columbia University di New York, racconta ad Adnkronos dall'interno le contestazioni. ''Si tratta di un accampamento pacifico, gli studenti sono molto più moderati della rettrice, ma sono stati trattati da criminali e questo non è possibile'', ha aggiunto Urbinati.
Lei stessa ha avuto contatti con gli studenti, ''hanno scritto un documento bellissimo e molto moderato rivolto alla rettrice che ho firmato insieme a colleghi del mio dipartimento. Un documento in cui chiedevano di tenere in considerazione il problema della violenza che si amplifica se si chiama la polizia''. Tra i suoi studenti, racconta, ''uno che aveva fatto con me un corso sulla retorica è stato arrestato ieri per uso sconsiderato del linguaggio. Ha detto che i sionisti dovrebbero sparire dalla faccia della terra... Ma a parte questo caso nessuno mio studente è stato sospeso o arrestato''. Sottolineando che ''il 20 per cento degli studenti della Columbia arrestati sono ebrei'', Urbinati racconta anche il caso di ''uno studente ebreo israeliano che ha chiesto di non venire in classe per non attraversare il campus in quanto si sente a disagio''. La sua richiesta è stata accolta, ''un caso eccezionale risolto permettendogli di seguire le lezioni tramite Zoom''.
Urbinati racconta poi che in questi giorni hanno visitato la protesta al campus ''il rappresentante repubblicano e quello democratico. Entrambi sono stati ottusamente arroganti. L'esponente repubblicano ha proposto di chiamare guardia nazionale, il che avrebbe riportato il campus a livelli raggiunti solo nel '68''. Secondo la politologa, quindi, è stata ''la rettrice che ha radicalizzato'' la manifestazione. Shafik, spiega Urbinati, ''è alla Columbia da nove mesi e si è dimostrata molto inadeguata. Viene dal mondo delle finanza e ha dimostrato totale incapacità di comprendere che qui non si tratta di dipendenti di una banca, ma di persone varie con le quali occorre entrare in contatto''. E invece, durante la protesta, ''la rettrice è rimasta sempre chiusa nel suo ufficio o nella sua casa. Non ha mai interagito con gli studenti''.
L'auspicio, ora, è che ''vengano messi a disposizione degli spazi, delle aule, dove poter proseguire il dibattito sulla guerra e sui rapporti con Israele''. Perché, prosegue Urbinati, ''se c'è libertà di insegnamento, se si studiano argomenti come la guerra e la pace, gli stati nazione, è evidente che ne esca un dibattito''. Anzi, aggiunge, ''ben venga il dialogo e la riflessione promossi dagli studenti, certo senza usare toni aggressivi''.
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Elezioni Usa, Biden prende in giro Trump: “Sono in...
Durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca
''Sono un uomo adulto e sono in corsa contro un bambino di sei anni''. Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha preso il giro l'ex inquilino della Casa Bianca e suo rivale alle prossime elezioni americane Donald Trump. ''L'unica cosa che abbiamo in comune è l'età'', ha aggiunto Biden durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca. Anche se, età anagrafica alla mano, Biden ha 81 anni contro i 77 di Trump. ''Le elezioni del 2024 sono in pieno svolgimento e sì, l'età è un argomento - ha detto Joe Biden - Sono un adulto che corre contro un bambino di sei anni''.
Molti gli ospiti illustri, giornalisti e celebrità presenti all'hotel Hilton di Washington mentre all'esterno un centinaio di manifestanti hanno scandito slogan contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza e sventolato una bandiera palestinese lunga diversi metri. Ma all'interno il conflitto in Medioriente non è stato al centro della scena, soppiantato appunto dalle battute sull'età dei candidati alla presidenza Usa.