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Economia

‘Nullatenente’, uno status oltre Fedez: perché...

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‘Nullatenente’, uno status oltre Fedez: perché si intestano i beni alle società

I numeri dicono che in Italia sono tanti i contribuenti che si 'schermano' dietro le aziende

Fedez

Fedez si dichiara nullatenente, perché ha tutti i beni intestati alle proprie società. La polemica che ne segue ha la risonanza che merita, tra le accuse e le puntualizzazioni, le denunce in serie del Codacons e le "parole decontestualizzate". Il rapper insiste su un concetto che è forse più significativo del fatto in sé. Questa, dice, non è una notizia. Non è così e, anzi, è una notizia che va molto oltre Fedez. Perché in Italia, Paese con un'evasione e un'elusione fiscale che gravano da sempre in maniera consistente sul bilancio pubblico, e quindi sulle risorse e i servizi per la collettività, ci sono i dati a indicare la portata del fenomeno 'nullatenente', inteso non come soggetto indigente o privo di redditi ma come soggetto che non possiede nulla perché tutto quello che possiede è intestato ad altri, quasi sempre società che hanno un trattamento fiscale molto migliore rispetto a quello riservato alle persone fisiche.

Chi sono i 'nullatenenti' che hanno disponibilità di beni

Ci sono schiere di professionisti, di imprenditori e una parte consistente di un intera popolazione, quella delle partite Iva, che possono essere considerati fiscalmente 'nullatenenti'. Non vuol dire però che non abbiamo la piena disponibilità di beni. Non vuol dire neanche che compiano atti illeciti o che siano protagonisti di infedeltà fiscale ma è evidente che traggano giovamento dall'avere macchine, barche, immobili di pregio intestati a società di cui evidentemente dispongono. Altra precisazione indispensabile. Restando sempre fuori dal perimetro dell'illegalità, quelle società pagano le tasse, anche se lo fanno con le agevolazioni previste.

Solo un italiano su sette dichiara redditi superiori a 35mila euro

E' proprio alla categoria di 'nullatenenti' cui si iscrivono Fedez e tantissimi altri, anche con patrimoni molto inferiori a quelli del rapper, che si deve guardare quando si leggono i dati ufficiali sulla dichiarazione dei redditi che puntualmente sollevano sorpresa e una generale ondata di indignazione. Ecco i più recenti. I contribuenti con redditi superiori a 35mila euro sono il 13,94% del totale e versano il 62,52% delle imposte dei redditi sulle persone fisiche. Vuol dire che solo un italiano su sette dichiara più di 35mila euro, che è una somma per altro dichiarata quasi esclusivamente da dipendenti. Uno studio di Itinerari previdenziali evidenzia anche che la metà degli italiani (il 47%) non versa imposte sulle persone fisiche e che oltre il 40% di questi dichiara di percepire un reddito sulle persone fisiche inferiore a 15mila euro. Il groviglio di deduzioni, agevolazioni e detrazioni fa il resto. Rendendo chi non paga l'Irpef e contribuisce al gettito fiscale solo attraverso le proprie società un soggetto 'nullatenente' ma che può contare sul possesso di beni, anche tanti e di indubbio valore come Fedez.

Chi è il vero 'nullatenente'

Tecnicamente è realmente 'nullatenente' chi è completamente sconosciuto all'amministrazione finanziaria. Succede quando il proprio nome non è presente né nell’anagrafe tributaria, che riporta qualsiasi tipo di reddito (fondiari, da locazione, da lavoro dipendente o autonomo, redditi di capitale o redditi diversi) né nell’anagrafe dei conti correnti. Il nullatenente è quindi un soggetto che si mantiene senza un reddito da lavoro, senza percepire altre tipologie reddituali (utili, interessi, plusvalenze o redditi diversi), o derivanti da attività patrimoniali (case, terreni, diritti reali minori su immobili), o finanziarie (titoli, o conti correnti). Evidente quindi come Fedez non possa essere annoverato tra i 'nullatenenti', da un punto di vista tecnico.

Quali vantaggi hanno i 'nullatenenti' come Fedez

C'è un altro tema, oltre a quello tributario, legato alla scelta di non avere beni intestati personalmente. In caso di problemi legali o finanziari, è sicuramente più limitato il raggio d’azione dei potenziali creditori, perché il bene di una società gode di tutele maggiori. Allo stesso modo, è più facile e molto meno oneroso trasferire la proprietà di un immobile: si può fare semplicemente trasferendo quote ed evitando quindi di pagare atti dal notaio e nuove imposte. Niente tasse di successione, poi, in caso di morte del socio proprietario. Certo, il gioco funziona a una condizione: che la società funzioni altrimenti entrano in gioco le procedure fallimentari. E Fedez, che ha dimostrato di essere un imprenditore avveduto, ha tutti gli strumenti per continuare a essere un 'nullatenente' milionario. (Di Fabio Insenga)

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Economia

Taxi, Orsa dichiara stato di agitazione settore

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(Fotogramma)

E' "inaccettabile l'intervento del Ministro Urso su materie che dovrebbero essere di competenza in primis del Ministero dei Trasporti". Lo scrive l'organizzazione sindacale Or.S.A. Trasporti che "chiede trasparenza e lealtà con la necessaria convocazione da parte del Ministero in merito alla definitiva discussione dei decreti attuativi e nel contempo proclama stato di agitazione del settore taxi". Il sindacato denuncia l'assenza, "ormai da troppo tempo, di concrete risposte da parte del Ministero dei Trasporti in materia di decreti attuativi": "in attesa della definitiva convocazione per la conclusione dell' iter di presentazione degli stessi da parte del Ministro Salvini, dobbiamo constatare che il silenzio stranamente riecheggia nelle nostre esperienze e non sembrerebbe altro che un presagio che va a scontrarsi con promesse elettorali avvenute poco più di un annetto fa".

