Economia
Gioco online, attesa per la liquidità internazionale
Si potranno sfidare a poker su internet giocatori di diversi paesi
Sono giorni di trattative e grandi attese per il settore del gioco online, con la riforma del comparto che sta per vedere la luce in Parlamento. Attenzione ai massimi livelli sul gioco pubblico in Italia, quindi, e allora tra gli operatori si è tornato a parlare anche di liquidità internazionale nel poker online. Al momento in Italia, i giocatori possono partecipare a tornei di poker online solo insieme ad altri residenti in Italia. Una questione territoriale, quindi, nonostante si tratti di competizioni disputate su piattaforme virtuali.
Con il concetto della liquidità internazionale, si vuole superare proprio questo scoglio della residenza in Italia, consentendo agli utenti di poter giocare anche con residenti di altri paesi. Questo consentirebbe di aumentare il giro d’affari intorno al poker online, con più tornei, più giocatori, e quindi più entrate per lo Stato. A tal riguardo, con la liquidità internazionale si calcolano (secondo le analisi di Cuiprodest) circa 300 milioni di euro di potenziale contro la stima attuale di 175 milioni di euro, vale a dire 125 milioni di euro di imponibile aggiuntivo. Con la tassazione corrente al 25%, il beneficio per l’Erario può essere calcolato quindi in circa 30 milioni di euro all’anno. Non secondario sarebbe inoltre l’effetto sulla sicurezza – ricorda l’agenzia Agimeg - laddove la platea di giocatori è più ampia, è statisticamente più difficile organizzare “combine”.
Non è un caso che all’estero tanti altri paesi abbiano aperto, già da anni, le porte alla liquidità internazionale: parliamo di Olanda, Svezia, Svizzera, Belgio, Regno Unito, Francia e Danimarca, non certo giurisdizioni poco stringenti e disattente alle tematiche economiche e sociali. Anzi, tutti paesi europei e dalle normative solide e all’avanguardia.
Al di là della questione economica, anche i giocatori riceverebbero significativi vantaggi, sempre a tutela della sicurezza e in un contesto di gioco responsabile. Basti pensare che un torneo di poker dura dai 10 minuti ai 3 giorni e l’unica spesa del giocatore è quella di iscrizione (la media italiana è circa 5 euro).
Il tutto in un contesto in cui il poker online ha necessità di essere rilanciato. Nel 2011 questo segmento rappresentava il 67% della spesa di gioco online, oggi rappresenta appena il 4%, a distanza siderale da scommesse sportive (47%), altri giochi di casinò (28%), scommesse virtuali (27%) e slot 25%.
"Il poker online è definito dalla legge come ‘gioco di abilità’, dove non conta solo la fortuna ed è una competizione tra giocatori – spiega Giuseppe Volpe, Managing partner di Cuiprodest, società di consulenza che ha condotto un approfondito studio sulla materia - L’Italia è rimasta l’unico grande Paese in cui il Poker è segregato a tutto svantaggio di giocatori ed Erario, è quindi urgente che il Parlamento chieda al Governo di introdurre la liquidità internazionale nel poker. E’ il momento per l’Italia di uscire dalla preistoria del poker online e di entrare nell’era di un mercato più moderno e aperto".
Economia
1 Maggio, Confsal: “Più dignità, sicurezza, equità e...
"Presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità"’
“È necessario varare un piano straordinario per la sicurezza sui luoghi lavoro affinché il lavoro sia un progetto di vita e non di morte. C’è bisogno di fare scelte coraggiose e dare attuazione alle proposte Confsal che compongono il decalogo della sicurezza per la prevenzione partecipata”. Così Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal-Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori, in occasione della settima edizione della ‘Giornata del Lavoro’ che si è tenuta stamattina a Napoli.
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva e più sviluppo e occupazione i temi principali della manifestazione. “L’occupazione giovanile passa attraverso lo sviluppo del Mezzogiorno rendendo urgente un cambio di passo da parte delle amministrazioni dal punto di vista strutturale, procedurale e burocratico per attirare investimenti dal punto di vista sociale-legale”, ha ricordato Margiotta che ha aggiunto: “È necessario creare un fronte comune, affinché i nostri giovani non abbandonino i loro territori e anche le strade della legalità”.