Il sindacato Orsa segnala poi un incontro tra il Vice Presidente di Uber e il Presidente della Regione Calabria Occhiuto che "fa passare il tutto come il benvenuto alla multinazionale californiana nella sua Regione". "Ovviamente la scena per noi appare come la rivisitazione di quello che è successo due anni prima quando il Presidente del consiglio Draghi ricevette il CEO di Uber" scrive il sindacato che parla di "uno schiaffo in pieno volto da parte di un ministro che dovrebbe tutelare ciò che è prodotto nella nostra nazione ed invece guarda caso alimenta nella stessa maniera di come ha tentato sia Monti che Draghi l'entrata nel nostro settore di multinazionali che cercano da tempo di monopolizzare il settore taxi nel nostro paese".

"Non abbiamo mai chiesto l'esclusività ma abbiamo difeso il nostro diritto al lavoro, la nostra legge che stabilisce delle esatte differenze tra gli operatori del trasporto non di linea e garantire alla cittadinanza un prezzo stabile ed equo come sin adesso avvenuto. Non siamo disposti a farci stravolgere la vita, né da strette di mano, né da false promesse" continua la nota che parla di una "azione irresponsabile e fuori luogo da parte del Ministro Urso in questa fase lavorativa in cui stiamo cercando di riportare ordine attraverso l'attenta osservazione dei decreti attuativi affinchè si metta un argine al potere" delle multinazionali nel settore che sono invece accolte "in pompa magna".

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Energia, Mazzoncini (A2A): “Possiamo anche...

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Renato Mazzoncini

"Se consideriamo di avere un mondo dove il giorno in cui finiamo le risorse del pianeta si piazza più o meno a metà dell’anno, è evidente che così non si va lontano".

E’ il monito del Ceo e General Manager di A2a, Renato Mazzoncini A Torino, in occasione del G7 Industry Stakeholder Conference, il confronto tra le associazioni delle imprese ed i governi del G7. Per Mazzoncini, sono due i grandi temi di cui occorre occuparsi: “Il primo è che ci sia il maggior allineamento possibile sui due tavoli che sono la transizione energetica e l'economia circolare e quindi quanti soldi spendere per raggiungere questi obiettivi in tempo. Il secondo grande tavolo – continua - è la questione dei paesi come l'Africa. Oggi non possiamo pensare che si sviluppi un continente come l'Africa passando da più di un miliardo a più di due miliardi e mezzo di persone senza dargli una mano per esempio a sviluppare il solare”.

Così come bisogna aiutare per avere un ciclo ordinato dei rifiuti. Ad oggi il 40% delle discariche non controllate del pianeta si trovano in Africa con impatti devastanti per tutto il mondo . Bisogna lavorarci”. “ Il Fondo loss and damage deve passare dall’essere un fondo da qualche centinaia di milioni di euro a un fondo di qualche decina di miliardi di euro per poter dare una risposta seria a questi temi”, conclude Mazzoncini.

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Economia

Energia, Era: “Aumentare livelli crescita ma dobbiamo...

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Angelo Era, Partner ed Energy, Resources & Industrials Industry Leader

"L'efficienza energetica è un tema di cui non si parla moltissimo ma è, se vogliamo, l'arma principale che noi abbiamo per raggiungere gli obiettivi della Cop28 ".

A dirlo, Angelo Era, Partner ed Energy, Resources & Industrials Industry Leader di Deloitte, a margine del B7 Italy 2024, di cui Deloitte Italia è l'unico Knowledge Partner, è guidato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia e ha un ruolo chiave nell’identificare e indirizzare le priorità dell’agenda economica globale, guidando i Paesi G7 nelle grandi sfide di oggi.

“L’obiettivo della COP28 è sicuramente sfidante. Per raggiungerlo dobbiamo aumentare il livello di crescita che già stiamo sperimentando, molto positivo negli ultimi anni e che ci porterebbe a raggiungere un obiettivo di 2,5 volte la produzione attuale,

mentre quello definito nella COP28 è di triplicare la produzione” Continua Era.

“Sull'efficienza energetica il progresso del mondo tecnologicamente avanzato occidentale è già positivo. La componente invece più problematica è legata alla trasformazione dei consumi dell'industria dei paesi meno avanzati. Le proiezioni dei principali analisti ci ricordano che su questo tema è necessario investire 4 mila miliardi e sappiamo che l'accesso al capitale e alle tecnologie per i paesi meno avanzati è un aspetto sicuramente da risolvere e da favorire” conclude Era.

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