Strettamente legato al tema dello sviluppo occupazionale è quello della formazione - e in particolare del sistema della formazione professionale - che deve essere rivisto ed aggiornato poiché, come ha evidenziato il segretario Confsal “Oltre al capitale finanziario occorre il capitale umano: i giovani devono diventare un fattore di sviluppo acquisendo le competenze che servono al mercato del lavoro, soprattutto nei settori emergenti”.
Focus anche sull’equità retributiva. “Con due contratti innovativi abbiamo recentemente stabilito un minimo tabellare di 9 euro lordi orari in tutti i settori economici del manifatturiero e in tutti i settori del terziario, dimostrando che la minima dignità economica che deve derivare dal lavoro, cioè il cosiddetto salario minimo può essere stabilito con una contrattazione collettiva di qualità senza bisogno della legge”, ha osservato Margiotta.
“Dare dignità al lavoro significa anche dare dignità a quei lavoratori in difficoltà perché fragili o disabili. Fragilità e disabilità non sono la stessa cosa ma hanno in comune uno stato di difficoltà che la società, sorda e insensibile, trasforma in un vero e proprio handicap perché impedisce loro di superarlo. Ecco perché presenteremo un ‘Decalogo per la disabilità e la fragilità’ dal quale deve discendere un protocollo attuativo della normativa sulla disabilità nei luoghi di lavoro, al fine di eliminare ogni discriminazione”, ha aggiunto.
Margiotta ha poi colto l’occasione per ribadire l'impegno di Confsal per le pari opportunità: “La questione sindacale e culturale da affrontare è quella delle pari opportunità di progresso durante la vita lavorativa. La riduzione delle disuguaglianze di genere e la partecipazione delle donne ai ruoli decisionali porterebbe sicuramente benefici non solo in termini di equità ed eguaglianza ma anche di crescita economica e renderebbe l’Italia un Paese competitivo anche a misura di donna. Confsal è impegnata a promuovere modelli organizzativi innovativi che garantiscano a tutti opportunità di crescita e formazione, con orari di lavoro flessibili e l’introduzione di fringe benefit pensati per il benessere del lavoratore e delle lavoratrici”, ha sottolineato il segretario. Un pensiero, infine, al tema della pace: “In questo dilagare di scenari di guerra in tanti parti del mondo occorre ascoltare l’invito del Papa che a parlare non siano più le armi ma la diplomazia e i negoziati affinché si possa di nuovo ascoltare la parola Pace”, ha concluso.
Economia
Confsal in piazza a Napoli per il lavoro, lo sviluppo, la...
Più dignità al lavoro, più salute e sicurezza, più equità retributiva sviluppo e occupazione. Questi i temi principali della 7ma edizione della Giornata del Lavoro Confsal che da Piazza del Plebiscito a Napoli, in collegamento con le piazze di tutte le regioni d’Italia, ha rivendicato con forza il valore, la dignità del lavoro pubblico e privato, ponendo in primo piano la questione della sicurezza. In un contesto complesso per l’ Italia, il lavoro rappresenta sempre più un valore da difendere ai tavoli istituzionali.
Economia
1 maggio, Luzzi (Feder.Agri): “Tanti morti sul lavoro...
Il segretario generale della Feder.Agri ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli
"I morti sul lavoro non sono solo quei mille all’anno registrati dalle statistiche, ad esempio ce ne sono 500 che perdono la vita nel tragitto casa-lavoro e 60 membri delle forze ordine che ogni anno si suicidano per motivi di lavoro”. Così Alfonso Luzzi, segretario generale della Feder.Agri, ha commentato il dramma delle morti sul lavoro intervenendo alla 7ª giornata del lavoro di Confsal in corso in piazza del Plebiscito, a Napoli.
“Oltre ai morti ‘sul’ lavoro - ha precisato Luzzi - sono da conteggiare anche i morti ‘per’ lavoro, quei 7.000 all’anno deceduti per le conseguenze della propria attività lavorativa, poi ci sono le malattie professionali, le aggressioni sui luoghi di lavoro e anche questioni ancora non evidenti come i rischi dello smart working”.
“Sono numeri grossi, anche se in linea con quelli della maggior parte dei paesi europei, ma che ci spingono a fare qualcosa, come lo sta facendo Confsal con più risorse alla sicurezza e qualità alle proposte”, ha concluso il segretario di Feder.Agri.